Da quando
esiste l'uomo, qualsiasi siano le sue origini, la base
di ogni credenza o religione nata con lui è la vita eterna, sia come singolo
individuo, sia come parte del mondo.
La ricerca della vita eterna
La narrazione
delle comunità religiose è pressoché la stessa: la resurrezione cristiana e la
contemplazione di dio per i giusti, l'inferno per gli altri. Per la religione
ebraica la resurrezione e poi non è certo cosa
avverrà. Per l'Islam c’è la jannah,
una sorta di paradiso sempre per i giusti e l'inferno per gli altri.
Per il Buddismo
l'essenziale è uscire dalla catena delle reincarnazioni, vero e proprio inferno
in Terra, per raggiungere uno stato neutro privo dell'io
individuale e quindi di tutte le passioni e desideri connessi. Raggiunto questo
stato, cessano le rinascite. Possiamo dire che tutto fa parte del divino e nel
momento della nostra consapevolezza di ciò, quando ci siamo liberati del nostro
ego, entriamo a pieno titolo a farne parte.
Diciamo
che potrebbe essere una corrispondenza alla legge della conservazione della
massa di Lavoisier: «nulla
si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Oltre a queste, ci sono nel mondo tutt'oggi innumerevoli credenze mistico
religiose, ma nella loro quasi totalità la sopravvivenza dopo la morte, in
varie forme, è una costante. Dunque, non fa eccezione
la spasmodica ricerca attraverso le possibilità scientifiche, e la conseguente
trasposizione tecnologica, dell'allungamento della vita, qui e ora.
Questa è la sostanziale differenza della ricerca dell'immortalità tra la
mistica religiosa, legata comunque a un giudizio di bene e male che si modifica
nel tempo a seconda delle necessità contingenti, e
l'immortalità attraverso la tecnologia: a disposizione di tutti, ma fruibile
solo dalle élite ultra-miliardarie che ne finanziano la ricerca.
Dall'antichità
a oggi nulla pare cambiato. Per esempio, le età dei
vari profeti o patriarchi dell'ebraismo biblico antidiluviano variano dai 600
ai 969 anni, comunque inferiori alla genealogia dei vari re sumeri che li
precedettero. Ricordiamo che nella Genesi 6.3, come si fosse fatta una modifica
genetica, si dice: «Allora il signore disse: “il mio
spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di
centoventi anni.» Da allora l'età media è certamente diminuita, ma gli sforzi
per la ricerca dell'immortalità non sono mai cessati, anzi!
Scoperte antiche
Nella
primavera del 1974 un contadino cinese, scavando un pozzo, scoprì il mausoleo
imperiale di Qin Shi Huang (lett.
"Grande Imperatore, fondatore della dinastia Qin"), l'imperatore che unificò la Cina. Dentro questo
mausoleo, sepolto con lui, c’era un esercito di
terracotta a grandezza naturale, una meraviglia unica per qualità e quantità.
Uno storico dell'epoca Han,
Sima Qian,
scriveva che l'imperatore era ossessionato sin dalla tenera età dalla fragilità
della vita. Nell'arco del suo regno, come testimoniato dal ritrovamento di
editti reali su tavolette di bambù, l’imperatore fece più volte cercare in tutto
il regno elisir di lunga vita e pozioni magiche per l'immortalità. Morì nel 210
a.C. e pare che la morte sia stata causata da avvelenamento da mercurio, un componente fondamentale della pozione consigliata dai suoi
alchimisti.
L’immortalità
Sicuramente
la vita in sé è infinita, ma lo sviluppo della civiltà che abbiamo imparato a
conoscere attraverso i libri di storia non è così lineare come ce lo presentano. Infatti, possiamo osservare che le civiltà
da primitive si sviluppano fino ad arrivare a essere società evolute,
tecnologicamente progredite, poi succede qualcosa e tutto ricomincia.
Un raro
libro intitolato: “Atlantide, un'umanità perduta”, si concludeva
con l'affermazione che non c'è che l'uomo che possa aiutare l'uomo. Al di
fuori dell'uomo nessuno può aiutare l'uomo. Forse
un altro modo, per dirlo con Nietzsche, che dio è morto, ed è l'ora che l'uomo
si riappropri di se stesso.
Il
problema credo sia insito nella differenziazione tra spirito e corpo, nella
dualità dell'uomo inteso non come fusione dei due stati, ma come un contenitore
e un contenuto. L'uno di platoniana memoria è il
contenitore, il limite, mentre la diade illimitata è il contenuto che va
regolato. La strada verso l'infinito passa attraverso l'eliminazione del demiurgo, e la conseguente
fusione di contenuto e contenitore in un unica entità, dove ciascuno è l'altra
faccia dell'altro. In un certo senso possiamo dividere gli stati di coscienza
in veglia, sogno e sonno profondo, dove la coscienza di sé lascia la parte
fisica, consentendone l'abbandono al riposo. La fusione di questi stati ci
consente di arrivare alla vera realtà! Non più stati di coscienza
separati, ma coessenziali, simultanei, l'unica via che potrebbe portare
l'umanità alla coscienza del sé universale.
Quello
che invece abbiamo visto è stata la spasmodica ricerca della materia che può
essere mutata a proprio piacimento, non dell'uomo che ricerca se stesso. La
ricerca dell'alchimista si basava su tre punti fondanti:
a) Fornire l’elisir di lunga vita o
l’immortalità conferendo la capacità di debellare qualsiasi malattia.
b) Fare acquisire l’onniscienza, il che spiega il
termine di filosofale attribuito alla pietra.
c) Avere la capacità straordinaria di trasformare i
metalli e qualsiasi sostanza in oro, quale dimostrazione e simbolo per eccellenza
della perfezione, della luce e dello Spirito.
Il punto in cui crolla questa ricerca sta nel fatto che si trasforma in una
rincorsa al potere attraverso la ricchezza, e non all'emancipazione dell'uomo
attraverso la fusione di materia e spirito. Si tratta dello stesso motivo per cui la grande Atlantide, alla fine, cadde sotto
peso della propria corruzione. E i pochi che si salvarono, che non furono
ammaliati dal potere materiale, contribuirono a riportare la conoscenza nel
mondo.
Trans-umanesimo
Ora vediamo la scienza sempre più orientata verso il trans-umanesimo, che
non è altro che la ricerca del prolungamento della vita attraverso la
tecnologia.
Per ora pare più semplice applicare la bio-ingegneria
utilizzando micro-componenti che potenziano, sostituiscono o modificano parti
biologiche, eliminando degenerazioni causate dall'invecchiamento. Un uomo
macchina o una macchina uomo, a seconda della quantità
delle modifiche apportate! Ma sappiamo bene che raggiunto un desiderio
ce n'è subito un altro. E sullo sfondo l'immortalità!
La notizia della nascita della pecora
“Dolly” nel 1997, il primo animale superiore
vivente clonato, creò una forte aspettativa per la successiva fase di
sviluppo: l'uomo! Inteso come la nascita di un esemplare del
tutto uguale all'individuo clonato. Infatti, è una riproduzione
asessuale e agamica che produce individui biologicamente uguali all'adulto
fornitore del nucleo cellulare da clonare. Più immortali di così! Ricordiamo lo
sconcerto e la protesta dei mondi religiosi, dei gruppi etici, tranne dall'ebraismo, che candidamente disse che non c'era
nulla di nuovo, perché nel vecchio testamento era scritto chiaramente come era
nato l'uomo.
A questo punto si pone il problema principale che non è certamente il
corpo, ma il cervello, con i ricordi, le capacità, la percezione del sé, del
proprio chi si crede di essere. Per cui, la
possibilità di clonare un corpo con capacità normali, sicuramente corruttibile,
che dovrà essere clonato ancora, verrà accantonata.
Il futuro sarà un bio-corpo sintetico che potrà
essere aggiornato come un software, ma praticamente
immortale. Il problema sarà trasferirvi la coscienza di chi si è, il proprio
ego con la sua memoria. Tutto tace attorno a questi argomenti, sinonimo che c'è
molto che non ci è dato sapere.
In conclusione, continuare a vivere aggiornati come un computer, senza
avere una reale connessione corpo-spirito è realmente così auspicabile?
In natura abbiamo un caso singolare di eternità: la medusa “Turritopsis nutricula”. Questa medusa usufruisce di una funzione biologica chiamata:
“transdifferenziamento”. Dopo
la nascita, lo sviluppo e l'età adulta, in cui le cellule si specializzano
nelle loro varie funzionalità, la medusa subisce una regressione delle capacità
specializzate, tornando alla creazione di nuove cellule da specializzare. In effetti, un ritorno alla giovinezza con una nuova vita da
costruire un ciclo dopo l'altro. Per quanto ne sappiamo un ciclo
esclusivamente materiale, ma sarà così?
“L'immortalità dell'anima è una cosa che ci riguarda in modo così forte,
e ci tocca così in profondità, che bisogna aver perso ogni sensibilità perché
ci sia indifferente sapere come stanno le cose”
Blaise Pascal
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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