“Tutti sanno che inizialmente Parigi era chiusa
nell'isola (Île de la Cité).
Fin dalle sue origini, dunque, fu una città di naviganti. Poiché era situata su
un fiume di grande scorrimento, prese come simbolo una barca, e come divinità
protettrice Iside, dea della navigazione; la barca era dunque effettivamente
quella di Iside, simbolo della dea.”
(Court De Gebelin,
Monde Primitif analysé et comparé avec le Monde Moderne,
Parigi 1773)
Nell'estate del 1460, il monaco Leonardo da
Pistoia entrava a Firenze per recarsi dal suo mentore Cosimo de' Medici,
signore della città. Leonardo girava per l'Europa alla ricerca di manoscritti
rari e antichi da comprare per il suo signore, in particolare ne cercava alcuni rarissimi perché censurati da oltre 1000 anni
dalla Chiesa.
Cosimo de’ Medici era convinto che, da qualche
parte, i testi fossero stati salvati dalla furia della Chiesa e Leonardo era
incaricato di trovarli a qualsiasi costo. E questa volta il monaco aveva
trovato quello che il suo signore cercava da tempo.
Testi sfuggiti alla censura
Tornava con una raccolta di scritti che
riportavano la sapienza di Toth, dio della saggezza
presso gli Egizi, noto ai Greci come Ermete Trismegisto.
Erano testi “ermetici”, scritti
ad Alessandria durante i primi tre secoli dell'era cristiana, praticamente
nello stesso luogo e medesimo periodo in cui furono scritti i testi
“gnostici” di Nag Hammadi.
Per capire quanto fosse stretto il legame tra le
due raccolte, pensiamo che una parte, un documento noto come Asclepio, si trovava in ambedue gli scritti. Nel 391 d.C. il vescovo
di Alessandria fece bruciare la biblioteca, insieme ai pagani che vi si
trovavano dentro. Si tratta di persecuzioni che continuarono nel tempo, con lo
scopo preciso di eliminare qualsiasi tradizione, (anche cristiana come i
catari) che non fosse completamente allineata con i codici stabiliti dalla Chiesa
cattolica. Tra le altre accademie chiuse e ostracizzate dalla Chiesa nel 529
d.C. ci fu anche quella platonica di Atene con le sue diramazioni in Sicilia, a
Roma e Alessandria.
Scritti pericolosi
Ricordiamo che gli scritti di Nag Hammadi furono riscoperti nel
1945. Ora, cosa avevano di così pericoloso questi scritti ermetici, gnostici e
platonici? Per dirla con Platone
Soma
Sema,
ovvero: “Il corpo è una tomba.” Un concetto che appare simile in tutte e
tre le scritture.
In Platone, il Demiurgo non è nient'altro che l'artigiano
che fabbrica le forme terrene a immagine di quelle divine: quindi solo copie
imperfette e corrotte.
Da qui si evince che il Demiurgo era il creatore
del mondo materiale, ma non era dio, era un semplice esecutore. Nelle dottrine
gnostiche ed ermetiche, il corpo materiale è creato da entità “malvagie” che
regnano sulla Terra, mentre la parte spirituale è infusa da dio, la nostra
parte divina che vorrebbe tornare solo spirito. E qui infuria la lotta tra le
due parti, una che vuole che le anime si reincarnino qui per non perdere il
loro potere, l'altra che cerca di riportarle nel mondo dello spirito, in un mitico
paradiso. Questa differenza su come intendere la vita, e l'eventuale trapasso,
è stata causa di secoli di persecuzioni e stragi.
Cagliostro e fra chiacchiere e realtà
Questo breve riassunto del retroterra storico ci
porta ai tempi di Cagliostro, tempi in cui la magia
dell'Egitto e delle sue tradizioni esoteriche era il substrato della società
aristocratica dell'epoca, ma non solo. Il rispetto del popolo per alcuni luoghi
di culto pagano, per le rovine di antichi templi, addirittura per frammenti di
statue conservate gelosamente, costrinse i sacerdoti cristiani a costruire le
loro chiese su luoghi in cui erano sorti edifici pagani.
Per alcuni secoli, per attirare il popolo, si
discusse se divinità minori potessero essere assimilate a spiriti elementali,
in maniera che si potesse continuarne l'adorazione senza conseguenze. Sappiamo
che nel XI secolo le mogli dei battellieri ancora pregavano Iside, la cui effige era
esposta in S.
Germain Des Prés fino a
quando l'arcivescovo di Parigi la fece distruggere e gettare nella Senna.
Ecco che in questa società, intrisa di
misticismo ermetico-gnostico e di simbolismo massonico, irrompe anche il conte di Saint
Germain. Come sempre, le testimonianze sono discordi e si tratta di una
figura evanescente e molto misteriosa. Alcuni lo considerano
un ciarlatano, altri una delle figure più intriganti ed enigmatiche
dell'occultismo e dell'alchimia. Se ti interessano questi temi, leggi anche gli
articoli “5
occultisti famosi da scoprire” e “Alchimia:
cos’è? Storia e curiosità”.
Uomo di grande cultura e disponibilità
finanziarie, il conte Saint Germain suonava e cantava divinamente ed era a
conoscenza di fatti accaduti in diversi passati, semplicemente perché li aveva
visti personalmente, almeno così diceva. Tra i numerosi aneddoti si racconta
che Giacomo Casanova, trovandosi a Venezia in missione diplomatica insieme a lui, lo descriveva come un uomo straordinario, che conosce
i segreti della medicina universale e che padroneggia le forze della natura.
Conosceva l'arte della pulitura dei diamanti,
come dimostrato allo stesso re di Francia, tanto che dopo la sua dimostrazione il re gli mise a disposizione un intero
laboratorio completamente attrezzato. Molti affermavano che fosse solo un
imbroglione, ma i suoi esperimenti nel tingere la seta e il cuoio di qualsiasi
colore ebbero successo, come riferisce il ministro Olandese Coblenz.
Lo stesso vale per la vendita del suo elisir, lo
stesso, così diceva, che gli aveva permesso di attraversare i secoli così a
lungo e in salute.
Saint Germain e Cagliostro si incontrarono in
Germania, più precisamente nello Schleswig-Holstein,
dove Cagliostro ne divenne discepolo e fu elevato al titolo di mistico.
Da Saint Germain ebbe modo di vedere il famoso
specchio che evocava le anime, prodigio in cui Luigi XV poté
vedere il destino dei suoi figli, in particolare la morte del Delfino che
veniva decapitato. Lo studio e l'applicazione dei principi alchemici alla
medicina lo resero famoso guaritore in tutta l'Europa
che contava a quei tempi.
Come avviene da sempre, i luminari del tempo
cercavano in ogni modo di screditarlo. La frequentazione dell'alta società
nobiliare lo mise a contatto con la massoneria, che sotto la parvenza di
cristianità operava attraverso riti pagani vecchi di millenni. A quel punto,
famoso e introdotto, Cagliostro decise di creare una propria loggia massonica
di rito egizio. A questo proposito, recupera l’articolo “Cosa
significa esoterismo? Scopriamo il vero significato”.
Riti segreti
Tra i numerosi prodigi che Cagliostro operava
nelle riunioni della propria loggia c'era la divinazione,
chiamata “La chiaroveggenza delle Pupille”. Come possiamo constatare nei
verbali del processo a Cagliostro da parte dell'autorità ecclesiastica, il S.
Uffizio se ne preoccupava molto, tanto più che risultava evidente dalle
testimonianze che i fatti riportati erano genuini e che non era possibile
spiegarli se non ricorrendo alla solita presenza demoniaca, impossibile da
confutare se invocata dai funzionari ecclesiastici.
La divinazione avveniva attraverso le pupille o
colombe, come venivano chiamati i fanciulli tra i sei
e gli otto anni, che venivano interrogati da chi voleva delle visioni future, o
voleva parlare con i propri cari defunti. Nello stesso processo si ricordò che
il Duca di Orleans
portò a sorpresa un fanciullo, sospettando che Cagliostro addestrasse i suoi
pupilli, ma quando il piccolo rispose alle sue domande rimase esterrefatto,
tanto da considerarlo un uomo soprannaturale. Il tribunale interrogò la moglie
di Cagliostro, colei che l'aveva denunciato, in qualità di
testimone chiedendole come facesse. Lei ripose dicendo:
“Che
avendo fatto a volte in Loggia travagliare anche me, mi ha detto più volte che
ero troppo timida, e non bastantemente forte perché me ne comunicasse il
segreto, dal che, arguii, che ci fosse qualche diavolo”.
Ovviamente bastò nominare il diavolo e tutto era
risolto.
La verità dunque è questa: fenomeni così genuini,
indiscutibili e meravigliosi che Lorenza, la moglie accusatrice, per
spiegarseli doveva supporre una preventiva istruzione di
pupilli e colombe alla quale lei comunque non aveva assistito, oppure
sospettare ed arguire l’intervento del solito provvidenziale demonio,
onnipotente come e quanto Iddio, e sempre così caritatevole da trarre
dall’imbarazzo i buoni cristiani.
La fine di Cagliostro
Prima di essere processato a Roma, Cagliostro
per un certo periodo esercitò la professione medica a Rovereto, dove abbiamo
centinaia di testimonianze di persone guarite da Cagliostro con metodi
naturali, forse imparati da S. Germain.
Arrivava gente da ogni dove
creando grande malumore tra i medici, fino a quando intervenne l'Inquisizione. Cagliostro
morì nella rocca di S.
Leo nel Montefeltro, nella cella del pozzetto dopo quattro anni di torture.
Rimane tutt’ora un mistero il luogo della sua sepoltura.
Oggi come allora e come nella notte dei tempi, chi
regola la vita e la morte è sempre l'Inquisizione, quale che sia la forma che
assume a seconda dei tempi e delle necessità.
Fiori in mano,
magia dei sognatori:
occhi nel mondo.
Tutto come allora,
ciò che sepolto vive.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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