Le prove della telepatia secondo la parapsicologia e la scienza
La parola "telepatia" è
stata coniata nel 1882 dallo psicologo e parapsicologo britannico Frederic
William Henry Myers. Deriva dal greco τηλε-
tèle (lontano) e -πάθεια,
pàtheia (sentimento), indica la capacità di trasmettere
immagini e messaggi con il solo ausilio del pensiero e rientra nel novero
delle percezioni extrasensoriali o ESP.
Nel corso dei decenni ci sono
stati molti tentativi di provare la presenza di facoltà telepatiche nella mente
di determinate persone. In questo articolo scopriremo cosa
dice la scienza sull’argomento e come sia riuscita, recentemente, a far comunicare
due cervelli situati in due continenti diversi!
Esperienze telepatiche
Molte persone hanno fatto esperienza
di comunicazioni telepatiche nella loro vita. Coppie che stanno insieme da
tanti anni, fratelli, gemelli o amici affiatati spesso scoprono di aver pensato
alla stessa cosa contemporaneamente, di essersi letti nel pensiero o,
addirittura, realizzano di aver pronunciato le stesse parole all’unisono.
Alcuni padroni di animali, poi,
sostengono di essere in contatto telepatico con i loro cani e gatti, che sono in
grado di avvertire le loro emozioni telepaticamente.
Tuttavia, una cosa è avere la
percezione di un dato potere, altra cosa è provarlo scientificamente. Quali
prove sono state raccolte finora?
Prove dei poteri telepatici
Nel corso degli anni sono stati effettuati molti esperimenti per dimostrare l’esistenza
della telepatia.
Uno dei più famosi è stato quello
organizzato dal parapsicologo Charles T. Tart all’inizio degli anni Sessanta. Funzionava
così: due persone venivano collocate in due stanze di
deprivazione sensoriale diverse. Al soggetto B venivano
somministrate delle scosse, al soggetto A no. La persona A doveva poi cercare
di indovinare i momenti in cui B riceveva le scosse. Tart
osservò che A non era in grado di individuare i momenti esatti dello stimolo,
quindi non c’era traccia di telepatia a livello cosciente. Notò, però, che i tracciati
di A presentavano variazioni fisiologiche significative
in corrispondenza dell’istante in cui B riceveva la scossa. Concluse, quindi,
che i poteri telepatici possano manifestarsi a livello inconscio.
Le carte Zener
Un altro strumento molto
utilizzato per provare la telepatia è quello delle carte Zener, ideate negli
anni Trenta dallo psicologo Karl
Zener. Si tratta di 25 carte divise in
cinque gruppi, ognuno contraddistinto da un segno diverso: il Cerchio, la
Croce, il Quadrato, la Stella e l’Onda.
Il soggetto “telepatico” deve
indovinare quali sono le carte estratte dal mazzo, senza ovviamente avere la
possibilità di guardarle. Secondo la legge dei grandi numeri, le probabilità di
azzeccare le carte giuste tendono al 20% (1 su 5). Uno
scostamento significativo da questa percentuale si
potrebbe attribuire a effettivi poteri ESP e non alla mera casualità.
La cosa sorprendente? Proprio in
Italia una coppia madre-figlia è riuscita a ottenere risultati stupefacenti, arrivando
al 90% di carte individuate!
Le ESP italiane: si tratta di veri poteri telepatici?
Nel 2016, Carmela Paola (mamma) e
Amalia Maruca (figlia) due donne della provincia di Biella, hanno raggiunto una
percentuale di riconoscimento tra il 90 e il 100%
di carte Zener.
L’esperimento è avvenuto in
questo modo: Carmela e Amalia si sono sedute ai lati opposti di un tavolo, una
di loro guardava i simboli e cercava di trasmetterli telepaticamente all’altra.
A separare le due donne c’era un piccolo paravento alto una
trentina di centimetri, che copriva le carte ma permetteva alle due di
guardarsi in volto.
Alberto Serena, presidente
dell’associazione “NuovaMente” (dedicata alla ricerca
e allo studio della fenomenologia paranormale), ha affermato:
«Abbiamo
fatto tutti i controlli necessari per evitare trucchi fraudolenti, coinvolgendo
anche gli esperti di quelle associazioni nate appositamente per confutare
questi fatti e non siamo riusciti a rilevare alcuna anomalia [...]. Seguo
questi fenomeni da circa 30 anni e non sono facilmente
impressionabile, ma devo dire che questo caso mi ha molto colpito».
Dopo Serena, è intervenuto
anche il CICAP per osservare il fenomeno. La sua conclusione, però, è stata
che le due donne riescono a mandarsi dei segnali attraverso lo sguardo, non con
la telepatia. Tutte le conclusioni dell’esperimento sono riportate
nell’articolo “Il caso
della madre e figlia di Biella: c'è intesa, ma non è telepatia”.
La comunicazione tra cervelli creata dalla scienza
Nel 2014 è stata effettuata per la prima volta una comunicazione a
distanza tra quattro cervelli umani, ubicati a quasi ottomila chilometri di
distanza. A riuscirci sono stati i ricercatori dell’Università di Barcellona,
che hanno pubblicato i loro risultati in un
articolo della rivista Plos One.
Alcuni partecipanti
all’esperimento si trovavano in India, altri in Francia. Un volontario è stato collegato
a un'interfaccia neurale per inviare un semplice messaggio di saluto,
mentre gli altri tre erano connessi a un’altra interfaccia per ricevere lo
stesso messaggio. L’esperimento ha avuto successo, visto che
i destinatari non hanno avuto problemi a decifrare correttamente il saluto.
La creazione di sistemi di
comunicazione cervello-cervello è quindi realtà: sono già disponibili precise
tecniche di stimolazione cerebrale per la realizzazione di interfacce
computer-cervello non invasive.
Come attivare i poteri telepatici?
La scienza si sta muovendo nella
direzione dell’interfaccia neurale, un ambito molto promettente che permetterà
alle persone di comunicare a distanza. La telepatia di cui parla la parapsicologia,
però, è un’altra cosa.
In tutto il mondo, sono stati
messi in palio molti premi per chiunque riesca a provare di
possedere doti telepatiche. Eppure, secondo la scienza nessuno è ancora
riuscito a dimostrare l’esistenza di poteri ESP. L’essere umano sarà mai in
grado in farlo?
Nella nostra saga Stargarden Universe, abbiamo ipotizzato che in futuro le persone (e non solo...) saranno in grado di connettersi tra loro in maniera extrasensoriale.
Questo aspetto dei nostri romanzi non è completamente inventato, ma anzi si
basa sull’attivazione della ghiandola
pineale e sulle teorie di Teilhard de Chardin sulla
rete
neurale globale. Per saperne di più, non ti resta che leggere “Dark
Ghost”, il primo volume della serie Stargarden Universe!
Contenuti
in collaborazione con
Ivana Vele Poletti:
http://colorarelavita.blogspot.com/
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