Come dicevamo nell’articolo “Multiverso, rappresentazione e stregoneria”,
all'interno del “Tonal” ci sono innumerevoli isole
che rappresentano i vari universi etnici che sono stati costruiti nel tempo, in
cui viviamo accettandone le regole e le necessità. Ognuno con il proprio
inferno o paradiso individuale, inserito in un contesto
societario ampiamente condiviso.
Pensiamo solamente alla società “Cristiana” in
cui siamo comunque inseriti, indipendentemente dal fatto se siamo o no
credenti. Pensiamo ad esempio ai riti oramai privati di ogni reale significato
religioso, ma che hanno acquisito comunque una grande
importanza sociale: battesimi, prime comunioni, matrimoni. Tutti eventi che
facevano parte di riti dedicati con una precisa valenza religiosa, oggi hanno
perduto quel valore, (tranne per chi conserva una
forte credenza e osservanza) per assumere una mera importanza di immagine
sociale, accettandone la pratica, ma contestando ad esempio gli incontri pre-matrimoniali o il catechismo come un’inutile perdita di
tempo.
Queste pratiche servivano per far entrare i
nuovi adepti nella comunità, erano un addestramento alla via tracciata dai vari
testi sacri. Ora è divenuta un'entrata in un mondo virtuale che tutti si aspettano ma della quale, in realtà, quasi nessuno conosce i
veri contenuti.
Come può nascere un culto anche al giorno d’oggi?
Attorno al diciannovesimo secolo, in isole
sperdute della Melanesia e Micronesia, popoli primitivi vennero in contatto con
esploratori occidentali. Sicuramente avevano altre credenze ma, a differenza
dei vecchi idoli, i nuovi dei fornivano immediatamente
ciò di cui avevano bisogno.
Nacque così un nuovo culto: il culto del cargo, che si sviluppò
grandemente in quelle isole soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale,
quando Giapponesi e Statunitensi ne colonizzarono le terre per costruirvi basi
militari. Le merci arrivavano sulle navi, dagli aerei (oggetti volanti mai
visti), senza che gli abitanti potessero capire, viste anche le difficoltà
linguistiche, da dove arrivassero. Così iniziarono
riti e danze propiziatorie affinché tutta questa abbondanza non cessasse, fino
a quando cominciarono a rendersi conto che tutta quell'abbondanza non era per
loro.
Al di là di
questo, possiamo legittimamente pensare che la nascita di religioni e credenze,
in tempi remoti, possa essere stata generata da uomini diversi venuti da non si
sa dove. Pensiamo solamente all'idea di soprannaturale nel momento in cui un
grande aereo (cargo) atterra scaricando uomini e cose sulla nostra isola, dove
abbiamo visto volare solo gli uccelli. Quando i nuovi dei, come
sono arrivati scompaiono, lasciando dietro di loro solo macerie, ecco che riti
e leggende nascono e si tramandano. E se fossero atterrati qui esseri
provenienti da altri pianeti? Non sarebbe potuta accadere la stessa cosa? A
questo proposito, leggi anche l’articolo “Piramidi
e alieni: ecco cosa sappiamo”.
Abbiamo centinaia di siti sulla Terra che
rimandano, sia per tecnologia costruttiva, sia per raffigurazioni, ad antiche
conoscenze apprese da fonti venute da altri mondi, o da vestigia passate oramai
remote. Così a titolo di mero esempio possiamo citare una serie di tavolette
d'argilla, di epoca sumero/accadica, rinvenute nella biblioteca di Nippur, dove il
“Dio Enki” fa scrivere così:
Quando
giunsi vicino alla Terra,
ci fu un grande Diluvio.
Quando mi avvicinai ai suoi verdi prati, cumuli e montagnole di terra si
formarono al mio comando.
In un luogo incontaminato costruii la mia dimora e le assegnai un nome
appropriato.
Questa
trasmissione ad uno scriba precedentemente prescelto
ricorda le istruzioni date da Jahvé al profeta Isaia:
Vieni dunque
scrivilo su una tavoletta sigillata
incidilo come un libro.
Che sia testimonianza fino all'ultimo giorno, una testimonianza
per tutti i tempi.
Isaia
30,8
Ricordiamo altresì che la narrazione del diluvio universale è stata ampiamente riportata dall'epopea di Gilgameš, che a sua volta la riprendeva dall'Atrahasis, un poema che significa letteralmente “quando gli uomini erano dei”, ma anche “grandemente saggio” non nel senso di una saggezza acquisita, ma piuttosto dal fatto che aveva un rapporto diretto con il dio.
Ma quale
divinità, o percepita tale? E da dove proveniva? Da un passato spazzato via da
qualche catastrofe nucleare, oppure vi aveva partecipato? Il sito di Mohenjo-daro nell'attuale Pakistan ne è un
esempio. Leggiamo un estratto dalla Mahabharata:
...un singolo proiettile carico con tutto il potere
dell'universo. Una colonna incandescente di fuoco e fiamme
brillante come mille soli è aumentato in tutto il suo splendore...
un'esplosione perpendicolare con le sue nuvole di fumo
fluttuanti... la nuvola di fumo che si alza dopo la prima esplosione forma in
espansione cerchi rotondi come l'apertura di ombrelli giganti... è stata
un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte,
che ha ridotto in cenere l'intera razza dei Vrishnis
e degli Andhakas... i cadaveri erano così bruciati da
essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, le ceramiche si ruppero
senza una causa apparente. Gli uccelli divennero bianchi, dopo poche ore
l'acqua e il cibo si infettarono... per uscire da
questo fuoco i soldati si gettarono nei torrenti per lavare se stessi e le loro
attrezzature.
Questo grande
poema epico riporta una storia pre-diluviana che già
in questo singolo passo ricorda qualcosa di vissuto recentemente anche da noi.
Come il dio Enki nel riferire il passato ne percepiva il futuro. E come
già riferito dai profeti ebrei:
“Le prime
cose saranno le ultime”.
Se ti piacciono questi argomenti, inizia a leggere tutta la serie dal primo articolo a tema: "Il potere della percezione".
Seguire la
via,
sognare è volare:
ombra e luce.
L'ombra è
anche luce,
luce è anche ombra.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN