La nascita del mondo, degli Dei e degli uomini
Nel mito della creazione
norreno, c’è un momento preciso in cui dal nulla si crea qualcosa.
Il nulla cosmico, l’assenza di
tempo e di spazio, ha un nome definito: Ginnungagap (“varco
spalancato” o, secondo altre interpretazioni, “voragine magica”), ovvero lo
spazio vuoto, l’abisso primordiale senza forma. Qualcosa di indefinito, ma
carico di possibilità.
A un certo punto, dal nulla del Ginnungagap si formarono due mondi contrapposti: a nord il Niflheimr, la
regione del freddo, e a sud il Muspellsheimr, la
regione del fuoco. Fu allora che iniziò la creazione.
L’incontro tra Niflheimr e Muspellsheimr
Il Niflheimr
era la terra delle nebbie. In esso tutto era buio, ghiacciato e ventoso.
Il Muspellsheimr,
al contrario, era la terra delle fiamme. In esso tutto era luminoso, ardente e
infuocato.
Ma quei due mondi, così opposti,
erano destinati a incontrarsi. A un certo punto le nebbie del Niflheimr vennero a contatto con il vento caldo del Muspellsheimr; questa unione diede vita a due esseri
primordiali: il gigante Ymir e la mucca Auðhumla.
Ymir e Auðhumla in un dipinto di Nikolaj Abraham Abildgaard |
Ymir e i primi giganti
Ymir, che
riuscì a crescere forte e potente proprio grazie al latte della mucca Auðhumla, ricoprì un ruolo di primaria importanza
nel mito della creazione norrena.
Dal sudore di Ymir
nacquero, infatti, una creatura femminile e una creatura maschile, due giganti
del ghiaccio. Dai suoi piedi uniti, inoltre, venne generato un ulteriore
gigante a sei teste.
Auðhumla e il progenitore degli Dei
Auðhumla ebbe il
compito di liberare dai ghiacci colui che originò la progenie divina: leccando
i ghiacciai salati che la circondavano, la mucca primordiale fece emergere
dalla crosta gelata Buri, un essere alto, bello e
possente.
Buri divenne padre di Borr, che generò insieme alla gigantessa del ghiaccio Bestla il celebre Odino e altre due divinità di nome Vili e
Vè.
Lo scontro tra Dei e Giganti
Come nella gigantomachia greca,
anche nella tradizione norrena ci fu uno scontro titanico tra divinità e
giganti.
I poemi narrano che Ymir, per quanto saggio, avesse però un carattere malvagio.
Per questo motivo la triade divina formata da Odino, Vili e Vé uccise lui e tutti i suoi discendenti, a eccezione
di Bergelmir e della
sua famiglia: grazie a loro la stirpe dei giganti sopravvisse.
Tuttavia, l’uccisione di Ymir non fu solo un atto sanguinoso e distruttivo, ma anche
una fase necessaria per la creazione della vita sulla Terra. Nell’eterno ciclo
della morte e della rinascita: solo dalla distruzione può scaturire qualcosa
di nuovo. Ecco, dunque, come le varie parti di Ymir
generarono il nostro mondo:
· la carne
divenne la terra;
· il
sangue si trasformò in mari, laghi e fiumi;
· le ossa
si tramutarono in montagne;
· i
capelli diedero vita agli alberi;
· il
cranio generò la volta celeste, il cervello le nuvole.
Ymir ucciso dai figli di Borr in un’opera di Lorenz Frølich |
Non solo: dai vermi fuoriusciti
dal cadavere in decomposizione di Ymir
sorsero i nani. Quattro di essi – Austri, Vestri,
Nordhri e Sudhri –
vennero collocati ai quattro angoli del mondo (visto dai Norreni come un disco
piatto) per sorreggere il cielo.
Gli “Adamo ed Eva” norreni
Abbiamo fatto un parallelismo con
la mitologia greca parlando della gigantomachia; ora potremmo tracciare,
invece, un’ideale linea di collegamento con il mito biblico di Adamo ed Eva, a
testimonianza dell’universalità dei miti e delle leggende del mondo.
Gli “Adamo ed
Eva” norreni furono Askr ed Embla.
Secondo il “Gylfaginning” (la prima parte dell’“Edda in prosa”,
manuale di epica norrena del XIII secolo), essi furono creati da Odino, Vili e Vé. Gli Dei raccolsero in riva al mare un ceppo di frassino
e uno di olmo: il primo era destinato a diventare il primo uomo, Askr, e il secondo la prima donna, Embla.
Odino infuse loro il soffio vitale, Vili lo spirito e le emozioni, Vé i sensi e la parola.
Nel poema “Vǫluspá”,
facente parte dell’“Edda poetica”, la triade di divinità che infuse la vita ai
due ceppi è invece composta da Odino, Hœnir e Lóðurr.
Askr ed Embla, quindi, furono i progenitori di tutti gli esseri
umani, mentre Odino era non solo il re degli Dei, ma anche colui che infuse
il soffio vitale in tutti noi. Per questo era chiamato “il padre di tutto”.
Per approfondire
Se ti è piaciuto il mito della
creazione norreno, allora potresti avere voglia di approfondire anche gli altri
aspetti di questa affascinante mitologia. Qui sul Magical Magazine ho dedicato molti
contenuti all’argomento, visto che è un tema a me molto caro.
Nell’articolo “Gli elfi oscuri nella mitologia
norrena: l’origine del mito”, ad esempio, ho parlato degli
“angeli decaduti” dalle orecchie a punta che abitano lo Svartálfaheimr,
uno dei nove mondi tenuti assieme dall’albero cosmico Yggdrasill.
Chi è affascinato dall’ambito
della stregoneria, inoltre, potrebbe trovare interessante “Lo sciamanesimo femminile nella
mitologia norrena”, dove ho trattato la figura della “vǫlva”, la sciamana preposta
a padroneggiare l’antica magia del seiðr.
Se poi cerchi un romanzo a
tema, non posso fare a meno di consigliarti l’urban
fantasy per adulti “Playing with daggers”. La
protagonista è Kara, una moderna vǫlva dal
carattere deciso e intraprendente, in bilico tra gli oscuri traffici
dell’impresa di famiglia e la decifrazione di antichissime rune. Accanto a lei
ci sarà Axel von Steinfeld, essere fatato discendente degli antichi Dei
norreni.
Contenuti in collaborazione con
Ivana Vele Poletti:
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