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lunedì 24 luglio 2023

Spirito e corpo sono due parti inscindibili?

 


 

Spirito e corpo sono due parti inscindibili, oppure due parti che possono essere separate?

Una parte è prettamente spirituale, fatta di pensieri, emozioni passate, esperienze vissute, tutto quello che consideriamo il nostro essere nel tempo. Un'altra parte è fisica e ci limita, ci contiene, con il tempo si sfalda e muore.

 

Le due vie dell'evoluzione: la diade e l'uno

Nonostante i limiti palesi, cerchiamo da sempre di modificare la nostra parte fisica, tentando di potenziarla in maniera da supportare ciò che sogniamo di poter fare, per più tempo e meglio di quanto potremmo se non cercassimo di migliorare le nostre capacità fisiche.

La stessa cosa avviene da sempre per quanto riguarda le capacità spirituali, con l'annullamento del corpo fisico in funzione dell'espansione della mente. Pensiamo agli antichi e tutt'ora presenti eremiti indiani, ma anche ai monaci di tutte le religioni o filosofie teiste. Nel contempo abbiamo assistito, e continuiamo tutt'ora ad assistere in misura forse minore, a pratiche di fusione tra corpo e spirito in modo di farli crescere insieme, come contenitori uno dell'altro. Un esempio sono le pratiche meditative accompagnate dalle arti marziali.

Il molteplice della Diade con le sue infinite possibilità, limitate dall'Uno a cui tutto alla fine si adegua. Quindi, la realtà diviene un misto bipolare di ciò che si potrebbe fare limitato da quello che è possibile fare. Il sogno, il mondo energetico in cui siamo inseriti ma con cui non possiamo interagire senza un'adeguata preparazione, ci mostra che corpo e spirito sono un'unica entità. A questo proposito, leggi l’articolo “Il potere della percezione”, che introduce la via dello stregone e apre questa serie di articoli.

Possiamo leggere diverse interpretazioni di questa questione in molti racconti distopici; vediamo per esempio come un trans-umanesimo verticistico si contrappone a un naturalismo collettivistico. A un iper-controllo tecnologico all'interno del trans-umanesimo si contrappongono tecnologie sempre più invadenti di potenziamento fisico-mentale per sfuggirvi. Se la parte Cyborg diventa preponderante, quale sarà il limite, se ce ne può essere uno?

In contrapposizione, un'altra parte della società cerca di evolversi attraverso lo sfruttamento delle capacità sensoriali proprie, attraverso la convivenza con un naturalismo collettivo, ma anche qui l'uso della genetica e della nanotecnologia resta un tratto comune.


Scopri il cybernature!



Se questa situazione ti affascina, allora ti piacerà la serie cybernature di Stargarden Universe! L’ambientazione si sviluppa fra la megalopoli iper urbanizzata Urbe Ancestralis e Nuova Eden… passando per il pericoloso Deserto delle Dune di Vetro.  Il primo romanzo ha come protagonista Jo Jo Nishimura, un bio-hacker che ha potenziato il proprio corpo con body mod eccezionali (per esempio, ha dei tatuaggi molto, molto speciali su tutto il corpo!). In contrapposizione a Jo Jo c’è Adela, cittadina di Nuova Eden, luogo in cui il governo propugna ideali di fratellanza e armonia con la natura.



Gli argomenti trattati in questa serie di articoli sono la base su cui è stata impostata tutta la serie di Stargarden Universe! Inizia l’avventura con “Dark Ghost, ordinalo su Amazon in eBook (anche Kindle Unlimited) e in edizione cartacea illustrata!

Corpo + emozioni

Eppure, già da molto tempo sappiamo che corpo ed emozioni, sensibilità, tutto quello che concerne ogni tipo di rapporto sensore/sensazione, non risiede solo nel cervello ma, anzi, ha molteplici sedi in tutto il corpo e specialmente a livello intestinale. Neurotrasmettitori e recettori degli stessi, che divengono vere e proprie sedi di trasmissione di emozioni, hanno un’importanza cruciale. A questo proposito è consigliata la lettura di “Molecole di emozioni” di Candace Pert, di cui parliamo anche nell’articolo per il portale Stargarden Universe “Vibrazioni energetiche fra persone: esistono davvero?”.



 

Uomini o possibili divinità autocostruite

 

“Astro possente, che sarebbe la tua felicità, se non avessi coloro ai quali tu risplendi!” questo è l'inizio di: “Così parlò Zarathustra”.

E dopo essersi meravigliato del fatto che nessuno ancora sapeva che dio era morto, si avviò verso la città per annunciare la novella.

Il trans-umanesimo ci porta concettualmente in questa fase di transizione in cui dio, inteso come soggetto che detta le regole, ha cessato di esistere. Quindi, tutto è diade, il mondo, la sua possibilità di percezione e di costruzione, diviene esclusivamente relativistico. Tutto ciò che è possibile fare verrà fatto.

E perciò l'uomo, o l'umano, prende il seggio di dio, o della natura, nel dettare le regole. E qual è il primo fardello che porta con sé? Ma il corpo fisico naturalmente! Ecco, dunque, che ogni possibilità tecnologicamente possibile di eliminarne i malfunzionamenti, diviene auspicabile. Ogni tipo di ricerca diviene automaticamente lecita; in fondo, le regole concordate in una società relativistica non sono altro che contratti da raggiungere e poi superare. La ricerca e l'applicazione della cosiddetta “Gain of Function” in ogni campo, porterà la parte biologica ad essere potenziata e sostituita, oppure integrata con tutto ciò che potenzialmente sarà possibile. Il miraggio dell'eternità diverrà sempre più un obiettivo raggiungibile, ma auspicabile? Una volta raggiunta la perfezione, cosa rimarrà da fare?

Resta invece il problema della parte cosiddetta spirituale, emozionale; potremmo chiamarla il nostro io conscio, ora, di tutte le scelte fatte, e inconscio di quelle che comunque non abbiamo ancora fatto e che conosceremo solo in quel preciso istante. Si tratta di tutto il vissuto emozionale passato e quello che ci si attende dal futuro, in definitiva, ciò che siamo.

Probabilmente sarà possibile trasferire queste esperienze in un cervello sintetico, come si fa oggi tra computer. Magari un corpo completamente sintetico in cui vengono inseriti i dati del sé raggiunti al momento. Fino a quando il cervello si evolverà da sé. Ci attende un mondo di macchine? Sarà ancora possibile chiamarla “Umanità?” Il concetto di umanità si basa essenzialmente sul costrutto immaginario che siamo tutti uguali, situazione che non ha nessun riscontro in natura. Infatti, qualsiasi diritto a cui ci appelliamo dalla nascita ci è concesso, qualsiasi sia l'istituzione che ce lo concede. In passato abbiamo creato degli dei che ce li concedevano, quali che siano, con le loro regole. Per dirla con “Harari” nuovo ideologo del WEF, abbiamo creato: un ordine immaginario costituito.

Ma con quale scopo, qual è il fine di questa marcia a tappe forzate verso l'ignoto, cavalcando la tecnica? Semplicemente passare al soddisfacimento di una qualsiasi pulsione supportata dalla possibilità tecnica? “Se dio è morto”, l'unico scopo della vita è la prosecuzione di se stessa. Ma considerata dal punto di vista dell'umanità, sarà ancora qualcosa di umano?

Riscoperta del sapere antico

Abbiamo visto come gli antichi stregoni avevano la consapevolezza di conoscenze ben più antiche del mondo in cui vivevano. Ma che dire dei Sumeri, popolo apparso pressoché dal nulla in Mesopotamia circa 6000 anni prima di Cristo, ma già a conoscenza di matematica, astronomia, agricoltura, medicina, architettura, musica. Praticamente una civiltà già fatta!

Nel 1989 la NASA annunciava che il Voyager 2 stava mandando foto del pianeta Nettuno, scoperto nel 1846 da Le Verrier. Nel 1781 fu scoperto Urano da William Herschel, ma questi due pianeti erano già stati descritti in tavolette d'argilla incise. Ed era anche stato descritto il loro colore visto dallo spazio, un verde-azzurro ricco di acqua. Come è possibile che due pianeti così lontani dal sole potessero essere ricchi d'acqua in superficie, e come potevano saperlo nel 5000 a.C.?




Sicuramente non potremo essere noi a rispondere a questa domanda, ma il fatto è che non solo i due pianeti erano noti, ma li chiamavano “il pianeta doppio”, date le loro caratteristiche simili.

Le altissime temperature generate da un nucleo di roccia fusa fanno sì che le superfici dei due pianeti siano ricoperte di acqua bollente (così ipotizzato dal JPL, jet propulsion laboratory della NASA). Ricordiamo che ai tempi dei Sumeri già esistevano mappe del nostro sistema solare con il sole al centro e i pianeti nelle giuste orbite; la riscoperta di Copernico attorno al 1515 presenta alcuni pianeti in meno rispetto ai Sumeri.

Il nostro futuro è sicuramente scritto nel nostro passato, ben al di là di quello che ci dice l'archeologia ufficiale, gelosa del proprio ruolo egemone. In definitiva, quale sarebbe lo scopo finale di questo viaggio non ci è dato sapere. Forse il viaggio stesso? Un infinito cerchio dove ogni punto è un inizio ma anche la fine. Le ere si susseguono e per i veggenti indiani viviamo nel “Kali Yuga”, l'ultima delle quattro ere, prima che tutto ricominci. Un'era di disperazione e oscurità, di egoismo e sopraffazione, di dogmatismo materialistico. Per approfondire, leggi anche l'articolo "Multiverso, rappresentazione e stregoneria".

Cosa ci può salvare se non la via dello stregone?

 

 

Nero tramonto,

volano demoni dei:

nuova aurora.

 

Cieli puliti sopra,

specchi del mondo dentro.

 

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

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