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lunedì 21 novembre 2022

Curiosità e nomi delle divinità nordiche


  

Piccolo dizionario delle principali divinità norrene

 

Prima di iniziare il nostro viaggio nel pantheon vichingo, dobbiamo chiarire un punto fondamentale: gli antichi Dei norreni erano classificati in due stirpi diverse, a seconda dell’appartenenza. Esistevano, infatti, due popoli divini:

1.      I Vani, più antichi, legati al culto contadino. Divinità della fertilità e della natura, erano gli unici detentori del seiðr, l’antica magia sciamanica (per saperne di più sull’argomento, ti consiglio l’articolo “Lo sciamanesimo femminile nella mitologia norrena”).

2.      Gli Asi, più recenti, legati al culto delle popolazioni indoeuropee. Erano divinità guerriere.

 

Asi e Vani

 

Nella dimensione del mito, i due ordini divini erano una trasposizione di due reali civiltà diverse che si trovarono a convivere nello stesso territorio:

·      i Vani erano, infatti, le divinità delle popolazioni contadine, insediate in Scandinavia probabilmente dal 3000 a.C.

·      gli Asi facevano parte del culto delle popolazioni indoeuropee, che giunsero in Scandinavia da sud e da est fin dal 2000 a. C.

Le due fazioni si scontrarono e alla fine prevalse la civiltà che adorava gli Asi. Però, come spesso avviene nelle religioni politeiste, gli Dei delle due culture si amalgamarono tra loro e formarono un unico pantheon. Ma come si chiamavano quegli Dei, e quali erano le loro caratteristiche principali? Scopriamolo subito!

 

I nomi delle divinità nordiche 

 

Gullveig 

Il suo nome significa “potenza d’oro”: la prima parte (“Gull-”) vuol dire “oro” e la seconda (“-veig”) “bevanda inebriante”, “forza”, “donna”. È un nome che racchiude le principali caratteristiche della stirpe Vani: la fertilità (di cui l’oro era simbolo) e la potenza inebriante della magia femminile.

Si trattava di una donna bellissima, forte, esperta di magia. La sua presenza frastornò gli Asi, perché tutti se ne innamorarono e finirono per scontrarsi tra loro in preda alla gelosia. Perciò gli Dei decisero di bruciarla nel salone di Odino. Tre volte fu arsa viva, ma tre volte rinacque.

Fu il motore della grande faida della mitologia norrena: la guerra tra Asi e Vani. I Vani, infatti, decisero di vendicare la condanna a morte di Gullveig attaccando gli Asi.

Le battaglie tra le due stirpi durarono anni e anni, ma finirono in parità. Così, alla fine, si giunse a una tregua. Ci fu uno scambio di ostaggi e i Vani inviarono presso gli Asi le loro personalità più importanti: Njörðr, Freyr e Freya.

 

“Gullveig viene sollevata con lance e messa sul fuoco”, illustrazione di Lorenz Frølich.

 

Njörðr 

Dio della fecondità, del mare e del vento. Padre di Freyr e Freya, concepiti con la sorella (l’incesto era una pratica comune tra i Vani, ma non accettata tra gli Asi).

Dopo il suo ingresso ad Ásgarðr, fu combinato il matrimonio tra Njörðr e la gigantessa Skaði. I due, però, non riuscivano ad accordarsi sul luogo dove risiedere, perché la moglie voleva vivere tra le montagne e il marito al mare. Decisero quindi di passare nove notti tra i monti e nove in riva al mare, ma nessuno dei due riusciva a adattarsi ai rumori di quei luoghi: Njörðr detestava il latrato dei lupi, mentre Skaði odiava lo stridio dei gabbiani. Alla fine la gigantessa non ne poté più e decise di abbandonare il marito per tornare definitivamente tra le montagne.

 

Il desiderio del mare di Njörðr. Illustrazione di W.G. Collingwood (1908).

 

Freyr 

Il suo nome significava “Signore” ed era anche detto “Dio dell’abbondanza”. Divinità della pioggia, del Sole, dei fiori e dei frutti.

I suoi animali sacri erano il cavallo e il cinghiale, simboli di fecondità. La sua fida cavalcatura era lo splendente cinghiale d'oro Gullinbursti (per saperne di più, ti consiglio l’articolo “10 Animali mitologici norreni da scoprire”), mentre la sua dimora era la terra degli elfi Álfheimr, che gli fu regalata quando da piccolo gli spuntò il primo dentino.

Freyr fu protagonista di una travolgente storia d’amore con la bellissima gigantessa Gerdhr, dal cuore di ghiaccio. Il Dio se ne innamorò a prima vista, mentre lei all’inizio non ne voleva sapere. Dopo molti stratagemmi, insistenze, messaggi e avventure di ogni genere, finalmente Freyr riuscì a sciogliere il suo gelido cuore e i due si sposarono.

 

Freyr in una raffigurazione del XIX secolo.


 

Freya 

Il suo nome significava “Signora”. Era la Dea dell’amore, della bellezza, della fertilità, nonché esperta conoscitrice delle arti magiche.

Unica tra tutti gli Dei, fu scelta da Odino per spartire con lui i migliori guerrieri caduti in battaglia: sarebbero poi risorti nello scontro finale tra Bene e Male per affiancarli nella lotta. In questo ruolo le era sacro il falco, un rapace abile nel ghermire le sue prede.

Aveva diversi epiteti, come “Dea dei Vani”, “sposa dei Vani”, “splendore del mare”. Sposò Óðr e divenne madre di due figlie, Gersimi e Hnoss, i cui nomi significano entrambi “gioiello”.


Freya trainata da un carro in un quadro di Nils Blommér.


 

Óðr 

Il suo nome significa “furioso”, “invasato”.

Non ci sono pervenuti miti dettagliati che lo riguardano, sappiamo solo che aveva un carattere focoso ed era spesso in giro per viaggi avventurosi. Ciò faceva disperare Freya, che durante le sue assenze versava lacrime d’oro.

 

Odino 

Sovrano degli Dei, Odino è la più importante tra le divinità nordiche, colui che ha donato il soffio vitale agli uomini (come ho raccontato nell’articolo “Il mito della creazione norreno”).

È il Dio di ogni cosa e del suo opposto: dei vivi e dei morti, delle battaglie e della saggezza, della forza e della poesia.

Apprese da Freya l’antica magia del seiðr, di cui divenne esperto conoscitore.

Odino, inoltre, era l’essere più sapiente dell’universo. Questa virtù derivava da due epiche imprese compiute nella sua lunga vita: il sacrificio di un occhio in cambio della testa del gigante Mímir e l’immolazione di sé stesso in cambio della conoscenza delle rune. Il Dio, infatti, rimase appeso all’albero cosmico Yggdrasill, a digiuno e sferzato dai venti, per nove giorni e nove notti.


Odino in un’illustrazione del libro “Walhall” di Felix e Therese Dahn, 1888.


 

Frigg 

Moglie e consigliera di Odino, madre di Balder. È collegata all’ambiente marino, poiché la sua dimora ad Ásgarðr si chiamava “La stanza delle profondità del mare”. Questo particolare parrebbe farla coincidere con un’altra divinità acquatica di nome Saga.

 

Tyr 

Figlio di Odino, è un Dio saggio e coraggioso. Il suo nome corrisponde alla runa a forma di lancia; presso i guerrieri norreni, era abitudine inciderla sulla spada per propiziarsi la vittoria. Se vuoi approfondire la conoscenza delle rune, ti consiglio l’articolo “RUNE: cosa sono? Come usarle?”.

Tornando a Tyr, uno dei suoi soprannomi era “il Dio monco”, perché sacrificò una mano nelle fauci del lupo Fenrir per mantenere l’ordine cosmico.

 

Thor 

Marito di Sif e figlio di Odino e di Jǫrð (la Dea della Terra), era la divinità del tuono e della forza.

Thor era un Dio possente e impetuoso, ma la sua energia non era distruttiva, bensì costruttiva. Combatté incessantemente contro i demoni, i giganti e il Male in generale, in un impegno continuo nel mantenere l’ordine prestabilito.

Le sue infallibili armi erano la cintura Megingjörð, che raddoppiava la forza di chiunque la indossasse, il martello Mjöllnir, che tornava sempre dal proprietario dopo essere stato scagliato, e i guanti di ferro Járngreipr, necessari a brandire Mjöllnir.

 

Thor in un dipinto di Mårten Eskil Winge, 1872.

 

Sif 

Moglie di Thor e madre di Thrudhr, era una Dea bellissima e famosa per la sua chioma bionda. Un giorno, l’infido Dio Loki ebbe la malsana idea di raparla completamente mentre dormiva, per farle uno scherzo. Poi, per evitare la rabbia di Thor, le fece fabbricare dai nani una straordinaria parrucca di fili d’oro, che si adattò a tal punto all’epidermide di Sif da crescere e allungarsi col tempo, come se fosse fatta di capelli veri.

 

Balder 

Figlio di Odino e Frigg, era la divinità della luce e della benevolenza.

Si trattava del Dio più amato di tutti: bello, luminoso, saggio, coraggioso e leale, venne definito “il migliore degli Dei”. Purtroppo fu assassinato per mano del fratello Hǫðr, tratto in inganno dal solito Loki. La moglie Nanna morì di dolore davanti al suo corpo senza vita.

 

Loki 

Loki era il Dio del caos, della menzogna e dell’inganno, ma era anche una divinità indispensabile per l’equilibrio del mondo: se non ci fosse l’oscurità non ci sarebbe nemmeno la luce. Era una creatura trasformista, ingegnosa, scaltra, suadente e molto abile nel padroneggiare la magia. Riusciva a superare in astuzia perfino Odino e i suoi stratagemmi salvarono gli altri Dei in più di un’occasione.

Fu spesso protagonista di scherzi feroci, furti e raggiri, ma gli fu sempre perdonato tutto, proprio in virtù del suo ruolo nel pantheon e delle sue capacità. O meglio, quasi tutto: l’assassinio di Balder fu l’unica cosa su cui gli Dei non riuscirono proprio a soprassedere. Fu quindi legato con gli intestini del figlio morto e posto su una scogliera, proprio sotto un serpente che gli verserà addosso il suo veleno urticante fino al giorno del Ragnarǫk.


“Loki”, Mårten Eskil Winge (1890).


 

Idhunn 

Idhunn aveva un ruolo fondamentale nella mitologia norrena: era la custode delle mele d’oro dell’eterna giovinezza. Era proprio lei a distribuirle agli Dei, in modo da sconfiggere per sempre la perdita di vigore e la vecchiaia.

Era venerata come Dea della gioventù, della primavera e della fecondità.

La sua leggenda mi ha sempre affascinata molto, tanto da spingermi a farla diventare protagonista del mio racconto breve Immortals, che narra la parte più oscura e drammatica della storia degli elfi. Se hai la curiosità di scoprire la sua vicenda, “Immortals” è disponibile gratis su Amazon e Kobo.



 

Contenuti in collaborazione con
Ivana Vele Poletti
:

http://colorarelavita.blogspot.com/

 

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