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lunedì 7 agosto 2023

Atlantide, Mu, Lemuria e altri continenti scomparsi


 

Quando si parla di continenti scomparsi pare che in ogni parte del mondo ci siano miti e leggende, o ritenuti tali dall'archeologia classica, che li ricordano come culla di civiltà e conoscenza antecedenti a cataclismi epocali che ne hanno decretato la scomparsa.

La data indicativa di questi continenti scomparsi si attesta attorno ai 12-15.000 anni fa. Su questa data si possono fare diverse ipotesi e la pista che segue la fine dell'ultima glaciazione potrebbe essere molto interessante.

Ad esempio, la costruzione di un complesso di città sotterranee in Anatolia (leggi l’articolo “I misteri di Derinkuyu) potrebbe essere associata alla sopravvivenza alla glaciazione. Esempi analoghi sono presenti in forma di sistemi di caverne dalle Ande Argentine alla California, dal Borneo alla Patagonia, dove troviamo anche le prime rappresentazioni pittoriche di mani, piedi e animali del luogo.

Le nostre splendide Dolomiti sono state in fondo al mare e più volte riemerse seguendo il ciclo delle glaciazioni e dei disgeli. Alla luce di ciò, possiamo ben immaginare quanto sia stato elevato il dislivello delle terre emerse e di quelle sommerse nei diversi periodi e, di conseguenza, l'adattamento delle popolazioni con migrazioni in altri luoghi.

In giro per il mondo abbiamo innumerevoli esempi di città sommerse; infatti, tra glaciazioni e disgeli, i tempi intercorrenti tra le varie fasi sono di millenni. Di conseguenza, non mancava certo la possibilità del crearsi e disfarsi di civiltà a noi oggi sconosciute. Nell'arco dei millenni che ci separano dalle loro vestigia, queste civiltà misteriose hanno comunque lasciato ampie tracce di sé, sia architettoniche, che rimembranze ancestrali nei popoli che si sono susseguiti. Alcuni dei popoli successivi si sono sviluppati con parte delle conoscenze legate alle civiltà precedenti, mentre altri sono ripartiti da zero.



Siti nascosti

In Giappone abbiamo Yonaguni, una struttura apparentemente monolitica a circa 30 metri profondità. Il sito presenta strade e scalinate, ma nei pressi ci sono anche altre imponenti strutture non ancora studiate in modo approfondito, come tutto ciò che può mettere in dubbio le datazioni convenzionali.

 

In Israele abbiamo il sito di Atlit Yam, situato a una profondità di circa 15 metri. Queste rovine si estendono su di un'area di almeno 40.000 metri quadri. La datazione è approssimativamente di 8500 anni fa.

 

In Bosnia abbiamo le piramidi a Visoko, un complesso di tre piramidi e due templi datato tra 10.000 e 22.000 anni fa. Ricoperte di terra, fino a qualche decennio fa le piramidi non erano state notate, se non dalla gente del posto per via dei miti e delle leggende che le riguardavano.

 

Archetipi comuni

Com'è possibile avere miti archetipi comuni in ogni parte del mondo? Ognuno di essi è adattato alle realtà locali, ma con le stesse caratteristiche fondamentali. Le capacità costruttive, gli stili, le raffigurazioni (con minime differenze), troviamo anche la medesima simbologia. Una risposta è rappresentata con ere glaciali seguite da ere intermedie, disgeli, ere intermedie e nuove glaciazioni; la diminuzione del livello dei mari ha così consentito la formazione di ponti naturali che collegavano le terre emerse. Una seconda soluzione è la presenza di continenti intermedi.

Lemuria è un possibile continente misterioso situato nell'Oceano Indiano; si sarebbe esteso dalla punta dell'India al Madagascar, fino all'Australia e alla Nuova Zelanda. A supporto di questa teoria ci sono i tratti tipici degli abitanti prima della colonizzazione. Infatti, la tipologia umana degli abitanti era molto simile: neri, australoidi, boscimani, pigmei, fino ai fueghini (abitanti della Terra del Fuoco).

Pensiamo anche alla fauna e alla flora del Madagascar, che pur essendo a pochissima distanza dall'Africa non aveva nulla in comune. Rimangono nell'immaginario collettivo, tramandato e cristallizzato, echi di antichi Lemuriani semi-rettiliani, dotati di un terzo occhio.

 

Mu, continente situato nell'oceano Pacifico tra il Sud America con l'isola di Pasqua come vertice e il Nord America, comprendeva tutte le isole della Polinesia, fino ad arrivare verso l'Indonesia e il Giappone. Qui abbiamo la testimonianza del ricercatore e colonnello dell'esercito britannico di stanza in India James Churchward. La sua fonte principale furono le “Naacal tablets”, custodite dai sacerdoti di un tempio Indiano in Tibet, i quali gli tradussero il significato. Questi sacerdoti sarebbero appartenuti a una setta i cui antenati provenivano da Mu, che sarebbe esistita prima della sua scomparsa dopo un cataclisma, circa 50.000 anni fa. Detentori di conoscenze ancora più antiche avrebbero colonizzato tutto il pianeta. A riscontro di questo la scoperta in Messico delle tavolette di “Niven”, dallo scopritore William Niven. Queste tavolette scritte in una lingua indecifrabile e comunque non assimilabile a quelle della zona, furono interpretate da Churchward, che le identificò come lo stesso linguaggio utilizzato dalle tavolette Naacal.

 

Civiltà sotterranee

Possiamo altresì contare su leggende e miti di civiltà sotterranee in ogni epoca e in ogni parte del mondo. Vecchi saggi, maghi, popoli sconfitti che si ritirano in un mondo ctonio ma di cui si narrano le gesta e l'improvvisa sparizione. Ad esempio, i Tuatha de Danann che dopo aver perduto il proprio dio nella battaglia degli alberi svaniscono sottoterra.

Si parla anche di popoli di livello tecnologico superiore che vivrebbero in Agartha e della ricerca della mitica Shangri-La, descritta come un meraviglioso mondo di pace e prosperità, una versione, forse, dell'età dell'oro dell'umanità.

Rimane Atlantide, di cui abbiamo scritto nell’articolo “Atlantide: verità e testimonianze”.

Al di là delle ricerche e delle notizie più o meno nascoste, tutti questi miti, o presunti tali, hanno una radice comune. Ognuno di loro si colloca in un'epoca pre-glaciale e rappresenta quasi un anello di congiunzione tra il mondo precedente e il successivo sopravvissuto a una immane catastrofe.

In tutte le saghe e i miti dell'antichità si parla degli antichi dei che venivano da terre che ora non ci sono più, che abitavano in fantastiche città con ogni tipo di servizio, che si muovevano nell'aria con carri celesti e che potevano agire sul tempo come volevano. Poi, al culmine della loro espansione, succede sempre qualcosa… causato da loro stessi? Dalla tecnologia che usavano? Dalle armi nucleari che hanno usato distruggendo anche loro stessi? Oppure potevano essere terrestri tornati sul loro vecchio pianeta per aiutarne la ricostruzione. Oppure umanoidi d'altri mondi alla ricerca di specifici materiali. Anche in questo caso abbiamo moltissimi bassorilievi, incisioni, statue e statuette raffiguranti esseri simili ad animali o con fattezze miste. L'unica cosa certa è che a scadenze quasi fisse tutto si azzera e ricomincia da capo. Del passato non rimangono che delle reminiscenze collettive, quasi un déjà vu a ricordarci che siamo qui da tempo immemore, che vivevamo molto più a lungo.



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Jo Jo Nishimura, protagonista di "Dark Ghost"



Più queste ere si sono susseguite, più il tempo della vita si è accorciato, o così è scritto per esempio nel Vecchio Testamento. Forse è giunto il momento che qualcuno ci ricordi perché siamo qui! Perché se lo scopo della vita è semplicemente la prosecuzione della stessa sotto qualsivoglia forma, allora possiamo dire come Kirillov, ne “I demoni” di Dostoevskij, che l'uomo ha inventato dio per poter continuare a vivere.

 

 

Sorge dal mare,

sul ruscello che scorre:

indica la via.

 

Petali colorano

rami spogli nel tempo.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

 

 

 

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