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lunedì 18 dicembre 2023

Il ruolo dell’oggetto magico nel fantasy




 

Dal sacro Graal alla pietra filosofale: ecco perché gli oggetti magici sono così importanti nel fantasy 

 

Il “Ritorno con l’elisir” è la fase conclusiva del viaggio dell’Eroe, il celebre modello narrativo elaborato da Christopher Vogler.

L’elisir ha il potere di modificare il mondo ordinario del protagonista: può essere utilizzato per risolvere problemi, cambiare il destino di un personaggio o addirittura trasformare l’intera comunità. Spesso, simboleggia il tesoro interiore che l’eroe ha scoperto dentro di sé durante il viaggio.

Nel corso dei secoli (e ben prima delle teorie di Vogler) il cosiddetto “elisir”, ovvero l’oggetto magico intorno al quale ruota la storia, ha trovato varie forme. Vediamo 10 esempi di questo fondamentale elemento della narrativa fantastica!

 

1. Graal 



 

La parola “Graal” deriva dal latino medievale “gradalis”, ovvero “vaso, recipiente”. Secondo la leggenda, è il calice (o, in alcune tradizioni, il piatto) usato da Gesù nell’Ultima Cena. Contiene il sangue di Cristo, raccolto da Giuseppe d’Arimatea ponendo il contenitore sotto la ferita al costato del suo maestro.

La prima opera di narrativa che ne parla è “Perceval ou le conte du Graal” di Chrétien de Troyes, del XII secolo. In questa storia non viene spiegato né cosa sia esattamente né che aspetto abbia, ma sappiamo che si tratta di un manufatto d’oro, tempestato di gemme preziose.

Questo oggetto magico, probabilmente, ha origini pagane: nella fattispecie, potrebbe derivare dalla leggendaria pentola dell’abbondanza. Scopri di più nell’articolo “Che cos’è il Sacro Graal? Una leggenda millenaria”.

 

 

2. Pentola dell’abbondanza 


 

È un simbolo del potere sovrano e della fertilità della terra, un po’ come la cornucopia greco-romana.

Una delle pentole magiche più famose è il Calderone di Dagda (il dio celtico della guerra, della fecondità e della magia). Si tratta di uno dei quattro tesori che i Túatha Danann (mitica popolazione della preistoria celtica) portano con sé in Irlanda.

 

3. Bacchetta




Nelle antiche culture celtiche i druidi impiegavano ramoscelli di rovere, edera o biancospino come mezzi di connessione con il mondo spirituale. La bacchetta serviva a canalizzare le forze della natura, per ottenere guarigione dalle malattie e protezione dalle energie negative.

Nella società norrena, la bacchetta era lo strumento di potere di colei che deteneva la magia: la vǫlva (il cui nome significa, appunto, “portatrice della bacchetta”). Per saperne di più ti consiglio l’articolo “Lo sciamanesimo femminile nella società norrena”.

Se poi vuoi conoscere un’autentica vǫlva moderna, ti invito a leggere il mio romanzo “Playing with daggers, dove la giovane e volitiva Kara ti farà scoprire l’antica magia norrena!



4. Stivali delle sette leghe 


 

Gli stivali delle sette leghe sono calzature dotate di un potere straordinario: con un singolo passo, il loro possessore può coprire una distanza equivalente a sette leghe (una lega, in antichità, corrispondeva a una lunghezza variabile tra i 4 e i 6 chilometri). Possiedono, inoltre, la capacità di adattarsi perfettamente alla forma del piede di chiunque li indossi.

Sono presenti in varie fiabe, tra cui due di Charles Perrault. NeLa bella addormentata nel bosco” ne fa uso un nano, mentre in “Pollicino” sono dapprima indossati dal famigerato orco che pronuncia la famosa frase «Ucci ucci, sento odor di cristianucci» e, in seguito, da Pollicino stesso.

Non solo fiabe: gli stivali delle sette leghe sono anche indossati da Mefistofele nel “Faust” di Johann Wolfgang Goethe, che ho citato in diversi articoli. Uno di questi è “Chi sono gli alchimisti più famosi? 10 personaggi da conoscere”.

 

5. Specchio 



 

Lo specchio è un oggetto magico ricorrente nella narrativa e nell’arte cinematografica di genere fantastico. Quando i personaggi attraversano questo oggetto, si ritrovano catapultati in una realtà dove le leggi della fisica subiscono stravolgimenti, inversioni o distorsioni (si pensi ad “Alice attraverso lo specchio”).

Lo specchio diventa una sorta di varco tra due dimensioni: una è quella familiare e conosciuta, mentre l’altra costituisce un universo parallelo, associato alla dimensione dei sogni, dei defunti o persino degli inferi.

Nel Regno Unito, circola una leggenda metropolitana inquietante: seguendo un particolare rituale, si dice che sia possibile intravedere lo spettro di Maria la Sanguinaria allo specchio. La procedura prevede di spegnere tutte le luci, abbassare le tende e porsi di fronte a una superficie riflettente. A questo punto, bisogna pronunciare tre volte il nome completo della regina: “Mary I of England, Mary I of England, Mary I of England!”. Si racconta che, in risposta a questo rito, nel riflesso buio dello specchio possa emergere il volto di Bloody Mary.

Nella mitologia cinese, invece, si fa riferimento a uno specchio magico chiamato Yeh Ching, ovverospecchio del destino”, attraverso il quale i defunti possono osservare la forma in cui rinasceranno.

 

6. Anello 



 

Si tratta di un oggetto magico presente in innumerevoli saghe, leggende e romanzi fantasy. Pensiamo all’anello del Nibelungo, all’anello di re Salomone, all’anello di Gige menzionato da Platone e naturalmente all’Unico Anello (The One Ring) creato da J.R.R. Tolkien per “Il Signore degli Anelli”.

La forma circolare è simbolo di perfezione e rimanda alla natura ciclica della vita, all’eterno ritorno. Per questo, circolare è anche un potente simbolo alchemico: l’uroboro, il serpente che si morde la coda. Rappresenta il processo di purificazione della “Materia Prima” (la sostanza primordiale) mediante la successione ciclica di distillazioni e condensazioni.

 

7. Pietra filosofale 



 

La pietra filosofale, l’oggetto magico più emblematico dell’antica arte dell’alchimia, è una sostanza catalizzatrice dotata di un potere straordinario: la capacità di riparare e purificare la corruzione della materia. Può donare l’immortalità, l’onniscienza e trasformare i metalli vili in oro.

Negli scritti esoterici, spesso è rappresentata come un uovo. I suoi tre componenti (guscio, albume e tuorlo) corrispondono ai tre ingredienti alchemici fondamentali: sale, mercurio e zolfo. È, insomma, una forma primordiale in cui sono contenuti tutti i principi della creazione, che deve essere “sgusciata” per rivelare i suoi segreti.

 

8. Spada 


 

Nella mitologia e nelle fiabe, le spade magiche sono simbolo di potere, coraggio ed eroismo nell’eterna lotta tra bene e male. Ereditate di generazione in generazione, riflettono continuità di valori all’interno di un clan o di una stirpe guerriera.

Rappresentano anche il destino, poiché sono gli strumenti tramite cui si avverano profezie, come nel mito di Excalibur.

Altre spade magiche famose, oltre alla celebre arma di Re Artù? Durlindana, appartenente a Orlando nella “Chanson de Roland”; Joyeuse, l’arma prediletta di Carlo Magno; Gramr, che Sigfrido usò per uccidere il drago Fáfnir; Tyrfing, la spada maledetta della mitologia norrena; Caladbolg, la spada di Fergus mac Róich nella mitologia irlandese; Tizona, la spada di Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid; Ama no Murakumo (“Spada del Paradiso”), arma leggendaria della mitologia shintoista.

 

9. Elisir 



Nei miti e nelle leggende, gli elisir sono sostanze magiche spesso associate all’immortalità o alla guarigione.

Alcuni esempi includono l’Elisir di Lunga Vita della tradizione cinese, il nettare e l’ambrosia del pantheon greco-romano, l’idromele del pantheon norreno e l’Amrita, ovvero l’acqua indiana della vita eterna.

La ricerca dell’elisir riflette il desiderio universale di trascendere la finitezza della natura umana, per salire di livello e diventare paragonabili alle divinità.

 

10. Martello magico 


 

Parlando di martelli incantati, il primo oggetto magico che viene in mente al pubblico occidentale è, senza dubbio, l’arma di Thor. Anche se molto famoso, però, non è certo l’unico a meritarsi la nostra attenzione: dobbiamo infatti citare anche Uchide no kozuchi, un martello magico di legno (a volte rappresentato come un maglio) del folklore giapponese.

Secondo la leggenda, quando si agita l’Uchide no kozuchi si può trasformare qualsiasi desiderio in realtà. È uno degli attributi della divinità Daikokuten, ma appartiene anche alle leggende che hanno come protagonisti gli oni e alla fiaba popolare di Issun-bōshi.

 

Se ti interessa il Giappone, leggi l’articolo “Cerchi un bel libro sul Giappone? Leggi qua!”.

 

Articolo scritto in collaborazione con

Ivana Vele Poletti

https://www.ivanapoletti.com/

 

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