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lunedì 16 agosto 2021

Una grande avventura giapponese che vi trasporterà nel passato: "SHOGUN", romanzo di James Clavell

 

Magical Readers!

 

Oggi, in via eccezionale… una RECENSIONE


Sì, lo so, non pubblico mai sul blog commenti del genere ma, questa volta, faccio un’eccezione perché il romanzo in questione è in linea col tema dei prossimi mesi: il GIAPPONE!

 

Sono sempre stata affascinata dalla storia e dall'antropologia. Mi piace leggere e comprendere le ragioni che fanno muovere un popolo e una serie di eventi che possono (o no) cambiare tutto.

 

Sono curiosa di scoprire tradizioni e abitudini particolari, specialmente se si tratta di luoghi lontani da quelli in cui sono cresciuta.  Mi immagino i paesaggi e la gente, si può osservare il passato attraverso gli occhi della fantasia.

 

  • "Shogun" è un romanzo storico ambientato in un periodo particolare, quando le tradizioni giapponesi si scontrano con l'arrivo del Cristianesimo.
  • Per parlarvi di questo romanzo è necessario procedere per gradi, non solo per la mole dell’opera (oltre 1000 pagine) ma anche per spiegarvi a grandi linee il contesto in cui va situata la narrazione.
  • Non solo “Shogun” è un romanzo storico, è un romanzo storico ambientato in un’epoca e in un luogo che per gli occidentali hanno tinte mitiche, fantasy e molto, ma MOLTO confuse. Le informazioni sommarie che di solito abbiamo sull’argomento potrebbero allontanare un lettore poco informato da un’opera di questo calibro. 

Se è vero che l’autore si lancia in spiegazioni dettagliate di costumi e cerimonie (come per esempio la famosissima chanoyu, la cerimonia del tè), è anche vero che se ci si imbarca in questa lettura senza avere un minimo di conoscenza della storia giapponese e dei valori base della cultura locale è facile restare disorientati e con la testa piena di nomi complicati e nozioni strane. L’autore spiega anche molti termini giapponesi… cosa che io da linguista ho apprezzato MOLTO, sicuramente più del dovuto… però sono elementi che potrebbero annoiare chi non è interessato.

 


Per questi motivi cercherò di darvi una panoramica molto riassunta e semplificata delle informazioni principali che riguardano l’ambientazione del romanzo.


 

Qualche considerazione personale

 

"Shogun" è un romanzo storico e d'avventura scritto negli Anni ’70, di conseguenza stile e linguaggio non sono dei più attuali.

 

A mio parere, la criticità maggiore di questo testo è l'infodumpe lo dico da persona amante di: descrizioni di ogni tipo, gite nella storia, cornici, informazioni di contorno, viste panoramiche alla Meraviglie... anche senza Alberto Angela. Dico solo che ne "Il nome della rosa" ho apprezzato quella lunga descrizione mentre i personaggi raggiungono la meta e che nemmeno gli sproloqui di Barbalbero e Tom Bombadil ne "Il signore degli anelli" mi disturbano...

 

Detto questo, mi è comunque piaciuto perché mi ha permesso di scoprire molte cose sul Giappone in modo ludico, anche se a livello di storytelling il romanzo si è appesantito. Ho ascoltato l’audiobook in lingua originale e sicuramente la bravura dell’attore narrante (Ralph Lister) è stata d’aiuto.


I punti di forza sono la trama ricchissima di intrighi e di giochi politici e l'approfondimento dei personaggi principali.

 

Le scene d'azione, secondo me, sono state gestite in modo frettoloso e sono davvero carenti nel settore show don't tell, non ancora così popolare all'epoca in cui è stato scritto. Tuttavia, gli eventi sono emozionanti e il libro, seppur lento, è molto interessante, se non proprio avvincente per un lettore moderno e abituato ad altri stili.

 

Il romanzo




 

"Shogun" è un romanzo (lunghissimo, circa 50 ore di audiobook per oltre 1000 pagine) che racconta la storia di un marinaio inglese, John Blackthorne, naufragato sulle coste del Giappone indicativamente nel 1600.

 

Il protagonista deve imparare e rispettare la cultura e lo stile di vita giapponesi e rendersi indispensabile, se vuole sopravvivere e tornare in Inghilterra. “Shogun” presenta con abilità gli intrighi politici tra le varie fazioni, mescolando in maniera sapiente storia e finzione.

 

Il libro è stato scritto da James Clavell e pubblicato nel 1975. Considerando che l’autore è stato prigioniero di guerra e detenuto dai giapponesi a Changi (Singapore), è possibile capire che almeno in parte “Shogun” possa rifarsi anche ai suoi ricordi di prigionia.


 

Il Giappone dei samurai

 

Il libro è ambientato in una società feudale: il Giappone dei samurai.

 

Nel Giappone feudale, la classe dei guerrieri samurai era un gruppo molto importante e potente. I samurai erano fedeli ai propri signori, servivano come guerrieri in battaglia e controllavano le città. 


Il codice etico dei samurai si chiama bushido, cioè "la via del guerriero".

 

Si tratta di una serie di linee guida molto rigide, studiate affinché i samurai potessero mantenere l’onore in ogni circostanza.

 

Una delle paure più grandi di un samurai è la vergogna, in particolare quella causata da una morte disonorevole (punto che anche il romanzo esplora ripetutamente menzionando quasi in ogni capitolo il suicidio rituale come soluzione a qualsiasi cosa, dalla tazzina rotta al tradimento). L’importanza del bushido è stata tale da diventare un vero e proprio stile di vita che ha influenzato la società e la storia giapponese.




 

L’epoca di “Shogun”

 

Il Paese viene unificato sotto un unico sovrano dal primo Shogun Tokugawa nel 1603: questa è presumibilmente la figura storica alla base del personaggio di Toranaga. Nel romanzo, si ribadisce sempre che Toranaga non avesse alcun desiderio di diventare shogun, secondo me era una battuta ironica…

 

Che cos’era uno shogun? Lo shogun era un generale, un dittatore militare col potere completo sul Paese e sui suoi clan che, prima dell’epoca pacifica del periodo Edo, avevano conosciuto solo guerra e sangue per decenni.

 

La trama in breve (molto breve)

 

Il protagonista e punto di vista principale (ma non l’unico) è John Blackthorne, un pilota inglese (ben più istruito di quanto pensiate, parla latino, spagnolo, portoghese e olandese, nonché giapponese in un baleno) a bordo della nave olandese Erasmus. Si tratta del primo inglese approdato in Giappone, ma non del primo europeo, c’è infatti la presenza ingombrante dei missionari spagnoli, italiani e portoghesi impegnati in una disperata opera di evangelizzazione dei giapponesi, amabilmente chiamati scimmie. A onor del vero, per tutto il romanzo, i rappresentanti della Chiesa vengono connotati sempre in modo negativo… tuttavia credo sia perché il protagonista è inglese e quindi protestante, non necessariamente per il modo in cui agiscono (pessimo).

 

L’Erasmus naufraga sulle coste giapponesi a Izu (nell’odierna prefettura di Shizuoka). Blackthorne e i sopravvissuti vengono raccolti dai locali, fatti prigionieri e allegramente chiamati barbari (cosa che ho trovato molto divertente, visto che di solito assistiamo alla storia opposta, cioè gli europei che vanno a chiamare barbari e scimmie tutti gli altri in ogni angolo del globo terracqueo. L’appellativo di barbari nei confronti dei naufraghi è del tutto meritato… anche se nemmeno i giapponesi sono proprio degli angioletti). Importante: l’Erasmus trasporta cannoni e fucili, una novità assoluta in Giappone. Questo avrà un certo peso nello sviluppo della storia.

 

Nel corso del romanzo incontriamo svariati altri punti di vista che ci fanno capire cosa sta succedendo in generale. I più importanti sono Toranaga, il vero boss della storia e Lady Toda Mariko, una donna samurai convertita e per questo in grado di comunicare con Blackthorne in latino e in portoghese.

 

Da qui in poi tutto si fa molto complicato perché fra tradimenti e trame politiche seguiamo Blackthorne (chiamato “Anjin-san”, “pilota”, dato che i comuni mortali non hanno diritto ad avere un nome e vengono indicati con la professione che svolgono) che vuole tornare a casa, in Inghilterra. Toranaga che mira allo shogunato (anche se dice di no) e Lady Toda Mariko, che attende solo il completamento del proprio karma.

 

Blackthorne capisce presto che se vuole rivedere l’Europa deve rendersi utile. Grazie a Lady Toda Mariko impara il giapponese in un lampo e diventa un punto di riferimento per trasmettere informazioni, svelare i piani di espansione della Chiesa e, soprattutto, istruire i giapponesi nell’uso delle armi da fuoco… un vero smacco per l’élite samurai.

 

Un altro tema importante è quello della “nave nera” portoghese che deve riportare in Europa tutti i guadagni del commercio della seta in Oriente e altri beni preziosi. Inutile dire che chiunque vorrebbe impossessarsi della nave e delle sue ricchezze.

 

Fra Gesuiti e Francescani ambiziosi, falconeria, attacchi di ronin (in breve, samurai rimasti senza un signore da servire), agguati dei ninjakatane donate (perse e anche ritrovate…) terremoti, travestimenti, tresche amorose, geishe, cerimonie e trattati di ogni tipo… assistiamo all’ascesa al potere di Toranaga, alla civilizzazione del barbaro Anjin-san e al compimento del karma di Lady Toda Mariko.

 

Non dico altro della trama perché succedono talmente tante cose che sarebbe solo dispersivo e causa di spoiler.




 

La mia opinione

 

Il personaggio che mi ha colpito di più non è il protagonista... bensì Toranagacolui che riesce a manipolare tutti in modi geniali e sorprendenti.

 

I personaggi importanti sono ben caratterizzati e affascinanti; quelli secondari non sempre sono facilmente riconoscibili. Il narratore dell'audiolibro è stato molto bravo a districarsi fra una sfilza di personaggi, alcuni anche piuttosto simili. Altri narratori sanno distinguere meglio chi parla con una caratterizzazione maggiore e a volte bisogna fare uno sforzo per capire chi si sta ascoltando, ma dopo poche battute è tutto chiaro.

 

Interessante è anche il tema dell'espansione del Cristianesimo in Asia e del ruolo dei frati nell'economia locale. Se ci pensate... è ridicolo che il commercio della seta fra Cina e Giappone fosse in mano a portoghesi e spagnoli. Si sono inseriti in Oriente in modo davvero subdolo, facendo da mediatori dopo essere arrivati dall’altra parte del mondo con la missione di cambiare mentalità e usi degli altri a casa loro.

 

È stata una lettura impegnativa, non perché difficile (per me che ho come romanzo preferito e faro della mia esistenza “Il signore degli anelli”; dipende dalle vostre letture pregresse), ma perché disseminata di punti morti. Non è certamente uno dei quei romanzi che vi tiene incollati alle pagine e che vi fa perdere la fermata del bus.




 

Lo consiglio? 


Solo se vi interessa la storia del Giappone, altrimenti sarete tentati a saltare... non rimpiango il tempo dedicatogli, ma l'avrei preferito più coinvolgente.

 

Nel complesso, lo consiglio a chi apprezza una narrazione di stampo classico e poco votata a suspense e azione.


E voi conoscevate già questo romanzo?




BONUS: un romanzo illustrato per chi ama il Giappone! 






 

Vi piacerebbe leggere un romanzo con un protagonista giapponese in bilico tra eleganza nipponica e indole criminale?

Vi piacerebbe assaporare i profumi dei tè più cremosi, i sapori dei cibi tradizionali, la sensazione di passeggiare tra i ciliegi in fiore e il tepore delle sorgenti termali sulla pelle?

Allora l’edizione illustrata di “Dark Ghost” è il romanzo giusto!

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lunedì 9 agosto 2021

Cos'è il KOMOREBI e come può stimolare la creatività





La magia della natura può stimolare la creatività in un momento difficile. Magari soffri del blocco dello scrittore, ti senti pigro e svogliato o, forse, hai solo bisogno di cambiare aria. 

Il motivo poco importa, l'ispirazione è sempre dietro l'angolo quando ci si immerge nella natura. Lo sanno bene anche i giapponesi, che hanno un nome particolare per questa soluzione: komorebi.

In questo articolo scoprirai:

  • Cos'è il komorebi
  • Come influisce sull'ispirazione
  • Perché anche tu dovresti provare la magia della natura


Cos'è il komorebi? 

Komorebi è una parola giapponese composta dai kanj  albero, 漏れ brillare attraverso e  sole.

Con la bellezza poetica e complessa tipica del giapponese posso solo parafrasare una vaga traduzione italiana. Il komorebi è l'osservazione della luce del sole filtrata dal fogliame degli alberi

Un aspetto chiave di questa parola e del concetto che trasmette in lingua originale è proprio la sensazione di qualcosa di nascosto che viene rivelato. La luce, infatti, riesce a creare effetti e riflessi incantevoli solo grazie all'intervento delle foglie, che la nascondono e che, in un certo senso, la costringono a cercare nuove vie per continuare a illuminare il mondo.

Quindi, si può dire che il komorebi rappresenta una bella visione che non possiamo però scorgere direttamente con gli occhi. Si tratta di una magia invisibile, di un sogno nascosto, finché non si presentano le condizioni giuste; è un'immagine in divenire, che acquista concretezza solo quando qualcosa si frappone fra la luce e ciò che stiamo guardando. Solo allora le forme ballerine create dal komorebi sono davvero visibili.

A me sembra proprio un invito alla creatività! Anche le idee restano nascoste finché non le esprimiamo in qualche modo.

La luce e i suoi effetti straordinari possono essere visti direttamente, oppure attraverso i riflessi sul terreno, su specchi d'acqua o sui fiori o sugli oggetti. La stessa cosa succede alle idee, che vengono poi tradotte in parole, immagini e altre forme comunicative.




Come influisce sull'ispirazione? 

Se hai problemi a raggiungere uno stato di calma e di creatività prenditi una pausa ed esci (funziona anche contro il blocco dello scrittore!). 

Cambiare ambiente e passeggiare è un buon modo per staccare la spina e non pensare: lasciarsi sorprendere dalla magia della natura è molto rilassante. 

Se sei troppo critico nei confronti del tuo lavoro, investire un po' di tempo nell'osservazione attiva della natura circostante ti aiuterà ad aprire la mente e a cambiare prospettiva.

In mezzo alla natura possiamo rilassarci completamente senza pensare ad altro oppure possiamo lasciarci distrarre dagli effetti ipnotici del komorebi. I giochi di forme e di colori saranno sicuramente un grande aiuto per la creatività!

Vedere le cose da un altro punto di vista è sempre molto utile. Impara dal komorebi, fai come la luce che filtra attraverso le foglie, cerca anche tu nuove vie fra una fogliolina e l'altra, tocca nuove superfici e guarda che cosa succede quando i tuoi occhi incontrano nuovi orizzonti!

Abbracciare nuove prospettive e punti di vista diversi (anche se non condivisi) può dare la spinta giusta per risolvere problemi e farsi venire nuove idee, migliori e più creative di quelle finora avute.



Perché anche tu dovresti provare la magia della natura

Attività come le passeggiate all'aperto (io amo particolarmente le foreste, anche perché come abbiamo visto nell'articolo "Gli elfi dei boschi che vivono in Italia" non si sa mai chi potremmo incontrare!) oppure osservare il paesaggio godendoci gli effetti del komorebi aiutano a raggiungere uno stato di rilassamento mentale, che di conseguenza riattiva la creatività. 

Avere con sé un quaderno (o prendere appunti col telefono) è sempre utile quando notiamo colori o suoni particolari che ci danno una sensazione di benessere. Magari c'è qualche contrasto speciale sui petali di un fiore, oppure un profumo nuovo o una foglia portata via dal vento.

La natura è così spesso una fonte di ispirazione. Che tu stia guardando le montagne o ammirando i colori del tramonto, è facile sentire che c'è qualcosa di più grande di noi. 

Quindi, quando ti ritrovi ad aver bisogno di idee creative, consolati sapendo che la natura è là fuori ad aspettare una tua visita! 

La magia della natura è ovunque e ha aiutato le persone nei momenti difficili per secoli... prova anche tu a immergerti nel verde!

Il mondo naturale può agire come una forza potente e calmante nella nostra vita... ed è pure gratis! Non ci sono scuse per non dare una possibilità alla magia della natura! A volte basta anche un balcone...




Se il Giappone ti incuriosisce e non vedi l'ora di uscire per una bella passeggiata, fai prima il "Test: quale demone giapponese incontrerai?"... potrebbe salvarti la vita!