COVER

Cerca nel blog

Translate

Mi trovi anche qui!

Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 3 luglio 2023

L'universo è una foresta oscura?

 


 

Il telescopio James Webb della NASA, mandato in orbita nel 2021, ha effettuato una scoperta a dir poco eccezionale: ha individuato 5/6 enormi nuove galassie; fin qui nulla di eclatante se non che non dovrebbero esistere. Infatti, secondo la cosmologia ufficiale, questa scoperta contraddice le teorie che oggi sono comunemente accettate sulla nascita dell'universo e di conseguenza sulla sua età. Per capire perché le galassie appena scoperte, secondo le attuali teorie, non dovrebbero esistere, dobbiamo partire dall'età dell'universo.


Questione di età

L'età dell'universo viene calcolata analizzando la radiazione cosmica di fondo, che altro non è che la radiazione elettromagnetica che è rimasta nello spazio dopo il Big Bang. Dai calcoli e dai confronti tra le varie università che si occupano di cosmologia si è giunti a una età condivisa di 13,8 miliardi di anni.

La scoperta di queste nuove galassie ha rimesso in discussione non tanto la teoria di base del Big Bang, quanto l'età dell'universo. Queste galassie hanno un'età che va dai 500 ai 700 milioni di anni dopo il Big Bang da noi considerato ma, vista la loro massa e le loro dimensioni (molto più grandi rispetto alla Via Lattea, la nostra galassia) risalgono a molto tempo prima. Considerando che nella nostra galassia si formano una o due stelle all'anno, e che in quelle scoperte ora ce ne sono centinaia di miliardi e considerando che l'universo è ancora in espansione, possiamo solo concludere che la vita nel cosmo è molto più antica di quello che si ipotizzava.

Una teoria alternativa è che si tratti di buchi neri grandi quanto una galassia, niente di mai ipotizzato fino ad ora. Oggi sappiamo che c'è un buco nero al centro di ogni galassia. Non ne conosciamo le funzioni e quindi le possibilità di utilizzo, per esempio un tunnel spaziale per accorciare l'universo. Sappiamo però delle sue capacità distruttive: tutto quello che si trova in un determinato raggio viene risucchiato e non ne esce nulla. Vista la lontananza non dovremmo avere problemi!

 



Hai paura del buio?

Perché dovremmo avere paura della teoria della foresta oscura? Là fuori ci sono centinaia di galassie conosciute, con miliardi di stelle e ancora più pianeti, fra i quali milioni con possibilità di vita a base carbonio come la nostra. Poi ci sono tutti i pianeti che potrebbero avere una base vitale diversa dalla nostra, il silicio ad esempio o altro, non possiamo certamente escluderlo. Ora, la scoperta di queste vecchie galassie aumenta ancora di più la possibilità che ci siano forme di vita avanzata nell'universo.


Cosa dice la teoria della foresta oscura?

La sopravvivenza è il bisogno primario di una civiltà, di conseguenza abbiamo una società che si espande e cresce costantemente; di contro, la materia totale dell'universo rimane costante. Quindi, prima o poi, con i nostri ritmi di crescita avremo un problema di risorse sul nostro pianeta. Perciò il passo successivo sarà cercare i beni potenziali che ci servono in altri pianeti nello spazio.

Il punto è il fatto che sicuramente non siamo soli, quindi diverremmo un potenziale concorrente nella ricerca e nell’utilizzo delle risorse non sfruttate dell'universo. I nostri concorrenti come la prenderanno? Saranno disposti a condividere con noi i materiali che ci servono o addirittura a permettere la colonizzazione di altri pianeti pacificamente? E come faranno a sapere che noi siamo una civiltà benigna, ammesso che lo saremmo. E noi come potremmo saperlo di loro? In buona sostanza nessuno dei due, viste le distanze (non solo in termini di spazio), potrebbe mai sapere cosa pensi realmente della situazione il suo antagonista… e quindi?

Un cacciatore che per sopravvivere si inoltra in una foresta completamente sconosciuta, con pochissimi riferimenti, ma con la necessità di procacciarsi la vita, cosa deve fare? Segnalare la propria presenza cercando altri come lui senza poter sapere le loro intenzioni? Oppure rimanere nascosto, cercando nel frattempo tracce di altri possibili concorrenti all'interno della foresta? E se incontrasse altri cacciatori, visto che si tratta di vita o di morte, cosa dovrebbe fare?

Pensiamo solamente al livello tecnologico raggiunto da una civiltà in grado di viaggiare nello spazio fino al nostro pianeta, del quale conosce la posizione grazie ai nostri tentativi di comunicazione: possiamo saperne le intenzioni reali? Se il cacciatore spinto dalla necessità, armato di arco e frecce, ne incontrasse un altro nella foresta, probabilmente dotato di armi sconosciute, cosa dovrebbe fare? Certo noi non rappresentiamo un pericolo, visto il nostro attuale livello tecnico, potremmo dire. Allora perché venire da noi, quale motivo potrebbero avere?

Però, se guardiamo alla nostra storia, possiamo constatare che per arrivare al primo volo ci abbiamo messo parecchie migliaia d'anni. (17 dicembre 1903 fratelli Wright) mentre per arrivare dal primo volo sulla Luna (20 luglio 1969 Armstrong e Aldrin) sono passati solamente sessantasei anni! Di questo passo non ci metteremo molto ad arrivare alla tecnologia necessaria per lo spazio profondo, mille anni sono un soffio nella vita dell'universo.




 

La foresta oscura esaminata dalla fantascienza

A questo punto diventa chiaro che mandare messaggi nell'universo, la foresta oscura, non sia proprio una buona idea. Quanti altri cacciatori come noi ci saranno in agguato, in attesa di sapere dove si nascondano potenziali concorrenti alla ricerca di risorse vitali?

Una pietra miliare, dal punto di vista strettamente psicologico, è la trilogia “Il problema dei tre corpi” dell'autore cinese Cixin Liu. Approfondisci la fantascienza cinese in questo articolo per Stargarden Universe.

In questa trilogia la suddivisione della società, essenzialmente in tre gruppi, una volta a conoscenza del messaggio extraterrestre è molto verosimile e si adatta perfettamente alla teoria della foresta oscura.

I fatti che non vengono considerati, e che renderebbero poco probabile uno scenario del genere, sono quelli legati alla storia antica di questo pianeta, ma che la lega a quella recentissima.

 

Quando la fantascienza è realtà

È una notizia recente riferita da The Debrief che David Grusch, ex rappresentante dell'Ufficio nazionale di ricognizione degli Stati Uniti presso la task force sui fenomeni anomali non identificati (UAP) del governo, ha presentato una denuncia sostenendo che le rivelazioni sul recupero di oggetti non umani sono state illegalmente nascoste al Congresso.

Grusch ha dunque fornito al Congresso e all'ispettore generale del servizio di intelligence prove documentali sulla ricerca e il ritrovamento di navi spaziali aliene, sia intatte che parzialmente danneggiate. La commissione preposta del congresso degli Stati Uniti ha accolto la denuncia, nonostante l'opposizione del Pentagono, ritenendola attendibile.

Ovviamente, Grusch intervistato non può fornire prove documentali al pubblico, avendole affidate al Congresso, ma altri funzionari sia attivi che in pensione che hanno partecipato al programma “UAP” confermano le rivelazioni di Grusch. A questo funzionario di alto livello, pur avendone le credenziali, è stato impedito di visionare questo programma evidentemente super-segreto.

Di rivelazioni come queste, negli ultimi periodi, ne abbiamo avute parecchie, come se volessero, dopo anni in cui venivano sistematicamente negate, metterci al corrente della situazione.

O prepararci al primo contatto di massa?

Dalle cronache più antiche riportate nelle tavolette sumero-accadiche a quelle raccontate nella Bibbia, dai Deva indiani agli Anunnaki, fino ad arrivare agli scritti Plinio il Vecchio e ai dipinti rinascimentali, sappiamo che non siamo soli, anzi! Parleremo di questi argomenti in articoli futuri di questa serie.

Quindi, perché avere paura della foresta oscura se siamo già stati colonizzati? Oggi terminiamo con il maestro Yasunari Kawabata:

 

Non posso sentirmi già morto solo perché non mi sono mai accorto che la mia vita fosse cominciata. Tutto quello che mi rimane è fare ritorno, in solitudine, all'antica terra. Da questo momento, come si conviene a un morto, non scriverò più una sola riga su nulla che non sia la triste bellezza del Giappone. (In questo caso possiamo sostituire Giappone con Terra).

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento