Intelligenza artificiale (IA) è una disciplina che studia se e in che
modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l'uso di
un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsi complementari: da un
lato l'intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei
computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro usa le simulazioni
informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati
dalla mente umana.
(Definizione da
Treccani)
Una favola attuale
Nick Bostrom, filosofo
svedese, inizia il suo libro “Superintelligenza,
tendenze, pericoli, strategie” con una brevissima storia intitolata: la favola
incompiuta dei passeri. Si tratta solo di una favola, oppure il suo significato
profondo rispecchia realmente lo stato attuale dell'IA?
Di seguito,
tratto dal suo libro:
«Era la stagione della nidificazione, e dopo
giorni e giorni di duro lavoro i passeri si radunarono sui rami del grande
albero alla luce del tramonto, riposando e cinguettando.
«Siamo tutti
piccoli e deboli», disse uno, «immaginate come sarebbe facile la vita se
fossimo aiutati da un gufo a costruire i nidi!»
«Sì», disse un
altro, «e potremmo usarlo anche per badare ai piccoli
e agli anziani».
«Potrebbe
consigliarci e tenere d’occhio i gatti del quartiere», aggiunse un terzo.
Poi parlò Pastus, il passero più vecchio: «Mandiamo
esploratori in tutte le direzioni e cerchiamo di trovare da qualche parte un gufetto
abbandonato, o magari un uovo. Andrebbe bene anche un
pulcino di corvo, o un piccolo di donnola. Potrebbe essere la cosa migliore che
ci sia mai capitata, per lo meno dall’inaugurazione del Grande padiglione delle
granaglie in quel cortile laggiù».
Lo stormo era
euforico e su ogni ramo i passeri iniziarono a cinguettare a squarciagola.
Solo Scronkfinkle, un passero scontroso e cieco da un occhio,
non era convinto dell’opportunità del tentativo: «Sarà
certamente la nostra rovina. Non dovremmo riflettere sull’arte di ammansire e
addomesticare i gufi prima di portare questa creatura in mezzo a noi?»
Pastus replicò:
«Addomesticare un gufo sembra un’impresa estremamente
difficile. Già trovare un uovo di gufo sarà tutt’altro che facile. Iniziamo da
lì. Dopo che saremo riusciti ad allevare un gufo
potremo pensare ad affrontare quest’altra sfida».
«Questo piano
ha un difetto!», strillò Scronkfinkle; le sue
proteste però furono vane, poiché lo stormo si era già levato in volo per
attuare le direttive indicate da Pastus.
Restarono
soltanto due o tre passeri, che insieme cominciarono a cercare di capire come
fare ad ammansire e addomesticare un gufo. Ben presto si resero
conto che Pastus aveva ragione: era un problema
estremamente difficile, specie non avendo a disposizione un vero gufo con cui
fare pratica. Ciò malgrado andarono avanti come meglio
potevano, temendo sempre che lo stormo potesse tornare con un uovo di gufo
prima di aver trovato una soluzione al problema del suo controllo».
Come sia
finita la storia non si sa, ma l’autore dedica questo
libro a Scronkfinkle e ai suoi seguaci.
La saggezza
contadina ci invita a non mettere il carro davanti ai buoi, nel nostro caso la
smania di raggiungere determinati risultati fa perdere di vista i danni
collaterali insiti nello sviluppo indiscriminato dell'IA.
Oppure sono proprio questi cosiddetti danni collaterali, connaturati
all'applicazione pratica di questi sviluppi, il risultato finale auspicato…
Conoscere la AI
Cosa
possiamo
sapere, o semplicemente ipotizzare su una super intelligenza artificiale? Nel
momento in cui a questa IA verrà data la possibilità
di auto-istruirsi, cosa potrà accadere all'umanità? Quello che oggi potrebbe
definirsi un grande successo scientifico, domani potrebbe rivelarsi una grande
catastrofe. Una macchina super-intelligente, per essere definita tale, dovrà
essere almeno pari al team che l'ha costruita, ma essendo in grado di evolversi
autonomamente probabilmente sarà anche l'ultima costruita dall'uomo! E poi cosa
accadrà? Già oggi vediamo i primi danni collaterali
nell'uso della IA, sicuramente
prevedibili e non casuali, visti i recenti utilizzi volti
sostanzialmente alla riduzione del personale in ogni campo.
Nel 1979, Douglas R. Hofstadter,
pubblicò “Gödel, Escher, Bach: un'eterna
Ghirlanda Brillante”. Probabilmente una pietra miliare
sull'intelligenza artificiale. I dubbi sul suo sviluppo in un senso che
poteva definirsi sopraffacente o totalitario nei confronti dell'umanità erano
bilanciati dal fatto che si pensava che i tempi del suo progresso sarebbero
stati lunghi. Ma Douglas R. Hofstadter si sbagliava,
come ammise in una conferenza con gli ingegneri di Google nel 2014, dove
confessò tutta la sua preoccupazione sugli sviluppi della IA.
Infatti, nel suo libro si parlava dell'impossibilità per un programma di IA di battere un maestro di scacchi, per diversi motivi. Nel
1997 Deep Blue, un computer
della IBM, sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov, sorvolando
sui presunti illeciti compiuti a scopi pubblicitari dalla IBM, comunque fu in
grado di giocare ad armi “quasi pari”, con un campione mondiale della
specialità.
Un altro tema
che scosse le convinzioni Hofstadter, fu la musica;
egli era convinto che mai una IA avrebbe potuto
scrivere della buona musica e che se l'avesse fatto ci sarebbero voluti
parecchi anni e non a livello degli autori classici.
Così scriveva:
«La musica è un linguaggio di emozioni, e finché i programmi non avranno
emozioni complesse come le nostre non sarà possibile
che un programma scriva qualcosa di bello. Potranno esservi «contraffazioni»
superficiali, imitazioni della sintassi musicale preesistente; ma nonostante
ciò che si può pensare a prima vista, vi è molto di più nell’espressione
musicale di quanto si possa catturare in regole sintattiche. […]
Considero grottesca e un’inaccettabile sottovalutazione della profondità dello
spirito umano la posizione di chi pensa, e c’è chi lo pensa, che tra breve
potremmo essere in grado di ordinare a una «scatola per musica» preprogrammata, prodotta in serie per una diffusione di
massa a basso costo, di tirar fuori dai suoi sterili circuiti pezzi che Chopin
e Bach avrebbero potuto scrivere se fossero vissuti più a lungo»
IA e musica
A metà degli Anni
Novanta, il musicista e docente di musica
David Cope scrisse un programma chiamato EMI (Experiments
in Musical Intelligence), appositamente istruito per aiutarlo comporre
secondo il suo stile. Ma in seguito istruito a comporre nello
stile di Chopin e Bach. Hofstadter, in una
lezione tenuta alla Eastman School
of Music di Rochester, NY, fece eseguire un brano di Chopin e uno nello stile
di Chopin composto da EMI. Al termine invitò la platea a dire qual era la
composizione originale, platea composta da insegnanti
e musicisti, la grande maggioranza indicò EMI come il vero Chopin! In quel
momento il sentimento che provò fu questo:
«EMI suscitò in
me terrore. Proprio così, terrore! Lo odiavo, e lo percepivo come una minaccia,
tale da distruggere ciò che più amavo della natura umana. Credo che EMI
riflettesse alla perfezione le paure che ora io nutro rispetto all’intelligenza
artificiale».
Paure reali e attuali
Fondamentalmente, la paura è il demansionamento
delle persone, sollevandole dal lavoro manuale e da quello intellettuale di
basso e medio livello. Allo stesso tempo, gli umani si iper-specializzano in un'altra parte solamente in
singole materie, in modo esclusivamente utilitaristico e asservite alla IA. La
conclusione è un generale e forte abbassamento dell'istruzione e di conseguenza
del quoziente intellettivo. In tutto il mondo, il livello di insegnamento
dei cicli scolastici è sempre più orientato verso un nozionismo sterile, le
materie che inducono a sviluppare un pensiero autonomo sono sempre meno
proposte se non ostracizzate.
La prerogativa dell'uomo nel suo sviluppo attraverso i secoli è stata
il pensiero critico ma, già da tempo, la parola
d'ordine è invece credere, nella scienza, nella tecnologia, nella medicina,
nelle istituzioni mondiali. Credere è l'esatto contrario del pensiero critico.
La scienza, e di conseguenza la tecnologia, si basa sul dubbio e sulla messa in
discussione di tesi contrapposte per arrivare a una sintesi. La quale sarà
messa in discussione fino a quando saranno trovate soluzioni migliori, e così
di seguito come vuole l'epistemologia (vedi Popper e Kuhn).
Oggi vediamo che per ogni situazione esiste un
protocollo calato dall'alto; domani sarà la IA che ci guiderà, come
un paterno pastore che si occupa di noi!
“Spiegare
l'intelligenza e impiegarla per risolvere ogni altra cosa”
(motto
di Alphabet, casa madre di Google)
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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