COVER

Cerca nel blog

Translate

Seguimi su Instagram!

Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 26 aprile 2021

Avvistamenti di dinosauri: una testimonianza reale


È possibile assistere ad avvistamenti di dinosauri ai giorni nostri?

Sì. Accade di raro, ma può capitare che la scienza scopra ancora animali ritenuti estinti da millenni.

In questo articolo analizzeremo un caso reale e un caso presunto di questi avvistamenti. Detective del mistero, allacciamo le cinture e prepariamoci a un viaggio preistorico!

Ecco l’indice dei contenuti:

 

·      Avvistamenti di dinosauri: la testimonianza di Brian Irwin

·      Che aspetto hanno i dinosauri della Nuova Guinea?

·      Ci sono prove tangibili degli avvistamenti di dinosauri riportati da Irwin?

·      È davvero possibile assistere ancora oggi ad avvistamenti di animali ritenuti estinti?

·      Sarà possibile assistere a nuovi avvistamenti di dinosauri nel futuro?

 

Cominciamo!

 

Avvistamenti di dinosauri: la testimonianza di Brian Irwin 

 

Uno dei casi più chiacchierati degli ultimi anni riguarda gli avvistamenti di dinosauri in Nuova Guinea.

L’Australiano Brian Irwin ha raccontato la vicenda in un articolo sul magazine “Creation”, dopo aver raccolto numerose testimonianze sul posto.

Irwin si è recato nell’isola di Umbugi, dove si dice che si aggiri un gigantesco rettile.

Ha intervistato un giovane uomo di nome Robert, che ha visto la creatura tra il 2005 e il 2006. Il primo avvistamento è avvenuto a una distanza di circa cinquanta metri, nel tardo pomeriggio.

L’animale era intento a nutrirsi di erba, quindi possiamo supporre che fosse erbivoro.

Non era la prima volta che si faceva vedere nell’isola: nove persone l’avevano già incontrato agli inizi degli anni '90. Gli avvistamenti si verificano ogni quattro-cinque anni circa, di solito nel periodo natalizio. Irwin suppone che il dinosauro sia un animale notturno: questo spiegherebbe la rarità delle sue comparse in pubblico.

 

Che aspetto hanno i dinosauri della Nuova Guinea? 

 

Robert ha descritto la creatura avvistata come un animale molto grande (10-15 metri), col corpo simile a quello di un canguro e la testa rassomigliante a quella di una tartaruga. La pelle era liscia e lucida.

Messo davanti a un libro illustrato sui dinosauri, l’ha identificato con il Therizinosaurus.

 

Ricostruzione di una coppia di Therizinosaurus, credit: ABelov2014.



Ci sono prove tangibili degli avvistamenti di dinosauri riportati da Irwin? 

 

Purtroppo non ci sono ancora prove concrete, come potrebbero essere carcasse, escrementi e altre tracce.

Al momento, gli unici indizi sono dati dalle testimonianze degli abitanti del luogo. Solo il tempo ci potrà dire se la Nuova Guinea è abitata davvero da una specie di dinosauro non estinta: Irwin e altri detective del mistero non si sono ancora arresi e continuano a indagare!

Nella premessa dell’articolo, però, vi avevo promesso che avrei trattato un caso reale e un caso presunto di avvistamento. Il caso presunto l’abbiamo già visto… e quello reale? Scopriamolo subito!

 

È davvero possibile assistere ancora oggi ad avvistamenti di animali ritenuti estinti? 

 

Nel 1938, un gruppo di pescatori sudafricani catturò uno strano pesce blu. Aveva sei pinne e una coda particolarissima, divisa in tre parti. Gli occhi erano rivestiti da una membrana riflettente e le squame risultavano dure come carta vetrata.

Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice del museo di storia naturale di East London, fu subito incuriosita dal bizzarro esemplare pescato. Non riuscendo a classificarlo, chiese numi ai colleghi specializzati in animali preistorici. E a questo punto avvenne il colpo di scena: quel pesce era un celacanto, che si credeva fosse estinto da circa… 65 milioni di anni!

 

Il celacanto delle Comore

 

Il pesce è conosciuto dalla comunità scientifica come il “fossile vivente” e dimostra come anche nella modernità sia possibile imbattersi in animali appartenenti al nostro più lontano passato!

 

Sarà possibile assistere a nuovi avvistamenti di dinosauri nel futuro? 

 

Da appassionata di dinosauri ci spero proprio!

Magari con tecnologie sempre più avanzate potremmo rilevare creature ritenute estinte da millenni negli abissi marini, o nelle profondità del sottosuolo. Sì, perché anche il mondo sotterraneo può celare molti segreti! Se volete approfondire l’argomento, potete leggere l’articolo Terra cava: abitanti e ingressi.

I dinosauri mi piacciono così tanto che li ho inseriti perfino nel mio romanzo fantascientifico “Dark Ghost”, che appartiene all’universo narrativo Stargarden. Popolano Nuova Eden, una società utopica governata da una saggia Matriarca.


SCARICATE SUBITO "DARK GHOST"
OPPURE ACQUISTATE L'EDIZIONE ILLUSTRATA SU AMAZON
 




Se invece vi appassionano gli avvistamenti di creature magiche (vampiri, chupacabra, fate, streghe e così via), potete leggere il mio urban fantasy Playing with daggers”: troverete molto materiale adatto alla vostra sete di magia e avventura!


 


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


lunedì 19 aprile 2021

Avvistamenti lupi mannari: 3 casi italiani



Sai che in Italia ci sono stati molti avvistamenti di lupi mannari, nel corso dei secoli? E che un licantropo è stato addirittura arrestato a Roma nel 1949?

Proprio così: non occorre andare in luoghi esotici e lontani per avvistare creature leggendarie. Il nostro Paese offre molte opportunità per i detective del mistero affamati di conoscenza!

In questo articolo scopriremo 3 casi davvero interessanti!

 

1. Avvistamenti lupi mannari in Valdichiana (Toscana/Umbria) 

 

La Valdichiana (o Val di Chiana) è una suggestiva valle che si estende tra la Toscana (nelle province di Siena e Arezzo) e l’Umbria (fra Perugia e Terni).

Oltre che per i bellissimi borghetti, il verde incontaminato e i reperti romani ed etruschi, questa zona è celebre per gli avvistamenti di lupi mannari.

Quali caratteristiche hanno i licantropi avvistati in Valdichiana?

Innanzitutto, il loro nome nel dialetto locale è “manari” o “marani”.

In secondo luogo, sono protagonisti di molte vicende raccontate dagli anziani contadini della valle. Parecchie testimonianze sono state raccolte da Alessandro Angiolini all’interno del libro “Lupi mannari e cavalieri coraggiosi. Storie crudeli e leggende popolari ai confini”.

Qualche esempio?

Un tale Zi’ Quinto fu contagiato da un “brutto male”, che lo costringeva a camminare a quattro zampe, correre senza meta e rotolarsi per terra. La sua pazzia fu così grande da spingerlo a buttarsi in un pozzo.

Poi c’è il caso di un farmacista di Torrita, che era solito ululare alla luna stando accovacciato come un lupo.

Gli abitanti della Valdichiana ritenevano che queste persone fossero affette da licantropia.

Ma come si diventava lupi mannari?

Secondo il folklore locale, potevano esserci diversi modi:

·      nascere nella mezzanotte del 25 dicembre o del 6 gennaio;

·      ricevere l’anatema di una strega;

·      dormire all’aperto in una notte di luna piena:

·      raccogliere fiori neri.

 




2. Il licantropo di Villa Borghese 

 

Questa è la storia (vera) di quella volta che la polizia romana catturò un licantropo, lo interrogò e registrò una testimonianza sorprendente: l’uomo ammise di essere un lupo mannaro. Un episodio che scioccò l’opinione pubblica dell’epoca.

Ma procediamo con ordine.

Siamo nel 1946. Durante una notte estiva di plenilunio, nei giardini di Villa Borghese fu avvistato un uomo dal comportamento a dir poco strano: ululava alla luna, raspava nel terreno, si nascondeva nei cespugli per poi balzare fuori all’improvviso e attaccare i poveri passanti.

Tra il 1946 e il 1949 la misteriosa apparizione tornò a terrorizzare i romani a più riprese, ma spariva ogni volta che la polizia accorreva per fare luce sul caso.

I suoi comportamenti erano sempre animaleschi: ringhiava, si abbeverava alle fontane, si scagliava contro chi volesse avvicinarlo. I maggiori quotidiani dell’epoca (come per esempio l’Unità) dedicarono molti articoli all’argomento.

 

Colpo di scena: il licantropo viene arrestato 

 

Nel 1949 ci fu la svolta. Alcuni turisti riuscirono ad avvertire per tempo le forze dell’ordine, che finalmente furono in grado di arrestare il misterioso individuo.

Si trattava di tale Pasquale Rossi, che si autodenunciò come lupo mannaro. Ogni volta che c’era la luna piena, infatti, veniva pervaso da un misterioso calore in tutto il corpo, acquisiva una forza sovrumana e i peli/capelli cominciavano a drizzarsi sulla cute.

Pasquale finì prima in carcere, poi in manicomio, dove rimase internato per alcuni mesi. Quando uscì, fece richiesta della pensione d’invalidità per “licantropia”, ma gli fu negata (strano, eh?).

Poco prima di morire rilasciò un’intervista allo storico Cesare Bermani, il quale dedicò alla vicenda un capitolo del libro “Volare al Sabba, una ricerca sulla stregoneria popolare”.

 

 

3. Avvistamenti lupi mannari in Sicilia 

 

In Sicilia, i lupi mannari sono chiamati “lupunari”.

Ci sono moltissimi racconti popolari incentrati su queste creature, ma uno dei casi più incredibili riguarda la vicenda del licantropo di Catania.

Siamo nel 1973. Il quotidiano “La Sicilia” riporta inquietanti segnalazioni da parte degli abitanti del quartiere Consolazione: riferivano di sentire strazianti ululati durante la notte, che impedivano loro di chiudere occhio. La vicenda proseguì per alcuni giorni, seminando il terrore e costringendo i cittadini a barricarsi in casa.

Da chi provenivano le grida? Secondo la diceria popolare, da un autentico lupunaro!

 

Voi credete agli avvistamenti di lupi mannari? 

 

Le leggende toscane, umbre e siciliane sui lupi mannari sono molto affascinanti, per non parlare del caso di Pasquale Rossi… un autentico enigma!

Ovviamente non abbiamo nessuna prova concreta dell’effettiva esistenza dei licantropi… però volare con la fantasia è sempre bello, non trovate?

Cosa ne pensate, i lupi mannari esistono veramente? Scrivetelo nei commenti!

In attesa che tali avvistamenti si rivelino realtà (magari!) io sfogo la mia sete d’avventura scrivendo storie ricche di mistero ed elementi fantastici!
In “Playing with daggers”, per esempio, si possono incontrare nobili abitanti del popolo di Faerie, streghe, 
sciamane, vampiri e chupacabra.

Non sapete chi sono i chupacabra? Allora potrete approfondire l’argomento leggendo l’articolo ChupacabraScooby-Doo e altre storie del terrore: cosa c’è di vero?” 

Se invece volete leggere “Playing with daggers" e scoprire quali spaventose creature si celano nel nostro mondo... ecco la cover del romanzo!


Romanzo urban fantasy: "Playing with daggers"


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.



lunedì 12 aprile 2021

Mothman a Chernobyl: ecco chi l’ha avvistato

 

Credits: Tim Bertelink

Chi è mothman? Una creatura mostruosa, metà uomo e metà falena.

Le sue apparizioni sono spesso legate ad atroci sventure, come la catastrofe nucleare di Chernobyl. Diversi testimoni hanno riferito di averlo visto volare nei pressi della centrale, poco prima della tragedia.

Ma quanto c’è di vero in queste notizie? Sono attendibili?

Scopriamolo insieme.

 

Quando iniziano gli avvistamenti di mothman

 

Prima di arrivare agli avvistamenti di mothman a Chernobyl, analizziamo com’è nata la sua leggenda.

Tutto nacque nel novembre 1966 a Clendenin, nel West Virginia. Cinque uomini videro "una figura umana di colore marrone, dotata di ali", che volava sopra alle loro teste nei pressi di un cimitero.

Nei mesi successivi, la creatura fu scorta in altre zone del West Virginia. I testimoni erano concordi nel riportare caratteristiche ben precise:

·      altezza di circa due metri

·      occhi rossi e fosforescenti

·      gambe umane

·      ali simili a quelle di una falena (da qui il nome “mothman”, poiché “moth” significa “falena”)

·      velocità raggiunta nel volo: 120–160 km/h.

 

Nel corso degli anni la leggenda dell’uomo falena sconfinò dagli USA, diffondendosi nel resto del mondo. Come abbiamo anticipato, uno degli avvistamenti più famosi di mothman avvenne a Chernobyl.

 





Mothman a Chernobyl: da chi è stato visto? 

 

Mothman a Chernobyl è stato visto da cinque impiegati della sala di controllo.

Le voci su queste testimonianze sono state raccolte da Robert Maxwell, un archeologo di Sidney che indagò sul caso tra il 2010 e il 2012.

Gli abitanti del luogo spiegarono di aver sentito spesso gli impiegati raccontare di un essere sovrannaturale che volò sopra alla centrale nei giorni precedenti al 26 aprile 1986.

 

Che aspetto ha il mothman di Chernobyl? 

 

Riporto le parole raccolte da Robert Maxwell (fonte: “The frightening supernatural story of the Black Bird of Chernobyl”):

 

Because the workers apparently described the Blackbird as a headless, large-winged black creature with no head, but with fire red eyes — which most people take to mean the eyes appear in the torso, it sounded very similar to the Mothman sightings in the west”.

 

Riassumendo: si tratta di una grande creatura nera, dotata di ali, ma priva di testa. Poiché i testimoni hanno affermato di aver visto anche occhi rossi e scintillanti, si suppone che fossero ubicati nel busto.

Gli impiegati di Chernobyl non chiamarono l’apparizione mothman, ma “uccello nero”. Date le somiglianze con l’uomo-falena, però, gli appassionati di leggende metropolitane identificarono la creatura di Chernobyl con mothman.

 


 

Mothman a Chernobyl: realtà o isteria di massa? 

 

È un po’ difficile verificare la veridicità degli avvistamenti di mothman a Chernobyl, visto che i cinque testimoni sono morti da parecchio tempo a causa delle radiazioni.

Comunque, se fossero ancora vivi e riferissero di averlo visto, la loro dichiarazione potrebbe essere dovuta a una sorta di isteria di massa?

Secondo la scienza… sì. L’aver vissuto una tragedia simile può aver portato gli impiegati ad autoconvincersi di aver assistito all’apparizione. È un fenomeno che può accadere in condizioni di forte stress.

Perciò, gli avvistamenti di mothman a Chernobyl sono realtà o illusione?

Non posso darvi una risposta certa, perché non ci sono sufficienti elementi a supporto né dell’una né dell’altra teoria.

Posso solo dirvi… quello che mi piacerebbe credere!

 

Mothman a Chernobyl: un avvertimento per l’umanità? 

 

Se sei giunto fin qui, probabilmente condividi la mia passione per i misteri. Quindi mi comprenderai bene se dirò che… sì, sarebbe davvero bello riuscire a provare l’esistenza dell’uomo falena!

La presenza di mothman a Chernobyl potrebbe essere stata un avvertimento: magari la misteriosa creatura voleva avvisare gli impiegati dell’imminente catastrofe. Tutti vedono mothman come un’entità malvagia a causa dell’aspetto spaventoso… ma se fosse il contrario? Se fosse invece un alleato dell’umanità? Si potrebbe scrivere una bella storia a riguardo!

Nei miei romanzi ho spesso affrontato tematiche simili a questa, ispirate alle leggende metropolitane. Ne “L’ombra dell’anima”, per esempio, ho inserito i bambini dagli occhi neri. Per saperne di più puoi leggere l’articolo Bambini dagli occhi neri: chi sono realmente?

In “Playing with daggers, invece, ho parlato dei chupacabra, di rune e di creature ispirate alla mitologia norrena, il tutto in chiave moderna e urban fantasy!




Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


 



lunedì 5 aprile 2021

Chupacabra, Scooby-Doo e altre storie del terrore: cosa c’è di vero?


 

Chi sono i chupacabra?

Creature pericolose e sanguinarie, originarie del folklore messicano e statunitense. Il pubblico italiano le ha conosciute soprattutto grazie a cartoni, film e telefilm made in USA.

Facciamo qualche esempio:

·   chupacabra in Scooby-Doo: compaiono all’interno del lungometraggio “Scooby-Doo e il terrore del Messico”.

·      chupacabra in Hotel Transylvania: li vediamo nel terzo film, intitolato “Una vacanza mostruosa”.

·      chupacabra nella saga di Harry Potter: appaiono all’interno di “Animali fantastici - I crimini di Grindelwald”, il secondo capitolo della saga.

 

Quale caratteristiche presentano i chupacabra in queste tre opere? E c’è qualcosa di vero nella loro leggenda? Scopriamolo insieme!

 

Ecco l’indice dei contenuti che troverete in questo articolo.

 

·      Chupacabra in “Scooby-Doo

·      Chupacabra in “Hotel Transylvania

·      Chupacabra in “Animali fantastici e dove trovarli”

·      La vera leggenda dei chupacabra

·      Bonus: i chupacabra nell’urban fantasy contemporaneo

 

Cominciamo!

 

Chupacabra in “Scooby-Doo” (2003) 

 

Chupacabra e Scooby-Doo: un’accoppiata perfetta, che ha dato vita al lungometraggio animato di Scott Jeralds intitolato “Scooby-Doo e il terrore del Messico”.

Scooby-Doo e i suoi amici Fred Jones, Daphne Blake, Velma Dinkley e Shaggy Rogers partono per quella che dovrebbe essere una rilassante vacanza in Messico. Ovviamente niente andrà come sperato, poiché si ritroveranno a fronteggiare una spaventosa minaccia: un chupacabra che ha scelto come vittima il loro amico Fred.

Che aspetto ha il chupacabra in Scooby-Doo? Appare come un grosso animale peloso, con le corna, denti aguzzi e occhi verdi fluorescenti. Una via di mezzo tra uno yeti e un succhiasangue.

Terrificante, vero?

Ma ora vediamo quali caratteristiche può assumere questo mostro all’interno di altre opere di fantasia.

 



 

Chupacabra in “Hotel Transylvania” (2018) 

 

El Chupacabra nella saga di Hotel Transylvania è un personaggio secondario.

Compare nel film “Una vacanza mostruosa” e, in linea con il clima generale del cartone, presenta tratti comici e parodistici.

Che aspetto ha?

È un buffo ometto vestito in modo elegante, con un gran ciuffo alla Elvis e baffetti da latin lover provetto. Ha la carnagione blu e grandi denti affilati.

La parte più divertente della sua comparsata è che lo vediamo sorseggiare un drink da un piccolo bicchierino che contiene… una capra! Questa caratteristica ironizza sul significato del suo nome: “chupacabra”, infatti, significa “succhia capra”.

Dunque il chupacabra in Scooby-Doo è mostruoso, mentre in Hotel Transylvania è un personaggio comico. Ora vediamo un’altra declinazione di questo mostro.

 

Chupacabra in “Animali fantastici e dove trovarli” (2016) 

 

Abbiamo visto i chupacabra in “Scooby-Doo” e in “Hotel Transylvania”… ma non possiamo certo trascurare la loro presenza all’interno di una delle saghe fantasy più amate dei nostri tempi: Harry Potter.

Riporto il brano di Potterpedia che ne parla:

“Il Chupacabra per i Babbani è una creatura mitologica che si dice vivesse in Nord America e Porto Rico. A seconda della località dell'avvistamento, l'aspetto del Chupacabra (sempre per i Babbani) varia drasticamente. Ad esempio, a Puerto Rico, si dice che il Chupacabra sia un umanoide bipede e rettile, mentre in gran parte del Nord America si dice che assomigli di più a un cane senza peli o a un coyote”.

Per quanto riguarda la versione cinematografica, vediamo un chupacabra nel secondo film di “Animali fantastici e dove trovarli”.

Qui troviamo un’altra versione ancora del personaggio, ovvero il “chupacabra coccoloso” Antonio Chupacabra. Appare infatti come un cucciolo che assomiglia a un piccolo rettile, con sei zampe, piccoli aculei lungo tutto il corpo e grandi occhi nocciola.

L’aspetto è perciò molto carino, ma le sue abitudini un po’ meno… infatti ha la simpatica abitudine di attaccarsi al collo dei suoi padroni, per succhiarne il sangue.

 

La vera leggenda dei chupacabra 

 

Facciamo ora il punto della situazione: il chupacabra in Scooby-Doo è una specie di yeti peloso, in Hotel Transylvania un ometto dalla pelle blu e in Harry Potter un piccolo rettile. Ma qual è il suo vero aspetto nel folklore latino-americano e statunitense?

La verità è che… può assumere fattezze diverse a seconda delle testimonianze. Non c’è uniformità tra le varie fonti.

Ma consideriamo la faccenda dall’inizio.

Dove e quando nasce la leggenda del chupacabra? Nell’isola di Puerto Rico, nel mese di marzo del 1995.

Numerosi contadini cominciarono a trovare capre e altri animali da cortile dissanguati. Iniziò così a circolare la voce che tali uccisioni fossero opera di un misterioso mostro dal nome “chupacabra” (cioè “succhia-capra”).

La prima testimone fu Madelyne Tolentino, un’abitante della città di Canovanas. Disse di aver visto un grosso animale bipede privo di naso e orecchie, con grandi occhi rossi e una cresta di aculei sulla schiena.

 


 

Dopo gli avvistamenti a Puerto Rico, le leggende sui chupacabra cominciarono a diffondersi anche negli USA.

Qui l’aspetto della misteriosa creatura mutò: diventò un animale quadrupede, simile a un cane o a un grosso gatto. Rimaneva però il fatto che il mostro venisse ritenuto responsabile del dissanguamento di numerosi animali da fattoria.

Cosa c’è di vero in queste storie?

Come avviene per tutte le leggende metropolitane, le prove principali sono le parole dei presunti testimoni.

In questo caso, però, ci sono anche le carcasse degli animali dissanguati: sarà stato il chupacabra a ucciderli, oppure qualche altro predatore più comune? Chi lo sa, tutto può essere!

 

Bonus: i chupacabra nell’urban fantasy contemporaneo 

 

Da sempre affascinata dal folklore e dalle leggende metropolitaneho deciso di utilizzare i chupacabra come personaggi secondari nel romanzo “Playing with daggers”.

Sono i primissimi avversari di Kara Schwert, protagonista della storia. Si tratta di uomini dal sangue fatato, che si aggregano per formare una gang di spacciatori mutaforma. Hanno la facoltà di trasformarsi in mostruosi animali succhiasangue, dotati di scaglie e denti affilati.

chupacabra hanno la forza del branco, sono armati e pericolosi.

Kara, però, non è da meno. È decisa a dimostrare alla famiglia la propria forza, anche a costo di correre rischi azzardati. Una ragazza con un caratterino pepato, non c’è che dire… infatti la vediamo mettere a repentaglio la propria vita fin dalle prime pagine. Come riuscirà a cavarsela?

Non posso certo fare spoiler, ma troverete tutte le risposte nel romanzo!


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.