Cosa simboleggia il tarassaco? Tante curiosità sul fiore magico che aiutò Teseo nella sua impresa leggendaria!
“Dente di leone” è uno
dei tanti nomi di un fiore piccolo ma incredibilmente tenace: il tarassaco (taraxacum officinale), altrimenti detto soffione, dente di
cane, cicoria selvatica, grugno di porco, ingrassaporci,
brusaoci, lappa, girasole dei prati e definito in
mille altri modi più o meno pittoreschi, a seconda delle regioni d’Italia.
La resistenza e il trasformismo
di questa pianta l’hanno fatta diventare un importante simbolo di positività in
tutto il mondo, addirittura fin dai tempi degli antichi greci! Ma cosa
rappresenta il dente di leone, nello specifico? Scopriamolo subito.
Dente di leone: significato nel linguaggio dei fiori
Il dente di leone è un fiore
luminoso e allegro che simboleggia i nuovi inizi,
la buona salute e l’ottimismo. Può anche essere associato al rinnovamento e
alla crescita, alla fiducia e alla speranza di iniziare alla grande un nuovo
capitolo della nostra vita.
Nell’antichità si pensava che
riducesse la stanchezza, rafforzasse la memoria e allontanasse la malinconia; veniva usato per trattare febbri leggere, vertigini e mal di
gola.
Dente di leone: leggenda
Secondo il mito, ogni nove anni
sette ragazze e sette ragazzi ateniesi venivano
mandati a Creta per essere divorati dal minotauro, che esigeva il suo crudele
tributo all’interno dell’invalicabile labirinto in cui viveva. Stanco di tutto
ciò, il prode Teseo si offrì
volontario per sconfiggere il mostro.
Cosa c’entra il dente di leone in
tutto questo? Ebbene, per prepararsi alla storica impresa, Teseo seguì un
importante consiglio di Ecate, Dea
della magia, degli incantesimi, della notte, della luna, dei fantasmi e dei
morti. Il suggerimento era quello di nutrirsi esclusivamente di dente di
leone per un mese, in modo da rinforzarsi con la carica magica del fiore
(attenzione: non fatelo a casa!). L’eroe seguì le indicazioni di Ecate e tornò
vincitore.
Questa leggenda dimostra quanto
gli antichi tenessero in conto il dente di leone, considerato addirittura in
grado di preparare al trionfo uno dei più celebri eroi della mitologia.
Caratteristiche del dente di leone
1. Aspetto e
trasformismo: il dente di leone produce fiori di un vivacissimo
giallo dorato tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Il capolino
può raggiungere i 20 cm di diametro e contiene centinaia di petali. Ogni petalo
è composto da diversi lobi che si ripiegano verso il centro del capolino come
un ombrello.
I fiori gialli, ermafroditi, dopo
l’impollinazione da parte di api e altri insetti si trasformano in un achenio,
ovvero una delicata bolla bianca composta da pappi
(i “semini” piumosi) che si possono staccare soffiandoci sopra; da qui il nome
“soffione”.
Le foglie del dente di leone sono
piccole e verdi, con peli setolosi sulla superficie. La forma delle foglie
varia a seconda della specie, ma di solito si trovano in gruppi di tre o
quattro.
2. Flessibilità: il
tarassaco è una pianta che si trova in numerosi parti del mondo. Nella maggior
parte dei casi cresce in campi aperti o ai bordi delle strade. Si adatta a
molti climi diversi, tra cui deserti, zone umide e tundre. Può tollerare
condizioni difficili grazie alla sua resistenza.
3. Radici salde: le
radici del dente di leone sono forti e servono per sostenersi quando cresce in
altezza; agiscono come spugne viventi che assorbono liquidi e sostanze
nutritive dal terreno circostante. Immagazzinano l’acqua durante le stagioni piovose
nelle loro corone radicali e la rilasciano durante i periodi di siccità, quando
è più necessaria per le foglie della pianta. Questo fiore è dunque ideale per
le aree con precipitazioni imprevedibili come i deserti, le zone umide e le zone di montagna.
Usi officinali e culinari del dente di leone
Il dente di leone può essere
impiegato nelle insalate o come succo o tisana per disintossicare l’organismo.
Per questo scopo si può effettuare una vera e propria “tarassacoterapia” stagionale, assumendo il decotto
tutte le mattine, prima di colazione, per una decina di giorni a ogni cambio di
stagione.
Il gusto della pianta è amaro. Le
foglie più tenere e le radici possono essere gustate fresche, mentre le rosette
intere e ben mondate possono venire lessate e poi passate in padella. La pianta
bollita, inoltre, può essere conservata sottaceto.
Avvertenza: la
linfa lattiginosa dei fusti fiorali non deve essere assunta perché tossica.
Ora vediamo due semplici ricette
pratiche per impiegarlo nella vita quotidiana!
Decotto di dente di leone
Ingredienti: 50
g di tarassaco (radice essiccata e frantumata), 1 l d’acqua.
Fai bollire il tarassaco nell’acqua
per mezz’ora, dopodiché sarà pronto per essere filtrato e assunto (fino a 2/3
volte al giorno). Migliora l’attività di fegato e
milza.
Insalata agrodolce di dente di leone
Ingredienti: 200 g di giovani
foglie di tarassaco, 5 radici di tarassaco giovane, 250 g di yogurt intero, 2
cucchiai di succo di limone, 2 cucchiaini di miele millefiori, sale e pepe.
Pulisci accuratamente dal
terriccio le radici e le foglie di tarassaco. Dopo averle asciugate, tagliale a
pezzetti e condiscile con la crema di yogurt, ottenuta mescolando quest’ultimo
con il limone, il miele, il sale e il pepe.
Fonte per le notizie culinarie/officinali: “Erbe buone per la salute”, Il Paragrafo Studio Editoriale, 2007,
Giunti Editore Firenze/Milano.
Differenza tra tarassaco e dente di leone
Tra i due termini non c’è alcuna
differenza sostanziale, ma solo di forma. “Tarassaco” è un modo più
scientifico per indicare questo fiore, visto che riprende la nomenclatura
ufficiale “taraxacum officinale”. “Dente di leone”,
invece, è uno dei tanti modi popolari per definirlo, sicuramente il più diffuso
nella nostra penisola.
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del dente di leone e il suo significato mi hanno sempre affascinata. È proprio
per questo che l’ho scelto come simbolo ufficiale per il mio metodo di
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Ivana Vele Poletti:
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