COVER

Cerca nel blog

Translate

Mi trovi anche qui!

Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 26 giugno 2023

Interagire con i sogni: pericoli e magie



La battaglia degli alberi

La Battaglia di Achren è conflitto tra Arawn, re di Annwm, e i fratelli Gwydion e Amathaon, figli di Dôn, capitribù dei Túatha Danann. Ognuno dei due eserciti aveva con sé il proprio Druido che non poteva essere sconfitto, un uomo per il re, e una donna chiamata Achren per l'esercito dei due figli del capotribù.

L'unico modo per vincere quello scontro decisivo era scoprire il nome del mago. Mentre la battaglia infuriava sul campo e nei mondi altri si combattevano i maghi, i Bardi, depositari della millenaria sapienza delle loro stirpi, si fronteggiavano a colpi “Englyn”. Il primo di loro che fosse riuscito a scoprire il nome del mago avversario avrebbe deciso le sorti dell'epico scontro.

E Gwydion, il Bardo supremo dei “Túatha Danann”, cantò:

 

Zoccolo saldo ha il mio destriero spinto dallo sperone;
le alte cime dell’ontano sono sul tuo scudo;
Bran è il tuo nome, dai rami splendenti.

Zoccolo saldo ha il mio destriero il giorno della battaglia;

e alte cime dell’ontano sono nella tua mano;
Bran tu sei, dal ramo che porti –
Amathaon il Buono ha prevalso.

 

Da “La Dea Bianca” di Robert Graves


La storia dello svelamento del nome di Bran (corvo/ontano) è ben noto. Nei tempi antichi una volta scoperto il nome segreto di un dio, i nemici del suo popolo potevano avvalersene per compiere magie a suo danno. Presso i Romani vi era un rito apposito, “il rito Elicio”, che serviva per scoprire il nome degli dei dei popoli avversari ed attirarli a Roma. A Tiro incatenavano le statue degli dei affinché nessuno potesse portarle via attraverso pratiche magiche.

 

Il sognare: rito antico, ma anche luogo di aspri scontri

Diceva “Don Juan”, che gli antichi stregoni erano diventati grandi esperti nel manipolare il punto di unione e noi sappiamo che agire sulla posizione del punto d'unione significa spostarsi lungo le infinite linee energetiche che ci circondano. Se ancora non l’hai fatto, ti consiglio di leggere l’articolo “Il potere della percezione”, in modo da capire di cosa stiamo parlando. Questa manipolazione è possibile grazie ai contatti con gli esseri inorganici che popolano i sogni.

Cercare di interagire con i propri sogni, quindi, non pare essere così innocuo. Infatti, lo stregone Yaqui di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti proseguì la spiegazione affermando che le voci di sottofondo, quando cerchi di indirizzare il tuo sogno, quelle che ti invitano a concentrarti su particolarità precise del sogno, appartengono a esseri inorganici. Secondo lo stregone la cosa migliore da fare è comportarsi come non esistessero, proseguendo con il proprio sogno.

Ma come accorgersi di queste interferenze se si sta dormendo? Se durante le nostre scorribande oniriche veniamo sviati verso un particolare e così usciamo dal nostro sogno per entrare in un altro; cambiando completamente l'atmosfera e ritrovandoci così in una dimensione sconosciuta, se non altro perché non creata da noi, allora vuol dire che abbiamo avuto un incontro con degli esseri inorganici. Non sono necessariamente nemici, a volte sono guide, ma Don Juan diceva di non fidarsi, in quanto sono esseri antitetici a noi: “Io amo la libertà, loro la schiavitù. Loro amano comprare, io non ho nulla da vendere”.

Per comprendere questa affermazione dobbiamo tornare sul concetto di concretezza e astrazione, le due correnti della stregoneria; abbiamo parlato di questo argomento nell’articolo “La magia dei sogni”.

Il nostro stregone era per l'astrazione, la magia come conoscenza, senza secondi fini a scapito altrui. Siccome la concretezza è “un quid pro quo”, anche avere una guida dagli esseri inorganici significava sottoporsi ad uno scambio, ma lui non aveva nulla da vendere.

Questo tipo di conoscenza, tramandata dagli antichi oralmente ai discepoli, fondava le sue radici nella notte dei tempi: diecimila anni e più, fino a quando questi antichi dominarono la Terra da settemila anni or sono fino a tremila anni fa, quando persero il loro dominio. Da allora stanno cercando di ristrutturare ciò che rimane dell'antica sapienza.

La presenza di conoscenze antiche e di entità che ancora tentano di salvare gli umani con una sapienza superiore è una delle fonti d’ispirazione alla base della serie fantascientifica Stargarden Universe. In questo progetto indipendente e tutto italiano si sviluppa il culto degli Ancestrali, entità aliene che grazie a una pioggia di starflower con proprietà di vario tipo hanno permesso alla Terra di rinascere come Gaia. Tuttavia… l’umanità non è molto brava a gestire certi doni.


Scopri cosa succede nel primo romanzo della serie, “Dark Ghost, disponibile in versione eBook (anche Kindle Unlimited) e in versione cartacea illustrata.

Per avere un’anteprima visuale del worldbuilding, dell’atmosfera e dei personaggi, non ti resta che seguire l’account Instagram di Stargarden Universe: https://www.instagram.com/stargardenuniverse_/


ADELA da Nuova Eden, personaggio di "Dark Ghost"



Tuttavia, al contrario di quanto affermato sopra a proposito delle conoscenze tramandate dagli antichi, lo stregone affermava di parlare per conoscenza diretta, infatti raccontò la storia del “Nagual Sebastian” uno stregone del suo stesso lignaggio.

 

La storia del Nagual Sebastian

Ricordò che Sebastian all'inizio del diciottesimo secolo faceva il sagrestano in una chiesa di Città del Messico. Lo stregone Yaqui affermava che finché nessuno sa delle loro attività, la mancanza di scelte ideologiche li rende lavoratori molto affidabili. Un giorno un vecchio Indio si presentò alla sua chiesa, gli sembrò molto malato e con voce fioca gli chiese aiuto. Sulle prime pensò che cercasse il parroco, ma l'Indio con molta fatica gli spiegò che cercava proprio lui. In modo schietto e diretto gli disse che sapeva che non solo era uno stregone, ma addirittura un Nagual.

Sebastian, allarmato che qualcuno potesse scoprirlo, invitò l'Indio a chiedergli scusa e ad andarsene. L'uomo gli rispose che non era venuto per scusarsi, ma perché aveva bisogno di un intervento specialistico che solo lui, in qualità di Nagual, poteva dargli. Aveva bisogno della sua energia per sopravvivere, gli disse che viveva da alcune migliaia di anni, ma che ora se non l'avesse aiutato sarebbe morto. Gli spiegò che i Nagual come lui, con la loro disciplina, incamerano energia e che lui l'avrebbe estratta dal centro energetico nell'ombelico. In cambio, in segno di riconoscenza, avrebbe dato a Sebastian e alla sua cerchia di Nagual un dono di potere.  

Allo stregone sagrestano non piaceva l'idea di essere manipolato dal vecchio Indio, ma questi non gli lasciò alternativa. Il vecchio non stava affatto esagerando, si trattava infatti di uno stregone dei tempi antichi, di quelli conosciuti come gli “Sfidanti della Morte”. Era riuscito a sopravvivere fino ai tempi nostri manipolando il punto d'unione, in modi noti solo alla loro ristretta cerchia. Col tempo, l'antico stregone divenne noto come “l'inquilino”, infatti, in tutti gli anni che ci separano da quell'evento, tutti coloro che parteciparono a quello scambio energetico lo portano dentro di sé.

Qualcuno gli domandò: «Come sai che diceva la verità?»

Don Juan scosse il capo, stupito se non proprio schifato. «Quando ti trovi in presenza dell'inconcepibile ignoto, là fuori,» disse, indicando tutto ciò che lo circondava «non perdi tempo con meschine bugie; quelle sono soltanto per chi non ha mai visto ciò che li attende nell'aldilà.»

«Che ci attende laggiù, don Juan?»

La sua risposta, una frase in apparenza innocua, spaventò più che se avesse descritto una cosa orripilante.

«Qualcosa di supremamente impersonale» dichiarò.

Da “Gli insegnamenti di Don Juan” di Carlos Castaneda.

 

Visto cosa potrebbe attenderci proseguendo il nostro percorso nella magia dei sogni, forse sarebbe il caso di prenderla con molta calma, e di trovare un maestro che ci guidi lungo gli ignoti sentieri del mondo altro.


E se incontrassimo una Kitsune?

Ogni comunità, dalle più grandi alle più piccole, vive nelle proprie credenze, ma sicuramente nel Giappone Shintoista e poi Shinto/Buddista, le divinità, dalla dea del sole Amaterasu progenitrice degli imperatori del Giappone, all'ultimo spiritello che sorveglia una pozza d'acqua sorgiva, la quantità di Kami è incalcolabile.

Tra questi è famosa la Kitsune, una volpe che può trasformarsi in essere umano, ma generalmente una donna, una bellissima donna.

Ovviamente, essendo il Giappone una società maschile, l'obiettivo principale della Kitsune era la seduzione dell'uomo, possibilmente ricco e di potere. La caratteristica di queste volpi era la coda, ogni cento anni ne cresceva una, e l'azzurro intenso degli occhi. Abbiamo leggende di Kitsune anche con nove code. A ogni nuova coda diventa più intelligente e più potente, i suoi poteri magici si accrescono fino a riuscire a passare dallo stato spirituale a quello umano senza mediazione.



Quale sarà questa mediazione? Il sogno, naturalmente. La Kitsune è in grado di possedere le persone indirizzandone i sogni ed entrando attraverso le unghie. Quando raggiunge le nove code è al massimo della sua potenza ed è riconoscibile dal pelo bianco oppure dorato. La Kitsune può essere amichevole o malvagia, fino a quando non si palesa non potrai mai saperlo. L'unica certezza è che ha un suo scopo e tu servi a raggiungerlo!

A volte si riesce a scoprirle, nella forma umana, perché l'acqua ne riflette la vera forma, oppure per la lunga e soffice coda che sbuca dal Kimono.

Questa è un'altra creatura che potremmo incontrare nei nostri sogni e, proseguendo nel nostro viaggio, troveremo un universo molto popolato.

Se ti piacciono anche il Giappone e gli yokai… sei nel posto giusto, perché il Magical Magazine ha già trattato anche questo argomento! Puoi iniziare il tuo viaggio spettrale giapponese con l’articolo “Demoni giapponesi: nomi delle 4 tipologie principali da conoscere”. Inoltre, se seguirai Stargarden Universe, troverai una Kitsune molto agguerrita nel secondo romanzo della serie: “Dark Blossom”.


Ma dove potranno mai portarci i sogni?

I sogni possono portarci ovunque, con o senza la nostra coscienza. Ma, per poter portare con noi la consapevolezza e il peso del nostro corpo, dobbiamo essere una cosa sola con il corpo energetico. 

La consapevolezza è uno sconfinato territorio inesplorato, sia per gli stregoni che per noi uomini in generale. Per gli stregoni che vedono davvero, la consapevolezza è energia, un elemento luminoso da seguire attaccandoci il proprio corpo energetico per seguire le linee infinite dell'universo. 

La via della stregoneria fondamentalmente è composta da tre principi. Il primo consiste nel liberare l'energia che c'è in noi, collegata con l'universo che ci circonda. Il secondo è utilizzare questa energia per sviluppare il corpo energetico per mezzo del sognare. Il terzo è usare la consapevolezza come elemento per entrare con il corpo energetico e la nostra massa fisica nel mondo altro. Questo può accadere in due modi. O trasportati dove capita dalla consapevolezza, con tutti i pericoli degli incontri che si possono fare. Oppure decidendo in piena coscienza usando la consapevolezza per decidere dove il nostro sogno ci deve portare. Anche qui con i rischi connessi; spezzare i limiti del mondo normale per entrare nei mondi altri e qui usarne l'energia per superare le lusinghe degli esseri inorganici che ci attendono. 

Forse un giorno basterà attraversare un buco nero per trovarsi chissà dove, magari dove tutto è iniziato. 



 

Sogni profondi,

due anime azzurre:

morbide code.

 

Ciò che guardi non senti,

vedere è sentire.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento