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venerdì 1 settembre 2023

5 curiosità sulla storia dei tarocchi

 

 

Benvenuto/a nel mondo dei tarocchi, uno dei più intriganti sistemi di divinazione che esistano al mondo 

 

L’universo delle carte divinatorie ti appassiona? Allora sei nel posto giusto! In questo articolo, ti svelerò 5 notizie che (forse) non conoscevi.

Ma prima di entrare nel dettaglio, diamo un'occhiata alle domande alle quali risponderemo. Perché i tarocchi si chiamano così? Da dove provengono? Perché non si possono comprare? Cosa rivelano i tarocchi? E come si possono utilizzare per costruire storie?

Bene, ora siamo pronti a rivelare tutti i segreti e a scoprire insieme il fascino di questi strumenti. Ecco 5 curiosità sulla storia dei tarocchi che ti lasceranno a bocca aperta!

 

1. Perché i tarocchi si chiamano così? 

 

L’etimo della parola è incerto, nel corso dei secoli sono state elaborate varie teorie. Vediamo, di seguito, le più famose.

·      Secondo alcuni trae origine dal tipo di decorazione in rilievo delle carte, dal latino volgare “taràre, variante del verbo classico “térĕre” (cospargere di punteggiature).

·      Può essere legato al fiume Taro, affluente del Po.

·      Secondo un’ipotesi molto affascinante, deriva dall'egiziano “Ta-Rosh (“via regale”) oppure taru (consultare).

·      In ambito esoterico, si ritiene che sia un tetragramma cabalistico (ovvero il nome a quattro lettere di Dio), come “tora”, “rota” o altre varianti.

 

2. Che origine hanno i tarocchi? 

 

La storia dell'origine dei tarocchi è avvolta nel mistero e le ipotesi a riguardo sono variegate. La teoria più accreditata suggerisce che siano stati creati nel XV secolo in Italia, come una versione modificata delle comuni carte da gioco, ma probabilmente hanno origini molto più antiche. A riprova di questo fatto, possiamo osservare parecchi punti di contatto tra le immagini dei tarocchi e i geroglifici egizi.

Parlando degli oggetti fisici giunti a noi, un primo antenato dei tarocchi è rappresentato dalle “carte de trionfi” (il nome “trionfi” è rimasto a indicare gli arcani maggiori dei tarocchi) menzionate in una lettera del 1449, scritta dal capitano Jacopo Antonio Marcello alla duchessa Isabella di Lorena. La missiva accompagnava un mazzo di carte, che purtroppo è andato perso.

Nella lettera era inclusa una copia del trattato in latino di Marziano da Tortona, segretario del duca di Milano Filippo Maria Visconti. L’autore descrive solo ventiquattro carte del mazzo, di cui sedici illustrate con immagini di divinità greche e quattro con i Re; erano accompagnate da un mazzo di carte tradizionali, i cui semi erano rappresentati da uccelli. Siamo ancora lontani dai tarocchi come siamo abituati a vederli ora, ma questo esempio rappresenta una prima evoluzione delle carte dell’epoca.

Ma qual è il primo mazzo giunto fino a noi? Si tratta dei “Tarocchi Visconti di Modrone, realizzati in Lombardia per la famiglia Visconti e attribuiti al pittore di corte Bonifacio Bembo. Il gruppo di carte, composto da 66 pezzi, è dipinto a mano e ricoperto da una lamina d'oro finemente lavorata a bulino. Sulle carte sono impressi numerosi riferimenti alla famiglia Visconti, come la corona con i rami di palma e alloro e i motti “A bon droyt” (che significa “a buon diritto”) e “Phote mante” (cioè “bisogna mantenere”).

 



 

3. Perché i Tarocchi non si comprano? 

 

Si tratta di un’antica tradizione, legata al sistema di credenze che ruota intorno alle carte divinatorie. Secondo questa visione, i mazzi dovrebbero essere donati o tramandati di generazione in generazione, anziché acquistati.

L'idea di regalare i tarocchi simboleggia la trasmissione del potere magico da un individuo all'altro, e il fatto che non dovrebbero essere comperati sottolinea l'importanza di ottenere gli strumenti mistici attraverso mezzi spirituali e non commerciali. Tuttavia, è importante notare che questa è solo un’usanza del passato e che molte persone, attualmente, acquistano le carte per uso personale senza problemi (certamente Amazon mi sta ascoltando e sa benissimo che cosa ho nel carrello…).

 

4. Come costruire storie con i tarocchi? 

 

L'utilizzo di strumenti divinatori come i tarocchi, le sibille Lenormand, le rune e le oracle cards può rappresentare un efficace metodo per superare i blocchi creativi e stimolare la fantasia.

Spesso, infatti, quando siamo davanti alla “paura della pagina bianca”, siamo limitati dalla razionalità e dalla logica che ci impediscono di esprimere le nostre idee al meglio. Gli oggetti esoterici, invece, ci aiutano a concentrarci su elementi simbolici e archetipici, aprendo la mente a nuove prospettive e liberando l'immaginazione. In questo modo, possiamo trovare una fonte d’ispirazione alternativa e arricchire la nostra inventiva.

Ci sono diversi modi per utilizzare i tarocchi per costruire storie. Uno di questi è quello di fingere di essere un personaggio del tuo romanzo, pescare una carta e osservare la figura che ti è stata assegnata. In questo modo, puoi individuare i significati correlati e considerare se l’immagine prescelta potrebbe rappresentare una svolta nel cammino del tuo personaggio.

Inoltre, se ti trovi bloccato/a in un punto cruciale della trama, potresti porre domande specifiche ai tarocchi per ricevere suggerimenti e superare l'ostacolo.

Un altro modo per utilizzare i tarocchi per creare storie è quello di disporre le carte in griglie di interpretazione che rappresentano il passato, il presente e il futuro dei tuoi personaggi.

Nel mio libro “Come trovare il tempo per scrivere”, ho proposto 25 modi per superare il blocco dello scrittore, e l'uso dei tarocchi è proprio uno di questi! Se ti interessa scoprire altri segreti della creatività letteraria, ti suggerisco di dare un’occhiata al mio manuale, che è disponibile su Amazon in versione eBook e cartacea corredata da esclusivo diario di scrittura (da acquistare separatamente).


 

5. Cosa rivelano i tarocchi? 

 

I tarocchi sono un sistema di linguaggio divinatorio che utilizza immagini archetipiche per trasmettere significati allegorici. Ogni carta ha una rappresentazione simbolica che può essere interpretata in base al contesto. La lettura si basa sull'idea che gli archetipi riprodotti siano universali e quindi possano essere compresi da chiunque, indipendentemente dalla lingua o dalla cultura di appartenenza.

Contrariamente alla credenza popolare, i tarocchi non sono utilizzati per prevedere il futuro in modo preciso e definitivo, ma piuttosto per aiutare a comprendere meglio il passato, interpretare il presente ed esplorare le varie strade che si possono aprire davanti a noi nel nostro domani. Sono uno strumento per conoscere se stessi, sondare la propria interiorità e sviluppare la consapevolezza di sé.

 

Articolo scritto in collaborazione con

Ivana Vele Poletti

https://www.ivanapoletti.com/

 

 

 

 

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