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lunedì 24 maggio 2021

Test: scopri il messaggio della tua fata madrina

 

 

Come si chiama la tua fata madrina? Quale messaggio vuole mandarti?

Ecco un simpatico test per scoprirlo! Scegli la figura che ti piace di più tra quelle che compaiono nell’immagine sopra. E ora, scopri qual è la fata che ti protegge dalla nascita:

 

1. Silene, fata madrina dei fiori

2. Era, fata madrina del tempo

3. Diamante, fata madrina del ghiaccio

4. Mirta, fata madrina del bosco

 

A questo punto, è arrivato il momento di leggere le caratteristiche e i messaggi della tua fata madrina!

 

1. Silene, fata madrina dei fiori 

 



Silene abita in un grazioso cottage immerso nel verde. Ha la capacità di far sbocciare i fiori al suo passaggio, quindi il suo giardino è sempre pieno di corolle coloratissime, che diffondono un delizioso profumo tutt’intorno.

Ha un carattere solare, ama ridere e scherzare in compagnia. Tra tutte le fate madrine, è la più divertente e simpatica.

I suoi protetti hanno un animo gentile e generoso: sono sempre pronti ad aiutare gli altri, in maniera disinteressata. A volte vanno incontro a cocenti delusioni, perché non tutti possiedono un’indole buona come la loro. In questi casi, Silene interviene per ridare gioia e fiducia ai loro cuori.

 

Il messaggio che vuole trasmetterti Silene è “coltiva con amore le tue virtù e stai accanto a persone che fanno sbocciare la felicità nel tuo animo”.

 

 

2. Era, fata madrina del tempo 

 


Era abita in un antico castello in pietra bianca, sovrastato da un’alta torre dell’orologio. Possiede una clessidra magica in grado di governare lo scorrere del tempo.

Nonostante l’aspetto giovanile, Ã¨ la fata madrina più antica di tutte. È molto sapiente, infatti conosce tutti i misteri dell’universo: com’è nata la vita, come sono state costruite le piramidi, quale sarà il destino dell’uomo alla fine dei tempi.

I suoi protetti sono affascinati dalle epoche passate. C’è una parola celtica che descrive molto bene il loro stato d’animo: “hiraeth”. Indica la malinconia per i tempi remoti, per una dimensione mitica che spesso non abbiamo mai nemmeno vissuto.

 

Il messaggio che vuole trasmetterti Era è “non smettere mai di sognare, ma ricordati anche di vivere nel qui e ora, godendoti l’attimo presente”.

 

3. Diamante, fata madrina del ghiaccio 

 

 

Diamante abita in un meraviglioso palazzo di cristallo, circondato da montagne innevate. Ha il potere di scatenare bufere e tempeste di neve.

È la fata madrina più forte e decisa di tutte: se c’è da affrontare un pericolo, è sempre in prima linea. A prima vista può sembrare fredda e altera, ma in realtà farebbe di tutto per aiutare le persone che ama.

I suoi protetti dimostrano compostezza e dignità in ogni occasione, non si fanno mai abbattere dalle avversità. Per loro vale quel proverbio giapponese che recita “più qualcuno si mostra forte, maggiore è la compassione che merita”.

 

Il messaggio che vuole trasmetterti Diamante è “sii sempre da esempio agli altri col tuo coraggio, ma non dimenticarti di prenderti cura di te stesso/a”.

 

4. Mirta, fata madrina del bosco 



  

Mirta abita in una piccola casetta di legno, costruita tra i rami di un grande faggio. Ha il potere di creare bellissimi funghi colorati e bacche di tutti i colori, con un solo movimento della mano.

Mirta è la fata madrina più artistica di tutte. Può apparire silenziosa e riservata, ma questo atteggiamento riflessivo è dovuto al suo ricco mondo interiore. È sempre intenta a pensare alle nuove creazioni da realizzare per abbellire il suo amato bosco.

I suoi protetti sono estrosi come lei, sebbene possano apparire un po’ chiusi al mondo esterno. Proprio come il sottobosco, celano una dimensione interiore brulicante di vita.

 

Il messaggio che vuole trasmetterti Mirta è “possiedi un dono molto importante: quello della creatività. Non smettere mai di coltivarlo”.

 

Qual è la tua fata madrina? Scrivilo nei commenti!

Ero indecisa perché mi piacciono tutte! Alla fina ho scelto MIRTA!

 

3 consigli di lettura per conoscere meglio le fate 

 

Se le fate ti affascinano, ti consiglio due articoli e un romanzo:

 

·      Per scoprire le antiche leggende di fate, puoi leggere l’articolo “Chi sono le fate? Ecco 10 segreti per conoscerle. Oltre a miti e fiabe, troverai anche tre saggi consigliati per conoscere i membri del Piccolo Popolo.

·       Se vuoi approfondire la conoscenza delle fate madrine, puoi sbirciare l’articolo “Fate ‘bella addormentata’: Disney VS fiaba originale (TRAUMA!)”.

·      Se vuoi avventurarti in un’interpretazione più moderna degli abitanti del Piccolo Popolo, puoi leggere il romanzo urban fantasy “Playing with daggers”. La protagonista, Kara, imparerà a conoscere (molto) da vicino un ambizioso duca fatato che aspira alla corona di Faerie.

 



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.




lunedì 17 maggio 2021

Fate “bella addormentata”: Disney VS fiaba originale (TRAUMA!)



Le fate della “Bella addormentata” Disney sono molto diverse dalle fate della fiaba originale.

In generale, la versione cinematografica si discosta in parecchi punti da quella della tradizione orale. Ad esempio, il principe non si limita a baciare la principessa addormentata… ma fa ben altro!

Siamo pronti a scoprire la cruda verità e a traumatizzarci insieme?

E allora, cominciamo!

 

Fate “bella addormentata” Disney: chi sono? 

 

Le fate de “La bella addormentata” Disney sono tre:

·      Flora, la fata vestita di rosso. È la più anziana, la leader del gruppo. Dona ad Aurora la bellezza.

·    Fauna, la fata vestita di verde. È la più svampita, ma si dimostra anche gentile e amorevole. Dona ad Aurora il talento per il canto.

·      Serena, detta Serenella (in originale Merryweather), vestita di blu. È la più audace e grintosa. Usa i suoi poteri per indebolire la maledizione di Malefica, in modo che Aurora cada addormentata e non morta quando viene punta dal fuso.

 

Flora, Fauna e Serenella sono le tutrici della principessa Aurora. La crescono in una casetta nascosta in mezzo al bosco, nella speranza di farla sfuggire alla maledizione di Malefica. Si comportano con lei come delle vere e proprie “zie bonaccione”, arrivando perfino a organizzarle una festa di compleanno.

Ma com’erano, invece, nella versione originale?

 

Fate “Bella addormentata” Disney VS fiaba originale: PRIMO TRAUMA 

 

Quante sono le fate della fiaba originale? Una, nessuna e centomila, parafrasando Pirandello.

 


Il loro numero varia a seconda delle fonti e del luogo di provenienza.

Prendiamo come esempio le tre versioni più celebri: quella di Perrault, quella dei fratelli Grimm e quella di Calvino.

·   Ne “La bella addormentata nel bosco” tratta da “I racconti di mamma Oca” di Perrault, sono sette.

·      In Rosaspina”, tratta dalla raccolta dei Grimm “Fiabe del focolare”, sono tredici.

·     Ne La bella addormentata e i suoi figli, tratta dalle “Fiabe italiane” di Calvino, sono zero. Sì, perché le fate sono del tutto assenti da questa versione.

 

E ora arriviamo al primo trauma.

Nelle fiabe di Perrault e dei Grimm, la cattiva che scagliava la maledizione contro la principessa non era una strega… ma una delle fate!

Per Perrault era una “vecchia fata, che non era stata invitata, perché da oltre cinquant’anni non usciva più dalla sua torre, e tutti la credevano morta o incantata”.

Per i Grimm, invece, si trattava della tredicesima fata del regno, che non era stata invitata dal re per questo motivo: “siccome egli possedeva soltanto dodici piatti d'oro per il pranzo, dovette rinunciare a invitarne una”.

 

Bella addormentata Disney VS fiaba originale: SECONDO TRAUMA 

 

Il secondo trauma non riguarda più le fate, ma la storia in sé.

 


Sì, perché nelle versioni più antiche il principe non si limitava a baciare la principessa, ma faceva molto di più: la metteva incinta mentre lei dormiva. Ed era proprio la nascita del bambino o dei bambini (a seconda delle versioni) così concepiti a svegliare la protagonista.

Questo particolare si può leggere nelle due trascrizioni più antiche: il romanzo cavalleresco “Perceforest” del 1340 e “Sole, Luna e Talia” del Pentamerone di Giambattista Basile (1634). Fu poi tolto dalla raccolta di Perrault, che optò per un più casto bacio. Tuttavia, rimane in versioni successive, come la già citata “La bella addormentata e i suoi figli” di Calvino.

 

Voi preferite la versione antica o quella Disney? 

 

A me piacciono entrambe, ma devo ammettere di essere sempre stata attratta dalla crudezza delle favole antiche nelle versioni originali.

Alle fatine dolci e rassicuranti dei cartoni preferisco quelle selvatiche e pericolose del folklore tradizionale.

Mi sono ispirata a questa pericolosità per le creature fatate descritte nel mio urban fantasy “Playing with daggers”.

In “Playing with daggers” le fate sono libere di muoversi nel mondo umano, mentre gli esseri umani non possono andare nel regno di Faerie. Se lo facessero, non potrebbero mai più tornare indietro.

Ma cosa succede se un’umana si innamora di un duca fatato? Lo scoprirà a sue spese Kara, ambiziosa protagonista del libro.



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.




lunedì 10 maggio 2021

Esistono le fate della casa?

 

Oggi risponderemo a domande che affliggono da tempo immemore l’umanità: perché i calzini escono dalla lavatrice sempre spaiati? Chi fa sparire le chiavi dal posto in cui eravamo sicurissimi di averle messe? Chi ci aggroviglia i capelli mentre dormiamo?

Ebbene, le responsabili di tutto ciò hanno un nome… sono le fate della casa!

Ma chi sono queste dispettose creaturine? Dove le possiamo incontrare?

Ma, soprattutto, esistono le fate della casa o sono solo una superstizione?

In questo articolo faremo luce sull’argomento!

 

Chi sono le fate della casa? 

 

Prima di rispondere alla domanda «Esistono le fate della casa?» dobbiamo capire meglio chi siano queste entità.

In tutte le aree del mondo c’è la credenza che le dimore umane siano abitate da spiriti domestici. Possono essere benevoli, oppure dispettosi. Possono essere visibili o invisibili, o magari possono scegliere a quali membri della famiglia mostrarsi e a quali no.

Queste creature sono in grado di rendere un ambiente confortevole o respingente. Ti è mai capitato di entrare in una stanza e percepire un’immediata sensazione di benessere? Viceversa, hai mai provato disagio in un particolare angolo di un’abitazione? Ecco, queste sensazioni sono dovute alle fate della casa.

 

Le fate della casa nel mondo 

 

Le fate della casa esistono in moltissime culture. Ecco una breve panoramica di quelle più famose.

 

1. Scozia e Inghilterra: brownie o broonie (detti anche Ã¹ruisg o brùnaidh in lingua gaelica scozzese) 

brownie vivono nelle dimore degli uomini, soprattutto in quelle che si trovano in aperta campagna, immerse nel verde.

Hanno l’aspetto di ometti alti circa un metro, con le orecchie a punta e la carnagione scura.

La loro indole è riservata e operosa. Durante il giorno rimangono nascosti nei loro cantucci, mentre di notte svolgono piccoli lavoretti domestici. Nelle famiglie scozzesi si usava lasciare un piccolo sgabello di fronte al camino, in modo che il brownie si riposasse dopo aver lavorato.

Questi folletti si aspettano sempre di ricevere una ricompensa per i loro servigi: piatti di porridge, boccali di latte fresco e altri semplici cibi di campagna.

Detestano, però, i regali troppo costosi, come le vesti fatte di materiali pregiati.

Se non ricevono una ricompensa adeguata ai loro gusti, cambiano atteggiamento e diventano dispettosi. Un brownie ostile può rubare oggetti di uso quotidiano, spaventare il bestiame, annodare i capelli dei bambini e compiere molte altre malefatte.



 

 

2. Paesi slavi: domovoj 

 

Fino al XIX secolo, la credenza dei domovoj era largamente diffusa nelle campagne della Russia, dell’Ucraina, della Polonia e di tutti i paesi slavi.

Il loro aspetto è quello di piccoli esseri umanoidi ricoperti di peli.

Anche loro, come i brownie, sono timidi e riservati. Escono dai loro nascondigli solo di notte.

Il domovoj Ã¨ un nume tutelare domestico, una figura positiva che protegge la famiglia. Gli abitanti della casa lo chiamano con epiteti rispettosi quali “signore”, "nonno” e “bene”. Spesso gli lasciano cibi e bevande sul tavolo della cucina perché li consumi durante la notte.

Uno dei suoi poteri è quello di fornire presagi: urla e piange se sta per arrivare una sventura, ride se si sta avvicinando un evento fortunato.

Può anche trasformarsi in animale domestico e proteggere in questa veste gli abitanti della dimora.

La cosa che odia di più è il disordine, sia materiale che morale. Se i membri della famiglia trascurano la casa, o se manifestano comportamenti scorretti, comincia a tormentarli con rumori molesti e danni a cose o persone.

 

 

3. Germania: coboldi 

 

I coboldi hanno l’aspetto di omini piccolissimi, vecchi e raggrinziti. A volte i contorni della loro figura appaiono sfumati, come se fossero fatti di un’impalpabile nebbia nera o bianca.

Sono elfi domestici, un po’ come i brownie e i domovoj, ma la loro indole è molto meno benevola. La loro occupazione preferita è ostacolare il lavoro dei membri della famiglia, anziché offrire aiuto.

Un altro tipo di coboldo risiede nelle miniere e nei luoghi sotterranei; in questo caso, si diverte a fare dispetti ai poveri minatori.

 

 

4. Paesi scandinavi: nisser 

nisser abitano nelle fattorie e nei fienili.

Di giorno rimangono nascosti nei loro luoghi segreti, mentre di notte escono per prendersi cura degli animali.

Sono folletti davvero permalosi. Se un membro della famiglia agisce in modo poco consono al loro codice di comportamento, cominciano a tormentarlo con dispetti e ruberie.

Possono essere placati con offerte di cibo, infatti fino al secolo scorso c’era l’usanza di lasciare nei fienili ciotole di riso o latte.

Queste fate della casa possono essere di due tipi:

·      nisser dei fienili, rappresentati come piccoli ometti paffuti che indossano le tipiche vesti dei contadini scandinavi del XIX secolo;

·      nisser rossi, associati al periodo natalizio. Hanno un aspetto molto allegro, poiché indossano vesti vermiglie e un buffo cappello a punta.

 



5. Giappone: zashiki warashi 

 

Prima di scoprire se esistono le fate della casa, dobbiamo trasferirci in Oriente per fare la conoscenza dello zashiki warashi, ovvero “il bambino della stanza con i tatami”.

È uno yokai (ossia un essere sovrannaturale) che appare in veste di bambino o bambina di circa 6/7 anni. Indossa un kimono rosso o bianco; se è una femmina ha i capelli lunghi fino alle spalle, se è un maschio li ha tagliati a paggetto.

Abita nelle case tradizionali, in stile giapponese, non contaminate dall’arredamento moderno e dalle influenze occidentali.

È timido nei confronti degli adulti, infatti ama mostrarsi solo ai più piccoli.

Protegge la casa e porta prosperità ai membri della famiglia. Però è anche dispettoso: ama rubare piccoli oggetti o disturbare il sonno delle persone. Bisogna fare molta attenzione a non rimproverarlo troppo duramente per queste marachelle, perché potrebbe decidere di andarsene. In questo caso, la famiglia sprofonderebbe nella più cupa sventura.



 

 

Esistono le fate della casa? Il caso del ryokan infestato 

 

Per capire se esistano davvero le fate della casa, dobbiamo rimanere in Giappone.

In questa terra, infatti, c’è un famosissimo ryokan (albergo in stile tradizionale giapponese) abitato da uno zashiki warashi!

La struttura chiama “Ryokufuso e si trova nel villaggio di Ninohe, all’interno della prefettura di Iwate. Un tempo, era un’abitazione di proprietà della famiglia Nanbu.

Molti anni fa, i Nanbu accolsero con loro un bambino minacciato di morte da un clan nemico della sua famiglia. Il piccolo morì poco dopo di malattia, ma fu sempre riconoscente ai Nanbu. Così, per proteggerli, il suo spirito si trasformò in uno zashiki warashi. Quando la casa si trasformò in ryokan, lo spirito rimase ad abitarci, prendendo possesso di una stanza chiamata “enjunoma”.

Tutti gli ospiti di questa camera hanno riferito di aver percepito, nottetempo, una misteriosa presenza, che si divertiva a svegliarli con molti dispetti: a volte rideva, a volte si sedeva sul loro petto, a volte rubava loro il cuscino.

La camera, ora, contiene più di mille giocattoli, lasciati dai clienti come dono per lo zashiki warashi.

A voi piacerebbe soggiornarci?

A me sì! Amo i misteri, il Sol Levante e le abitazioni tipiche giapponesi, quindi per me sarebbe proprio il massimo!

 

 

Nel 2020 sono stata in Giappone… peccato che non avessi ancora scoperto la storia dello zashiki warashi! Magari avrei fatto una capatina al ryokan infestato!

Comunque, ho avuto modo di visitare molti luoghi meravigliosi, che sono stati fonte d’ispirazione per il mio nuovo libro.


Oggi vi mostro qualche scorcio di Sefa-Utaki, un posto vibrante di energialuogo di culto dell'antichissima religione del popolo 
Ryukyuan, una civiltà sviluppatasi nella Prefettura di Okinawa, in Giappone. 




Questo santuario Ã¨ composto da sentieri immersi nella giungla e popolati da simpatiche creature spesso rosse e nere, come queste farfalle e l'anfibio che sguazza nell'acqua limpida di una sorgente.





Le ore trascorse in questo luogo carico di misticismo e dove i locali tutt'oggi si recano a pregare sono state fonte d'ispirazione per l’ambientazione di Nuova Eden, uno dei luoghi in cui vi porterò con “Dark Ghost, il mio romanzo sci-fi & cybernature in collaborazione con i Gardeners.

Se siete amanti della fantascienza e del fantasy, venite a trovarmi anche nel blog dello STARGARDEN UNIVERSE! Appuntamento con un nuovo articolo il martedì alle 11.00!

Sito ufficialehttps://stargardenuniverse.com/






 

 

 

 

 

lunedì 3 maggio 2021

Chi sono le fate? Ecco 10 segreti per conoscerle


  

Le fate hanno fatto sognare per secoli tutti gli appassionati di fiabe e folklore. E continuano a farlo ancora oggi!

Ma chi sono veramente? Dolci creature incantate, o pericolose entità dedite a occupazioni poco raccomandabili? Cosa mangiano, dove vivono, cosa fanno tutto il giorno per passare il tempo?

Scopriamolo in questo articolo!

 

Chi sono le fate? 10 segreti per conoscerle un po’ di più! 

 

1. L’etimologia della parola “fata” 

 

Come ormai sanno i lettori del Magical Magazine, la mia indole da linguista si fa sempre sentire… perciò inizieremo proprio dall’etimologia della parola “fata”!

Il termine deriva dal latino “fatum”, cioè destino. Secondo il vocabolario Treccani, le fate rappresentano il Destino personificato. Nell’antichità, il nome “fata” veniva attribuito alle Parche.

In effetti, in molte fiabe (come “La bella addormentata nel bosco” queste creature si occupano di donare particolari abilità ai bambini appena nati, influenzando il loro fato.

 



 

2. Chi sono le fate nelle fiabe e nel folklore? 

 

Non esiste un solo tipo di fate!

Nel corso dei secoli queste creature hanno acquisito varie sfaccettature.

Come abbiamo visto sopra, nelle fiabe tradizionali europee le fate assumono spesso un ruolo cruciale nel destino degli uomini. Generalmente rivestono una funzione positiva, aiutando i protagonisti con doni magici o altri aiuti. Si manifestano in veste di bellissime fanciulle alate, ma anche di rassicuranti fate madrine di mezza età.

Poi c’è un’altra tipologia di fate, molto più dispettosa. È quella che possiamo incontrare, ad esempio, nelle credenze tradizionali del folklore irlandese.

Il termine gaelico che indica le fate è “Sidhe, coloro che abitano nel “Sidh”, un regno magico parallelo al nostro.

Sidhe possono essere di molti tipi diversi: ci sono le banshee che vivono nelle paludi, i leprechaun dalla barba rossa, le bellissime e letali Leahhaunnshee, i piccoli e dispettosi pooka, e così via. Ogni Sidhe ha un aspetto e un’indole particolare… non sempre benevola!

Anche in Italia abbiamo i nostri Sidhe, sebbene non si chiamino così. Possono essere indicati come folletti, anguane, crocchia-ossa, gambastortaghignarelli, lauri e in mille altri modi, a seconda della regione di provenienza.

Proprio come i Sidhe, anche le fate nostrane possono assumere una grandissima varietà di forme e dimensioni, manifestando comportamenti cordiali o malevoli in base alla loro natura.

 

3. Dove vivono le fate? 

 

Il primo luogo che ci viene in mente quando pensiamo alle fate è il bosco.

I boschi incontaminati, in effetti, hanno un’atmosfera particolare… che si potrebbe definire “magica”.

Alcuni alberi sembrano emanare un’energia spirituale, alcuni funghi sembrano essere perfetti rifugi per gli gnomi, mentre in qualche farfalla ci pare di scorgere una fatina sotto mentite spoglie.

Le fate, in fondo, possono essere interpretate come la manifestazione della forza e della bellezza della natura.

 



Il folklore tradizionale, però, ha anche collocato le fate in ambienti domestici, a stretto contatto con l’uomo. Stiamo parlando delle cosiddette “fate della casa”. Chi sono? Scopriamolo subito!

 

4. Chi sono le fate della casa? 

 

Le fate della casa sono le responsabili dei piccoli misteri quotidiani che affliggono le nostre esistenze: chi ha spostato le chiavi? Perché i calzini escono dalla lavatrice sempre spaiati?

Possono rendere un ambiente confortevole o respingente. Vi è mai capitato di entrare in una stanza e percepire un’immediata sensazione di benessere? Viceversa, avete mai provato disagio in un particolare angolo della casa? Ecco, queste sensazioni sono dovute alle fate della casa.

Nel folklore tradizionale abbiamo molti esempi di queste creature magiche.

Pensiamo ai brownie inglesi e scozzesi, che vivono nelle dimore degli esseri umani e si occupano di pulizie e di altre incombenze in cambio di piccoli doni.

Nella mitologia slava ci sono invece i domovoj, piccoli folletti pelosi che proteggono le mura domestiche e l’unità familiare.

Spostandoci in Italia, possiamo fare l’esempio del folletto delle sette berrette, che in Sardegna si diverte a disturbare il sonno degli abitanti della casa.

In Giappone abbiamo gli zashiki-warashi, piccoli spiriti domestici e familiari che appaiono in forma di bambini di cinque-sei anni.

Per approfondire l’argomento, puoi leggere l’articolo “Esistono le fate della casa?”.

 

5. Cosa mangiano le fate?

 

Le fate del bosco si nutrono prevalentemente dei cibi selvatici che si possono trovare in natura: radici, erbe e fiori commestibili, funghi, bacche e frutta.

Le fate della casa hanno una dieta più ricca. brownie, per esempio, amano il pane appena sfornato, il formaggio, il latte fresco e la panna. Spesso la famiglia che li ospita prepara loro questi alimenti per ringraziarli dei lavoretti che svolgono.

Ma, attenzione! Se offrite a una fata un cibo a lei non gradito, può vendicarsi con dispetti davvero fastidiosi!

 

6. Cosa fanno le fate? 

 

Anche in questo caso, dipende da quali fate prendiamo in considerazione.

Le fate delle fiabe classiche donano talenti speciali ai neonati (soprattutto di sangue reale), aiutano gli eroi nelle loro imprese, regalano oggetti magici.

Le fate del folklore e delle leggende più antiche non sempre svolgono azioni così nobili.

Come abbiamo visto, molte di loro si rendono utili svolgendo lavoretti domestici. Ma possono anche infastidire le famiglie facendo sparire oggetti di uso quotidiano, spaventando il bestiame o annodando i capelli ai bambini mentre dormono.

Ma non solo. Le fate più spietate si divertono a far perdere l’orientamento a chi si inoltra nel bosco, oppure attraggono gli umani in cerchi incantati dai quali è impossibile uscire.

Alcune praticano addirittura il changeling, cioè il rapimento di bambini umani da sostituire con creature fatate.

 


 

7. Le fate sono buone o cattive? 

 

Le fate rappresentano il lato più inspiegabile e selvaggio della natura.

E, come abbiamo visto, rappresentano anche il destino dell’uomo.

La natura e il destino sono ambivalenti. Possono regalarci gioie e frutti abbondanti (reali o metaforici), ma anche tragedie e catastrofi. Sono entità per cui proviamo sentimenti contrastanti: ammirazione, timore reverenziale, amore, odio.

Le fate rispecchiano questa ambivalenza: possono comportarsi in maniera scherzosa o malevola, mite oppure aggressiva. Possono proteggerci o annientarci.

 

8. Esistono foto di fate vere? 

 

Secondo Sir Arthur Conan Doyle, il “papà” di Sherlock Holmes… sì!

Nel 1922, infatti, pubblicò un libro intitolato “Il ritorno delle fate”, dedicato alle foto delle fate di Cottingley.

Fu un caso mediatico che travolse l’Inghilterra di inizio Novecento: due ragazzine si imposero all’attenzione della stampa nazionale perché erano riuscite a immortalare delle eteree fatine!

Si chiamavano Elsie Wright (sedici anni) e Frances Griffiths (undici anni).

Conan Doyle era sicuro che fossero troppo piccole per falsificare gli scatti in maniera tanto convincente e, per tutta la vita, rimase convinto dell’autenticità delle loro immagini.

Molti contemporanei, invece, misero in dubbio la veridicità delle foto.

Per quanto riguarda le fotografe, sostennero a lungo di aver immortalato fate vere. La stampa non si diede per vinta e continuò a interrogarle per anni e anni. Alla fine, nel 1983, Frances ed Elsie ammisero di aver fotografato figurine di carta su sfondo naturale.

Tutto falso, quindi? Nì. Permane uno spiraglio di speranza per gli amanti del mistero: Frances, infatti, sostenne sempre che l’ultima foto da lei scattata fosse autentica.

Se volete saperne di più sulla vicenda, vi consiglio di leggere “Il ritorno delle fate”. È veramente curioso, e quasi tenero, scoprire con quanta passione Doyle volesse credere alle fate. Conan Doyle uno di noi!



 

9. Cosa sono i cerchi delle fate?

 

Tra le attività preferite delle creature magiche, abbiamo citato la simpaticissima (?) abitudine di attirare gli umani all’interno di cerchi magici. Di cosa si tratta, esattamente?

Si tratta dei cerchi delle fate: aree circolari delimitate da funghi, fiori, pietruzze o erba calpestata, visibili nelle zone più nascoste dei boschi.

I cerchi più conosciuti e antichi sono circondati da funghi bianchi chiamati “Marasmius Oreades” e possono avere anche 600 anni.

Questi cerchi si formano nei luoghi in cui gli abitanti del Piccolo Popolo si radunano a ballare, nella loro tipica danza a cerchio.

Se vi capita di vederne uno, dovete fare attenzione a non andarci mai di notte! Potreste infatti essere attirati dalle trascinanti melodie suonate dalle fate, che per l'occasione assumeranno le fattezze più incantevoli, per poi prendervi per mano, introdurvi nel cerchio e coinvolgervi nella loro danza sfrenata.

Una volta giunta l'alba e sciolto il cerchio, a voi sembrerà che sia trascorsa qualche ora… e invece sarà trascorso qualche anno! Il mondo attorno a voi sarà cambiato e anche voi sarete molto invecchiati.

Quindi mi raccomando, alla larga dai cerchi delle fate, quando cala la notte!




 

10. Ecco 3 libri per capire chi sono le fate delle antiche leggende 

 

E ora, tre libri consigliati a tutti gli amanti delle leggende fatate.

·      Il ritorno delle fate” di Conan Doyle, che abbiamo già citato. Un bellissimo viaggio nella mente di un grande scrittore, di un uomo (e che uomo!) del primo Novecento in bilico tra la modernità e la voglia di credere alle antiche leggende. Il tutto corredato dalle famose foto di Cottingley… cosa vogliamo di più?

·      Fate” di Froud e Lee, un’opera assolutamente imprescindibile per gli amanti del Piccolo Popolo. Gli autori hanno scritto e illustrato questo libro in uno stato di grazia: sembra proprio che abbiano incontrato le fate dal vero. Leggere per credere.

·      Trattato sulle fate, elfi, gnomi e altre creature fantastiche”, firmato da Ismaël Mérindol, fantomatico changeling vissuto tra il Quattrocento e il Cinquecento. Dico “fantomatico” perché la sua identità è una chiara finzione letteraria… ma straordinariamente riuscita! Leggendo il libro si ha davvero la sensazione che provenga da quell’epoca lontana e ricca di fascino. Belle anche le illustrazioni.

 

Bonus: un libro per scoprire chi sono le fate moderne

 

Come ho detto in apertura, le fate continuano a farci sognare ancora oggi!

Per questo motivo le ho inserite all’interno del mio urban fantasy “Playing with daggers”.

Chi è il personaggio che meglio le rappresenta nel libro? Senza dubbio Axel, duca fatato determinato e ambizioso, deciso a diventare il nuovo sovrano di Faerie. Ma non fatevi ingannare dai suoi modi altolocati… Axel è anche scanzonato e spiritoso, nonché molto (ma molto) vanesio! Infatti fa perdere spesso la pazienza a Kara, apprendista sciamana protagonista del romanzo. Volete una prova? Ecco una chat tra i due…




 

Se volete rimanere aggiornati sulle schermaglie amorose tra Kara e Axel, mettete “mi piace” alla pagina Facebook Eva Fairwald.

E, se avete intenzione di leggere la loro prima avventura… ecco qui il romanzo! Scaricabile da Amazon anche col programma Kindle Unlimited!


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.