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lunedì 5 luglio 2021

Demoni giapponesi: nomi delle 4 tipologie principali da conoscere

 


Il Giappone è ricco di creature magiche: alcune sono eteree come fate, altre dispettose come folletti, altre ancora misteriose come spettri.

Ma quali sono i nomi dei demoni giapponesi che non possiamo proprio ignorare se amiamo il Sol Levante? In questo articolo lo scopriremo!

Prima, però, dobbiamo rispondere a un’importante domanda: cosa intendiamo, precisamente, quando parliamo di “demoni giapponesi”?

Comunemente chiamati col nome generico “yokai”, queste creature sono molto diverse dalla visione che abbiamo in Occidente degli esseri demoniaci. Ogni yokai ha il suo carattere, proprio come avviene per gli esseri umani. Perciò alcuni sono buoni, altri cattivi, altri ancora possono essere sia benevoli che malevoli, a seconda del momento. Ci sono demoni che aiutano gli esseri umani in tanti modi utilissimi… perfino scacciando le epidemie, come vedremo!

Ma non indugiamo oltre e iniziamo il nostro viaggio nel folklore nipponico.

 

Demoni giapponesi: ecco i nomi delle 4 tipologie principali 

 

I demoni giapponesi si possono raggruppare in 4 grandi famiglie:

·       yokai propriamente detti;

·       bakemono;

·       oni;

·       yurei.

 

Conosciamoli meglio.

 

1. Yokai 

 

Il nome yokai letteralmente significa “mistero inquietante”.

Sono esseri di carne e sangue, proprio come noi. Si potrebbero definire una terza categoria di esseri viventi, insieme agli esseri umani e agli animali.

Vivono nella nostra stessa dimensione (al contrario dei folletti del folklore occidentale, che di solito abitano imondi paralleli raggiungibili da portali magici), perciò non è raro incontrarli nella vita di tutti i giorni. Possono avere una grandissima varietà di forme e dimensioni: ora vedremo subito qualche esempio analizzando i nomi di 5 yokai molto conosciuti nel Sol Levante.

 

Demoni giapponesi: nomi di yokai celebri 

 

1. Kappa



 


È uno degli yokai più famosi in assoluto. Amatissimo in Giappone come in Occidente, è un personaggio frequente all’interno di manga e videogame. Il suo aspetto ricorda quello di una tartaruga antropomorfa. Sulla sommità della testa ha una conca piena di acqua: se il liquido si spande a terra, perde tutta la sua forza.

Il kappa vive nei pressi di laghi e fiumi. Spesso si comporta in maniera malevola, facendo annegare i malcapitati che gli si avvicinano troppo. Ma a volte può fare amicizia con gli esseri umani, soprattutto a fronte di offerte di cibo (è goloso di cetrioli!).

 

2. Tengu




È un uomo uccello, con ali piumate e carnagione rossa, verde o nera. È caratterizzato da un naso lunghissimo, che a volte può essere un becco di corvo.

I tengu vivono in luoghi isolati di montagna, all’interno di comunità fortemente gerarchizzate. Hanno un’indole malvagia, infatti spesso rapiscono uomini, donne e bambini.

Immagine:

 

3. Rokurokubi

 


È un demone davvero inquietante: di giorno appare come un uomo o una donna comune, ma di notte il collo gli si allunga a dismisura. Spesso questo fenomeno avviene quando è addormentato, senza che lo yokai se ne accorga: può quindi capitare che la sua testa vaghi nella notte spaventando i viandanti, mentre il corpo rimane comodamente sdraiato nel suo letto!

 

4. Zashiki warashi



 

È uno yokai che appare in veste di bambino o bambina di circa 6/7 anni. Indossa un kimono rosso o bianco; se è una femmina ha i capelli lunghi fino alle spalle, se è un maschio li ha tagliati a paggetto.

Protegge la casa e porta prosperità ai membri della famiglia. Però è anche dispettoso: ama rubare piccoli oggetti o disturbare il sonno delle persone. Bisogna fare molta attenzione a non rimproverarlo troppo duramente per queste marachelle, perché potrebbe decidere di andarsene. In questo caso, la famiglia sprofonderebbe nella più cupa sventura.

Se vuoi scoprire il caso (reale!) dell’albergo giapponese infestato dagli zashiki warashi, puoi leggere l’articolo “Esistono le fate della casa?”.

 

5. Amabie

 


È una sirena con lunghi capelli, becco di uccello, corpo ricoperto di scaglie e tre gambe.

Vive tra i flutti, ma esce dall’acqua per profetizzare grandi raccolti, oppure devastanti epidemie. Ha anche la facoltà di guarire gli esseri umani dalle malattie. Per questo motivo, in Giappone è stata utilizzata come simbolo beneaugurante per esorcizzare la paura della pandemia globale.

Se vuoi saperne di più, ti consiglio l’articolo “Demoni giapponesi buoni: “amabie”, la sirena scaccia-epidemie”.

 

2. Bakemono 

 

Il nome bakemono significa letteralmente “cosa che è cambiata”.

Sono creature mutaforma. Nascono con un aspetto, ma poi — dopo svariati anni — ne assumono un altro. Sovente si tratta di comuni animali domestici: in Giappone c’è la credenza che ogni animale possa cambiare forma se riesce a raggiungere un’età ragguardevole.

Nella cultura nipponica, la gerarchia e l’ordine sociale sono valori molto importanti. Tutto ciò che sfida l’assetto prestabilito è visto come una minaccia. Per questo motivo, i bakemono sono spesso considerati pericolosi e malevoli. Ora vediamo i nomi dei più conosciuti.

 

Demoni giapponesi: nomi di bakemono celebri 

 

1. Kitsune

 


È una volpe mutaforma, dotata di una moltitudine di code. Questa particolarità è dovuta a un’antica credenza giapponese: si dice che alcune volpi possano vivere per svariati secoli, e che acquisiscano una nuova coda ogni cento anni.

Le kitsune possono trasformarsi in uomini o donne molto avvenenti. In questa veste amano sedurre i mortali, fino ad arrivare a sposarli e metter su famiglia con loro. Se viene scoperta la loro natura, però, ritornano volpi e spariscono nel bosco.

 

2. Tanuki

 

 


Anche il tanuki è un animale mutaforma, però c’è molto dibattito sul suo aspetto di partenza. Spesso viene identificato con il procione o il tasso, ma in realtà si tratta di un canide chiamato “nittereute”, diffuso nelle foreste del Giappone, della Siberia orientale, della Manciuria e dell'Indocina.

Può creare illusioni e mutare forma mettendosi una foglia di loto sul capo. Non è particolarmente pericoloso, di solito si limita a fare scherzi e dispetti agli esseri umani.

 

3. Neko



 

Neko vuol dire “gatto”. Si dice che un micio possa diventare un bakemono dopo tre soli anni di permanenza nella stessa casa. In questo modo acquisisce il potere di mutare la propria forma. Curiosità: il gatto-bus che si vede nel cartone “Il mio vicino Totoro” potrebbe essere proprio un bakemono.

Oltre ad avere il potere della metamorfosi, questi demoni sono in grado di possedere il corpo degli esseri umani e di manovrare i cadaveri come se fossero burattini.

 

4. Gama


 


Gama significa “rospo”.

I rospi mutati in bakemono acquisiscono dimensioni eccezionali. Riescono a ingoiare animali di grandi dimensioni, come gatti o donnole. Inoltre, rubano le energie vitali degli esseri umani e si impossessano dei loro corpi.

Questi animali, però, a volte assumono tratti positivi. Un pacifico rospo bakemono, di grandi dimensioni e di colore bianco, fu infatti scelto come animale da compagnia da Jurojin, il dio giapponese della longevità.

 

3. Oni 

 


Il nome oni letteralmente significa “spirito ancestrale” o “anima”.

Gli oni sono demoni giapponesi che più si avvicinano al concetto occidentale di “orchi” o “diavoli”. Hanno un aspetto umanoide, con corpi alti e muscolosi, canini aguzzi e corna sul capo. La carnagione può essere blu, gialla, rossa o nera. Si vestono con pelli di tigre e hanno la miracolosa capacità di riattaccarsi le parti del corpo mutilate. Gli oni femmine a volte vengono chiamate “hannya”.

Sono per lo più visti come demoni malvagi, in grado di scagliare fulmini e provocare malattie agli esseri umani. A volte, però, possono anche portare fortuna.

L’oni più famoso dei manga? Senza dubbio Lamù, bellissima aliena proveniente dal Pianeta degli Oni e creata dalla vulcanica mente di Rumiko Takahashi.

Per saperne di più, puoi leggere l’articolo “Oni giapponesi: i personaggi del folklore che hanno ispirato Lamù”.

 

4. Yurei 


 


Yurei letteralmente significa “spirito vago”, “spirito indistinto”.

Si tratta di fantasmi. Le loro sembianze assomigliano a quelle degli spettri occidentali: eteree figure dalla veste bianca, lunghi capelli scarmigliati, fluttuanti nell’aria. Spesso i loro piedi sono assenti o visibili in trasparenza.

Molti manga parlano degli yurei. Rimanendo in tema di Rumiko Takahashi, possiamo citare “Rinne”, il cui protagonista si occupa proprio di liberare la Terra dagli spettri e accompagnarli nell’aldilà.

Ma perché l’anima di questi fantasmi rimane tra noi, anziché reincarnarsi o raggiungere il Nirvana? Perché il loro spirito è legato al mondo terreno da una qualche situazione irrisolta. Può essere il rimpianto per una persona che non si è riuscita ad amare, oppure una vendetta mancata, o ancora un’esperienza mai provata (è tipico, nei manga, incontrare uno yurei morto da adolescente che non ha fatto in tempo a organizzare il suo primo appuntamento romantico). Oppure il rimpianto può essere legato al concetto di “on”, ovvero il “debito morale” verso un’altra persona, valore molto radicato nell’animo dei giapponesi.

 

Demoni giapponesi: nomi di yurei famosi 

 


1. Oyuki

 

È una delle prime yurei a essere stata raffigurata con i tipici tratti spettrali a cui siamo abituati ora: corpo semitrasparente, lunghi capelli spettinati, veste bianca.

“Il fantasma di Oyuki” è il nome di un dipinto creato nel 1750 dall’artista Maruyama Ōkyo. Nell’iscrizione di accompagnamento, Okyo la descrisse come il fantasma di una sua amante morta in giovane età, che spesso gli appariva nel sonno.

 

2. Oiwa


 


Oiwa è la yurei più famosa di tutto il Giappone.

Era una donna cagionevole di salute, odiata dal marito Iemon proprio a causa delle sue frequenti malattie. Un giorno Iemon, avendo deciso di risposarsi, la uccise somministrandole del veleno. Da quel momento, il suo spettro cominciò a perseguitarlo di giorno e di notte. Il momento più celebre di questa macabra storia è quando il viso di Oiwa comparve al marito sulla superficie di una lanterna.

 

3. Okiku 


 


Okiku era una bellissima fanciulla, al servizio del samurai Aoyama.

Aoyama voleva sedurla, ma la ragazza rifiutò tutte le sue proposte. Il samurai, allora, ruppe un piatto e fece ricadere su di lei la colpa. L’avrebbe perdonata solo se lei avesse accettato le sue profferte amorose. Okiku rifiutò e per sfuggirgli si buttò in un pozzo.

Da quel giorno, in veste di yurei, la fanciulla cominciò a perseguitare Aoyama fino a farlo impazzire.

 

“Dark Ghost”: lo spettro giapponese fantascientifico 

 

Il nostro viaggio tra animali mutaforma, eteree fanciulle, orchi e spettri termina qui… ma ci sono molte altre letture, per chi vuole addentrarsi ancora di più in questo mondo misterioso.

Se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento, ti consiglio l’ottimo libro “La paura in Giappone” di Marta Berzieri, da cui abbiamo tratto molte informazioni per questo articolo.

Se invece vuoi spaziare nel territorio del romanzo, il mio nuovo libro “Dark Ghost” fa per te! Chi è il “fantasma dark” del titolo? Si tratta di Jo Jo Nishimura, bio-hacker di origine giapponese, sempre in bilico fra legale & proibito, possibile & assurdo.


Illustrazione a cura di Keri Blake
Production Designer di Stargarden Universe
 

Jo Jo vorrebbe solo avere un po’ di pace, nascondendosi nell’oscurità come uno spettro: invisibile e dimenticato. Ma sembra proprio che questo non sia possibile! È destinato a vivere innumerevoli (dis)avventure in compagnia di personaggi di ogni tipo: ragazze biosintetiche, straniere dal carattere bipolare, macchine parlanti, poliziotti logorroici, robot esperti di alta cucina e molti altri. 

Per scoprire tutto il variegato cast di “Dark Ghost” visita subito il sito ufficiale stargardenuniverse.com!






Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.

 



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