Gli angeli possono subire il fascino dell’oscurità?
Certo. Proprio come noi esseri umani.
Se un angelo cade in tentazione e pecca, la punizione è durissima: perde il suo posto nel cielo e precipita negli inferi, diventando un angelo caduto. Un demone, un rinnegato.
Ma quale motivo può spingere un angelo a ribellarsi? E quale aspetto assume un angelo, dopo aver perso l’innocenza?
In questo articolo esamineremo tutti questi quesiti.
Ecco l’indice dei contenuti:
- Il primo angelo ribelle della storia
- Angeli ribelli lussuriosi
- Che aspetto assumono gli angeli ribelli?
- La ribellione degli angeli custodi
Il primo angelo ribelle della storia
Il primo angelo ribelle della storia, lo sappiamo tutti, fu Lucifero.
Era l’angelo più radioso di tutti, saggio, dotato di una bellezza perfetta. E proprio l’avvenenza e l’intelligenza lo insuperbirono. Iniziò a pensare di essere pari a Dio, di poter governare al suo posto. Così il Signore lo punì, scagliandolo sulla Terra. L’affronto subito trasformò Lucifero in un demone, IL Demone più terribile di tutti, l’eterno avversario di Dio.
Ma in quale passo della Bibbia troviamo la sua storia?
Questa notizia potrà sorprenderti, perché… la Bibbia non ne parla! Nel vecchio testamento il nome “Lucifero” non è attribuito a un angelo, ma al re di Babilonia:
“11 Negli inferi è precipitato il tuo fasto
e la musica delle tue arpe.
Sotto di te v'è uno strato di marciume,
e tua coltre sono i vermi.
12 Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?”
Brano tratto dal libro di Isaia.
Nel nuovo testamento, invece, l’epiteto Lucifero (letteralmente “portatore di luce”) è riferito alla stella del mattino e addirittura allo stesso Gesù.
Nella Bibbia, insomma, non c’è nessun collegamento tra Satana e un fantomatico angelo caduto di nome Lucifero. Si tratta di una versione diffusa nella tradizione orale e nei libri apocrifi, al di fuori del vecchio e del nuovo testamento.
Nei testi sacri, quindi, non esistono gli angeli ribelli?
Sì, esistono, solo che non hanno a che fare con un angelo di nome “Lucifero”. Conosciamoli meglio nel prossimo paragrafo.
Angeli ribelli lussuriosi
Una delle tentazioni più forti per un angelo? Cedere alla lussuria. Proprio così: siamo abituati a pensare agli angeli come a esseri imperturbabili, serafici (la parola stessa “serafico” deriva da “serafino”), ma in realtà anche loro sono vulnerabili al fascino dell’amore e della sensualità.
Ne troviamo testimonianza nella Genesi:
“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero”. (Gen 6,1-4).
Molti interpreti sono concordi nel dire che questi “figli di Dio” sono proprio gli angeli.
Un passo del libro di Enoch conferma tale teoria, facendo il nome di uno di questi angeli lussuriosi: Azazel. La punizione per i suoi peccati è terribile:
“e il Signore disse a Raffaele: «Lega Azazel mani e piedi e ponilo nella tenebra, spalanca il deserto e ponilo là. E ponigli sopra pietre tonde ed aguzze e coprilo di tenebra. E stia là in eterno e coprigli il viso e che non veda la luce»”. (10,4-5).
Non solo. Uno dei manoscritti trovati nella “biblioteca del deserto” di Qumran, descrive anche la progenie nata dal legame proibito tra angeli ribelli e fanciulle mortali:
“Successe che quando in quei giorni i figli dell'uomo aumentarono, belle ed affascinanti figlie nacquero da loro. I guardiani, figli del cielo, le videro ed ebbero brama di loro e si dissero: "Andiamo e prendiamo delle donne tra le figlie dell'uomo generiamo dei figli per noi." [...] Loro ed i loro capi tutti si presero delle donne per sé. Esse divennero gravide di loro e diedero vita a giganti, alcuni alti tremila cubiti”. (frammento 4Q202).
Questi angeli, che hanno abbandonato i loro incarichi divini per scendere sulla terra e unirsi alle donne, sono diventati angeli decaduti.
Che aspetto assumono gli angeli ribelli?
Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una distinzione tra i testi sacri e la raffigurazione tradizionale degli angeli nella storia dell’arte.
Nell’ambito dei testi sacri, non ha senso parlare di “aspetto degli angeli” in generale. Gli angeli non sono tutti uguali: le loro fattezze cambiano moltissimo in base alla posizione gerarchica, come possiamo leggere nell’opera De coelesti hierarchia.
Ad esempio, nella parte alta della gerarchia troviamo i Troni, le Dominazioni e le Potestà, che appaiono rispettivamente come ruote dentate, lampi di luce e nubi colorate.
Più ci allontaniamo da Dio e ci avviciniamo agli uomini, più gli angeli acquisiscono l’aspetto a noi familiare. Forse perché, dovendo manifestarsi agli esseri umani, assumono fattezze meno bizzarre ai nostri occhi.
Gli arcangeli e gli angeli custodi, i quali occupano l’ultima posizione dell’ordine gerarchico, sono infatti bellissimi uomini con grandi ali piumate.
L’aspetto di partenza di un angelo, quindi, dipende dalla sua posizione gerarchica. Ma quando decade e passa dalla parte di Satana, come diventa?
Anche qui, occorre fare una distinzione. La cultura popolare dipinge il Diavolo e i suoi seguaci come esseri antropomorfi dotati di corna, coda e zampe caprine. Si tratta di un’iconografia mutuata dal paganesimo, per la precisione dai Fauni e dal Dio Pan.
Nella Bibbia non c’è niente di tutto questo. Satana non è descritto come un fauno, ma come un serpente o un drago. E gli angeli decaduti? Non ci sono descrizioni dettagliate al riguardo.
In ambito pittorico, invece, le cose sono più semplici.
Prendiamo ad esempio la Tavola degli angeli ribelli, opera anonima databile tra il 1340 e il 1345. Gli angeli “buoni”, quelli dalla parte di Dio, sono belli, biondi e con le ali piumate. Gli angeli ribelli, viceversa, sono neri, cornuti e dotati di ali da pipistrello. Questo tipo di raffigurazione è ricorrente nella storia dell’arte.
Infine, voglio mostrarvi un’opera molto interessante, perché ritrae quello che potremmo definire “l’anello mancante” tra angelo di Dio e angelo decaduto. Quella fase in cui l’angelo non è più bello e biondo, ma non è ancora completamente demoniaco. Si tratta della “Pala dei tre arcangeli”, di Marco d’Oggiono.
La composizione è strutturata in modo che lo sguardo dello spettatore cada sull’angelo decaduto, che sta sprofondando negli Inferi. Il suo corpo è ancora roseo e scolpito, i tratti del viso attraenti — anche se il naso si sta facendo adunco — ma le ali sono nere, i piedi sono diventati zampe dotate di artigli, tra i capelli sono spuntate le corna. Una mano scompare nell’abisso, una si protende verso l’alto, vicino a una pianta di teneri fiori bianchi, come un ultimo tentativo di sfuggire al suo castigo. Nel volto possiamo leggere la rabbia e la frustrazione causate dalla caduta.
La ribellione degli angeli custodi
Lucifero, nella tradizione popolare, diventa ribelle a causa della superbia.
Gli angeli decaduti della Genesi, invece, peccano di lussuria.
Ma quali altre motivazioni possono spingere un angelo verso la caduta?
Nel mio libro “L’ombra dell’angelo” sono partita da questo presupposto: se ogni essere umano ha un angelo custode che lo protegge, perché molti uomini continuano a subire incidenti mortali?
Ho quindi pensato che un angelo custode possa difendere il suo protetto da determinati pericoli, ma non da altri. Ci sono delle leggi universali che governano il destino delle persone e non possono essere infrante. Se tali leggi stabiliscono la morte prematura di un essere umano, nessun angelo può contrastarle.
L’angelo protagonista del libro, Daemon, non ci sta. Prova in tutti i modi a salvare la giovanissima protetta Nina da una morte annunciata. Questo è il suo peccato.
Riuscirà Daemon a difendere Nina dal suo tragico fato? Non posso svelarvelo per non fare spoiler, ma potrete scoprirlo leggendo il romanzo. Se vi piacciono le atmosfere misteriose e dark, allora fa al caso vostro!
COSA SUCCEDE QUANDO UN ANGELO CUSTODE SI RIBELLA ALLE REGOLE PER AMORE?
Leggete “L’ombra dell’angelo” in formato cartaceo e sul vostro Kindle! QUI
Romanzo paranormal romance, leggilo subito su Amazon! QUI |
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.
Nessun commento:
Posta un commento