Piccolo dizionario delle principali divinità norrene
Prima di iniziare il nostro
viaggio nel pantheon vichingo, dobbiamo chiarire un punto fondamentale: gli
antichi Dei norreni erano classificati in due stirpi diverse, a seconda dell’appartenenza. Esistevano, infatti, due
popoli divini:
1. I Vani, più antichi, legati al
culto contadino. Divinità della fertilità e della natura, erano gli unici
detentori del seiðr, l’antica magia sciamanica
(per saperne di più sull’argomento, ti consiglio l’articolo “Lo sciamanesimo femminile nella mitologia
norrena”).
2. Gli Asi,
più recenti, legati al culto delle popolazioni indoeuropee. Erano divinità
guerriere.
Asi e Vani
Nella dimensione del mito, i due
ordini divini erano una trasposizione di due reali civiltà diverse
che si trovarono a convivere nello stesso territorio:
· i Vani
erano, infatti, le divinità delle popolazioni contadine, insediate in
Scandinavia probabilmente dal 3000 a.C.
· gli Asi facevano parte del culto delle popolazioni indoeuropee,
che giunsero in Scandinavia da sud e da est fin dal 2000 a. C.
Le due fazioni si scontrarono e
alla fine prevalse la civiltà che adorava gli Asi.
Però, come spesso avviene nelle religioni politeiste, gli Dei delle due culture
si amalgamarono tra loro e formarono un unico pantheon. Ma come si chiamavano
quegli Dei, e quali erano le loro caratteristiche principali? Scopriamolo
subito!
I nomi delle divinità nordiche
Gullveig
Il suo nome significa “potenza
d’oro”: la prima parte (“Gull-”) vuol dire “oro”
e la seconda (“-veig”) “bevanda inebriante”, “forza”,
“donna”. È un nome che racchiude le principali caratteristiche della stirpe
Vani: la fertilità (di cui l’oro era simbolo) e la potenza inebriante della
magia femminile.
Si trattava di una donna
bellissima, forte, esperta di magia. La sua presenza frastornò gli Asi, perché tutti se ne innamorarono e finirono per
scontrarsi tra loro in preda alla gelosia. Perciò gli Dei decisero di bruciarla
nel salone di Odino. Tre volte fu arsa viva, ma tre volte rinacque.
Fu il motore della grande faida
della mitologia norrena: la guerra tra Asi e Vani. I
Vani, infatti, decisero di vendicare la condanna a morte di Gullveig
attaccando gli Asi.
Le battaglie tra le due stirpi
durarono anni e anni, ma finirono in parità. Così, alla fine, si giunse a una
tregua. Ci fu uno scambio di ostaggi e i Vani inviarono presso gli Asi le loro personalità più importanti: Njörðr,
Freyr e Freya.
“Gullveig viene sollevata con lance e messa sul fuoco”, illustrazione di Lorenz Frølich.
Njörðr
Dio della fecondità, del mare
e del vento. Padre di Freyr e Freya, concepiti
con la sorella (l’incesto era una pratica comune tra i Vani, ma non accettata
tra gli Asi).
Dopo il suo ingresso ad Ásgarðr, fu combinato il matrimonio
tra Njörðr e la gigantessa
Skaði. I due, però, non riuscivano ad
accordarsi sul luogo dove risiedere, perché la moglie voleva vivere tra le
montagne e il marito al mare. Decisero quindi di passare nove notti tra i monti
e nove in riva al mare, ma nessuno dei due riusciva a adattarsi ai rumori di
quei luoghi: Njörðr detestava il latrato dei
lupi, mentre Skaði odiava lo stridio dei
gabbiani. Alla fine la gigantessa non ne poté più e decise di abbandonare il
marito per tornare definitivamente tra le montagne.
Il desiderio del mare di Njörðr. Illustrazione di W.G. Collingwood (1908). |
Freyr
Il suo nome significava “Signore”
ed era anche detto “Dio dell’abbondanza”. Divinità della pioggia, del
Sole, dei fiori e dei frutti.
I suoi animali sacri erano il
cavallo e il cinghiale, simboli di fecondità. La sua fida cavalcatura era lo
splendente cinghiale d'oro Gullinbursti (per
saperne di più, ti consiglio l’articolo “10 Animali mitologici norreni da
scoprire”), mentre la sua dimora era la terra degli elfi Álfheimr, che
gli fu regalata quando da piccolo gli spuntò il primo dentino.
Freyr fu
protagonista di una travolgente storia d’amore con la bellissima gigantessa Gerdhr, dal
cuore di ghiaccio. Il Dio se ne innamorò a prima vista, mentre lei all’inizio
non ne voleva sapere. Dopo molti stratagemmi, insistenze, messaggi e avventure
di ogni genere, finalmente Freyr riuscì a sciogliere
il suo gelido cuore e i due si sposarono.
Freyr in una raffigurazione del XIX secolo. |
Freya
Il suo nome significava
“Signora”. Era la Dea dell’amore, della bellezza, della fertilità, nonché esperta
conoscitrice delle arti magiche.
Unica tra tutti gli Dei, fu
scelta da Odino per spartire con lui i migliori guerrieri caduti in battaglia:
sarebbero poi risorti nello scontro finale tra Bene e Male per affiancarli
nella lotta. In questo ruolo le era sacro il falco, un
rapace abile nel ghermire le sue prede.
Aveva diversi epiteti, come “Dea
dei Vani”, “sposa dei Vani”, “splendore del mare”. Sposò Óðr e divenne madre di due figlie, Gersimi e Hnoss, i cui
nomi significano entrambi “gioiello”.
Freya trainata da un carro in un quadro di Nils Blommér. |
Óðr
Il suo nome significa “furioso”,
“invasato”.
Non ci sono pervenuti miti
dettagliati che lo riguardano, sappiamo solo che aveva un carattere focoso ed
era spesso in giro per viaggi avventurosi. Ciò faceva disperare Freya, che
durante le sue assenze versava lacrime d’oro.
Odino
Sovrano degli Dei, Odino è la più
importante tra le divinità nordiche, colui che ha donato il soffio vitale
agli uomini (come ho raccontato nell’articolo “Il
mito della creazione norreno”).
È il Dio di ogni cosa e del suo
opposto: dei vivi e dei morti, delle battaglie e della saggezza, della forza e
della poesia.
Apprese da Freya l’antica magia
del seiðr, di cui divenne esperto conoscitore.
Odino, inoltre, era l’essere
più sapiente dell’universo. Questa virtù derivava da due epiche imprese
compiute nella sua lunga vita: il sacrificio di un occhio in cambio della testa
del gigante Mímir e
l’immolazione di sé stesso in cambio della conoscenza delle rune. Il Dio,
infatti, rimase appeso all’albero cosmico Yggdrasill, a
digiuno e sferzato dai venti, per nove giorni e nove notti.
Odino in un’illustrazione del libro “Walhall” di Felix e Therese Dahn, 1888. |
Frigg
Moglie e consigliera di Odino,
madre di Balder. È collegata all’ambiente marino, poiché la sua dimora ad Ásgarðr si chiamava “La
stanza delle profondità del mare”. Questo particolare parrebbe farla
coincidere con un’altra divinità acquatica di nome Saga.
Tyr
Figlio di Odino, è un Dio saggio
e coraggioso. Il suo nome corrisponde alla runa a forma di lancia; presso i
guerrieri norreni, era abitudine inciderla sulla spada per propiziarsi la
vittoria. Se vuoi approfondire la conoscenza delle rune, ti consiglio
l’articolo “RUNE: cosa sono? Come usarle?”.
Tornando a Tyr,
uno dei suoi soprannomi era “il Dio monco”, perché sacrificò una mano
nelle fauci del lupo Fenrir per mantenere l’ordine cosmico.
Thor
Marito di Sif e figlio di Odino e
di Jǫrð (la Dea
della Terra), era la divinità del tuono e della forza.
Thor era un Dio possente e
impetuoso, ma la sua energia non era distruttiva, bensì costruttiva. Combatté
incessantemente contro i demoni, i giganti e il Male in generale, in un impegno
continuo nel mantenere l’ordine prestabilito.
Le sue infallibili armi erano la
cintura Megingjörð, che raddoppiava la forza di
chiunque la indossasse, il martello Mjöllnir,
che tornava sempre dal proprietario dopo essere stato scagliato, e i guanti di
ferro Járngreipr, necessari a brandire Mjöllnir.
Thor in un dipinto di Mårten Eskil Winge, 1872. |
Sif
Moglie di Thor e madre di Thrudhr, era una Dea bellissima e famosa per la sua chioma bionda.
Un giorno, l’infido Dio Loki ebbe la malsana idea di raparla completamente
mentre dormiva, per farle uno scherzo. Poi, per evitare la rabbia di Thor, le
fece fabbricare dai nani una straordinaria parrucca di fili d’oro, che
si adattò a tal punto all’epidermide di Sif da crescere e allungarsi col tempo,
come se fosse fatta di capelli veri.
Balder
Figlio di Odino e Frigg, era la divinità della luce e della benevolenza.
Si trattava del Dio più amato
di tutti: bello, luminoso, saggio, coraggioso e leale, venne definito “il
migliore degli Dei”. Purtroppo fu assassinato per mano del fratello Hǫðr, tratto
in inganno dal solito Loki. La moglie Nanna morì di dolore davanti al suo corpo
senza vita.
Loki
Loki era il Dio del caos, della
menzogna e dell’inganno, ma era anche una divinità indispensabile per l’equilibrio
del mondo: se non ci fosse l’oscurità non ci sarebbe nemmeno la luce. Era una creatura
trasformista, ingegnosa, scaltra, suadente e molto abile nel padroneggiare
la magia. Riusciva a superare in astuzia perfino Odino e i suoi stratagemmi salvarono
gli altri Dei in più di un’occasione.
Fu spesso protagonista di scherzi
feroci, furti e raggiri, ma gli fu sempre perdonato tutto, proprio in virtù del
suo ruolo nel pantheon e delle sue capacità. O meglio, quasi tutto: l’assassinio
di Balder fu l’unica cosa su cui gli Dei non riuscirono proprio a
soprassedere. Fu quindi legato con gli intestini del figlio morto e posto su
una scogliera, proprio sotto un serpente che gli verserà addosso il suo veleno
urticante fino al giorno del Ragnarǫk.
“Loki”, Mårten Eskil Winge (1890). |
Idhunn
Idhunn aveva
un ruolo fondamentale nella mitologia norrena: era la custode delle mele
d’oro dell’eterna giovinezza. Era proprio lei a distribuirle agli Dei, in modo
da sconfiggere per sempre la perdita di vigore e la vecchiaia.
Era venerata come Dea della gioventù,
della primavera e della fecondità.
La sua leggenda mi ha sempre
affascinata molto, tanto da spingermi a farla diventare protagonista del mio
racconto breve “Immortals”, che narra la parte più oscura e
drammatica della storia degli elfi. Se hai la curiosità di scoprire la sua
vicenda, “Immortals” è disponibile gratis su
Amazon e Kobo.
Contenuti in collaborazione con
Ivana Vele Poletti:
http://colorarelavita.blogspot.com/
Nessun commento:
Posta un commento