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lunedì 19 febbraio 2024

L’Intelligenza Artificiale oggi

 




         Intelligenza artificiale (IA) è una disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l'uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsi complementari: da un lato l'intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla mente umana.

(Definizione da Treccani)

 

Una favola attuale

 

Nick Bostrom, filosofo svedese, inizia il suo libro “Superintelligenza, tendenze, pericoli, strategie” con una brevissima storia intitolata: la favola incompiuta dei passeri. Si tratta solo di una favola, oppure il suo significato profondo rispecchia realmente lo stato attuale dell'IA?

 

Di seguito, tratto dal suo libro:

         «Era la stagione della nidificazione, e dopo giorni e giorni di duro lavoro i passeri si radunarono sui rami del grande albero alla luce del tramonto, riposando e cinguettando.

«Siamo tutti piccoli e deboli», disse uno, «immaginate come sarebbe facile la vita se fossimo aiutati da un gufo a costruire i nidi!»

«Sì», disse un altro, «e potremmo usarlo anche per badare ai piccoli e agli anziani».

«Potrebbe consigliarci e tenere d’occhio i gatti del quartiere», aggiunse un terzo.

Poi parlò Pastus, il passero più vecchio: «Mandiamo esploratori in tutte le direzioni e cerchiamo di trovare da qualche parte un gufetto abbandonato, o magari un uovo. Andrebbe bene anche un pulcino di corvo, o un piccolo di donnola. Potrebbe essere la cosa migliore che ci sia mai capitata, per lo meno dall’inaugurazione del Grande padiglione delle granaglie in quel cortile laggiù».

Lo stormo era euforico e su ogni ramo i passeri iniziarono a cinguettare a squarciagola.

Solo Scronkfinkle, un passero scontroso e cieco da un occhio, non era convinto dell’opportunità del tentativo: «Sarà certamente la nostra rovina. Non dovremmo riflettere sull’arte di ammansire e addomesticare i gufi prima di portare questa creatura in mezzo a noi?»

Pastus replicò: «Addomesticare un gufo sembra un’impresa estremamente difficile. Già trovare un uovo di gufo sarà tutt’altro che facile. Iniziamo da lì. Dopo che saremo riusciti ad allevare un gufo potremo pensare ad affrontare quest’altra sfida».

«Questo piano ha un difetto!», strillò Scronkfinkle; le sue proteste però furono vane, poiché lo stormo si era già levato in volo per attuare le direttive indicate da Pastus.

Restarono soltanto due o tre passeri, che insieme cominciarono a cercare di capire come fare ad ammansire e addomesticare un gufo. Ben presto si resero conto che Pastus aveva ragione: era un problema estremamente difficile, specie non avendo a disposizione un vero gufo con cui fare pratica. Ciò malgrado andarono avanti come meglio potevano, temendo sempre che lo stormo potesse tornare con un uovo di gufo prima di aver trovato una soluzione al problema del suo controllo».

 

Come sia finita la storia non si sa, ma l’autore dedica questo libro a Scronkfinkle e ai suoi seguaci.

La saggezza contadina ci invita a non mettere il carro davanti ai buoi, nel nostro caso la smania di raggiungere determinati risultati fa perdere di vista i danni collaterali insiti nello sviluppo indiscriminato dell'IA. Oppure sono proprio questi cosiddetti danni collaterali, connaturati all'applicazione pratica di questi sviluppi, il risultato finale auspicato…

 


Conoscere la AI

 

Cosa possiamo sapere, o semplicemente ipotizzare su una super intelligenza artificiale? Nel momento in cui a questa IA verrà data la possibilità di auto-istruirsi, cosa potrà accadere all'umanità? Quello che oggi potrebbe definirsi un grande successo scientifico, domani potrebbe rivelarsi una grande catastrofe. Una macchina super-intelligente, per essere definita tale, dovrà essere almeno pari al team che l'ha costruita, ma essendo in grado di evolversi autonomamente probabilmente sarà anche l'ultima costruita dall'uomo! E poi cosa accadrà? Già oggi vediamo i primi danni collaterali nell'uso della IA,  sicuramente prevedibili e non casuali, visti i recenti utilizzi volti sostanzialmente alla riduzione del personale in ogni campo.

 

Nel 1979, Douglas R. Hofstadter, pubblicò Gödel, Escher, Bach: un'eterna Ghirlanda Brillante”. Probabilmente una pietra miliare sull'intelligenza artificiale. I dubbi sul suo sviluppo in un senso che poteva definirsi sopraffacente o totalitario nei confronti dell'umanità erano bilanciati dal fatto che si pensava che i tempi del suo progresso sarebbero stati lunghi. Ma Douglas R. Hofstadter si sbagliava, come ammise in una conferenza con gli ingegneri di Google nel 2014, dove confessò tutta la sua preoccupazione sugli sviluppi della IA. Infatti, nel suo libro si parlava dell'impossibilità per un programma di IA di battere un maestro di scacchi, per diversi motivi. Nel 1997 Deep Blue, un computer della IBM, sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov, sorvolando sui presunti illeciti compiuti a scopi pubblicitari dalla IBM, comunque fu in grado di giocare ad armi “quasi pari”, con un campione mondiale della specialità.

Un altro tema che scosse le convinzioni Hofstadter, fu la musica; egli era convinto che mai una IA avrebbe potuto scrivere della buona musica e che se l'avesse fatto ci sarebbero voluti parecchi anni e non a livello degli autori classici.

 

Così scriveva: «La musica è un linguaggio di emozioni, e finché i programmi non avranno emozioni complesse come le nostre non sarà possibile che un programma scriva qualcosa di bello. Potranno esservi «contraffazioni» superficiali, imitazioni della sintassi musicale preesistente; ma nonostante ciò che si può pensare a prima vista, vi è molto di più nell’espressione musicale di quanto si possa catturare in regole sintattiche. […] Considero grottesca e un’inaccettabile sottovalutazione della profondità dello spirito umano la posizione di chi pensa, e c’è chi lo pensa, che tra breve potremmo essere in grado di ordinare a una «scatola per musica» preprogrammata, prodotta in serie per una diffusione di massa a basso costo, di tirar fuori dai suoi sterili circuiti pezzi che Chopin e Bach avrebbero potuto scrivere se fossero vissuti più a lungo»

 

IA e musica

 

A metà degli Anni Novanta, il musicista e docente di musica  David Cope scrisse un programma chiamato EMI (Experiments in Musical Intelligence), appositamente istruito per aiutarlo comporre secondo il suo stile. Ma in seguito istruito a comporre nello stile di Chopin e Bach. Hofstadter, in una lezione tenuta alla Eastman School of Music di Rochester, NY, fece eseguire un brano di Chopin e uno nello stile di Chopin composto da EMI. Al termine invitò la platea a dire qual era la composizione originale, platea composta da insegnanti e musicisti, la grande maggioranza indicò EMI come il vero Chopin! In quel momento il sentimento che provò fu questo:

        

«EMI suscitò in me terrore. Proprio così, terrore! Lo odiavo, e lo percepivo come una minaccia, tale da distruggere ciò che più amavo della natura umana. Credo che EMI riflettesse alla perfezione le paure che ora io nutro rispetto all’intelligenza artificiale».

        

Paure reali e attuali

 

Fondamentalmente, la paura è il demansionamento delle persone, sollevandole dal lavoro manuale e da quello intellettuale di basso e medio livello. Allo stesso tempo, gli umani si iper-specializzano in un'altra parte solamente in singole materie, in modo esclusivamente utilitaristico e asservite alla IA. La conclusione è un generale e forte abbassamento dell'istruzione e di conseguenza del quoziente intellettivo. In tutto il mondo, il livello di insegnamento dei cicli scolastici è sempre più orientato verso un nozionismo sterile, le materie che inducono a sviluppare un pensiero autonomo sono sempre meno proposte se non ostracizzate.

 

La prerogativa dell'uomo nel suo sviluppo attraverso i secoli è stata il pensiero critico ma, già da tempo, la parola d'ordine è invece credere, nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nelle istituzioni mondiali. Credere è l'esatto contrario del pensiero critico. La scienza, e di conseguenza la tecnologia, si basa sul dubbio e sulla messa in discussione di tesi contrapposte per arrivare a una sintesi. La quale sarà messa in discussione fino a quando saranno trovate soluzioni migliori, e così di seguito come vuole l'epistemologia (vedi Popper e Kuhn).

 




Oggi vediamo che per ogni situazione esiste un protocollo calato dall'alto; domani sarà la IA che ci guiderà, come un paterno pastore che si occupa di noi!

 

Spiegare l'intelligenza e impiegarla per risolvere ogni altra cosa

(motto di Alphabet, casa madre di Google)

 

 


Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

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