Dal sacro Graal alla pietra filosofale: ecco perché gli oggetti magici sono così importanti nel fantasy
Il “Ritorno con l’elisir” è la
fase conclusiva del viaggio dell’Eroe, il celebre modello narrativo elaborato
da Christopher Vogler.
L’elisir ha il potere di modificare
il mondo ordinario del protagonista: può essere utilizzato per risolvere
problemi, cambiare il destino di un personaggio o addirittura trasformare l’intera
comunità. Spesso, simboleggia il tesoro interiore che l’eroe ha scoperto
dentro di sé durante il viaggio.
Nel corso dei secoli (e ben prima
delle teorie di Vogler) il cosiddetto “elisir”, ovvero l’oggetto magico intorno al quale ruota la storia, ha
trovato varie forme. Vediamo 10 esempi di
questo fondamentale elemento della narrativa fantastica!
1. Graal
La parola “Graal” deriva dal
latino medievale “gradalis”, ovvero
“vaso, recipiente”. Secondo la leggenda, è il calice (o, in alcune
tradizioni, il piatto) usato da Gesù nell’Ultima Cena. Contiene il sangue di
Cristo, raccolto da Giuseppe d’Arimatea ponendo il contenitore sotto la ferita
al costato del suo maestro.
La prima opera di narrativa che
ne parla è “Perceval ou le conte du Graal” di Chrétien de Troyes, del XII secolo. In
questa storia non viene spiegato né cosa sia
esattamente né che aspetto abbia, ma sappiamo che si tratta di un manufatto d’oro,
tempestato di gemme preziose.
Questo oggetto
magico, probabilmente, ha origini pagane: nella fattispecie, potrebbe derivare
dalla leggendaria pentola dell’abbondanza. Scopri di più nell’articolo “Che
cos’è il Sacro Graal? Una leggenda millenaria”.
2. Pentola dell’abbondanza
È un simbolo del potere
sovrano e della fertilità della terra, un po’ come la cornucopia
greco-romana.
Una delle pentole magiche più
famose è il Calderone di Dagda (il dio celtico
della guerra, della fecondità e della magia). Si tratta di uno dei quattro
tesori che i Túatha Dé Danann (mitica popolazione della preistoria celtica)
portano con sé in Irlanda.
3. Bacchetta
Nelle antiche culture celtiche i
druidi impiegavano ramoscelli di rovere, edera o biancospino come mezzi
di connessione con il mondo spirituale. La bacchetta serviva a canalizzare le
forze della natura, per ottenere guarigione dalle malattie e protezione dalle
energie negative.
Nella società
norrena, la bacchetta era lo strumento di potere di colei che
deteneva la magia: la vǫlva (il cui nome
significa, appunto, “portatrice della bacchetta”). Per saperne di più ti
consiglio l’articolo “Lo sciamanesimo
femminile nella società norrena”.
Se poi vuoi conoscere un’autentica
vǫlva moderna, ti invito a leggere il mio
romanzo “Playing with daggers”,
dove la giovane e volitiva Kara ti farà scoprire l’antica magia norrena!
4. Stivali delle sette leghe
Gli stivali delle sette leghe sono
calzature dotate di un potere straordinario: con un singolo passo, il
loro possessore può coprire una distanza equivalente a sette leghe (una lega,
in antichità, corrispondeva a una lunghezza variabile tra i 4
e i 6 chilometri). Possiedono, inoltre, la capacità di adattarsi perfettamente
alla forma del piede di chiunque li indossi.
Sono presenti in varie fiabe, tra
cui due di Charles Perrault. Ne “La bella
addormentata nel bosco” ne fa uso un nano, mentre in “Pollicino” sono
dapprima indossati dal famigerato orco che pronuncia la famosa frase «Ucci ucci, sento odor di cristianucci» e, in seguito, da Pollicino stesso.
Non solo fiabe: gli stivali delle
sette leghe sono anche indossati da Mefistofele nel “Faust” di Johann
Wolfgang Goethe, che ho citato in diversi articoli. Uno di questi è “Chi
sono gli alchimisti più famosi? 10 personaggi da conoscere”.
5. Specchio
Lo specchio è un oggetto magico
ricorrente nella narrativa e nell’arte cinematografica di genere fantastico.
Quando i personaggi attraversano questo oggetto, si ritrovano catapultati in una
realtà dove le leggi della fisica subiscono stravolgimenti, inversioni o
distorsioni (si pensi ad “Alice
attraverso lo specchio”).
Lo specchio diventa una sorta di
varco tra due dimensioni: una è quella familiare e conosciuta, mentre l’altra
costituisce un universo parallelo, associato alla dimensione dei sogni, dei
defunti o persino degli inferi.
Nel Regno Unito,
circola una leggenda metropolitana inquietante: seguendo un
particolare rituale, si dice che sia possibile intravedere lo
spettro di Maria la Sanguinaria allo
specchio. La procedura prevede di spegnere tutte le luci, abbassare le tende e porsi
di fronte a una superficie riflettente. A questo punto, bisogna pronunciare tre
volte il nome completo della regina: “Mary I of England,
Mary I of England, Mary I of England!”.
Si racconta che, in risposta a questo rito, nel
riflesso buio dello specchio possa emergere il volto di Bloody
Mary.
Nella mitologia cinese, invece,
si fa riferimento a uno specchio magico chiamato Yeh
Ching, ovvero “specchio del destino”,
attraverso il quale i defunti possono osservare la forma in cui rinasceranno.
6. Anello
Si tratta di un oggetto magico
presente in innumerevoli saghe, leggende e romanzi fantasy. Pensiamo all’anello del
Nibelungo, all’anello
di re Salomone, all’anello
di Gige menzionato da Platone e naturalmente all’Unico Anello (The One Ring)
creato da J.R.R. Tolkien per “Il
Signore degli Anelli”.
La forma
circolare è simbolo di perfezione e rimanda alla natura ciclica
della vita, all’eterno ritorno. Per questo, circolare è anche un potente
simbolo alchemico: l’uroboro, il serpente che si
morde la coda. Rappresenta il processo di purificazione della “Materia Prima”
(la sostanza primordiale) mediante la successione ciclica di distillazioni e
condensazioni.
7. Pietra filosofale
La pietra filosofale, l’oggetto
magico più emblematico dell’antica arte dell’alchimia,
è una sostanza catalizzatrice dotata di un potere straordinario: la capacità di
riparare e purificare la corruzione della materia. Può donare l’immortalità,
l’onniscienza e trasformare i metalli vili in oro.
Negli scritti esoterici, spesso
è rappresentata come un uovo. I suoi tre componenti
(guscio, albume e tuorlo) corrispondono ai tre ingredienti alchemici
fondamentali: sale, mercurio e zolfo. È, insomma, una forma primordiale in cui
sono contenuti tutti i principi della creazione, che deve essere “sgusciata”
per rivelare i suoi segreti.
8. Spada
Nella mitologia e nelle fiabe, le
spade magiche sono simbolo di potere, coraggio ed eroismo nell’eterna lotta tra
bene e male. Ereditate di generazione in generazione,
riflettono continuità di valori all’interno di un clan o di una stirpe
guerriera.
Rappresentano
anche il destino, poiché sono gli strumenti tramite cui si avverano
profezie, come nel mito di Excalibur.
Altre spade magiche famose, oltre
alla celebre arma di Re Artù? Durlindana, appartenente a Orlando nella “Chanson de Roland”; Joyeuse,
l’arma prediletta di Carlo Magno; Gramr, che Sigfrido
usò per uccidere il drago Fáfnir; Tyrfing,
la spada maledetta della mitologia norrena; Caladbolg,
la spada di Fergus mac Róich
nella mitologia irlandese; Tizona, la spada di
Rodrigo Díaz de Vivar,
meglio conosciuto come El Cid; Ama no Murakumo (“Spada
del Paradiso”), arma leggendaria della mitologia shintoista.
9. Elisir
Nei miti e nelle leggende, gli
elisir sono sostanze magiche spesso associate all’immortalità o alla
guarigione.
Alcuni esempi includono l’Elisir
di Lunga Vita della tradizione cinese, il nettare e l’ambrosia del pantheon
greco-romano, l’idromele del pantheon norreno e l’Amrita,
ovvero l’acqua indiana della vita eterna.
La ricerca dell’elisir riflette
il desiderio universale di trascendere la finitezza della natura umana, per
salire di livello e diventare paragonabili alle divinità.
10. Martello
magico
Parlando di martelli incantati,
il primo oggetto magico che viene in mente al pubblico occidentale è, senza
dubbio, l’arma di Thor. Anche se molto famoso, però, non è certo l’unico a
meritarsi la nostra attenzione: dobbiamo infatti
citare anche “Uchide no kozuchi”,
un martello magico di legno (a volte rappresentato come un maglio) del folklore
giapponese.
Secondo la leggenda, quando si
agita l’Uchide no kozuchi si può trasformare qualsiasi desiderio in realtà.
È uno degli attributi della divinità Daikokuten,
ma appartiene anche alle leggende che hanno come protagonisti gli oni
e alla fiaba popolare di Issun-bōshi.
Se ti interessa il Giappone,
leggi l’articolo “Cerchi
un bel libro sul Giappone? Leggi qua!”.
Articolo scritto in collaborazione con
Ivana Vele Poletti
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