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lunedì 26 febbraio 2024

Oracoli e divinazione

 


 

Così Cicerone esordisce nel suo saggio: “Della divinazione”.

 

 

«È un'opinione antica, risalente ai tempi leggendari e corroborata dal consenso del popolo romano e di tutte le genti, che vi siano uomini dotati di una sorta di divinazione - chiamata dai greci mantiké -, cioè capaci di presentire il futuro e di acquisirne la conoscenza. Capacità magnifica e salutare, se davvero esiste, grazie alla quale la natura di noi mortali si avvicinerebbe il più possibile alla potenza degli dèi! E come in altri casi noi romani ci esprimiamo molto meglio dei greci, così anche a questa straordinaria dote i nostri antenati dettero un nome tratto dalle divinità, mentre i greci, come spiega Platone, derivarono il nome corrispondente dalla follìa. Non conosco, in verità, alcun popolo, dai più civili e colti fino ai più efferati e barbari, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano persone capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo.»

 

 

L'esigenza di conoscere il futuro è sempre stata presente in ogni tipo di società umana, dai suoi primordi fino a oggi. Cambiano i metodi, ma lo scopo è sempre lo stesso: sapere in anticipo se le nostre azioni raggiungeranno lo scopo desiderato.

Una via antica

È stato un percorso che all'inizio si confondeva con la magia, per poi sfociare in credenze religiose, animistiche e spirituali, in un certo senso possiamo dire che la pre-destinazione dell'uomo era insita nelle ricerche che venivano effettuate.

Infatti, cercare di sapere cosa ci accadrà in futuro indica che la via è già tracciata. O che pensiamo che lo sia, in caso contrario non avrebbe alcun senso cercare di sapere qualcosa che non c'è! Se ci facciamo leggere la mano, che è una forma di divinazione, crediamo che la nostra vita sia scritta dalla nascita alla morte in quelle linee, e che ci sia qualcuno che abbia le capacità di interpretarle. Una condizione perché sia la divinazione che le risposte oracolari acquisiscano una valenza di verità ai nostri occhi, è il credere all'esistenza di una entità soprannaturale che decida del destino di tutto e tutti.

 

La nascita della ricerca scientifica

In un certo senso, possiamo affermare che la divinazione e le risposte oracolari, conseguenza del senso di inadeguatezza dell'uomo nei confronti della natura in cui vive, della percezione del suo essere inerme alla mercé degli eventi, abbiano stimolato la nascita della ricerca scientifica. Una sorta di contrapposizione, di ribellione alla tirannia del soprannaturale attraverso la ragione e il metodo scientifico.

Le pratiche divinatorie e oracolari sono singoli eventi, riti che squarciano il velo che ci divide dagli universi altri per portarli qui. Ma sono sempre episodi singoli, specifici, che attraverso analogie ci illuminano sul molteplice. La ricerca scientifica rifiuta il dogma, la scienza è la massima espressione del dubbio, la ripetitività di un esperimento cercando di metterne in discussione i risultati, sempre e comunque, è lo scopo del metodo scientifico. Il risultato positivo del momento può e deve essere messo in discussione.

Attraverso i millenni, la divinazione si è basata su varie tecniche influenzate dalla tipologia di vita che avevano le popolazioni, dall'influenza degli animali che portavano con loro, o contro cui lottavano per la sopravvivenza.

In linea generale possiamo vederne alcuni esempi tipici:

 

1.    I segni celesti, quindi costellazioni, comete, eclissi. Da qui la nascita dell'astrologia, ma anche dell'astronomia con la previsione delle eclissi, per esempio.

2.    I segni atmosferici, con tutte le loro declinazioni specialistiche, quindi l'osservazione del vento, delle nuvole, della pioggia, dei tuoni e dei fulmini.

 

3.   L'avvistamento di specifici animali totem, o i movimenti di animali in specifici contesti, sia domestici tipo galli, gatti e topi, sia selvaggi.

 

4.    L'esame delle viscere degli animali sacrificati, soprattutto il fegato, ma anche le interiora, la quantità di sangue, il comportamento dell'animale durante il sacrificio.




 

Divinazione nel mondo

Un tipo diverso di divinazione è quella Shintoista, infatti su quattro strisce di carta si scrive la domanda al patrono o alla patrona del santuario. Sotto la domanda si scrivono tre no e un sì. L'Oen Sensei (sacerdote Shintoista) le prende arrotolandole come palline. Le mette su un piano appoggiato a un treppiede. Il sacerdote impugna un rametto con l'estremità piena di strisce di carta colorata, sventolandole da sinistra a destra, sempre più vicino alle palline. Quando finalmente una di esse cade, il sacerdote la raccoglie e te la mette in mano, mentre tu gli darai il riso dell'offerta. Questa è la parte finale del rito che implica una lunga fase di preparazione e purificazione prima di poterla eseguire.

 

Un altro tipo di divinazione è l'I Ching, o libro dei mutamenti, cinese. All'inizio, come la maggior parte delle risposte oracolari nel mondo antico, si limitava a un sì o un no. Queste risposte si differenziavano nell'utilizzo di una linea intera per il sì e una spezzata per il no. Nel corso dei tempi si è sentita la necessità di una maggiore differenziazione e si è arrivati all'utilizzo di otto segni. Nel tempo le combinazioni delle linee sono diventate più complesse, arrivando a sessantaquattro segni. Tutto questo per poter interpretare la mutevolezza dell'universo e avere un vaticinio in evoluzione. Infatti, l'attenzione non è sull'immagine del momento ma sulla mutazione nel tempo.

 

La lettura delle rune è una specificità del nord Europa, legata al culto di Odino, ai suoi eroi e demoni, e all'attesa del Ragnarǫk, la battaglia finale in cui si deciderà il destino degli dei che regnano su di noi. Le rune sono un insieme di caratteri che compongono un alfabeto. Il termine rune significa sussurro-segreto, quindi la loro lettura svela la visione del futuro che attende il supplice.

 

Tra gli oracoli più famosi, quello di Apollo a Delfi è quello più conosciuto. La sua origine è molto contesa, si racconta che Zeus abbia liberato due aquile agli antipodi del mondo e che si siano incontrate proprio lì decretando cosi il centro del mondo “Omphalos”. Altri raccontano di un capraio caduto in un anfratto, che da quel momento cominciò ad avere delle visioni. Comunque sia, inizialmente furono delle vergini a occuparsi di rispondere ai quesiti, interpretate dai sacerdoti di Apollo. In seguito, dopo alcuni rapimenti, furono messe delle donne più anziane. Anche qui prima di poter accedere al tempio era necessario sottoporsi a riti di purificazione e onorare il tempio con delle offerte.

 

L'antro della Sibilla Cumana, è certamente l'oracolo più famoso che abbiamo in Italia. Situato nei pressi del Lago d'Averno nei Campi Flegrei. Anche lei è una sacerdotessa di Apollo. Virgilio nel Libro VI dell’Eneide rappresenta la Sibilla Cumana come la sacerdotessa di Apollo e la custode dell’Ade. Giunto al tempio d’Apollo sull’Acropoli di Cuma, Enea viene condotto dalla Sibilla all’interno del tempio. "Ispirata" dal sacro furore di Apollo, la sacerdotessa mostra a Enea il mondo dell’aldilà e gli profetizza il glorioso futuro di Roma.

 

Ai nostri giorni la statistica ha preso il posto della divinazione e i nuovi oracoli sono i guru della finanza, che attraverso l'elaborazione di dati che si ripetono nel tempo danno le loro sentenze.

 

Volo d'uccelli,

un corvo che osserva:

voce che tuona.

 

Il fili del destino

tra le dita degli dei.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

  

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