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lunedì 12 febbraio 2024

Clonazione: l'eternità davanti a noi


 

 

Da quando esiste l'uomo, qualsiasi siano le sue origini, la base di ogni credenza o religione nata con lui è la vita eterna, sia come singolo individuo, sia come parte del mondo.

La ricerca della vita eterna

La narrazione delle comunità religiose è pressoché la stessa: la resurrezione cristiana e la contemplazione di dio per i giusti, l'inferno per gli altri. Per la religione ebraica la resurrezione e poi non è certo cosa avverrà. Per l'Islam c’è la jannah, una sorta di paradiso sempre per i giusti e l'inferno per gli altri.

Per il Buddismo l'essenziale è uscire dalla catena delle reincarnazioni, vero e proprio inferno in Terra, per raggiungere uno stato neutro privo dell'io individuale e quindi di tutte le passioni e desideri connessi. Raggiunto questo stato, cessano le rinascite. Possiamo dire che tutto fa parte del divino e nel momento della nostra consapevolezza di ciò, quando ci siamo liberati del nostro ego, entriamo a pieno titolo a farne parte.

Diciamo che potrebbe essere una corrispondenza alla legge della conservazione della massa di Lavoisier: «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Oltre a queste, ci sono nel mondo tutt'oggi innumerevoli credenze mistico religiose, ma nella loro quasi totalità la sopravvivenza dopo la morte, in varie forme, è una costante. Dunque, non fa eccezione la spasmodica ricerca attraverso le possibilità scientifiche, e la conseguente trasposizione tecnologica, dell'allungamento della vita, qui e ora. Questa è la sostanziale differenza della ricerca dell'immortalità tra la mistica religiosa, legata comunque a un giudizio di bene e male che si modifica nel tempo a seconda delle necessità contingenti, e l'immortalità attraverso la tecnologia: a disposizione di tutti, ma fruibile solo dalle élite ultra-miliardarie che ne finanziano la ricerca.

Dall'antichità a oggi nulla pare cambiato. Per esempio, le età dei vari profeti o patriarchi dell'ebraismo biblico antidiluviano variano dai 600 ai 969 anni, comunque inferiori alla genealogia dei vari re sumeri che li precedettero. Ricordiamo che nella Genesi 6.3, come si fosse fatta una modifica genetica, si dice: «Allora il signore disse: “il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni.» Da allora l'età media è certamente diminuita, ma gli sforzi per la ricerca dell'immortalità non sono mai cessati, anzi!




 

Scoperte antiche

Nella primavera del 1974 un contadino cinese, scavando un pozzo, scoprì il mausoleo imperiale di Qin Shi Huang (lett. "Grande Imperatore, fondatore della dinastia Qin"), l'imperatore che unificò la Cina. Dentro questo mausoleo, sepolto con lui, c’era un esercito di terracotta a grandezza naturale, una meraviglia unica per qualità e quantità. Uno storico dell'epoca Han, Sima Qian, scriveva che l'imperatore era ossessionato sin dalla tenera età dalla fragilità della vita. Nell'arco del suo regno, come testimoniato dal ritrovamento di editti reali su tavolette di bambù, l’imperatore fece più volte cercare in tutto il regno elisir di lunga vita e pozioni magiche per l'immortalità. Morì nel 210 a.C. e pare che la morte sia stata causata da avvelenamento da mercurio, un componente fondamentale della pozione consigliata dai suoi alchimisti.





L’immortalità

Sicuramente la vita in sé è infinita, ma lo sviluppo della civiltà che abbiamo imparato a conoscere attraverso i libri di storia non è così lineare come ce lo presentano. Infatti, possiamo osservare che le civiltà da primitive si sviluppano fino ad arrivare a essere società evolute, tecnologicamente progredite, poi succede qualcosa e tutto ricomincia.

Un raro libro intitolato: “Atlantide, un'umanità perduta”, si concludeva con l'affermazione che non c'è che l'uomo che possa aiutare l'uomo. Al di fuori dell'uomo nessuno può aiutare l'uomo. Forse un altro modo, per dirlo con Nietzsche, che dio è morto, ed è l'ora che l'uomo si riappropri di se stesso.

Il problema credo sia insito nella differenziazione tra spirito e corpo, nella dualità dell'uomo inteso non come fusione dei due stati, ma come un contenitore e un contenuto. L'uno di platoniana memoria è il contenitore, il limite, mentre la diade illimitata è il contenuto che va regolato. La strada verso l'infinito passa attraverso l'eliminazione del demiurgo, e la conseguente fusione di contenuto e contenitore in un unica entità, dove ciascuno è l'altra faccia dell'altro. In un certo senso possiamo dividere gli stati di coscienza in veglia, sogno e sonno profondo, dove la coscienza di sé lascia la parte fisica, consentendone l'abbandono al riposo. La fusione di questi stati ci consente di arrivare alla vera realtà! Non più stati di coscienza separati, ma coessenziali, simultanei, l'unica via che potrebbe portare l'umanità alla coscienza del sé universale.

Quello che invece abbiamo visto è stata la spasmodica ricerca della materia che può essere mutata a proprio piacimento, non dell'uomo che ricerca se stesso. La ricerca dell'alchimista si basava su tre punti fondanti:

a) Fornire l’elisir di lunga vita o l’immortalità conferendo la capacità di debellare qualsiasi malattia.

b) Fare acquisire l’onniscienza, il che spiega il termine di filosofale attribuito alla pietra.

c) Avere la capacità straordinaria di trasformare i metalli e qualsiasi sostanza in oro, quale dimostrazione e simbolo per eccellenza della perfezione, della luce e dello Spirito.

 

Il punto in cui crolla questa ricerca sta nel fatto che si trasforma in una rincorsa al potere attraverso la ricchezza, e non all'emancipazione dell'uomo attraverso la fusione di materia e spirito. Si tratta dello stesso motivo per cui la grande Atlantide, alla fine, cadde sotto peso della propria corruzione. E i pochi che si salvarono, che non furono ammaliati dal potere materiale, contribuirono a riportare la conoscenza nel mondo.

Trans-umanesimo

Ora vediamo la scienza sempre più orientata verso il trans-umanesimo, che non è altro che la ricerca del prolungamento della vita attraverso la tecnologia.

Per ora pare più semplice applicare la bio-ingegneria utilizzando micro-componenti che potenziano, sostituiscono o modificano parti biologiche, eliminando degenerazioni causate dall'invecchiamento. Un uomo macchina o una macchina uomo, a seconda della quantità delle modifiche apportate! Ma sappiamo bene che raggiunto un desiderio ce n'è subito un altro. E sullo sfondo l'immortalità!

La notizia della nascita della pecora “Dolly” nel 1997, il primo animale superiore vivente clonato, creò una forte aspettativa per la successiva fase di sviluppo: l'uomo! Inteso come la nascita di un esemplare del tutto uguale all'individuo clonato. Infatti, è una riproduzione asessuale e agamica che produce individui biologicamente uguali all'adulto fornitore del nucleo cellulare da clonare. Più immortali di così! Ricordiamo lo sconcerto e la protesta dei mondi religiosi, dei gruppi etici, tranne dall'ebraismo, che candidamente disse che non c'era nulla di nuovo, perché nel vecchio testamento era scritto chiaramente come era nato l'uomo.

A questo punto si pone il problema principale che non è certamente il corpo, ma il cervello, con i ricordi, le capacità, la percezione del sé, del proprio chi si crede di essere. Per cui, la possibilità di clonare un corpo con capacità normali, sicuramente corruttibile, che dovrà essere clonato ancora, verrà accantonata.

Il futuro sarà un bio-corpo sintetico che potrà essere aggiornato come un software, ma praticamente immortale. Il problema sarà trasferirvi la coscienza di chi si è, il proprio ego con la sua memoria. Tutto tace attorno a questi argomenti, sinonimo che c'è molto che non ci è dato sapere.

In conclusione, continuare a vivere aggiornati come un computer, senza avere una reale connessione corpo-spirito è realmente così auspicabile?




In natura abbiamo un caso singolare di eternità: la medusa Turritopsis nutricula. Questa medusa usufruisce di una funzione biologica chiamata: “transdifferenziamento”. Dopo la nascita, lo sviluppo e l'età adulta, in cui le cellule si specializzano nelle loro varie funzionalità, la medusa subisce una regressione delle capacità specializzate, tornando alla creazione di nuove cellule da specializzare. In effetti, un ritorno alla giovinezza con una nuova vita da costruire un ciclo dopo l'altro. Per quanto ne sappiamo un ciclo esclusivamente materiale, ma sarà così?

 

L'immortalità dell'anima è una cosa che ci riguarda in modo così forte, e ci tocca così in profondità, che bisogna aver perso ogni sensibilità perché ci sia indifferente sapere come stanno le cose

Blaise Pascal

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

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