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lunedì 20 novembre 2023

The Witcher (parte 1): sogni, desideri e paure ancestrali

 


 

The Witcher è la fortunata serie Netflix che nasce grazie all'omonima saga dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, che ha riportato in auge l'eterno scontro tra caos e legge: motivo dominante nelle opere fantasy.

Geralt di Rivia, il nostro Witcher, è uno strigo, un mostro che caccia altri mostri, ma come nasce questa necessità? E cos'è uno strigo?

 

La congiunzione delle sfere

Ci fu un periodo in cui alcuni pianeti si trovarono in congiunzione tra loro, (la congiunzione delle sfere) collegati da portali energetici. Per questo motivo, popoli diversi si ritrovarono catapultati su questo mondo, dominato fino ad allora dagli elfi. Elfi, uomini, umanoidi di vari tipi, si ritrovarono a condividere questa terra, insieme ai mostri delle loro mitologie catapultati insieme a loro. Antichi monoliti costellavano il pianeta, misteriosi portali verso dimensioni oscure, fino a quando non venivano aperti dalla magia. O tecnologia mascherata. Da qui la necessità di una particolare razza di uomini, se così si possono chiamare dei mutanti, creati per combattere i mostri.

 

Uno strigo è un orfano, o un bambino preso a una famiglia che non può allevarlo, cresciuto con filtri magici allo scopo di ottenere mutazioni genetiche permanenti. Chi di loro sopravvive è addestrato all'uso delle armi e di magie minori, allo scopo di cacciare i mostri che dopo la congiunzione vivono sulla terra.

Al termine del trattamento, i ragazzini sopravvissuti sono a tutti gli effetti dei mutanti nella vista, nel fisico, nella longevità, nella apparente mancanza di sentimenti e altre caratteristiche che dovrebbero portarli a essere delle macchine di morte senza alcuna pietà. E perché possano comunque fare il loro lavoro senza nessuna remora sentimentale, magari acquisita, sono anche sterili.

L'uso di pozioni particolari permette loro di mantenere integre queste caratteristiche nel tempo e vengono soprattutto assunte prima di svolgere la loro caccia.

 

Il lavoro del Witcher

 

Nell'eterna lotta tra caos e ordine… dove troviamo il Witcher? Arma a pagamento contro i mostri, o considerati tali, da parte di coloro che predicano legge e ordine a salvaguardia dell'interesse generale. Ma coloro che stanno dall'altra parte, quelli considerati mostri nati dal caos, sono davvero tali? Oppure sono semplicemente diversi, nati per scopi che non conosciamo in mondi altri, che difendono loro stessi.

Il Witcher è il campione, o dovrebbe essere, dell'ordine costituito, colui che lotta contro il caos. Ma Geralt stesso si chiede qual è il limite tra ordine e caos e gli viene risposto che il caos rappresenta una minaccia, è la parte aggressiva. Mentre l'ordine è la parte minacciata, che ha bisogno di essere difesa.

Come narrato in uno dei racconti prequel dei romanzi, per il drago dorato corso in capo al mondo per difendere la draghessa verde e la sua prole, il caos era rappresentato da coloro che lo volevano morto. Chi perché era un drago, chi per il tesoro a lui associato, chi per gloria personale; le ragioni erano molteplici ma nessuna riguardava il caos e l'ordine.

La magia rappresenta ciò che oggi è la tecnologia estremizzata, assurta a mito, salvezza dell'umanità, ma:

Per alcuni, la magia è l'incarnazione del Caos. È la chiave capace di aprire la porta proibita. Una porta dietro la quale sono in agguato l'incubo, il terrore e un orrore inimmaginabile, dietro la quale sono appostate forze ostili, distruttive, i poteri del Male puro, in grado di annientare non solo chi avrà osato liberarlo, ma anche il mondo intero. E, siccome non sono pochi coloro che cercano di spalancare quella porta, un giorno o l'altro qualcuno ci riuscirà e allora la distruzione del mondo sarà sicura e ineluttabile. Dunque la magia è al tempo stesso la vendetta e l'arma del Caos. Il fatto che, dopo la Congiunzione delle Sfere, gli uomini abbiano imparato a servirsene è la maledizione e la rovina del mondo. La condanna dell'umanità. Ed è così, Ciri. Coloro che pensano che la magia sia il Caos non si sbagliano.

Da “The Witcher - Il sangue degli Elfi”

 

Diversi livelli di lettura

In ogni diversa situazione abbiamo diversi livelli di lettura, dalla semplice evasione che ci porta in un nuovo e fantastico mondo, alla considerazione profonda contenuta nei dialoghi riguardo le situazioni passate e alle loro modificazioni a seconda degli interventi, o non, del Witcher. L'equilibrio che deve essere mantenuto tra le componenti che popolano la natura e la natura stessa. Considerazioni che nello svolgimento dei vari racconti, in cui si riscontra sempre più un filo conduttore, forse vanno al di là delle riflessioni volute dallo scrittore. Una specie di non detto, che se lo si legge criticamente non può non essere tenuto in considerazione, specialmente nel contesto in cui viviamo.

Il nostro mondo è in equilibrio, qualsiasi uccisione ci porterebbe verso l'annientamento, alla fine del mondo come noi lo conosciamo...” questo tipo di visione viene contestata dal Witcher che ricorda che un druido di sua conoscenza aveva la stessa visione del mondo, ma poi fu mangiato da dei ratti mannari, e non ci fu nessuna crepa nell'equilibrio.

Ricordiamo che nel nostro mondo, da quando fu colonizzato ad ora, le specie estinte per i cambiamenti climatici sono centinaia di migliaia. Senza contare i cambiamenti apportati dall'uomo alla natura per poter sopravvivere, dal disboscamento, all'agricoltura, all'allevamento, alle città, paesi e villaggi, con tutto ciò che ne consegue. Ogni specie lotta per se stessa a discapito delle altre, il nuovo trans-umanesimo probabilmente lotta per chi potrà permetterselo, a discapito di chi dovrà subirlo pur essendo della stessa specie.

 

Il concetto di verità, accostato o sovrapposto a quello di sogno e desiderio, viene affrontato con una leggenda:

“Tra gli elfi circola la leggenda della Regina d'Inverno, che durante le bufere percorre il paese su una slitta trainata da cavalli bianchi, seminando tutt'intorno piccole schegge di ghiaccio dure e appuntite. Guai a chi viene colpito da una di queste schegge all'occhio o al cuore. È perduto. Nulla potrà più rallegrarlo, tutto ciò che non avrà il biancore della neve diverrà per lui brutto, ripugnante, disgustoso. Non avrà pace, abbandonerà tutto e inseguirà la Regina, i propri sogni e il proprio amore. Naturalmente non li troverà mai e morirà di desiderio. Pare sia accaduto qui, in questa città, in tempi remoti. Una bella leggenda, vero?”





Una semplice metafora, oppure la constatazione del desiderio diffuso dalla pubblicità, il sogno prima creato e poi imposto attraverso la propaganda infinita. Il sogno che non si realizza mai, d'altronde se realizzato non sarebbe più un sogno! Ed ecco il controllo compiuto attraverso l'infinito passaggio da un desiderio all'altro, attraverso la magia allora, tramite la tecnologia oggi.

 

Cos'è la verità, la verità è una scheggia di ghiaccio.

 

 

Stelle lucenti,

nel cielo violaceo:

oscuri gorghi.

 

Lancia una moneta

al tuo incubo bianco.

 

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

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