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Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 26 giugno 2023

Interagire con i sogni: pericoli e magie



La battaglia degli alberi

La Battaglia di Achren è conflitto tra Arawn, re di Annwm, e i fratelli Gwydion e Amathaon, figli di Dôn, capitribù dei Túatha Danann. Ognuno dei due eserciti aveva con sé il proprio Druido che non poteva essere sconfitto, un uomo per il re, e una donna chiamata Achren per l'esercito dei due figli del capotribù.

L'unico modo per vincere quello scontro decisivo era scoprire il nome del mago. Mentre la battaglia infuriava sul campo e nei mondi altri si combattevano i maghi, i Bardi, depositari della millenaria sapienza delle loro stirpi, si fronteggiavano a colpi “Englyn”. Il primo di loro che fosse riuscito a scoprire il nome del mago avversario avrebbe deciso le sorti dell'epico scontro.

E Gwydion, il Bardo supremo dei “Túatha Danann”, cantò:

 

Zoccolo saldo ha il mio destriero spinto dallo sperone;
le alte cime dell’ontano sono sul tuo scudo;
Bran è il tuo nome, dai rami splendenti.

Zoccolo saldo ha il mio destriero il giorno della battaglia;

e alte cime dell’ontano sono nella tua mano;
Bran tu sei, dal ramo che porti –
Amathaon il Buono ha prevalso.

 

Da “La Dea Bianca” di Robert Graves


La storia dello svelamento del nome di Bran (corvo/ontano) è ben noto. Nei tempi antichi una volta scoperto il nome segreto di un dio, i nemici del suo popolo potevano avvalersene per compiere magie a suo danno. Presso i Romani vi era un rito apposito, “il rito Elicio”, che serviva per scoprire il nome degli dei dei popoli avversari ed attirarli a Roma. A Tiro incatenavano le statue degli dei affinché nessuno potesse portarle via attraverso pratiche magiche.

 

Il sognare: rito antico, ma anche luogo di aspri scontri

Diceva “Don Juan”, che gli antichi stregoni erano diventati grandi esperti nel manipolare il punto di unione e noi sappiamo che agire sulla posizione del punto d'unione significa spostarsi lungo le infinite linee energetiche che ci circondano. Se ancora non l’hai fatto, ti consiglio di leggere l’articolo “Il potere della percezione”, in modo da capire di cosa stiamo parlando. Questa manipolazione è possibile grazie ai contatti con gli esseri inorganici che popolano i sogni.

Cercare di interagire con i propri sogni, quindi, non pare essere così innocuo. Infatti, lo stregone Yaqui di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti proseguì la spiegazione affermando che le voci di sottofondo, quando cerchi di indirizzare il tuo sogno, quelle che ti invitano a concentrarti su particolarità precise del sogno, appartengono a esseri inorganici. Secondo lo stregone la cosa migliore da fare è comportarsi come non esistessero, proseguendo con il proprio sogno.

Ma come accorgersi di queste interferenze se si sta dormendo? Se durante le nostre scorribande oniriche veniamo sviati verso un particolare e così usciamo dal nostro sogno per entrare in un altro; cambiando completamente l'atmosfera e ritrovandoci così in una dimensione sconosciuta, se non altro perché non creata da noi, allora vuol dire che abbiamo avuto un incontro con degli esseri inorganici. Non sono necessariamente nemici, a volte sono guide, ma Don Juan diceva di non fidarsi, in quanto sono esseri antitetici a noi: “Io amo la libertà, loro la schiavitù. Loro amano comprare, io non ho nulla da vendere”.

Per comprendere questa affermazione dobbiamo tornare sul concetto di concretezza e astrazione, le due correnti della stregoneria; abbiamo parlato di questo argomento nell’articolo “La magia dei sogni”.

Il nostro stregone era per l'astrazione, la magia come conoscenza, senza secondi fini a scapito altrui. Siccome la concretezza è “un quid pro quo”, anche avere una guida dagli esseri inorganici significava sottoporsi ad uno scambio, ma lui non aveva nulla da vendere.

Questo tipo di conoscenza, tramandata dagli antichi oralmente ai discepoli, fondava le sue radici nella notte dei tempi: diecimila anni e più, fino a quando questi antichi dominarono la Terra da settemila anni or sono fino a tremila anni fa, quando persero il loro dominio. Da allora stanno cercando di ristrutturare ciò che rimane dell'antica sapienza.

La presenza di conoscenze antiche e di entità che ancora tentano di salvare gli umani con una sapienza superiore è una delle fonti d’ispirazione alla base della serie fantascientifica Stargarden Universe. In questo progetto indipendente e tutto italiano si sviluppa il culto degli Ancestrali, entità aliene che grazie a una pioggia di starflower con proprietà di vario tipo hanno permesso alla Terra di rinascere come Gaia. Tuttavia… l’umanità non è molto brava a gestire certi doni.


Scopri cosa succede nel primo romanzo della serie, “Dark Ghost, disponibile in versione eBook (anche Kindle Unlimited) e in versione cartacea illustrata.

Per avere un’anteprima visuale del worldbuilding, dell’atmosfera e dei personaggi, non ti resta che seguire l’account Instagram di Stargarden Universe: https://www.instagram.com/stargardenuniverse_/


ADELA da Nuova Eden, personaggio di "Dark Ghost"



Tuttavia, al contrario di quanto affermato sopra a proposito delle conoscenze tramandate dagli antichi, lo stregone affermava di parlare per conoscenza diretta, infatti raccontò la storia del “Nagual Sebastian” uno stregone del suo stesso lignaggio.

 

La storia del Nagual Sebastian

Ricordò che Sebastian all'inizio del diciottesimo secolo faceva il sagrestano in una chiesa di Città del Messico. Lo stregone Yaqui affermava che finché nessuno sa delle loro attività, la mancanza di scelte ideologiche li rende lavoratori molto affidabili. Un giorno un vecchio Indio si presentò alla sua chiesa, gli sembrò molto malato e con voce fioca gli chiese aiuto. Sulle prime pensò che cercasse il parroco, ma l'Indio con molta fatica gli spiegò che cercava proprio lui. In modo schietto e diretto gli disse che sapeva che non solo era uno stregone, ma addirittura un Nagual.

Sebastian, allarmato che qualcuno potesse scoprirlo, invitò l'Indio a chiedergli scusa e ad andarsene. L'uomo gli rispose che non era venuto per scusarsi, ma perché aveva bisogno di un intervento specialistico che solo lui, in qualità di Nagual, poteva dargli. Aveva bisogno della sua energia per sopravvivere, gli disse che viveva da alcune migliaia di anni, ma che ora se non l'avesse aiutato sarebbe morto. Gli spiegò che i Nagual come lui, con la loro disciplina, incamerano energia e che lui l'avrebbe estratta dal centro energetico nell'ombelico. In cambio, in segno di riconoscenza, avrebbe dato a Sebastian e alla sua cerchia di Nagual un dono di potere.  

Allo stregone sagrestano non piaceva l'idea di essere manipolato dal vecchio Indio, ma questi non gli lasciò alternativa. Il vecchio non stava affatto esagerando, si trattava infatti di uno stregone dei tempi antichi, di quelli conosciuti come gli “Sfidanti della Morte”. Era riuscito a sopravvivere fino ai tempi nostri manipolando il punto d'unione, in modi noti solo alla loro ristretta cerchia. Col tempo, l'antico stregone divenne noto come “l'inquilino”, infatti, in tutti gli anni che ci separano da quell'evento, tutti coloro che parteciparono a quello scambio energetico lo portano dentro di sé.

Qualcuno gli domandò: «Come sai che diceva la verità?»

Don Juan scosse il capo, stupito se non proprio schifato. «Quando ti trovi in presenza dell'inconcepibile ignoto, là fuori,» disse, indicando tutto ciò che lo circondava «non perdi tempo con meschine bugie; quelle sono soltanto per chi non ha mai visto ciò che li attende nell'aldilà.»

«Che ci attende laggiù, don Juan?»

La sua risposta, una frase in apparenza innocua, spaventò più che se avesse descritto una cosa orripilante.

«Qualcosa di supremamente impersonale» dichiarò.

Da “Gli insegnamenti di Don Juan” di Carlos Castaneda.

 

Visto cosa potrebbe attenderci proseguendo il nostro percorso nella magia dei sogni, forse sarebbe il caso di prenderla con molta calma, e di trovare un maestro che ci guidi lungo gli ignoti sentieri del mondo altro.


E se incontrassimo una Kitsune?

Ogni comunità, dalle più grandi alle più piccole, vive nelle proprie credenze, ma sicuramente nel Giappone Shintoista e poi Shinto/Buddista, le divinità, dalla dea del sole Amaterasu progenitrice degli imperatori del Giappone, all'ultimo spiritello che sorveglia una pozza d'acqua sorgiva, la quantità di Kami è incalcolabile.

Tra questi è famosa la Kitsune, una volpe che può trasformarsi in essere umano, ma generalmente una donna, una bellissima donna.

Ovviamente, essendo il Giappone una società maschile, l'obiettivo principale della Kitsune era la seduzione dell'uomo, possibilmente ricco e di potere. La caratteristica di queste volpi era la coda, ogni cento anni ne cresceva una, e l'azzurro intenso degli occhi. Abbiamo leggende di Kitsune anche con nove code. A ogni nuova coda diventa più intelligente e più potente, i suoi poteri magici si accrescono fino a riuscire a passare dallo stato spirituale a quello umano senza mediazione.



Quale sarà questa mediazione? Il sogno, naturalmente. La Kitsune è in grado di possedere le persone indirizzandone i sogni ed entrando attraverso le unghie. Quando raggiunge le nove code è al massimo della sua potenza ed è riconoscibile dal pelo bianco oppure dorato. La Kitsune può essere amichevole o malvagia, fino a quando non si palesa non potrai mai saperlo. L'unica certezza è che ha un suo scopo e tu servi a raggiungerlo!

A volte si riesce a scoprirle, nella forma umana, perché l'acqua ne riflette la vera forma, oppure per la lunga e soffice coda che sbuca dal Kimono.

Questa è un'altra creatura che potremmo incontrare nei nostri sogni e, proseguendo nel nostro viaggio, troveremo un universo molto popolato.

Se ti piacciono anche il Giappone e gli yokai… sei nel posto giusto, perché il Magical Magazine ha già trattato anche questo argomento! Puoi iniziare il tuo viaggio spettrale giapponese con l’articolo “Demoni giapponesi: nomi delle 4 tipologie principali da conoscere”. Inoltre, se seguirai Stargarden Universe, troverai una Kitsune molto agguerrita nel secondo romanzo della serie: “Dark Blossom”.


Ma dove potranno mai portarci i sogni?

I sogni possono portarci ovunque, con o senza la nostra coscienza. Ma, per poter portare con noi la consapevolezza e il peso del nostro corpo, dobbiamo essere una cosa sola con il corpo energetico. 

La consapevolezza è uno sconfinato territorio inesplorato, sia per gli stregoni che per noi uomini in generale. Per gli stregoni che vedono davvero, la consapevolezza è energia, un elemento luminoso da seguire attaccandoci il proprio corpo energetico per seguire le linee infinite dell'universo. 

La via della stregoneria fondamentalmente è composta da tre principi. Il primo consiste nel liberare l'energia che c'è in noi, collegata con l'universo che ci circonda. Il secondo è utilizzare questa energia per sviluppare il corpo energetico per mezzo del sognare. Il terzo è usare la consapevolezza come elemento per entrare con il corpo energetico e la nostra massa fisica nel mondo altro. Questo può accadere in due modi. O trasportati dove capita dalla consapevolezza, con tutti i pericoli degli incontri che si possono fare. Oppure decidendo in piena coscienza usando la consapevolezza per decidere dove il nostro sogno ci deve portare. Anche qui con i rischi connessi; spezzare i limiti del mondo normale per entrare nei mondi altri e qui usarne l'energia per superare le lusinghe degli esseri inorganici che ci attendono. 

Forse un giorno basterà attraversare un buco nero per trovarsi chissà dove, magari dove tutto è iniziato. 



 

Sogni profondi,

due anime azzurre:

morbide code.

 

Ciò che guardi non senti,

vedere è sentire.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

 

 

 

lunedì 19 giugno 2023

Multiverso, rappresentazione e stregoneria

 



Tutti gli dei, gli inferni e i paradisi sono dentro di te


Ma sarà vero?

Per comprendere meglio questo articolo è caldamente consigliata la lettura del primo contenuto di questa serie, "Il potere della percezione".



“Il crepuscolo è la fenditura
tra i mondi” disse Don Juan
“È la porta dell’ignoto.”

L'isola del Tonal di C. Castaneda

 

Vediamo di capire l'ambiente in cui ci troviamo mentre ci concentriamo con leggerezza a confezionare i sogni che vogliamo fare, a dare loro lo svolgimento che più soddisfa la nostra fantasia, iniziandoli e terminandoli a nostro piacimento e non solo, a riprenderli la notte seguente se non siamo riusciti a terminarli.

Vivendo dentro un universo del tutto sconosciuto, ne costruiamo all'interno il nostro universo condiviso con gli altri. In altre parole viviamo all'interno di un multiverso di energia al quale siamo collegati tramite “il punto di unione”, per usare la terminologia di “Don Juan” lo stregone yaqui:

“Il Tonal rappresenta il nostro universo, quello che utilizziamo, in cui viviamo, ognuno con le proprie credenze, i modi fare, di parlare, di comunicare, di vivere; il Nagual è il tutto, lo sconosciuto a cui siamo connessi tramite il punto d'unione.”

Oppure secondo Edward Harrison, (professore di Fisica e Astronomia all’Università del Massachusetts USA):

“Ogni universo fiorisce nella sua epoca come una struttura organica del pensiero, autonoma e tale da apparire degna di rispetto, ma ha come destino quello di essere negato, superato da un’altra e più ampia struttura”.



Il contatto con la natura

Nel passato che si perde nella notte dei tempi (e potrebbe non essere il primo passato, ma uno dei nostri passati) avevamo un contatto stretto con la natura e di conseguenza con l'energia che ci circonda mentre oggi, con l'evoluzione della cosiddetta civiltà, ce ne siamo sempre più allontanati.

Notiamo le conseguenze di questo allontanamento dalla natura sia dal punto di vista prettamente fisico che dal punto di vista culturale.

Una dimostrazione è la perdita evidente di capacità mentali oggi considerate “mitiche”, come la telepatia. Fenomeni analoghi apparentemente scomparsi sono però oggetto di studio e sviluppo in ambito militare. Un esempio per tutti, ma certamente solo uno dei tanti, è il progetto MK ultra.

Culturalmente, questo impoverimento ci spinge a delegare ad altri tutto quello che dobbiamo o no considerare come nostre sensazioni, quello che si deve o non si deve provare.

Temi affini a quelli presentati in questo articolo sono alla base della saga cybernature italiana Stargarden Universe

Il cybernature è proprio una corrente fantascientifica che analizza il rapporto fra uomo, tecnologia, natura e spiritualità. In particolare in "Dark Ghost", romanzo di apertura della serie, si introducono i concetti di "connessione" e di "vera connessione".



Le rappresentazioni cosmogoniche

L'universo che continua a circondarci, da allora a oggi, ci rimane sempre sconosciuto. Pensiamo all'evoluzione della conoscenza delle varie rappresentazioni cosmogoniche che dalle prime descrizioni del cielo ad oggi ci siamo costruiti.

Siamo passati da quelle “magiche” primitive a quelle “mitiche” mesopotamiche ed egizie, che a quegli insegnamenti si rifacevano, ma trasformandoli in miti. Dall'universo di “Ahura Mazdā a quello Pitagorico e Aristotelico per poi arrivare a Newton, alla relatività, al Big Bang, all'universo quantistico... con il quale siamo tornati al multiverso.

Parafrasando K.Popper possiamo dire che:

“la scienza umana non potrà mai cogliere l’essenza ultima delle cose e l’uomo potrà dunque solo, di epoca in epoca, “creare” una propria visione, coerente con le conoscenze possedute e in armonia con il suo modo di vivere, che sarà poi inevitabilmente “falsificata” da una visione successiva”.

Perciò, in questa parte infinitesimale di eternità in cui viviamo, la particella di verità che potremo mai conoscere è così irrilevante che potremmo affermare senza tema di smentita che: la differenza tra un sapiente (o che crede di essere tale) e noi comuni mortali, di fronte al tutto che ci circonda, è assolutamente priva di rilievo.

Nonostante ciò, possiamo introdurre un ulteriore approfondimento ponendoci una domanda di non secondaria importanza, che porta a nuovi e più complessi interrogativi:

·      Che cosa determina il progetto di un certo universo?

·      È l’universo stesso, oppure Dio, o il caso, o la mente dell’uomo?

Le domande potrebbero proseguire.

La risposta può essere la seguente: l’universo e Dio sono sconosciuti, sono entrambi inconcepibili e omni-inclusivi.

La stessa formulazione di una “concezione dell’universo” è determinata dalla visione del mondo che l’uomo ha, o più precisamente che il suo apparato cognitivo gli permette di avere.

Sono dunque elementi fondamentali e costitutivi nello sviluppo di una cosmologia, e della scienza tutta più in generale, il funzionamento del cervello e il suo rapporto con la mente, il rapporto mente-corpo, la coscienza dell’uomo e tutta la sfera privata delle emozioni, dei sentimenti e... dei sogni.

Si possono seguire due sentieri. Uno è quello delle società e dei relativi universi; l’altro è quello degli individui con i loro.

Ogni universo raccoglie un ammasso di visioni del mondo individuali in una unità sociale. La prospettiva finale è che, nonostante l’universo e tutta la realtà siano a noi celate per sempre, non si può comunque giungere a dubitare della realtà, perché altrimenti dovremmo dubitare della nostra stessa realtà, in quanto parte della realtà non svelata.

Dunque il Tonal nominato all’inizo non è altro che l'insieme degli universi che ognuno di noi crea.

Mentre giochiamo a padel, nell'impianto accanto una power-lifter stacca 200kg x 6 x 6 set, nel frattempo nel Karakoram un gruppo di alpinisti scala il K2. Sono tante isole nate e proseguite nella tradizione, creando le radici etnico-culturali che ci contraddistinguono. Sono tante isole che interagiscono tra loro, ma ognuna con le proprie particolarità, all'interno delle quali altrettanti mondi paralleli condividono le loro individualità.

Il Nagual, sempre nominato a inizio articolo, essendo sconosciuto, non può essere spiegato con la nostra logica, con un linguaggio comune e nemmeno con le sensazioni, poiché la descrizione di ciò che potremmo provare immersi nell'energia del Nagual è diversa da persona a persona.

Possiamo azzardare che il Nagual è tutta l'energia che ci circonda e che ci pervade ma, mentre il Tonal è un universo in continua evoluzione che creiamo ogni giorno, il Nagual è il tutto in cui siamo inseriti e che oggi non “vediamo” più.

Per ricordare le definizioni di un grande scrittore italiano, Alan (Sergio) Altieri, possiamo considerare i quattro elementi principali: acqua, fuoco, terra, aria come gli elementi costituenti il nostro mondo, cioè il Tonal. Il tutto è contenuto nel quinto elemento, cioè il vuoto: identificabile come Nagual.

Con la differenza, sostanziale, che in questo caso il vuoto è composto da energia che tutto pervade e contiene.




 

Ma riuscire ad entrare in questo mondo invisibile è pericoloso?

I primi veri sogni potrebbero essere innocui, forse. Nei canoni magici tradizionali, dopo aver imparato a indirizzare i sogni, si passa alle fasi successive, quelle in cui si viene a contatto con la vera e propria stregoneria.

Vediamole!

Il corteo delle signore della notte

Dovremo immaginare di volare insieme ad altre persone su di una scopa oppure, se già si è presentato a noi, sul nostro famiglio animale. Un corteo nel cielo notturno fino a scendere nei pressi di una abitazione, qui si banchetterà, si ballerà, fino a quando il capo del corteo benedirà gli abitanti della casa con la luce della sua bacchetta magica e guiderà la processione verso un'altra abitazione.

 

Il sabba

immaginiamo una radura circondata dalla foresta nel buio della notte. Una moltitudine di persone completamente nude che ballano attorno a un falò. Ognuno con una candela in mano e il proprio famiglio accanto. Si mangerà, si berrà e si ballerà fino alla frenesia orgiastica in onore del famiglio deifico.

Al canto del gallo ognuno tornerà nel proprio mondo.

 

L'altro mondo o regno delle fate

Questa volta entreremo nel mitico mondo delle fate, in una collina completamente cava, scenderemo al suo interno sospesi nell'aria, sempre più giù sino a quando, dopo un cancello, entreremo nella sala reale. Sul trono il re e la regina delle fate attorno a noi tutti danzano.

 

La caccia selvaggia o processione dei morti

Una processione di penitenti con la fiaccola in mano, vestiti con un saio, altri a cavallo incappucciati con il capo chino, seguono un cocchio riempito di pietre preziose; alla guida c’è una figura alta e corpulenta. Si tratta del cacciatore selvaggio che porta con sé un massiccio bastone.

Tutti procedono nel pieno della notte dalla foresta verso la città. A volte levitando nell'aria. Nella processione ci sono anche personaggi che sappiamo morti, immaginiamo di camminare con loro vestiti con il nostro saio, incappucciati e con la fiaccola in mano, il capo chino.

Questi quattro passaggi potrebbero portare allo scoperto il nostro famiglio animale.

In aggiunta, ci sono altri due passaggi.

·      Le battaglie dello spirito, che come dice il nome sono veri e propri scontri con altri stregoni.

·      Il sogno condiviso, con altri membri della congrega a cui ci siamo uniti.

 

Nel nostro prossimo incontro vedremo anche cosa ne pensa il nostro stregone Yaqui.

 

Bianche o nere,

solo anime perse:

un volto solo.

 

Aurora sfuma volti,

la notte li porta via.

 

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

lunedì 12 giugno 2023

La magia dei sogni




Ciò che importa è sapere perché tu lo voglia fare

Imparare a sognare per viaggiare in un mondo altro non è per tutti, anche per coloro che possiedono determinate qualità, degli stregoni in potenza, che sono naturalmente collegati all'energia del multiverso. Ma attraverso la guida costante del maestro, l'applicazione e la disciplina, è possibile assecondare ed eseguire nel sonno lo spostamento sistematico del punto d'incontro. E, come abbiamo visto nel precedente articolo intitolato “Il potere della percezione”, lo spostamento del collegamento energetico implica una diversa posizione dentro i filamenti che costituiscono i mondi altri che ci circondano e in cui siamo inseriti.

 

Imparare a sognare, dunque, equivale a volare sia nel mondo che in apparenza conosciamo dalla nostra nascita sia nei mondi altri.


Come gestire i sogni

Generalmente ci sono due modi di trasmettere concetti, metodi o visioni che riguardano la stregoneria. Questo semplicemente perché non ne esistono di direttamente comprensibili e assimilabili.

 

Uno è completamente astratto, usando terminologie e linguaggi prettamente adatti alla pratica magica.

 

L'altro è attraverso l'uso di metafore, ma descrivere anche metaforicamente la prodigiosità di fenomeni visivi completamente, a noi, sconosciuti, risulta di difficile comprensione. Soprattutto per una mentalità razionale, forgiata da un Aristotelismo militante, che caratterizza la società occidentale.

 

I sogni vanno organizzati. Ma come è possibile organizzare e quindi prevedere cosa sogneremo? Certo è possibile, si tratta di una sorta di allenamento, non è diverso da tutti gli altri tipi di controllo che effettuiamo ogni giorno sulla nostra vita. Gli stregoni lo attuano ogni volta che lo vogliono o che ne hanno bisogno e questo da sempre. Leggiamo in una lettera indirizzata ai vescovi da Reginone di Prum, il Canon Episcopi, nel 906:

«certe donne depravate, rivolte a Satana, e sviate da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte alcune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani (o di Erodiade), e di una innumerevole moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi grazie al silenzio della notte profonda e di ubbidire a lei come loro signora e di essere chiamate certe notti al suo servizio. Volesse il Cielo che soltanto loro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima! Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e cadono nell’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dei o divinità, oltre all’unico Dio. Perciò, nelle chiese a loro assegnate, i preti devono predicare con grande diligenza al popolo di Dio affinché si sappia che queste cose sono completamente false e che tali fantasie sono evocate nella mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio. Infatti […] durante le ore del sonno inganna la mente che tiene prigioniera, alternando visioni liete a visioni tristi, persone note a persone ignote, e conducendole attraverso cammini mai praticati; e benché la donna infedele esperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella mente ma nel corpo».

 

Si tratta dunque di esercitare un controllo pratico, rigoroso, sulle situazioni che mano a mano si susseguono nel sogno.

 

Organizzare un sogno significa essenzialmente adoperarsi affinché non esca dal solco pre-definito, per scivolare in qualcosa di imprevisto. Controllarne la visione e non lasciare che prenda altre vie fino a quando non lo si è deciso.


 

Consigli pratici su come controllare i sogni

Dunque, come fare? Essenzialmente cominciando con cose molto semplici, per esempio concentrando la mente ancora sveglia su qualcosa di conosciuto: le proprie mani, oppure il cane, o un oggetto acquisito con molto sacrificio. Lo scopo è di portare questa visione nel sonno avendone però consapevolezza e cercando quindi di mantenerne lo sviluppo sotto controllo per il maggiore tempo possibile.

Ma, c'è sempre un ma, tutto ciò va fatto con leggerezza! Parlare di come sognare, darne spiegazioni è sempre ponderoso... sognare deve essere leggero! L'impegno deve essere preso con allegria, come se fosse una scampagnata nelle cose che vorremmo fare, come se non avessimo altri pensieri al mondo se non sognare in leggerezza e allegria.

Questa è una condizione per poter “sognare” oltre i comuni sogni, come il “vedere” ti consente di essere partecipe del mondo altro che ci circonda.

Possiamo definire il percorso verso il sognare come una progressione, un'idea fantasiosa ai margini della nostra ragionevolezza che poi si trasforma in una mera curiosità, lontana però da qualcosa che si possa veramente realizzare. Poi, con la perseveranza e la pratica comincia a trasformarsi, dapprima come un sentire diverso, quasi scollegato dalla realtà tangibile che sperimentiamo ogni giorno. Mano a mano che ne prendiamo consapevolezza e cominciamo a maneggiarne la diversa consistenza, questa sensazione diviene una forma d'essere a sé, sempre più potente nelle sue manifestazioni. Fino a quando spalancando l'infinitezza dei mondi altri (anche qui ci ricorda qualcosa... Doctor Strange) ci pone davanti a limiti imposti solo dalla nostra forza.

Questa sequenza, se così possiamo chiamarla, di passaggi per arrivare a maneggiare questa potente forma di stregoneria ci ricollega all'uso della psicologia e del condizionamento mentale. Ciò può essere applicato sia nella cura di fantomatiche malattie psicologiche o psicosomatiche, sia nella pratica del potenziamento mentale in ambito sportivo, ma soprattutto, nel condizionamento o sviluppo delle capacità di controllo mentale per scopi militari.


La magia dei sogni e come usarla

Possiamo quindi schematizzare le fasi iniziali che potranno portarci, forse un giorno, a padroneggiare la tecnica dei sogni indotti e, forse un giorno, a “sognare con la vista da stregone”.

Invece, tornando alle due correnti della magia nominate prima, possiamo comprendere ora i differenti usi di questa tecnica applicata dalle streghe e dagli stregoni. Uno è l'uso a scopo pratico, condizionato, sia benefico che a servizio, la cosiddetta corrente concreta. L’altro è l'uso esclusivamente libero, solo per il piacere della scoperta e dell'energia di sé nei mondi altri.

L'essenza della stregoneria è tradizionalmente onirica e solo in seguito si è in parte trasformata in raduni fisici (ma probabilmente con figure di secondo piano nella gerarchia magica). Ma la quintessenza del sabba, la sua origine, è e rimane essenzialmente onirica. Rappresenta il mondo degli spiriti, dei morti, del popolo fatato. Non a caso spesso la regina delle fate è anche la patrona delle streghe.

Citando Peter Gray “L'iniziazione in sogno si rivela così la nascita della stregoneria. La nostra origine è incorporata nella terra dei morti e delle fate, nascosta tra le melodiose colline cave”.

Ora vediamo uno schemino di base moderno con cui potremmo avvicinarci a questa pratica:

1. Pensiamo al sogno che vorremmo fare durante la giornata. La pratica del journaling mirato a questo scopo è certamente d’aiuto. Si consiglia la lettura dell’articolo Journaling: cos’è e quali sono le strategie migliori per iniziare”, gli unici strumenti necessari sono una penna e un foglio; è possibile agire anche in via elettronica ma il contatto con gli oggetti stimola aree cerebrali diverse.

2. La sera, prima di addormentarci, ripetiamo l'esercizio, immergendoci totalmente (magari rileggendo gli appunti presi nel diario personale o su un foglio) fino a quando non ci addormentiamo.

3. Al risveglio riportiamo alla mente il sogno e scriviamolo, raccontandocelo ad alta voce. In questo caso è essenziale raccogliere tutti i sogni e gli appunti in un unico diario, in modo da poterlo consultare facilmente. Nell’articolo Come scrivere un diario? Esempi pratici per iniziare subito” è spiegato in modo dettagliato come cominciare a tenere un diario e quali benefici porta.

 

Quando avremo compreso bene la tecnica, ci saremo addormentati senza accorgercene, con il nostro sogno nella mente e nel cuore, saremo così pronti a passare alle fasi successive della nostra via all'apprendistato.

 

Vento nel vuoto,

il mondo negli occhi:

Magici tocchi.

 

La foresta si muove,

il cerchio si chiuderà.


Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN