Pietra filosofale, Grande Opera, simboli esoterici: impariamo a conoscere i termini tecnici e il significato di una pratica misteriosa e affascinante
Hai mai sentito parlare
dell'alchimia? Quest'arte millenaria ha sempre suscitato l'interesse
dell'umanità, catturando l’attenzione di studiosi, filosofi e appassionati di
tutto il mondo. È stata esercitata per secoli con l'obiettivo di trasmutare la
materia in oro e di trovare l'elisir di lunga vita.
Ma cos'è
l’alchimia, realmente? In questo
articolo, ti guiderò alla scoperta dei segreti e delle implicazioni di questa
pratica antichissima. Preparati a immergerti in un viaggio
affascinante tra scienza, filosofia e misticismo.
Alchimia: cos’è?
Il termine "alchimia"
ha origini arabe e deriva dalla parola "kīmiyā'",
che indicava il reagente utilizzato per la trasformazione dei metalli. In
Occidente questa sostanza era nota come "lapis philosophorum"
o pietra filosofale.
Nel corso del tempo, il termine
ha iniziato a designare l’arte di trasformare le sostanze naturali in modo
utile all’uomo. L'alchimia comprende, infatti, un complesso di teorie e
tecniche mirate a trasmutare i metalli vili in oro, a creare la pietra
filosofale e l'elisir di lunga vita; un'antica pratica che si basa
sull’alterazione della materia e sull'acquisizione di conoscenze segrete, che
promettono di raggiungere l'immortalità e la ricchezza.
Il padre dell’alchimia
La teoria alchemica sembra aver
avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Jabir ibn Hayyan, noto anche
come Geber. Questo studioso analizzò ciascuno dei
quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) correlandoli alle
loro quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido.
Jabir ibn
Hayyan ipotizzò che ogni metallo fosse una
combinazione dei quattro principi, contrapposti a coppie e spesso presenti in
quantità variabile in ciascun materiale. L'oro, considerato il metallo
perfetto, scaturiva da una sintesi armonica tra queste qualità.
Qual è la differenza tra alchimia e chimica?
L'alchimia e la chimica sono due
discipline che, pur condividendo alcune somiglianze superficiali, hanno
obiettivi e metodi differenti.
L'alchimia è una pratica antica, che ha radici arabe, egizie, greche e gnostiche e risale all’VIII secolo circa. Si basa sulla manipolazione della materia e dell'energia, ma anche sull'interpretazione simbolica e spirituale degli elementi. Gli alchimisti utilizzavano tecniche e strumenti peculiari, come l'athanor o la fornace, e facevano riferimento a specifiche allegorie per rappresentare il processo di trasformazione dei materiali.
La chimica, invece, è una scienza
moderna che studia le proprietà, la composizione,
l'identificazione, la preparazione e il modo di reagire delle sostanze del regno organico e inorganico. I suoi obiettivi sono
principalmente di natura pratica e tecnologica, come la produzione di nuovi
materiali, lo sviluppo di farmaci o la comprensione dei processi chimici che
avvengono in natura. Si basa sulla sperimentazione e l'osservazione diretta
della materia, utilizzando strumenti come la bilancia, il microscopio o lo
spettroscopio.
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Pietra filosofale e alchimia
La pietra
filosofale, simbolo per eccellenza dell'alchimia, è una sostanza catalizzatrice
in grado di riparare la corruzione della materia. Secondo la tradizione,
possiede tre proprietà straordinarie.
1.
Può essere usata per formulare un elisir che
conferisce l'immortalità, considerato la panacea universale per
qualsiasi malattia.
2.
Conferisce l'onniscienza, ovvero
la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male. Questa accezione aiuta a spiegare l'attributo
"filosofale".
3.
Ha la capacità di trasmutare i metalli vili in
oro.
Il triplo
potere della pietra filosofale ha un valore iniziatico. L'oro è considerato un
materiale perenne, perciò il processo di trasmutazione rappresenta il modo di rendere
immortale un corpo mortale. L'obiettivo della pietra è, quindi, trasmutare il
praticante stesso: ingerendola, l'alchimista ascende al sovrannaturale.
Secondo la
tradizione, la pietra filosofale può essere rappresentata anche come
un uovo, i cui tre componenti (guscio, albume e
tuorlo) corrispondono ai tre ingredienti alchemici fondamentali: sale, mercurio
e zolfo. Questa analogia simbolica rappresenta l'idea
di una forma primordiale in cui sono contenuti tutti i principi della
creazione, che deve essere "sgusciata" per rivelare i suoi segreti.
Cosa si studia in alchimia?
L’aspirante
alchimista deve innanzitutto studiare l’impianto teorico della disciplina, che
comprende elementi di chimica, fisica, astrologia, metallurgia e medicina.
Per quanto
riguarda, invece, la parte pratica, è necessario apprendere la cosiddetta Grande
Opera (Magnum Opus), il processo di lavorazione e trasformazione della
materia prima, mirato a realizzare la pietra filosofale.
Le quattro fasi della Grande Opera
Il processo
di trasformazione personale e spirituale chiamato Magnum Opus richiede
l'attuazione di diversi passaggi, o fasi, attraverso i quali
l'alchimista sperimenta una metamorfosi graduale. Queste tappe sono associate a
specifici processi di laboratorio che implicano cambiamenti di colore, metafore
del percorso iniziatico dell'alchimista.
1.
La prima fase, Nigredo,
simboleggia l'annerimento (melanosi) e viene
associata all'elemento terra e al piombo. Questo step è caratterizzato dalla
putrefazione, dalla decomposizione e dalla separazione. I suoi emblemi sono il
corvo, la notte e l'inverno, ed è considerato il caos primordiale dal quale si
avvia il processo di trasformazione.
2.
La seconda fase, Albedo, rappresenta lo
sbiancamento (leucosi) ed è collegata all'elemento acqua e all'argento. È
caratterizzata dalla distillazione, dalla calcinazione e dalla purificazione, e
viene raffigurata simbolicamente dal cigno, dall'alba
e dalla Luna. È il momento in cui l'alchimista inizia a comprendere la propria
essenza e la propria natura.
3.
La terza fase, Citrinitas,
incarna l'ingiallimento (xanthosis) e viene connessa all'elemento aria e all'oro. Questa fase è
caratterizzata dalla sublimazione, dalla combustione e dal giorno, ed è
rappresentata dall'aquila, dal Sole e dalla forza maschile. È il periodo in cui
si inizia a sviluppare la propria individualità e a
raggiungere la propria potenzialità.
4.
La quarta e ultima fase, Rubedo,
provoca l'arrossamento (iosis)
e si accompagna all'elemento fuoco, al mercurio filosofale e al matrimonio tra
anima e spirito. È caratterizzata dalla coagulazione, dal tramonto e
dall'incontro tra Sole e Luna, ed è rappresentata simbolicamente dalla fenice,
da Ermes/Mercurio e dal caduceo (il bastone alato con due serpenti attorcigliati
attorno, uno dei simboli più antichi dell’umanità). È il momento in cui
l'alchimista raggiunge l'illuminazione spirituale e si trasforma in una nuova
forma di vita.
Oltre a
queste, nel corso dei secoli alcuni teorici hanno aggiunto altre fasi, come la Viriditas (associata al colore verde), la Cauda Pavonis (che comprende una vasta gamma di sfumature) e la Auredo (connessa all’oro).
Pur essendo legata
alla trasmutazione dei metalli, l'alchimia è molto di più di una semplice
tecnica chimica: rappresenta un insieme di conoscenze e pratiche che
coinvolgono la sfera della conoscenza, dell'arte e della spiritualità, e che
hanno l'obiettivo di fare luce sul mistero della vita. Continua a seguire il
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Articolo scritto in collaborazione con
Ivana Vele Poletti
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