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lunedì 28 agosto 2023

Come nasce un culto al giorno d'oggi?

 



Come dicevamo nell’articolo Multiverso, rappresentazione e stregoneria”, all'interno del “Tonal” ci sono innumerevoli isole che rappresentano i vari universi etnici che sono stati costruiti nel tempo, in cui viviamo accettandone le regole e le necessità. Ognuno con il proprio inferno o paradiso individuale, inserito in un contesto societario ampiamente condiviso.

Pensiamo solamente alla società “Cristiana” in cui siamo comunque inseriti, indipendentemente dal fatto se siamo o no credenti. Pensiamo ad esempio ai riti oramai privati di ogni reale significato religioso, ma che hanno acquisito comunque una grande importanza sociale: battesimi, prime comunioni, matrimoni. Tutti eventi che facevano parte di riti dedicati con una precisa valenza religiosa, oggi hanno perduto quel valore, (tranne per chi conserva una forte credenza e osservanza) per assumere una mera importanza di immagine sociale, accettandone la pratica, ma contestando ad esempio gli incontri pre-matrimoniali o il catechismo come un’inutile perdita di tempo.

Queste pratiche servivano per far entrare i nuovi adepti nella comunità, erano un addestramento alla via tracciata dai vari testi sacri. Ora è divenuta un'entrata in un mondo virtuale che tutti si aspettano ma della quale, in realtà, quasi nessuno conosce i veri contenuti.




Come può nascere un culto anche al giorno d’oggi?

Attorno al diciannovesimo secolo, in isole sperdute della Melanesia e Micronesia, popoli primitivi vennero in contatto con esploratori occidentali. Sicuramente avevano altre credenze ma, a differenza dei vecchi idoli, i nuovi dei fornivano immediatamente ciò di cui avevano bisogno.

Nacque così un nuovo culto: il culto del cargo, che si sviluppò grandemente in quelle isole soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando Giapponesi e Statunitensi ne colonizzarono le terre per costruirvi basi militari. Le merci arrivavano sulle navi, dagli aerei (oggetti volanti mai visti), senza che gli abitanti potessero capire, viste anche le difficoltà linguistiche, da dove arrivassero. Così iniziarono riti e danze propiziatorie affinché tutta questa abbondanza non cessasse, fino a quando cominciarono a rendersi conto che tutta quell'abbondanza non era per loro.

Al di là di questo, possiamo legittimamente pensare che la nascita di religioni e credenze, in tempi remoti, possa essere stata generata da uomini diversi venuti da non si sa dove. Pensiamo solamente all'idea di soprannaturale nel momento in cui un grande aereo (cargo) atterra scaricando uomini e cose sulla nostra isola, dove abbiamo visto volare solo gli uccelli. Quando i nuovi dei, come sono arrivati scompaiono, lasciando dietro di loro solo macerie, ecco che riti e leggende nascono e si tramandano. E se fossero atterrati qui esseri provenienti da altri pianeti? Non sarebbe potuta accadere la stessa cosa? A questo proposito, leggi anche l’articolo “Piramidi e alieni: ecco cosa sappiamo”.

Abbiamo centinaia di siti sulla Terra che rimandano, sia per tecnologia costruttiva, sia per raffigurazioni, ad antiche conoscenze apprese da fonti venute da altri mondi, o da vestigia passate oramai remote. Così a titolo di mero esempio possiamo citare una serie di tavolette d'argilla, di epoca sumero/accadica, rinvenute nella biblioteca di Nippur, dove il “Dio Enki” fa scrivere così:

Quando giunsi vicino alla Terra,

ci fu un grande Diluvio.

Quando mi avvicinai ai suoi verdi prati, cumuli e montagnole di terra si formarono al mio comando.

In un luogo incontaminato costruii la mia dimora e le assegnai un nome appropriato.

 

Questa trasmissione ad uno scriba precedentemente prescelto ricorda le istruzioni date da Jahvé al profeta Isaia:

Vieni dunque

scrivilo su una tavoletta sigillata

incidilo come un libro.

Che sia testimonianza fino all'ultimo giorno, una testimonianza per tutti i tempi.

Isaia 30,8

 

Ricordiamo altresì che la narrazione del diluvio universale è stata ampiamente riportata dall'epopea di GilgameÅ¡, che a sua volta la riprendeva dall'Atrahasis, un poema che significa letteralmente “quando gli uomini erano dei”, ma anche “grandemente saggio” non nel senso di una saggezza acquisita, ma piuttosto dal fatto che aveva un rapporto diretto con il dio.

Ma quale divinità, o percepita tale? E da dove proveniva? Da un passato spazzato via da qualche catastrofe nucleare, oppure vi aveva partecipato? Il sito di Mohenjo-daro nell'attuale Pakistan ne è un esempio. Leggiamo un estratto dalla Mahabharata:

...un singolo proiettile carico con tutto il potere dell'universo. Una colonna incandescente di fuoco e fiamme brillante come mille soli è aumentato in tutto il suo splendore...

un'esplosione perpendicolare con le sue nuvole di fumo fluttuanti... la nuvola di fumo che si alza dopo la prima esplosione forma in espansione cerchi rotondi come l'apertura di ombrelli giganti... è stata un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte, che ha ridotto in cenere l'intera razza dei Vrishnis e degli Andhakas... i cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, le ceramiche si ruppero senza una causa apparente. Gli uccelli divennero bianchi, dopo poche ore l'acqua e il cibo si infettarono... per uscire da questo fuoco i soldati si gettarono nei torrenti per lavare se stessi e le loro attrezzature.

Questo grande poema epico riporta una storia pre-diluviana che già in questo singolo passo ricorda qualcosa di vissuto recentemente anche da noi.

Come il dio Enki nel riferire il passato ne percepiva il futuro. E come già riferito dai profeti ebrei:

“Le prime cose saranno le ultime”.

Se ti piacciono questi argomenti, inizia a leggere tutta la serie dal primo articolo a tema: "Il potere della percezione".

 

 

 

Seguire la via,

sognare è volare:

ombra e luce.

 

L'ombra è anche luce,

luce è anche ombra.

 

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

lunedì 21 agosto 2023

"Dune" e la geosofia

 


 

Il giovane Paul, figlio del duca Leto, non sa quasi nulla di Arrakis quando gli annunciano che sarà la sua prossima destinazione. Poi, a poco a poco, frammenti di racconti, ricordi, qualche parola rubata (tutto stranamente pervaso da un che di leggendario) iniziano a comporre un quadro inquietante.

Meglio conosciuto come Dune, il pianeta Arrakis è un immenso deserto caratterizzato da una fauna molto particolare, creature gigantesche, vermi lunghi centinaia di metri. Tutto sembra misterioso in quel mondo, anche i suoi abitanti: i Fremen, un popolo che custodisce gelosamente la sua arcana cultura e che ha affinato arti eccezionali.

Ma Dune è anche, e soprattutto, l'unica fonte del melange, la spezia, "droga delle droghe", indispensabile per affrontare lunghi viaggi interplanetari, garantire straordinari poteri telepatici e assicurare un'incredibile longevità. E su Dune il destino di Paul si compirà, tra mille pericoli e dopo un difficile percorso spirituale…

Così inizia una delle più spettacolari saghe fantascientifiche che siano mai state scritte: “Dune” di Frank Herbert. Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini evocate dalle parole, ci riempiono l'animo di sentimenti e passioni, ci ricordano ciò che siamo, che probabilmente siamo stati e che forse saremo ancora. Ma basta guardare un poco oltre il significato letterale delle singole parole per addentrarci nell'intreccio dei mondi di potere che allora, come oggi e come ieri, si nascondono ai nostri occhi.

Il luogo, Arrakis o Dune, rientra nei canoni della percezione della natura degli antichi sciamani, dei druidi che consideravano il mondo che ci circonda come qualche cosa di vivente, ma non fine a se stesso, come un'entità che ci contiene e con cui dobbiamo interagire. A questo proposito, leggi l’articolo “Il potere della percezione”.

In altre parole, noi e il mondo che ci circonda siamo una parte della stessa entità. Ne siamo formati e nello stesso tempo la formiamo, a seconda del livello delle percezioni che abbiamo coltivato. Dune è un pianeta vivo e in divenire, nonostante l'apparenza; il deserto lo ricopre totalmente ad eccezione di pochi luoghi difesi con la tecnologia o dalla conformazione rocciosa.

 

Geosofia

Arrakis vive in simbiosi con la popolazione indigena locale, i Fremen, che segue miti ancestrali ricordati in riti e usanze importanti anche nella vita quotidiana. Questo ci riporta all'antica sapienza druidica, all'energia della natura vissuta in stretta simbiosi e ricordata nel tempo da rituali e danze.

I sacerdoti, che avevano un livello di percezione più sviluppato e istruito nelle pratiche necessarie, conducevano il popolo nell'estasi dell'immersione nel mondo altro. Attraverso l'uso di sostanze psicotrope, variabili a seconda dei continenti, guidavano riti e danze che si mescolavano al mondo che ci circonda e ci contiene.

Gli sciamani e i druidi erano in stretto contatto con la natura stessa del mondo, la sua energia che si manifesta con i quattro elementi fondanti: acqua, fuoco, terra e cielo e con il quinto elemento che tutto contiene, il vuoto apparente. Questo modo di intendere la natura, il mondo che c'è e quello che verrà, si scontra con il potere temporale di chi governa in quel momento e che concepisce ogni essere o cosa vivente o no come fonte esclusiva di guadagno, sia in termini di denaro che di potere.

Nulla di nuovo, dai tempi conosciuti ad oggi nulla è cambiato. Attraversiamo una fase in cui il potere temporale, acquisto da poche e selezionate famiglie, sta prendendo il sopravvento su qualsiasi altra cosa. Per esempio, inglobando e dirigendo anche alcune antiche istituzioni religiose, un tempo semi-indipendenti, oggi asservite.



 

La gestione del potere attraverso la religione

Troviamo un secondo livello di scontro, un'organizzazione matriarcale, le Bene Gesserit, in perenne lotta con il potere imperiale e le famiglie che lo compongono. Le Reverende Madri che dirigono questa millenaria organizzazione sono dotate di poteri soprattutto psichici, telepatici e a volte divinatori. La loro principale funzione è indirizzare gli eventi in modo tale che attraverso matrimoni combinati con sorelle di rango inferiore possano essere concepiti figli maschi da poter controllare, fino alla nascita di un essere supremo che governerà in maniera equa l'energia del mondo. In effetti, lo scopo di qualsiasi organizzazione religiosa è comandare in modo diretto o indiretto attraverso i regnanti credenti.

Qui entra in gioco anche la componente scientifica; i matrimoni combinati su base genetica dovevano portare alla nascita del “fanciullo magico” un essere in grado di vedere le linee del tempo e dello spazio.

Possiamo dire che già Platone nella “Repubblica” scriveva di una selezione tra gli individui migliori, una specie di allevamento selettivo, lo stesso procedimento delle Bene Gesserit ma su scala millenaria. Ciò è esattamente quello che accade da sempre attraverso i matrimoni combinati tra aristocratici, in maniera da mantenere le terre, il denaro e il potere sempre all'interno della stessa cerchia.

 

Uomini vs macchine

Un terzo livello di lettura che emerge tra le righe è la rivoluzione contro le macchine. Pensiamone l'attualità; oggi si parla dell'intelligenza artificiale come la panacea per tutti i mali e dell'inutilità di miliardi di persone, in quanto non sufficientemente produttive.

Un tempo gli uomini dedicavano il proprio pensiero alle macchine, nella speranza che esse li avrebbero liberati. Ma questo consentì ad altri uomini di servirsi delle macchine per renderli schiavi... Non costruirai una macchina a somiglianza della mente di un uomo.” Citò Paul Atreides dalla Bibbia Cattolica Orangista.

“Dune” di Frank Herbert

 

Potremmo senz'altro affermare che ci stiamo avviando verso la fine dell'uomo inteso come tale. Si vola verso un'umanità soggiogata dal potere delle macchine “intelligenti” sia fisicamente, ma soprattutto spiritualmente, tanto da affidarsi in maniera sempre più totale all'algoritmo salvifico, atrofizzando la capacità di pensare e agire, delegando ogni decisione alla perfezione e presunta imparzialità della macchina.




Nella serie cybernature Stargarden Universe, per esempio, l’umanità è asservita al Culto, a sua volta gestito da un Vicario synt. I synt, in Stargarden Universe, sono esseri sintetici senzienti e guidati da una intelligenza artificiale molto avanzata; scopri altre particolarità della serie nel glossario gratuito.

Omologare, eliminare ogni tipo di differenza etnico-culturale, per avere un gregge appendice delle macchine. In “Dune” ci fu la rivolta, la Jihad Butleriana, che riportò l'uomo al centro e le macchine semplici accessori da usare.

 

L’arte (in ogni sua forma) come espressione dell’animo umano

La ribellione contro l’omologazione e contro un’umanità disumanizzata, privata di emozioni e di espressioni artistiche, è anche il fulcro distopico degli ultimi album degli ATEEZ, gruppo musicale composto da 8 membri che puoi conoscere in questo articolo per Stargarden Universe.

Mei Lin, synt al servizio di Jo Jo Nishimura


La musica è un elemento fondamentale per supportare gli atti creativi che danno vita alla serie cybernature Stargarden Universe, come raccontato nell’articolo “Musica e letteratura: collegamenti tra due arti magiche”.

Su Gaia, la Terra del futuro, le megalopoli ricoprono il pianeta e la GEA ha ormai soggiogato quasi tutti con l’impianto del dispositivo G-Connect. Tuttavia… ancora resiste Nuova Eden, dove la popolazione è incoraggiata a sviluppare una vera connessione naturale tramite ghiandola pineale.

Il divario fra un mondo iper urbanizzato e la necessità di ritrovare un contatto con la natura è uno dei temi del cybernature, sottogenere di riferimento per Stargarden Universe.

Il pericoloso bio-hacker protagonista di "Dark Ghost",
Jo Jo Nishimura


Approfondisci questi spunti con il primo romanzo della serie: “Dark Ghost, disponibile su Amazon in eBook e in versione cartacea illustrata!

 

La realtà odierna

Noi, purtroppo, siamo nella fase di schiavizzazione e le danze dei druidi sono solamente un ricordo ancestrale. La società matriarcale in cui la Dea Madre ci accoglieva tutti indistintamente nel proprio grembo è svanita nella notte dei tempi, lasciandoci solo miti, miraggi nella nebbia delle brughiere.

L'essenza della filosofia druidica stava nella parola “rheo”, che significava scorro, come in quella orfica greca “panta rhei” che prende il significato di tutto scorre.

Ma alla fine di tutto si ritorna sempre al punto di partenza, la grande ruota cosmica del buddismo ne è l'esempio. Tutto è in eterno movimento, non ha né inizio né fine ed è al tempo stesso immobile e in movimento. Un altro esempio è la spirale celtica nelle diverse orientazioni, come del resto il triskell.

Oggi siamo alla ricerca della nostra essenza, ma per farlo bisogna volgere lo sguardo indietro nel tempo. Il problema si chiama progresso, nel senso che solo lasciando ciò che ci identifica, così ci dicono, possiamo progredire. Ma sarà veramente così?

 

 

Pesco fiorito,

dormo nella sua ombra,

tiepido sole.

 

Caldi soffi nel cuore,

la spirale in cielo.

 

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

lunedì 14 agosto 2023

Linee energetiche sulla Terra

 


 

La vita è energia, nasce dall'energia e si trasforma attraverso l'energia. Non tutti i parametri possono essere misurati e valutati attraverso la scienza accademica. La fisica avanzata, comunque, indica la materia come un momento di addensamento dell'energia, per cui viviamo immersi in un costante campo energetico che ci circonda. Questo campo energetico nasce dallo scambio fra la Terra, la natura e il cosmo in cui viaggiamo.

 

I campi magnetici

In quest'epoca chiamiamola “moderna”, ci siamo dovuti adattare a nuove fonti di energia, ad esempio la corrente elettrica alternata. Quanto queste fonti di energia influiscano sui nostri sensi lo possiamo capire da un semplice esperimento.

Negli Stati Uniti e in Canada la corrente alternata è a 60 Hz, mentre in Europa è a 50Hz. Quando è stato richiesto a degli studenti di emettere un suono, si è constatato che la maggior parte degli studenti nordamericani emetteva un suono corrispondente ad un si (nota musicale) naturale, corrispondente alla risonanza prodotta dalla corrente a 60 Hz. La stessa metodologia applicata agli studenti europei ha invece prodotto un bel sol-diesis, corrispondente alla risonanza della corrente alternata a 50 Hz.

Già questo dovrebbe farci riflettere sull'importanza delle emissioni energetiche che entrano in risonanza con il nostro corpo. Se a queste aggiungiamo l'aumento esponenziale dei campi elettromagnetici creati dalle trasmissioni radiotelevisive, dagli elettrodotti, dei prodotti elettromedicali e soprattutto dalla telefonia mobile, forse possiamo cominciare a renderci conto di tutta l'energia che interferisce con il nostro organismo.

La Terra ha una frequenza di vibrazione pari a circa 6/7 Hz, e la NASA, onde evitare problemi agli astronauti, ha installato delle emittenti di onde a 6/7 Hz, in maniera da simularne la frequenza.

Il nostro è un organismo in cui avvengono fenomeni elettrici, anche noi emaniamo dunque campi elettrici ed elettromagnetici.

Vivendo all'interno di campi elettromagnetici naturali, come linee magnetiche terrestri di vario tipo ma, ora soprattutto, anche di origine artificiale, dobbiamo mettere in conto che un campo elettromagnetico esterno interferisce con il nostro: ciò può causare danni anche gravi alla nostra chimica molecolare organica.

 

 

Geobiologia e la griglia di Hartmann

La fisica quantistica ci dice che quello che vediamo nel mondo fisico non ha nulla a che vedere con ciò che realmente abbiamo davanti dal punto di vista sub-atomico. Infatti, ogni cosa, ogni essere vivente, persino ciò che chiamiamo banalmente vuoto, è caratterizzato da una grande presenza di energia potenziale.

Fino a qui nulla di nuovo, pensiamo ai filamenti energetici che vedono e seguono gli antichi stregoni. L'equilibrio energetico dello yin e dello yang, il Ch'i in tutte le sue forme, il Prana. La magia naturale dei druidi.

Essendo il nostro corpo soprattutto energia e acqua, siamo sensibili ai cosiddetti luoghi di potere, posti di grande energia che, in un certo senso, ci caricano, ci aiutano a guarire dagli squilibri e di conseguenza dalle malattie. Ma esistono anche luoghi opposti che ci scaricano, ci inducono malessere. Ricordando Don Juan, un antico stregone Yaqui, nella sua prima lezione a un nuovo allievo lo invitava a trovare il suo posto in veranda; fino a quando non l'ebbe trovato lo lasciò solo, poiché esisteva un solo posto adatto a lui e che lo facesse sentire bene, che gli facesse dire sì, questo è il mio posto.

Nei tempi antichi la Terra era sempre stata considerata come un organo, un essere vivente. Per questo motivo costruire qualcosa, fosse esso un tempio, una casa o una città, implicava un grande rispetto del luogo e degli effetti benefici che doveva dare.

Cinesi, Egizi, Sumeri, Romani, tutti avevano messo a punto una scienza che studiava i luoghi e le disposizioni prima di costruire qualsiasi cosa. Ogni luogo sacro, sia un tempio che una radura nella foresta, doveva essere situato in un posto libero da interferenze malefiche. Al contrario oggi, per dirla con Heidegger, ogni cosa è fondo e quindi considerata nulla in se stessa, ma solo per il suo valore materiale, per quanto vale come bene utilizzabile!

Questi fatti ci fanno pensare che la Terra, essendo un organismo vivente, abbia delle linee energetiche proprie.




 

La rete di Hartmann

Si tratta di un reticolo prevalentemente magnetico, costituito da fasce o muri invisibili, che seguono le direzioni geomagnetiche della Terra. Queste bande vanno da nord a sud e da est a ovest, hanno dimensioni che variano dai 2 metri da nord a sud ai 2,5 metri da est a ovest. Larghezza di queste linee è attorno ai 21 cm.

Senza spiegazioni troppo approfondite possiamo distinguere il reticolo in tre zone fondamentali:

La prima è compresa all'interno del riquadro, si tratta della cosiddetta zona neutra ed è il posto migliore: le energie negative, le radiazioni, non sono presenti in maniera nociva.

La seconda è rappresentata dalle pareti dei muri. È una zona dove comunque le radiazioni non sono particolarmente forti, a meno che non siano presenti condizioni particolari che ne aumentino l'intensità.

La terza è rappresentata dai nodi, punti di massimo accumulo delle radiazioni telluriche. Questi nodi si trovano nei punti di intersezione delle pareti e quindi hanno una dimensione di circa 21 centimetri. La loro influenza negativa è fortemente aumentata da oggetti metallici, apparecchi collegati alla corrente elettrica, faglie d'acqua sotterranee, cavità del sottosuolo.


La rete di Curry

È un reticolo prevalentemente elettrico che si sovrappone a quello di Hartmann, ma disposto diagonalmente rispetto a esso, con un andamento da nord-ovest a sud-est e da sud-ovest a nord-est. I muri delle sue pareti energetiche invisibili sono di circa 3,5 metri. Si tratta di un reticolo di più difficile individuazione, essendo più variabile dell'altro, più sensibile alle condizioni esterne. La sovrapposizioni dei nodi di questa rete con quella di Hartmann crea condizioni particolarmente nocive.




 

Luoghi d'energia

Un luogo d'energia è un posto che fa aumentare il nostro senso di percezione del mondo altro, di tutto quello che ci circonda che non fa parte del quello che vediamo con i nostri sensi. Per noi è normale pensare che vedere o sentire quello che percepiamo sia la normalità, invece non è così.

La gamma dei colori e dei suoni che intercettiamo con i nostri sensi, rispetto a quelli che ci sono e che altre forme di vita percepiscono, è estremamente parziale. Ci dicono che utilizziamo il nostro cervello solamente al 10% delle sue potenzialità, quindi perché stupirci se esistono persone che sentono le vibrazioni dell'acqua, o l'energia che scorre in noi o nella terra e nell'aria.

I nostri antenati ponevano attenzione al ritmo della terra nella scelta dei luoghi dove costruire e dove vivere. Un sacerdote sceglieva dove fare e come orientare le case o lo stalle. Nei monasteri himalayani, le celle dei monaci erano orientate all'interno del reticolo di Hartmann, anche se ancora non se ne prevedeva nemmeno l'esistenza. Luoghi sacri paleocristiani o druidici, sono ricchi di energia positiva, questo deriva dal fatto che dolmen, obelischi, menhir, piramidi, grandi cattedrali, sono stati costruiti dopo ricerche dei luoghi carichi di energia positiva e di neutralizzazione di quella negativa.

Attraverso i menhir si rilevavano le zone di energia negativa e la si neutralizzava con la loro posa. Una sorta di cura del terreno su cui si celebravano dei riti sacri, come poteva essere la costruzione di una casa o lo svolgimento di una funzione religiosa.

 

Le Ley Lines

Disegnate seguendo i campi magnetici terrestri, influenzate dai movimenti dei pianeti, del sole della luna, rappresentavano delle griglie geometriche che univano punti energetici dove costruire luoghi sacri. Un esempio è la linea dedicata a S. Michele, che collega in linea retta Irlanda, Inghilterra, Francia, Italia e Israele. Si racconta che S. Michele con un colpo di spada ricacciò il demonio all'inferno. Su questa linea si uniscono sette famosissimi santuari dedicati al santo.

I sette santuari della linea di San Michele sono: Skelling Michael (Irlanda), St. Michael’s Mount (Gran Bretagna), Mont Saint Michel (Francia), La Sacra di San Michele (Piemonte), Santuario di Monte Sant’Angelo (Puglia), il Monastero di San Michele (Grecia) e il Monastero di Monte Carmelo (Israele).

Molte teorie si appoggiano a queste linee, create in tempi diversi e con scopi diversi, ne citiamo solamente alcune:

 

 - Percorsi prettamente funerari, delle vere e proprie vie spirituali.

 

- Feng Shui, quindi delle linee strettamente connesse al campo energetico terrestre.

 

- Allineamenti astronomici. Ad esempio, la linea di S. Michele dall'Irlanda arriva in Israele e in Inghilterra segue il percorso del sole l'8 maggio, festa di S. Michele, dalla punta della Cornovaglia all'estremità del Norfolk, attraversando innumerevoli siti megalitici.

 

- Allineamenti prettamente geometrici.

 

Gli antichi druidi danzavano nel vento, sotto il vischio che ornava la quercia sacra: lì era sicuramente un luogo di potere.

 

Danzo nel vento,

dentro all'infinito:

cielo e terra.

 

L'aurora negli occhi,

ai piedi il tramonto.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

lunedì 7 agosto 2023

Atlantide, Mu, Lemuria e altri continenti scomparsi


 

Quando si parla di continenti scomparsi pare che in ogni parte del mondo ci siano miti e leggende, o ritenuti tali dall'archeologia classica, che li ricordano come culla di civiltà e conoscenza antecedenti a cataclismi epocali che ne hanno decretato la scomparsa.

La data indicativa di questi continenti scomparsi si attesta attorno ai 12-15.000 anni fa. Su questa data si possono fare diverse ipotesi e la pista che segue la fine dell'ultima glaciazione potrebbe essere molto interessante.

Ad esempio, la costruzione di un complesso di città sotterranee in Anatolia (leggi l’articolo “I misteri di Derinkuyu) potrebbe essere associata alla sopravvivenza alla glaciazione. Esempi analoghi sono presenti in forma di sistemi di caverne dalle Ande Argentine alla California, dal Borneo alla Patagonia, dove troviamo anche le prime rappresentazioni pittoriche di mani, piedi e animali del luogo.

Le nostre splendide Dolomiti sono state in fondo al mare e più volte riemerse seguendo il ciclo delle glaciazioni e dei disgeli. Alla luce di ciò, possiamo ben immaginare quanto sia stato elevato il dislivello delle terre emerse e di quelle sommerse nei diversi periodi e, di conseguenza, l'adattamento delle popolazioni con migrazioni in altri luoghi.

In giro per il mondo abbiamo innumerevoli esempi di città sommerse; infatti, tra glaciazioni e disgeli, i tempi intercorrenti tra le varie fasi sono di millenni. Di conseguenza, non mancava certo la possibilità del crearsi e disfarsi di civiltà a noi oggi sconosciute. Nell'arco dei millenni che ci separano dalle loro vestigia, queste civiltà misteriose hanno comunque lasciato ampie tracce di sé, sia architettoniche, che rimembranze ancestrali nei popoli che si sono susseguiti. Alcuni dei popoli successivi si sono sviluppati con parte delle conoscenze legate alle civiltà precedenti, mentre altri sono ripartiti da zero.



Siti nascosti

In Giappone abbiamo Yonaguni, una struttura apparentemente monolitica a circa 30 metri profondità. Il sito presenta strade e scalinate, ma nei pressi ci sono anche altre imponenti strutture non ancora studiate in modo approfondito, come tutto ciò che può mettere in dubbio le datazioni convenzionali.

 

In Israele abbiamo il sito di Atlit Yam, situato a una profondità di circa 15 metri. Queste rovine si estendono su di un'area di almeno 40.000 metri quadri. La datazione è approssimativamente di 8500 anni fa.

 

In Bosnia abbiamo le piramidi a Visoko, un complesso di tre piramidi e due templi datato tra 10.000 e 22.000 anni fa. Ricoperte di terra, fino a qualche decennio fa le piramidi non erano state notate, se non dalla gente del posto per via dei miti e delle leggende che le riguardavano.

 

Archetipi comuni

Com'è possibile avere miti archetipi comuni in ogni parte del mondo? Ognuno di essi è adattato alle realtà locali, ma con le stesse caratteristiche fondamentali. Le capacità costruttive, gli stili, le raffigurazioni (con minime differenze), troviamo anche la medesima simbologia. Una risposta è rappresentata con ere glaciali seguite da ere intermedie, disgeli, ere intermedie e nuove glaciazioni; la diminuzione del livello dei mari ha così consentito la formazione di ponti naturali che collegavano le terre emerse. Una seconda soluzione è la presenza di continenti intermedi.

Lemuria è un possibile continente misterioso situato nell'Oceano Indiano; si sarebbe esteso dalla punta dell'India al Madagascar, fino all'Australia e alla Nuova Zelanda. A supporto di questa teoria ci sono i tratti tipici degli abitanti prima della colonizzazione. Infatti, la tipologia umana degli abitanti era molto simile: neri, australoidi, boscimani, pigmei, fino ai fueghini (abitanti della Terra del Fuoco).

Pensiamo anche alla fauna e alla flora del Madagascar, che pur essendo a pochissima distanza dall'Africa non aveva nulla in comune. Rimangono nell'immaginario collettivo, tramandato e cristallizzato, echi di antichi Lemuriani semi-rettiliani, dotati di un terzo occhio.

 

Mu, continente situato nell'oceano Pacifico tra il Sud America con l'isola di Pasqua come vertice e il Nord America, comprendeva tutte le isole della Polinesia, fino ad arrivare verso l'Indonesia e il Giappone. Qui abbiamo la testimonianza del ricercatore e colonnello dell'esercito britannico di stanza in India James Churchward. La sua fonte principale furono le “Naacal tablets”, custodite dai sacerdoti di un tempio Indiano in Tibet, i quali gli tradussero il significato. Questi sacerdoti sarebbero appartenuti a una setta i cui antenati provenivano da Mu, che sarebbe esistita prima della sua scomparsa dopo un cataclisma, circa 50.000 anni fa. Detentori di conoscenze ancora più antiche avrebbero colonizzato tutto il pianeta. A riscontro di questo la scoperta in Messico delle tavolette di “Niven”, dallo scopritore William Niven. Queste tavolette scritte in una lingua indecifrabile e comunque non assimilabile a quelle della zona, furono interpretate da Churchward, che le identificò come lo stesso linguaggio utilizzato dalle tavolette Naacal.

 

Civiltà sotterranee

Possiamo altresì contare su leggende e miti di civiltà sotterranee in ogni epoca e in ogni parte del mondo. Vecchi saggi, maghi, popoli sconfitti che si ritirano in un mondo ctonio ma di cui si narrano le gesta e l'improvvisa sparizione. Ad esempio, i Tuatha de Danann che dopo aver perduto il proprio dio nella battaglia degli alberi svaniscono sottoterra.

Si parla anche di popoli di livello tecnologico superiore che vivrebbero in Agartha e della ricerca della mitica Shangri-La, descritta come un meraviglioso mondo di pace e prosperità, una versione, forse, dell'età dell'oro dell'umanità.

Rimane Atlantide, di cui abbiamo scritto nell’articolo “Atlantide: verità e testimonianze”.

Al di là delle ricerche e delle notizie più o meno nascoste, tutti questi miti, o presunti tali, hanno una radice comune. Ognuno di loro si colloca in un'epoca pre-glaciale e rappresenta quasi un anello di congiunzione tra il mondo precedente e il successivo sopravvissuto a una immane catastrofe.

In tutte le saghe e i miti dell'antichità si parla degli antichi dei che venivano da terre che ora non ci sono più, che abitavano in fantastiche città con ogni tipo di servizio, che si muovevano nell'aria con carri celesti e che potevano agire sul tempo come volevano. Poi, al culmine della loro espansione, succede sempre qualcosa… causato da loro stessi? Dalla tecnologia che usavano? Dalle armi nucleari che hanno usato distruggendo anche loro stessi? Oppure potevano essere terrestri tornati sul loro vecchio pianeta per aiutarne la ricostruzione. Oppure umanoidi d'altri mondi alla ricerca di specifici materiali. Anche in questo caso abbiamo moltissimi bassorilievi, incisioni, statue e statuette raffiguranti esseri simili ad animali o con fattezze miste. L'unica cosa certa è che a scadenze quasi fisse tutto si azzera e ricomincia da capo. Del passato non rimangono che delle reminiscenze collettive, quasi un déjà vu a ricordarci che siamo qui da tempo immemore, che vivevamo molto più a lungo.



Se ti interessano questi temi, allora la serie cybernature Stargarden Universe fa per te! Vieni a conoscere Jo Jo Nishimura, la tua guida su Gaia, la Terra del futuro... salvata da misteriosi alieni chiamati Ancestrali. Il primo romanzo della serie si intitola "Dark Ghost": lo trovi su Amazon in eBook (anche Kindle Unlimited) e in edizione cartacea illustrata!


Jo Jo Nishimura, protagonista di "Dark Ghost"



Più queste ere si sono susseguite, più il tempo della vita si è accorciato, o così è scritto per esempio nel Vecchio Testamento. Forse è giunto il momento che qualcuno ci ricordi perché siamo qui! Perché se lo scopo della vita è semplicemente la prosecuzione della stessa sotto qualsivoglia forma, allora possiamo dire come Kirillov, ne “I demoni” di Dostoevskij, che l'uomo ha inventato dio per poter continuare a vivere.

 

 

Sorge dal mare,

sul ruscello che scorre:

indica la via.

 

Petali colorano

rami spogli nel tempo.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN