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lunedì 26 luglio 2021

Test: quale demone giapponese incontrerai?

 

 

Sogni di andare in Giappone? Allora questo test ti sarà utilissimo!

Il Sol Levante, infatti, pullula di demoni chiamati “yokai”. Ognuno di loro ha caratteristiche e comportamenti diversi. Alcuni possono aiutare gli esseri umani, ma altri (molto più numerosi) si divertono a tormentare i poveri sventurati che incontrano. È quindi davvero importante conoscere la loro natura!

Se sei curioso/a di scoprire quale demone giapponese sei destinato a incontrare, non ti resta che scegliere una delle quattro immagini della foto d’apertura! E ora… scopri quale incontro sovrannaturale farai in Giappone!

 

Quale demone giapponese incontrerai? 

 

1. Amabie 

 


Hai avuto fortuna! L’amabie è uno dei pochi demoni giapponesi di indole completamente benevola.

Ma chi è?

Una sirena a tre code, caratterizzata da lunghi capelli, becco di uccello e corpo ricoperto da scaglie.

Vive tra i flutti, ma esce dall’acqua per profetizzare grandi raccolti, oppure devastanti epidemie. Ha anche la facoltà di guarire gli esseri umani dalle malattie. Per questo motivo, in Giappone è stata utilizzata come simbolo beneaugurante per esorcizzare la paura della pandemia.

 

Come comportarsi con un’amabie?

È molto semplice: se ne incontri una… fai esattamente quello che ti dice! Di solito le amabie chiedono di essere ritratte, perché la loro immagine guarisce dalle malattie. Se non hai grandi abilità grafiche, fatti aiutare da qualche disegnatore esperto. Vedrai che il suo ritratto porterà fortuna a chiunque lo vedrà!

E, mi raccomando, non dimenticarti di ringraziarla per la sua benevolenza… i demoni giapponesi sono molto attenti all’etichetta!

Per approfondire la sua conoscenza, puoi leggere l’articolo “Demoni giapponesi buoni: “amabie”, la sirena scaccia-epidemie”.

 

2. Kitsune 


 

La kitsune è un “bakemono” (cioè un animale in grado di mutare forma) il cui aspetto originario è quello di una volpe.

Una delle sue particolarità è il numero di code che possiede: da due a nove. Questo è dovuto a un’antica credenza giapponese: si dice che alcune volpi possano vivere per svariati secoli e che acquisiscano una nuova coda ogni cento anni.

Le kitsune possono trasformarsi in uomini o donne molto avvenenti. In questa veste amano sedurre i mortali, fino ad arrivare a sposarli e a metter su famiglia. Se viene scoperta la loro natura, però, ritornano volpi e spariscono nel bosco.

 

Come comportarsi con una kitsune?

È molto importante saper distinguere una kitsune trasformata in uomo o donna, se non si vuole correre il rischio di affezionarsi a qualcuno che potrebbe sparire da un momento all’altro! Ma come si fa a smascherare una kitsune sotto mentite spoglie?

Bisogna tenere a mente un elemento molto importante: la trasformazione di questo demone giapponese è sempre imperfetta. Se riusciamo a scoprire il particolare “fuori posto”, possiamo tranquillamente tutelarci dai suoi trucchi. Perciò, ecco i possibili indizi da ricercare: una leggera peluria rossiccia lungo il corpo, l’ombra o il riflesso a forma di volpe, una coda celata tra i vestiti.

 

3. Yurei 

 

 

Lo yurei è un fantasma, maschile o femminile, le cui sembianze ricordano quelle degli spettri occidentali: eteree figure dalla veste bianca, lunghi capelli scarmigliati, fluttuanti nell’aria. Spesso i loro piedi sono assenti o visibili in trasparenza.

Lo spirito dello yurei è legato al mondo terreno da una qualche situazione irrisolta. Può essere il rimpianto per una persona che non si è riuscita ad amare, oppure una vendetta mancata, o ancora un’esperienza mai provata (è tipico, nei manga, incontrare uno yurei morto da adolescente che non ha fatto in tempo a organizzare il suo primo appuntamento romantico). Oppure il rammarico può essere legato al concetto di “on”, ovvero il “debito morale” verso un’altra persona, valore molto radicato nell’animo dei giapponesi.

 

Come comportarsi con uno yurei?

Cerca di mantenere la calma e non fuggire, potresti aggravare la situazione! Se uno yurei ti cerca, di sicuro è perché vuole essere aiutato a risolvere qualche rimpianto della sua vecchia vita. Se lo eviti, tenderà a perseguitarti sempre di più.

Cerca di parlarci con calma, per capire quale sia il suo cruccio. Magari vuole che tu faccia da tramite con una persona del suo passato. Se la situazione è troppo complicata, o se la barriera linguistica ti impedisce di comprenderlo, rivolgiti a uno specialista del settore (come, ad esempio, le sciamane Itako).

 

4. Zashiki warashi 

 


 

Lo zashiki warashi è un demone giapponese domestico: vive all’interno delle antiche abitazioni o dei ryokan (alberghi tradizionali). Non sopporta i grattacieli e gli edifici moderni in generale, quindi potrai incontrarlo solo nella parte più arcaica del Giappone.

È uno yokai che appare in veste di bambino o bambina di circa 6/7 anni. Indossa un kimono rosso o bianco; se è una femmina ha i capelli lunghi fino alle spalle, se è un maschio li ha tagliati a paggetto.

Non ha un’indole malvagia, anche se si diverte a fare piccoli dispetti. È allegro, giocherellone e ha il compito di proteggere la famiglia che lo ospita.

 

Come comportarsi con uno zashiki warashi?

Come accennato, questo piccolo demone giapponese ama fare dispetti. Si palesa soprattutto di notte, facendo rumore o appollaiandosi sul petto delle persone addormentate, per poi sparire non appena si accende la luce.

Il consiglio è quello di essere pazienti e non reagire in modo troppo duro alle sue marachelle. Se si sente minacciato, lo zashiki warashi può decidere di abbandonare l’abitazione che lo ospita… e in quel caso sarebbe la fine per i suoi abitanti, condannati alla sventura perenne!

Se vuoi scoprire il caso (reale!) dell’albergo giapponese infestato dagli zashiki warashi, puoi leggere l’articolo “Esistono le fate della casa?”.

 

Qual è il demone giapponese che incontrerai? Scrivilo nei commenti!

Il mio è la volpe, kitsune! In effetti, anche Jo Jo Nishimura in “Dark Ghost” avrà a che fare con una bestia strana… una sorta di bakemono in chiave fantascientifica e molto meno elegante di una bella volpe!






Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


lunedì 19 luglio 2021

Oni giapponesi: i personaggi del folklore che hanno ispirato Lamù

 

Chi non conosce Lamù, la sexy aliena creata dalla mente vulcanica di Rumiko Takahashi?

Ma siamo sicuri di avere dimestichezza con tutti suoi segreti? Per esempio, sai perché ha i cornini e i canini appuntiti? O perché indossa (striminzite) vesti tigrate e ha la capacità di scagliare fulmini?

Be’, perché fa parte della tribù degli oni giapponesi!

In questo articolo conosceremo un po’ meglio gli oni e, di conseguenza, la nostra affascinante Lamù.

Cominciamo!

 

Chi sono gli oni giapponesi? 

 

 

Gli oni sono i demoni giapponesi che più si avvicinano al concetto occidentale di “orchi” o “diavoli”. Hanno corpi alti e muscolosi, canini aguzzi e corna sul capo. La carnagione può essere blu, gialla, rossa o nera. Si vestono con pelli di tigre e hanno la miracolosa capacità di riattaccarsi le parti del corpo mutilate. Sono inoltre in grado di scagliare fulmini.

Vivono sottoterra oppure nelle montagne più impervie, nelle cave o nelle isole abbandonate. Possono essere solitari oppure aggregarsi in strutture gerarchiche, comandate da un capo che detiene il potere assoluto.

 

Gli oni giapponesi sono buoni o cattivi? 

 

Gli oni sono per lo più visti come demoni malvagi, in grado di scagliare fulmini e provocare malattie agli esseri umani.

Con la diffusione del buddhismo, queste creature divennero inoltre le guardiane del “Naraka”, un mondo sotterraneo dove gli esseri senzienti sono condannati alla sofferenza per le loro azioni negative. In tale accezione, ricordano moltissimo i diavoli infernali delle religioni monoteiste.

 


Un’altra caratteristica è la loro passione per gli esseri umani. Una passione prettamente culinaria, visto che gli oni giapponesi trovano la nostra carne davvero gustosa.

Fino a qui, sembrerebbe che siano esseri completamente malvagi. Ma, come spesso accade nella spiritualità orientale, le cose non sono così semplici. Infatti, ci sono diverse storie in cui gli oni portano fortuna agli esseri umani.

Come esempio, possiamo considerare la fiaba tradizionale di Issun-boshi.

Issun-boshi (一寸法師) vuol dire “Il ragazzo lungo un sun”: il “sun” è un’unità di misura giapponese che equivale a circa tre centimetri. È un personaggio che riprende il tema universale del bambino di dimensioni piccolissime, riscontrabile anche in “Pollicino” e in vari racconti diffusi in tutto il mondo.

 

 

Issun-boshi fu inghiottito da un oni, ma riuscì a lacerare con la sua piccola spada la pancia del demone, uccidendolo. Inoltre, il nostro eroe si impossessò della magica mazza dell’oni, che aveva il potere di esaudire qualsiasi desiderio. Grazie all’oggetto incantato, Issun-boshi poté acquisire dimensioni normali, arricchirsi e sposare la donna che amava.

C’è anche la leggenda del monaco buddhista Gazan Ryogen, che promise di reincarnarsi in un oni per difendere il suo tempio in cima a una montagna.

Il collegamento tra gli oni e i ministri del culto buddhista iniziò più o meno nel periodo Edo, quando questi demoni cominciarono a essere raffigurati con i paramenti sacri dei monaci. Tali immagini potrebbero significare che anche le creature ritenute più malvagie possono essere salvate dalla compassione del Buddha.

 

Siamo sicuri che Lamù sia proprio una oni

 

Sì, siamo sicuri: Lamù appartiene alla schiera degli oni, anche se proviene da un pianeta alieno anziché dalla Terra. Si tratta di “Oniboshi” (鬼星), che significa proprio "Stella degli Oni".

Ecco le caratteristiche fisiche e comportamentali che la accomunano agli oni giapponesi:

·       canini, corna e orecchie a punta;

·       capacità di scagliare fulmini;

·       vesti tigrate;

·       gelosia: Lamù è estremamente possessiva con l’amato Ataru, proprio come le sue omologhe del folklore giapponese. Si dice, infatti, che una donna possa trasformarsi in una oni a causa di un’indole particolarmente gelosa.

 

Ma non è finita qui: nel cartone e nel manga assistiamo anche al rito del “mamemaki”, ovvero del lancio dei fagioli di soia contro gli oni. Secondo la credenza popolare, infatti, gli oni giapponesi possono essere scacciati proprio da questi legumi (un po’ come i vampiri con l’aglio!) durante la cerimonia del Setsubun. E Lamù diventa proprio il bersaglio prescelto per lancio di fagioli! Insomma, chi la circonda la considera a tutti gli effetti una oni.

 

Il fascino del Giappone 

 

Adoro il Giappone, i suoi paesaggi, la cucina e il folklore tradizionale.

Questa passione è culminata a inizio 2020, quando ho potuto coronare uno dei miei grandi sogni: visitare il Paese del Sol Levante! Avevo desiderato per anni e anni di esplorare la terra che ha dato vita ai miei anime preferiti (con i titoli italiani): “Lady Oscar”, “Mila e Shiro” e “Sailor Moon”. Sono inoltre grandissima fan di Hello Kitty e quando ho vistato uno dei Sanrio Store e il negozio di Sailor Moon non volevo più andare via! Oltre agli aspetti commerciali, ai quali non sono affatto immune, ho davvero adorato le visite ai templi Shinto e buddhisti. Sono luoghi mistici immersi nella calma, a meno che non ci sia qualche data evento che richiama molti fedeli contemporaneamente.

I viaggi per me rappresentano un’occasione per raccogliere materiale e documentarmi dal vivo in modo da rendere più vividi e credibili i miei romanzi.

Ogni tappa è stata magica, ma i luoghi che mi hanno colpita di più per caratterizzare i ricordi di Jo Jo Nishimura e anche altre ambientazioni del romanzo cybernature “Dark Ghost” sono:

1. Il santuario di Fushimi Inari Taisha (dedicato alla divinità kami volpe Inari).




Dopo una scarpinata di 4 km su scalini tagliati nella montagna e sormontati dai tipici tori rossi e neri si arriva alla sommità e si può ammirare la città di Kyoto dall’alto. Io sono arrivata al belvedere all’ora del tramonto, quando stormi di corvi neri e lucidi volavano contro il cielo arancione. Sono stati momenti di pura poesia e anche la discesa nella penombra a piedi sotto i tori è stata molto suggestiva.

Anche il ramen a fine visita è stato memorabile!

2. Il tempio di Otagi Nenbutsu-ji è sicuramente uno dei miei preferiti. Si trova su una collina vicino alla famosa foresta di bambù di Arashiyama, un'altra delle mie tappe preferite.




La giornata in cui ho visitato la foresta e questo tempio è nella mia top di tutta la permanenza in Giappone e dei miei viaggi in generale. Il tempio è il luogo più pacifico che abbia mai visto. È immerso nel verde e si sentono solo i rumori rilassanti della natura. La bellezza delle immagini sacre dorate e di quelle di pietra ricoperte di muschio crea un’atmosfera magica e credo che anche persone poco spirituali ne apprezzerebbero l’incanto.

La foresta di bambù, soprattutto per me che non ne avevo mai vista una dal vivo è stata un’esperienza incredibile. Il fruscio del vento fra le canne e fra le foglie sottili del bambù è completamente diverso da ogni rumore prodotto dai boschi nostrani. Anche il punto di verde è differente e la strada perfettamente pulita e curva che si addentra nella foresta è molto suggestiva. Si cammina in un tunnel verdissimo che sembra dipanarsi in un sogno.

Le sensazioni di questa giornata sono finite in alcuni punti specifici del romanzo “Dark Ghost”.

3. Okinawa e un santuario molto speciale di cui ho parlato nell’articolo “Esistono le fate della casa?”

 

Allora… vi ho fatti diventare fan del Giappone o no?

(Foto scattate da me!)







  


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


Nota: immagini reperite in rete a solo scopo illustrativo.



lunedì 12 luglio 2021

Demoni giapponesi buoni: “amabie”, la sirena scaccia-epidemie


 

Le antiche leggende non interessano più a nessuno: vero o falso?

Falso! Spesso riemergono dal passato per aiutarci a superare situazione difficili o veri e propri traumi collettivi.

È quello che è successo con l’amabie, la sirena del folklore giapponese tornata in vita per proteggere il Sol Levante dalla pandemia. In che modo? Siamo proprio qui per scoprirlo!


Chi sono i demoni giapponesi buoni? 


Partiamo dall’inizio: chi è l’amabie? Uno yokai dall’indole benevola, uno dei demoni giapponesi buoni più amati.

Gli yokai sono creature di carne e sangue, proprio come noi. Si potrebbero definire una terza categoria di esseri viventi, insieme agli esseri umani e agli animali.

Ogni yokai ha il suo carattere, proprio come avviene per gli uomini e le donne. Perciò alcuni sono buoni, altri cattivi, altri ancora possono essere sia benevoli che malevoli, a seconda del momento. Ci sono demoni che aiutano gli esseri umani in tanti modi utilissimi… perfino scacciando le epidemie, come Amabie!

Se volete saperne di più sui demoni giapponesi (buoni e cattivi), potete leggere l’articolo “Demoni giapponesi: nomi delle 4 tipologie principali da conoscere”.

 

La leggendaria apparizione dell’amabie di Higo 

 

Nel maggio 1846, un funzionario della provincia di Higo assistette all’emersione dai mari di un’amabie. Il suo aspetto era quello di una sirena a tre code. Il corpo era ricoperto di scaglie, i capelli erano lunghissimi e al posto della bocca aveva una specie di becco.

La yokai rivelò all’uomo la seguente profezia:

«Il buon raccolto continuerà per sei anni a partire da quest’anno; se la malattia si diffonde, disegna una mia immagine e mostrala a coloro che si ammalano».

In effetti, il suo ritratto fu stampato su una xilografia che fece il giro di tutto il Giappone:

 



 

Il ruolo di Amabie nella pandemia

 

Ma cosa rende l’amabie uno dei demoni giapponesi buoni più amati nell’epoca contemporanea?

Tutto è cominciato con la pandemia globale. Alcuni utenti dei social hanno rispolverato la leggenda secondo la quale vedere un’immagine di questa sirena potrebbe aiutare a guarire dalle malattie.

Verso la metà di marzo 2020, l’hashtag #amabie è diventato di tendenza su Twitter. Ma anche gli altri social non sono stati da meno.

Ecco, quindi, un fiorire di fanart e interpretazioni moderne della celebre xilografia del 1846: PinterestInstagram e Facebook sono stati invasi, in Giappone, dalle immagini dell’amabie.

 

Il Ministero della Salute Pubblica giapponese ha addirittura scelto di riprodurre l’amabie in un poster per la lotta al Covid!



 

Tu credi nei demoni giapponesi buoni? 

 

Al di là dell’effettiva efficacia dell’immagine dell’amabie, trovo che la sua positività sia stata utile per donare un minimo di speranza durante le fasi più acute della pandemia. E poi è sempre affascinante vedere come figure del passato tornino alla ribalta nell’attualità.

Il Giappone, con i suoi demoni e i suoi spettri, è per me una grande fonte di ispirazione. Proprio per questo motivo, il protagonista del mio prossimo romanzo (“Dark Ghost”) è di origine nipponica! I suoi ricordi d’infanzia giapponesi avranno un ruolo molto importante nella storia, perché permeano un luogo per lui sicuro e che avremo modo di visitare insieme molto presto! I ricordi sono per Jo Jo Nishimura croce e delizia… da una parte gli ricordano ciò che ha perso, mentre dall’altra lo spronano alla ricerca del perfezionamento di se stesso e della propria arte.


Illustrazione a cura di Keri Blake

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


lunedì 5 luglio 2021

Demoni giapponesi: nomi delle 4 tipologie principali da conoscere

 


Il Giappone è ricco di creature magiche: alcune sono eteree come fate, altre dispettose come folletti, altre ancora misteriose come spettri.

Ma quali sono i nomi dei demoni giapponesi che non possiamo proprio ignorare se amiamo il Sol Levante? In questo articolo lo scopriremo!

Prima, però, dobbiamo rispondere a un’importante domanda: cosa intendiamo, precisamente, quando parliamo di “demoni giapponesi”?

Comunemente chiamati col nome generico “yokai”, queste creature sono molto diverse dalla visione che abbiamo in Occidente degli esseri demoniaci. Ogni yokai ha il suo carattere, proprio come avviene per gli esseri umani. Perciò alcuni sono buoni, altri cattivi, altri ancora possono essere sia benevoli che malevoli, a seconda del momento. Ci sono demoni che aiutano gli esseri umani in tanti modi utilissimi… perfino scacciando le epidemie, come vedremo!

Ma non indugiamo oltre e iniziamo il nostro viaggio nel folklore nipponico.

 

Demoni giapponesi: ecco i nomi delle 4 tipologie principali 

 

I demoni giapponesi si possono raggruppare in 4 grandi famiglie:

·       yokai propriamente detti;

·       bakemono;

·       oni;

·       yurei.

 

Conosciamoli meglio.

 

1. Yokai 

 

Il nome yokai letteralmente significa “mistero inquietante”.

Sono esseri di carne e sangue, proprio come noi. Si potrebbero definire una terza categoria di esseri viventi, insieme agli esseri umani e agli animali.

Vivono nella nostra stessa dimensione (al contrario dei folletti del folklore occidentale, che di solito abitano imondi paralleli raggiungibili da portali magici), perciò non è raro incontrarli nella vita di tutti i giorni. Possono avere una grandissima varietà di forme e dimensioni: ora vedremo subito qualche esempio analizzando i nomi di 5 yokai molto conosciuti nel Sol Levante.

 

Demoni giapponesi: nomi di yokai celebri 

 

1. Kappa



 


È uno degli yokai più famosi in assoluto. Amatissimo in Giappone come in Occidente, è un personaggio frequente all’interno di manga e videogame. Il suo aspetto ricorda quello di una tartaruga antropomorfa. Sulla sommità della testa ha una conca piena di acqua: se il liquido si spande a terra, perde tutta la sua forza.

Il kappa vive nei pressi di laghi e fiumi. Spesso si comporta in maniera malevola, facendo annegare i malcapitati che gli si avvicinano troppo. Ma a volte può fare amicizia con gli esseri umani, soprattutto a fronte di offerte di cibo (è goloso di cetrioli!).

 

2. Tengu




È un uomo uccello, con ali piumate e carnagione rossa, verde o nera. È caratterizzato da un naso lunghissimo, che a volte può essere un becco di corvo.

I tengu vivono in luoghi isolati di montagna, all’interno di comunità fortemente gerarchizzate. Hanno un’indole malvagia, infatti spesso rapiscono uomini, donne e bambini.

Immagine:

 

3. Rokurokubi

 


È un demone davvero inquietante: di giorno appare come un uomo o una donna comune, ma di notte il collo gli si allunga a dismisura. Spesso questo fenomeno avviene quando è addormentato, senza che lo yokai se ne accorga: può quindi capitare che la sua testa vaghi nella notte spaventando i viandanti, mentre il corpo rimane comodamente sdraiato nel suo letto!

 

4. Zashiki warashi



 

È uno yokai che appare in veste di bambino o bambina di circa 6/7 anni. Indossa un kimono rosso o bianco; se è una femmina ha i capelli lunghi fino alle spalle, se è un maschio li ha tagliati a paggetto.

Protegge la casa e porta prosperità ai membri della famiglia. Però è anche dispettoso: ama rubare piccoli oggetti o disturbare il sonno delle persone. Bisogna fare molta attenzione a non rimproverarlo troppo duramente per queste marachelle, perché potrebbe decidere di andarsene. In questo caso, la famiglia sprofonderebbe nella più cupa sventura.

Se vuoi scoprire il caso (reale!) dell’albergo giapponese infestato dagli zashiki warashi, puoi leggere l’articolo “Esistono le fate della casa?”.

 

5. Amabie

 


È una sirena con lunghi capelli, becco di uccello, corpo ricoperto di scaglie e tre gambe.

Vive tra i flutti, ma esce dall’acqua per profetizzare grandi raccolti, oppure devastanti epidemie. Ha anche la facoltà di guarire gli esseri umani dalle malattie. Per questo motivo, in Giappone è stata utilizzata come simbolo beneaugurante per esorcizzare la paura della pandemia globale.

Se vuoi saperne di più, ti consiglio l’articolo “Demoni giapponesi buoni: “amabie”, la sirena scaccia-epidemie”.

 

2. Bakemono 

 

Il nome bakemono significa letteralmente “cosa che è cambiata”.

Sono creature mutaforma. Nascono con un aspetto, ma poi — dopo svariati anni — ne assumono un altro. Sovente si tratta di comuni animali domestici: in Giappone c’è la credenza che ogni animale possa cambiare forma se riesce a raggiungere un’età ragguardevole.

Nella cultura nipponica, la gerarchia e l’ordine sociale sono valori molto importanti. Tutto ciò che sfida l’assetto prestabilito è visto come una minaccia. Per questo motivo, i bakemono sono spesso considerati pericolosi e malevoli. Ora vediamo i nomi dei più conosciuti.

 

Demoni giapponesi: nomi di bakemono celebri 

 

1. Kitsune

 


È una volpe mutaforma, dotata di una moltitudine di code. Questa particolarità è dovuta a un’antica credenza giapponese: si dice che alcune volpi possano vivere per svariati secoli, e che acquisiscano una nuova coda ogni cento anni.

Le kitsune possono trasformarsi in uomini o donne molto avvenenti. In questa veste amano sedurre i mortali, fino ad arrivare a sposarli e metter su famiglia con loro. Se viene scoperta la loro natura, però, ritornano volpi e spariscono nel bosco.

 

2. Tanuki

 

 


Anche il tanuki è un animale mutaforma, però c’è molto dibattito sul suo aspetto di partenza. Spesso viene identificato con il procione o il tasso, ma in realtà si tratta di un canide chiamato “nittereute”, diffuso nelle foreste del Giappone, della Siberia orientale, della Manciuria e dell'Indocina.

Può creare illusioni e mutare forma mettendosi una foglia di loto sul capo. Non è particolarmente pericoloso, di solito si limita a fare scherzi e dispetti agli esseri umani.

 

3. Neko



 

Neko vuol dire “gatto”. Si dice che un micio possa diventare un bakemono dopo tre soli anni di permanenza nella stessa casa. In questo modo acquisisce il potere di mutare la propria forma. Curiosità: il gatto-bus che si vede nel cartone “Il mio vicino Totoro” potrebbe essere proprio un bakemono.

Oltre ad avere il potere della metamorfosi, questi demoni sono in grado di possedere il corpo degli esseri umani e di manovrare i cadaveri come se fossero burattini.

 

4. Gama


 


Gama significa “rospo”.

I rospi mutati in bakemono acquisiscono dimensioni eccezionali. Riescono a ingoiare animali di grandi dimensioni, come gatti o donnole. Inoltre, rubano le energie vitali degli esseri umani e si impossessano dei loro corpi.

Questi animali, però, a volte assumono tratti positivi. Un pacifico rospo bakemono, di grandi dimensioni e di colore bianco, fu infatti scelto come animale da compagnia da Jurojin, il dio giapponese della longevità.

 

3. Oni 

 


Il nome oni letteralmente significa “spirito ancestrale” o “anima”.

Gli oni sono demoni giapponesi che più si avvicinano al concetto occidentale di “orchi” o “diavoli”. Hanno un aspetto umanoide, con corpi alti e muscolosi, canini aguzzi e corna sul capo. La carnagione può essere blu, gialla, rossa o nera. Si vestono con pelli di tigre e hanno la miracolosa capacità di riattaccarsi le parti del corpo mutilate. Gli oni femmine a volte vengono chiamate “hannya”.

Sono per lo più visti come demoni malvagi, in grado di scagliare fulmini e provocare malattie agli esseri umani. A volte, però, possono anche portare fortuna.

L’oni più famoso dei manga? Senza dubbio Lamù, bellissima aliena proveniente dal Pianeta degli Oni e creata dalla vulcanica mente di Rumiko Takahashi.

Per saperne di più, puoi leggere l’articolo “Oni giapponesi: i personaggi del folklore che hanno ispirato Lamù”.

 

4. Yurei 


 


Yurei letteralmente significa “spirito vago”, “spirito indistinto”.

Si tratta di fantasmi. Le loro sembianze assomigliano a quelle degli spettri occidentali: eteree figure dalla veste bianca, lunghi capelli scarmigliati, fluttuanti nell’aria. Spesso i loro piedi sono assenti o visibili in trasparenza.

Molti manga parlano degli yurei. Rimanendo in tema di Rumiko Takahashi, possiamo citare “Rinne”, il cui protagonista si occupa proprio di liberare la Terra dagli spettri e accompagnarli nell’aldilà.

Ma perché l’anima di questi fantasmi rimane tra noi, anziché reincarnarsi o raggiungere il Nirvana? Perché il loro spirito è legato al mondo terreno da una qualche situazione irrisolta. Può essere il rimpianto per una persona che non si è riuscita ad amare, oppure una vendetta mancata, o ancora un’esperienza mai provata (è tipico, nei manga, incontrare uno yurei morto da adolescente che non ha fatto in tempo a organizzare il suo primo appuntamento romantico). Oppure il rimpianto può essere legato al concetto di “on”, ovvero il “debito morale” verso un’altra persona, valore molto radicato nell’animo dei giapponesi.

 

Demoni giapponesi: nomi di yurei famosi 

 


1. Oyuki

 

È una delle prime yurei a essere stata raffigurata con i tipici tratti spettrali a cui siamo abituati ora: corpo semitrasparente, lunghi capelli spettinati, veste bianca.

“Il fantasma di Oyuki” è il nome di un dipinto creato nel 1750 dall’artista Maruyama Ōkyo. Nell’iscrizione di accompagnamento, Okyo la descrisse come il fantasma di una sua amante morta in giovane età, che spesso gli appariva nel sonno.

 

2. Oiwa


 


Oiwa è la yurei più famosa di tutto il Giappone.

Era una donna cagionevole di salute, odiata dal marito Iemon proprio a causa delle sue frequenti malattie. Un giorno Iemon, avendo deciso di risposarsi, la uccise somministrandole del veleno. Da quel momento, il suo spettro cominciò a perseguitarlo di giorno e di notte. Il momento più celebre di questa macabra storia è quando il viso di Oiwa comparve al marito sulla superficie di una lanterna.

 

3. Okiku 


 


Okiku era una bellissima fanciulla, al servizio del samurai Aoyama.

Aoyama voleva sedurla, ma la ragazza rifiutò tutte le sue proposte. Il samurai, allora, ruppe un piatto e fece ricadere su di lei la colpa. L’avrebbe perdonata solo se lei avesse accettato le sue profferte amorose. Okiku rifiutò e per sfuggirgli si buttò in un pozzo.

Da quel giorno, in veste di yurei, la fanciulla cominciò a perseguitare Aoyama fino a farlo impazzire.

 

“Dark Ghost”: lo spettro giapponese fantascientifico 

 

Il nostro viaggio tra animali mutaforma, eteree fanciulle, orchi e spettri termina qui… ma ci sono molte altre letture, per chi vuole addentrarsi ancora di più in questo mondo misterioso.

Se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento, ti consiglio l’ottimo libro “La paura in Giappone” di Marta Berzieri, da cui abbiamo tratto molte informazioni per questo articolo.

Se invece vuoi spaziare nel territorio del romanzo, il mio nuovo libro “Dark Ghost” fa per te! Chi è il “fantasma dark” del titolo? Si tratta di Jo Jo Nishimura, bio-hacker di origine giapponese, sempre in bilico fra legale & proibito, possibile & assurdo.


Illustrazione a cura di Keri Blake
Production Designer di Stargarden Universe
 

Jo Jo vorrebbe solo avere un po’ di pace, nascondendosi nell’oscurità come uno spettro: invisibile e dimenticato. Ma sembra proprio che questo non sia possibile! È destinato a vivere innumerevoli (dis)avventure in compagnia di personaggi di ogni tipo: ragazze biosintetiche, straniere dal carattere bipolare, macchine parlanti, poliziotti logorroici, robot esperti di alta cucina e molti altri. 

Per scoprire tutto il variegato cast di “Dark Ghost” visita subito il sito ufficiale stargardenuniverse.com!






Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.