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lunedì 9 novembre 2020

Vampirismo: leggenda o realtà?


Senza troppi indugi, rispondiamo subito alla domanda del titolo: il vampirismo non è una leggenda. È una verità confermata dalla scienza.


Ora che ti ho rivelato la risposta, non scappare subito! Ci sono tante informazioni da scoprire per capire cosa sia realmente il vampirismo.


Innanzitutto: di quali vampiri stiamo parlando?


No. Non siamo né nel territorio della leggenda, né tra innocui appassionati di vampiri. Il vampirismo riguarda assassini efferati, che si eccitano alla vista del sangue.


Il vampirismo, infatti, è una sindrome (o meglio una parafilia) che provoca un bisogno compulsivo di guardare, annusare e ingerire sangue umano. Per la precisione, si chiama “vampirismo clinico” ed è stato analizzato per la prima volta in uno studio del 1964.


Le persone affette da vampirismo clinico sono sempre esistite, ben prima che il termine fosse utilizzato in ambito psichiatrico. Le loro storie sono raccapriccianti, soprattutto se pensiamo che sono reali e non partorite dalla mente di uno scrittore horror.


Quindi, solo per lettori non impressionabili… ecco tre personaggi storici affetti da vampirismo:


1. Gilles de Rais (1405-1440)

Nobile francese, capitano dell’esercito, fu compagno d’armi nientemeno che di Giovanna D’Arco. E fu talmente brutale da diventate la fonte d’ispirazione per il personaggio di Barbablù.


Gilles de Rais ereditò dal nonno immense fortune, che però dissipò nel giro di pochi anni. Nel tentativo di tornare ricco, si interessò all’alchimia e alle pratiche occulte. Nel 1439 conobbe Francesco Prelati, monaco italiano dedito all’occultismo.


Prelati convinse Gilles che avrebbe potuto riottenere le sue fortune se avesse sacrificato giovani vite innocenti a un demone chiamato Barron. Iniziò così una lunga serie di crimini ai danni di bambini e adolescenti. Il tutto ebbe fine nel 1440, quando il nobile francese fu processato e condannato a morte. Tra le varie accuse, Gilles de Rais fu incolpato di nutrirsi del sangue delle sue vittime.




2. Elisabetta Bathory (1560-1614)

Soprannominata la “Contessa Dracula”, Elisabetta Bathory (nome originale Erzsébet Báthory) era una nobile ungherese, cresciuta in Transilvania.

Fin da piccola assistette a pene capitali, mutilazioni e sanguinosi assassinii commessi all’interno del castello in cui viveva.

A quindici anni sposò Ferenc Nádasdy, un nobiluomo noto per il suo sadismo (si divertiva a punire la servitù con elaborate torture).


Ma cosa rese Elisabetta la “Contessa Dracula”, affetta da vampirismo? Ebbene, la dama si era convinta che il sangue umano, soprattutto se proveniente da graziose fanciulle aristocratiche, avesse il potere di mantenerla giovane e bella. Cominciò quindi a far uccidere innumerevoli giovani (gli storici stimano tra le cento e le trecento vittime), per poi bere il loro sangue o usarlo per farci il bagno.


Per fortuna, le voci sulle sparizioni delle fanciulle giunsero all’imperatore Mattia II, che ordinò ai suoi funzionari di investigare sul caso. Elisabetta fu colta in flagrante mentre torturava delle povere ragazze sventurate. Fu murata viva e morì nel giro di quattro giorni, all’età di cinquantaquattro anni.




3. Fritz Haarmann (1879, 1925)


Soprannominato "il vampiro di Hannover", Fritz Haarmann è stato un serial killer tedesco. Tra il 1919 e il 1924 uccise ventiquattro giovani. Adescava ragazzini senza tetto, per poi portarli in casa e assassinarli con un morso alla carotide. Beveva il loro sangue, ne era ossessionato: il suo è un caso di vampirismo in piena regola.


Il killer fu scoperto quando alcune ossa delle vittime emersero dal fiume Leine.



Il suo fu uno dei primi processi “mediatici” della Germania. Fu condannato a morte per decapitazione del 1925. 


Con Haarmann chiudiamo la nostra rassegna dei casi storici di vampirismo. 

Forse è stato un articolo pesante per te da leggere, almeno quanto lo è stato per me da scrivere. 

Scoprire che il vampirismo è una realtà, che esistono “vampiri” veri, ancora più crudeli di quelli creati dalla letteratura gotica non è una notizia facile da assimilare. Però anche questo, purtroppo, fa parte della natura umana.


Ma non ti preoccupare: nel mio Magical Magazine c’è spazio anche per temi più distesi e fiabeschi!





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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


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