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lunedì 21 settembre 2020

Lo sciamanesimo femminile nella mitologia norrena


La magia, nella mitologia norrena, era un affare da donne. Per un uomo era molto compromettente padroneggiarla.

Le esperte dello sciamanesimo femminile potevano mutare il corso degli eventi, mettersi in comunicazione con gli Dei e predire il futuro. Lo stesso Odino si fece profetizzare le sorti del Ragnarǫk (battaglia finale tra bene e male) da una sciamana.

Ma si trattava di una magia buona o cattiva? Come veniva chiamata dai Vichinghi? Cosa rischiava un uomo sorpreso a usarla? Scopriamolo insieme con questo articolo!

Ecco l’indice dei contenuti:

·      Come si chiamava lo sciamanesimo femminile norreno?

·      Da chi era praticato lo sciamanesimo femminile?

·      Lo sciamanesimo femminile norreno era magia nera o bianca?

·      Lo sciamanesimo norreno era praticato anche dagli uomini?

·      La sciamana più potente: Freya

·      Una sciamana moderna: Kara Schwert

 

Come si chiamava lo sciamanesimo femminile norreno?

 

Questo tipo di magia era chiamato seiðr.

L’origine della parola “seiðr” si perde nella notte dei tempi. È stato ipotizzato che derivi dalla radice proto-indoeuropea ricostruita “*soi-to-”, che significava “corda”. Il nesso tra “corda” e “magia” è nebuloso, si pensa sia un’allusione ai legacci che forse venivano usati durante le prime pratiche, oppure può simboleggiare il legame che si crea tra la sciamana e il destinatario del seiðr.

 

Da chi era praticato lo sciamanesimo femminile?

 

Nella società vichinga, la figura preposta a padroneggiare il seiðr si chiamava vǫlva.

La parola vǫlva in antico norreno significava “portatrice della bacchetta” ed era collegata al proto-germanico “*walwōn”, cioè “bacchetta”. In effetti, le sciamane usavano un bastone magico durante i loro rituali. Ma di cosa si occupavano, nello specifico? Le fonti sono molto esigue e misteriose al riguardo. Tuttavia, possiamo fare qualche congettura.

La vǫlva, per poter esercitare le sue arti, doveva entrare in uno stato di trance. Ciò avveniva durante una cerimonia che prevedeva una danza circolare, al ritmo di musica incalzante. Durante la trance comunicava con gli Dei, prevedeva il futuro e acquisiva nuovi poteri magici. I suoi intenti erano buoni o cattivi? Scopriamolo nel prossimo paragrafo.

 

Lo sciamanesimo femminile norreno era magia nera o bianca?

 

Dipende. Nel mio libro “Playing with daggers”, Axel (nobile pretendente al trono di Faerie) dice:

«Il seiðr uccide, fortifica, indebolisce… ma non mente mai».

Questa magia sciamanica, quindi, poteva rendere gli altri più forti, più deboli o perfino ucciderli.

Col seiðr era possibile curare i malati, far innamorare le persone, trasformarsi in animale. Col seiðr, però, si poteva anche inaridire il raccolto altrui, trasferire forza e intelligenza da un individuo all’altro e dispensare morte e malattia. Perciò non si può incasellare né nella magia bianca, né nella magia nera, perché non era né positivo né negativo in sé e per sé. Tutto dipendeva da come veniva usato.

 

Lo sciamanesimo norreno era praticato anche dagli uomini?

 

Era molto raro, eppure poteva capitare.

Gli uomini che padroneggiavano il seiðr venivano chiamati seiðmaðr. Tuttavia, l’uso dello sciamanesimo femminile da parte di un uomo era considerato una cosa vergognosa. I seiðmaðr venivano additati come “effemminati”, accusa molto grave nella società vichinga, che poteva costare l’emarginazione dalla comunità.

 

La sciamana più potente: Freya

 

Freya era una delle divinità più importanti della mitologia norrena.

Dea dell’amore, della bellezza, della fertilità e della magia, fu proprio lei a portare il seiðr ad Ásgarðr.

Arrivò nella terra di Odino come ostaggio, ceduta dalla sua gente per sedare la lunga faida tra le popolazioni divine degli Asi e dei Vani. Ma, in breve tempo, divenne una stimatissima maestra di seiðr e acquisì un ruolo fondamentale nel pantheon vichingo.

Nonostante il seiðr fosse un “affare da donne”, Odino non si fece scappare l’occasione di apprenderlo. Ciò gli costò la scomoda etichetta di “effemminato” da parte di Loki, ma fu un prezzo che il re degli Dei fu disposto a pagare. Con la magia sciamanica, infatti, acquisì incredibili poteri. Non solo. Come leggiamo nel libro “Scopri la Dea che vive in te”:

“In una versione del mito, egli nacque come un essere umano: valoroso, carismatico, fortissimo in battaglia… ma pur sempre umano. Passò dall’essere un semplice condottiero al rango di Dio proprio in virtù del suo saper padroneggiare il seiðr. Quindi, tutta la sua fortuna era da ricollegarsi a Freya”.

 

Una sciamana moderna: Kara Schwert

Kara Schwert, protagonista del mio romanzo urban fantasy per adulti “Playing with daggers”, è il personaggio più ambizioso fra tutti quelli da me creati finora e crede fortemente nel glorioso motto di famiglia: nessuna paura, nessuna sconfitta. E crede anche che lanciarsi da sola nella pratica del seiðr sia un’ottima idea! Avrà ragione?

Kara, umana (suo malgrado), è nata in una famiglia ai vertici del traffico illegale di manufatti, sostanze e servizi di natura magica, paranormale e sovrannaturale. Fin da bambina è stata istruita e allenata in modo da poter assumere un ruolo adatto e compiere la propria parte negli affari di famiglia… ma c’è una cosa che nessuno ha considerato: ciò che Kara pensa.

Relegata a una posizione d’ufficio, lontana dalle negoziazioni, dai clienti e dal pericolo, Kara studia, impara e mette in pratica ciò che scopre durante le interminabili ore trascorse in compagnia di testi antichi, rune e misteri. Il suo lavoro è consegnare il frutto delle proprie ricerche al laboratorio, in modo che il fratello Konrad, il chimico di famiglia, possa sviluppare nuovi prodotti infusi di antica magia da immettere sul mercato.

Scontenta di essere stata lasciata così lontano dal potere, Kara non è il tipo che se ne sta con le mani in mano. Da impaziente autodidatta del seiðr, le sue capacità non si sviluppano al passo con i suoi sogni di gloria. Lo studio forsennato di poemi oscuri, l’uso delle rune e il costante superamento dei propri limiti sono un’ossessione che potrebbe costarle la vita… e allora serve un alleato, qualcuno già in grado di padroneggiare quel tipo di magia precluso agli umani, qualcuno di cui fidarsi: Axel von Steinfeld, creatura discendente dai Vani e da Freya, la maestra del seiðr per eccellenza!

Nel sistema magico ideato per questo romanzo, il seiðr differisce da ogni altro tipo di magia perché si basa sul sangue, in particolare sulla componente magica del sangue, per questo motivo il seiðr è sconsigliato agli umani, che in tempi moderni possono attingere a questa forza solo in modo marginale o per nulla. Nell’ambientazione di “Playing with daggers”, viene spiegato che gli umani hanno smesso di sfidare la potenza del seiðr perché il pericolo di morte istantanea è sempre dietro l’angolo!

Ho scelto di limitare in questo modo l’uso del seiðr per differenziarne l’uso rispetto alla magia che già tutti un po’ conosciamo, per esempio come succede per le streghe che lanciano incantesimi, per la magia elementale o per il potere derivato da manufatti mistici. Ho deciso di introdurre queste differenze e restrizioni in virtù della storia e della diffusione del seiðr. Approcciandomi a questa arte mi sono chiesta come mai fosse così poco conosciuta e perché già in epoca d’uso fosse ancora più misteriosa della “comune” magia legata alla forza degli elementi, o a una comunità di adepti, per esempio. Stando al materiale disponibile, la potenza del seiðr non proviene da una divinità o da un oggetto sorgente che la trasferisce al praticante. Si tratta di una energia disponibile a chi è in grado di sentirla e impiegarla. Per questi motivi ho capito subito che doveva essere il tipo di magia più adatto a Kara che, proprio come il seiðr, non aspetta di ricevere nulla. Kara prende ciò che le serve perché è disponibile e perché sceglie di farlo, non perché qualcuno intercede per lei. E allora, se Kara è umana e il seiðr è quasi una condanna a morte… come fa lei a carpirne i segreti? Una domanda che trova risposta nel romanzo, qui non si fanno spoiler!

Dunque, ho detto che Kara non si accontenta, giusto? Per questo motivo entra in scena Axel. Lui appartiene al popolo magico, quello che in inglese è noto come “fay”. In virtù della propria natura, che nella mitologia creata per questo romanzo risale a Freya, Axel è l’aiutante perfetto per Kara.

Tuttavia, ogni cosa ha un prezzo, soprattutto l’aiuto esclusivo di Axel… e anche il seiðr non scherza!


Riuscirà Kara a sopravvivere al seiðr? Scoprilo subito sul tuo Kindle con “Playing with daggers”.


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


lunedì 14 settembre 2020

MAGIA: frasi emozionanti e suggestive



Joe Vitale, nel libro “Scrittura ipnotica”, indica “magia” come una delle parole più ipnotiche in assoluto. Cosa vuol dire? Che “magia” comunica un’immediata sensazione di meraviglia, in grado di infondere benessere nei lettori. Sì: il potere delle parole è davvero incredibile.

Nei miei libri ho sempre parlato di magia, perché il mio scopo è proprio trasmettere questa sensazione di stupore e incanto.

Nel post che stai leggendo ho riunito 10 frasi emozionanti e suggestive sulla magia, pronunciate da grandi artisti, scrittori e illusionisti. Pronto a sognare insieme a me, sulle ali della fantasia? Allora cominciamo!

 

Magia: frasi emozionanti e suggestive

 

1.     La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi.
Paulo Coelho

 

2.     Scegli una persona che ti guardi come se fosse una magia.
Frida Kahlo

 

3.     Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano.
William Butler Yeats

 

4.     La magia tiene sempre la porta aperta. Davvero, sempre. Trovarla dipende solo da noi.
Banana Yoshimoto

 

5.     Io sono un grande ammiratore del mistero e della magia. Guardate questa vita – è tutta mistero e magia.
Harry Houdini

 

6.     La magia è credere, e credere in sé stessi: se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa.
Johann Wolfgang von Goethe

 

7.     La musica fu in epoche preistoriche una pratica magica, uno dei vecchi e legittimi mezzi della magia.
Hermann Hesse

 

8.     Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione fra questo mondo estraneo ed ostile e noi.
Pablo Picasso

 

9.     Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.
Carlos Ruiz Zafón

 

10.  Le figure demoniache e i temi occulti sono scomparsi dalla magia moderna.
David Copperfield

 

La frase finale, pronunciata dal grande illusionista David Copperfield, è molto significativa per me.

Copperfield ha dato alla magia una dimensione moderna e innovativa, con le sue sparizioni, le illusioni su larga scala, gli show campioni d’incassi.

Ma davvero è solo questa la magia che interessa al pubblico contemporaneo? Be’, io penso che ci sia ancora spazio per una dimensione più antica e misteriosa. Forse nel campo dell’illusionismo è vero quello che dice Copperfield, ma nell’ambito della letteratura, dove si possono creare mondi senza alcun limite imposto dalla realtà… c’è moltissimo spazio per la fantasia, per gli angeli, i demoni e gli altri personaggi mitologici, per gli incantesimi e i sortilegi! Per questo ho voluto inserire nel mio romanzo “Playing with daggers” il seiðr, un’antichissima magia sciamanica praticata dai Vichinghi. Perché proprio il seiðr? Ho scelto questa tipologia di sciamanesimo non solo perché culturalmente legata alla mitologia di riferimento per questo romanzo, ma anche perché molto misteriosa, raccolta e personale. L’ho trovata adatta a Kara e al suo percorso di crescita.

 



Per concludere, vorrei proporti anch’io una frase sulla magia… tratta proprio da “Playing with daggers!”

Spero che ti piaccia, buona lettura!

 

il seiðr… quella non era roba da streghe: si trattava dell’antica magia degli dèi nordici. Un tipo di forza così primordiale, che le uniche fonti documentate erano sparse fra i resti delle iscrizioni runiche, poemi scaldici e saghe”.

 

Kara verrà bruciata o salvata dalla magia? 

Scopri i misteri del seiðr insieme a lei! Inizia subito a leggere “Playing with daggers” sul tuo Kindle!



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


giovedì 10 settembre 2020

Vi presento Eva Fairwald - Magical Magazine

 


Ogni mese una magia! 

Benvenuto nel regno incantato di EVA FAIRWALD – Magical Magazine!


Hai sempre sognato di scoprire i misteri di creature fantastiche e affascinanti? Hai mille domande che non hai mai osato chiedere? Pensi che sirene, angeli, demoni, alieni, streghe, licantropi, vampiri e chissà che altro respirino la nostra stessa aria?

Benissimo! Sei nel posto giusto al momento giusto. Il tuo fiuto per segreti nascosti e incantesimi arcani funziona benissimo… ora goditi la tua ricompensa e inizia subito a indagare con gli articoli già pubblicati.

EVA FAIRWALD – Magical Magazine apre il suo portale magico durante il mese di agosto 2020. Col motto “ogni mese una magia”, l’estate profuma di mare e salsedine con l’inaugurazione del Mese delle Sirene! L’autunno si veste di segreti con settembre, il Mese della Magia.

Quali saranno i prossimi argomenti? Segui il Magazine e la pagina Facebook per non perderti nemmeno un aggiornamento!

Cosa trovi nel Magical Magazine (gratis)?

·      Curiosità, leggende e notizie misteriose

·      Film, serie e libri imperdibili sul tema del mese

·      Contenuti pensati su misura per te, amante della magia, del paranormale e della lettura!

·      Nuovo mese = nuovo tema incantato

·      Nuova settimana = nuovo articolo di magico approfondimento

 

Contenuti creati in collaborazione con 

Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.





Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.

 

lunedì 7 settembre 2020

Rune vichinghe: 10 curiosità da scoprire



Cosa ti viene in mente se dico “Vichinghi”? Probabilmente un popolo di rozzi guerrieri, dediti alle scorribande e alle gozzoviglie più sfrenate. In parte è vero, ma i Vichinghi non erano solo questo. Erano anche grandi amanti di poemi e saghe mitologiche. Presso i nobili era molto richiesta la figura dello “scaldo”, poeta di corte assimilabile al bardo della cultura celtica.

Non solo guerrieri e festaioli, quindi: i Vichinghi erano anche poeti. Inoltre, praticavano l’arte della divinazione e la scrittura di testi sacri con le rune.

Ma in cosa si differenziano le rune vichinghe dalle altre rune?

Quante sono e come sono fatte?

Scopriamolo in questo articolo!


 

Rune vichinghe: 10 curiosità da scoprire

 

1.     Le rune vichinghe, usate in Scandinavia e in altri insediamenti vichinghi dal IX secolo in poi, sono anche conosciute col nome di “Futhark recente”, “rune scandinave”, oppure “alfabeto dei norreni”.

2.     Perché vengono chiamate “Futhark recente”? Perché derivano dal Futhark antico germanico, un alfabeto runico in uso dal II all’VIII secolo. La denominazione “Futhark” è dovuta al suono delle prime 6 rune dell’alfabeto: F-U-TH-A-R-K.

3.     Il passaggio tra i due alfabeti non fu brusco, ma graduale. Tra il 650 e l’800 ci fu un periodo di transizione, testimoniato da pietre runiche incise con un misto di alfabeto antico e recente. Qualche esempio: le pietre runiche svedesi di Björketorp, Stentoften e Rök, nonché la pietra runica danese di Snoldelev.

4.     Mentre il Futhark antico germanico contava 24 rune, le rune vichinghe comprendevano solo 16 caratteri.

5.     L’introduzione delle rune vichinghe avvenne nello stesso momento in cui la lingua proto-norrena ebbe un’evoluzione, tramutandosi nel norreno vero e proprio.

6.     Mentre il Futhark antico era un alfabeto elitario, le rune vichinghe erano molto più diffuse. Infatti, ci sono rimaste ben 6000 pietre runiche vichinghe!

7.     Il più antico catalogo di rune vichinghe a noi pervenuto è l’”Abecedarium Nordmannicum” ("abbecedario normanno"), risalente all’alto Medioevo. Purtroppo l’originale è andato distrutto, ma ci rimane una copia ottocentesca conservata nella biblioteca dell’abbazia di San Gallo, in Svizzera. Presenta le 16 rune vichinghe sottoforma di breve poema.

8.     Ci sono altri due cataloghi di rune vichinghe: il poema runico norvegese e il poema runico islandese. Non solo elencano tutte le 16 rune, ma per ognuna ne chiariscono il significato con una strofa poetica. Per esempio, nel poema runico islandese la prima runa (“fé”) è descritta così: “Ricchezza – Fé/fonte di discordia fra parenti/e fuoco del mare/e percorso del serpente” (traduzione tratta da “Wiccanews”). Probabilmente le rime servivano a memorizzare l’alfabeto.

9.     Ci sono due tipologie di rune vichinghe: quelle a rami lunghi, danesi, e quelle a rami corti, svedesi e norvegesi. Come mai questa differenziazione? Il motivo non è ancora chiaro, i linguisti hanno dibattuto per secoli sulla questione. L’ipotesi più accreditata è che le rune a rami lunghi fossero destinate a scrivere sulla pietra, mentre quelle a rami corti servissero per i messaggi pubblici o privati su legno.

10.  Come sono fatte le rune vichinghe? Puoi scoprirlo nell’immagine sottostante.


 

Ed ecco come si leggono:

 

(, "ricchezza")

úr (, "ferro"/"pioggia")

þurs (, "gigante"),

óss (Áss)

reið (, "cavalcata")

kaun (, "ulcera")

hagall (, "grandine")

nauðr (, "bisogno")

isa (, "ghiaccio")

ár (, "abbondanza")

sol (, "sole")

Týr (Týr)

bjarken (, "betulla")

maðr (, "uomo")

lögr (, "acqua")

yr (, "tasso").

 

La società vichinga mi ha sempre affascinata, infatti nel 2018 mi sono cimentata nell’arduo, ma stimolante, compito di scrivere un romanzo basato su un’antica saga norrena. È un progetto ancora top secret: il manoscritto c’è, è pure bello corposo, ma per presentarlo al meglio ai lettori ho bisogno di ancora un po’ di tempo. Quando sarà il momento giusto ne parlerò su queste pagine!

Nel frattempo, posso consigliarti il romanzo urban fantasy in cui ho parlato in maniera più approfondita di rune e magia norrena: “Playing with daggers”. La protagonista, Kara, è un’esperta e ambiziosa studiosa e traduttrice di antiche rune fatate

Per saperne di più, clicca QUI.



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.



mercoledì 2 settembre 2020

RUNE: cosa sono? Come usarle?



Runa: una parola antichissima, che significa “mistero, segreto”.

Le rune sono segni grafici, ma non solo. Nei secoli sono state utilizzate per scrivere testi religiosi, sacri e magici. Ancora oggi vengono impiegate come talismani e strumenti di divinazione.

Ti piacerebbe scoprire tutti i segreti di questo straordinario alfabeto? Vuoi imparare il significato delle rune, come leggerle e come usarle per ricevere risposta alle tue domande? Allora sei nel posto giusto. Ecco cosa troverai in questo articolo:

 

·      Rune: cosa vuol dire?

·      Rune: cosa sono?

·      Rune: a cosa servono?

·      Rune: come leggerle?

·      La runa senza nome

·      Rune: come usarle?

·      Dove procurarci le nostre rune?

·      Rune urban fantasy

 

Cominciamo!

 

Rune: cosa vuol dire?

La parola “runa” deriva dal nordico antico “rūnar”, che significa “scritture segrete” ed è il plurale di “rūn”, gotico “rūna”, “mistero, segreto”.

 

Rune: cosa sono?

 

Le rune sono segni grafici e simbolici. A ogni runa è possibile associare un suono, un significato letterale e un significato figurato.

Per capire meglio, facciamo un esempio. Prendiamo “Fehu”: a questa runa corrispondono un segno grafico (grafema), un suono (fonema), un significato letterale e un significato esteso.

Il segno grafico è il seguente:




Il suono è “f”. Il significato letterale è “bestiame” e il significato simbolico è “prosperità”.

Le rune, quindi, oltre a essere caratteri alfabetici, sono anche simboli dal forte significato sacro e allegorico.

Per comprendere al meglio questo alfabeto, è molto importante sapere che non esiste un solo tipo di rune. Anzi, nel corso dei secoli si sono affermati numerosi alfabeti runici:

1.    Il Futhark antico germanico: utilizzato dalle tribù germaniche tra il II e l'VIII secolo. Era composto da 24 rune.

2.    Il Futhark anglosassose: discende dal Futhark antico germanico, comprendeva dalle 26 alle 33 rune. Fu impiegato dagli Anglosassoni e dai Frisoni per scrivere in antico inglese e antico frisone a partire dal V secolo.

3.    Rune gotiche: non sappiamo molto di questo sistema runico, a parte il fatto che era utilizzato per scrivere la lingua dei Goti prima che fosse introdotto l’alfabeto gotico (IV secolo).

4.    Futhark recente (o rune scandinave): è una forma ridotta del Futhark antico germanico, in uso in Scandinavia a partire dal IX secolo. È composto da 16 rune.

 

Molti altri sistemi grafici sono stati chiamati “rune”, come le “rune ungheresi”, le “rune asiatiche”, le “rune turche” ecc. In realtà si tratta di una denominazione impropria, perché sono alfabeti a sé stanti, anche se graficamente possono ricordare le rune.

 

Ma perché gli alfabeti runici prendono il nome di “Futhark”? La risposta è molto semplice: si tratta dei primi suoni che compongono la sequenza alfabetica (F-U-TH-A-R-K).

 

Rune: a cosa servono?

 

La loro doppia natura (segni grafici/caratteri simbolici) rende le rune adatte a vari impieghi:

·      Scrittura: in antichità erano usate per redigere testi religiosi, magici e cultuali, nonché per iscrizioni su gioielli, amuleti, armi, attrezzi e pietre sacre.

·      Divinazione: la lettura delle rune è diffusa ancora oggi per prevedere il futuro e comprendere meglio gli eventi passati

·      Talismani: spesso le rune sono riprodotte in ciondoli, bracciali, collane e tatuaggi, in modo da infondere energia positiva a chi le indossa.

 

Un esemplare di Eva nel 2010 al museo storico di Copenhagen, in posa come una moderna Indiana Jones dopo aver osservato la stele runica in crisi mistica per dieci minuti):


 

Rune: come leggerle?

 

Ora entriamo nel vivo dell’articolo: finalmente possiamo scoprire il significato di ciascuna runa.

Attenzione! Ognuna di queste brevissime descrizioni rappresenta solo una guida rapida per una comprensione iniziale. I significati esposti sono da valutare in simbiosi con le altre rune estratte e con la posizione della runa all’interno della lettura, soprattutto se appare rovesciata. Trovare una runa capovolta non ne muta il significato, ma ci invita a riflettere ancora di più sulla sua interpretazione. Ogni runa non è positiva o negativa in sé e per sé: contiene tutte le sfumature. Se appare rovesciata, però, dovrebbe invitarci a meditare sui potenziali pericoli da cui ci sta mettendo in guardia. Esempio: “uruz”, la runa della forza fisica, nella sua accezione positiva simboleggia il potenziale e l’energia, mentre in negativo rappresenta l’ossessione e la violenza. Quindi le rune capovolte possono essere un monito ad agire per il meglio. Non tutte le rune hanno questa particolarità. Alcune (come “gebo” o “isa”), appaiono sempre uguali.


La runa "Isa”


 

La runa "Gebo"


 

Ma quale alfabeto runico prenderemo in considerazione? Il più diffuso: il Futhark antico germanico. È composto tra tre sottogruppi chiamati “Aett”:

1.    L’aett di Freya, Dea dell’amore, della fertilità e della magia.

2.    L’aett di Heimdall, Dio della sorveglianza.

3.    L’aett di Tyr, Dio della guerra e della giustizia.

 


 

 

AETT DI FREYA (rappresenta la creazione e l’ordine cosmico)

 

FEHU

Suono: “f”

Significato letterale: bestiame

Significato simbolico: prosperità, ricchezza conquistata col duro lavoro

 

URUZ

Suono: “u”

Significato letterale: toro

Significato simbolico: forza fisica, potenziale indomito, energia, ossessione

 

THURISAZ

Suono: “th”

Significato letterale: spina/martello di Thor

Significato simbolico: difesa da un pericolo, sfida da affrontare

 

ANSUZ

Lettera: “a”

Significato letterale: bocca, frassino

Significato simbolico: comunicazione consapevole, consigli, ma anche parole ingannevoli

 

RAIDO

Lettera: “r”

Significato letterale: ruota del carro

Significato simbolico: movimento, viaggio, percorso di crescita personale

 

KENAZ

Lettera: “k/c”

Significato letterale: torcia, fiaccola

Significato simbolico: la luce che ci rischiara in periodo buio, la forza dell’intuizione per affrontare i cambiamenti

 

GEBO

 

Lettera: “g”

Significato letterale: dono

Significato simbolico: amore incondizionato, fratellanza, condivisione, equilibrio

 

WUNJO

 

Lettera: “v/w”

Significato letterale: gioia/vittoria

Significato simbolico: gioia data dalla riappacificazione con qualcuno che ha opinioni diverse dalle nostre; vittoria per un successo raggiunto.

 

AETT DI HEIMDALL (rappresenta la distruzione e il caos)

 

HAGALAZ

 

Lettera: “h”

Significato letterale: grandine

Significato simbolico: crisi, evento imprevedibile, cambiamento necessario

 

NAUTHIZ

 

Lettera: “n”

Significato letterale: necessità

Significato simbolico: destino inevitabile, necessità di accettarlo

 

ISA

 

Lettera: “i”

Significato letterale: ghiaccio

Significato simbolico: immobilità, pazienza, attesa di un miglioramento

 

JERA

 

Lettera: “j/y”

Significato letterale: anno

Significato simbolico: raccolta dei frutti provenienti dal duro lavoro, ricompensa per i sacrifici

 

EIHWAZ

 

Lettera: “ie”

Significato letterale: albero del tasso

Significato simbolico: trasformazione, morte simbolica e rituale

 

PERTH

 

Lettera: “p”

Significato letterale: coppa per il lancio dei dadi

Significato simbolico: gioco d’azzardo, rischio e avventura

 

ALGIZ

 

Lettera: “Z”

Significato letterale: alce

Significato simbolico: protezione contro i pericoli

 

SOWELU

 

Lettera: “S”

Significato letterale: sole

Significato simbolico: successo, nascita di nuovi progetti, potere

 

AETT DI TYR (rappresenta l’equilibrio tra ordine e caos)

 

TIWAZ

 

Lettera: “t”

Significato letterale: lancia/pilastro

Significato simbolico: principio maschile, equilibrio, armonia e giustizia

 

BERKANA

 

Lettera: “b”

Significato letterale: betulla

Significato simbolico: principio femminile, matrice, Madre Terra, fecondità

 

EHWAZ

 

Lettera: “e”

Significato letterale: cavallo/gemelli

Significato simbolico: unione, matrimonio

 

MANNAZ

 

Lettera: “m”

Significato letterale: uomo

Significato simbolico: legame tra uomini e dei, eterno ritorno

 

LAGUZ

 

Lettera: “l”

Significato letterale: acqua

Significato simbolico: nascita, crescita, energia primordiale

 

INGWAZ

 

Lettera: “ng”

Significato letterale: fertilità

Significato simbolico: abbandonare il passato, liberare le energie, nuovo inizio

 

DAGAZ

 

Lettera: “d/th”

Significato letterale: giorno

Significato simbolico: nuova era, cambiamento radicale, luce dopo l’oscurità

 

OTHALA

 

Lettera: “o”

Significato letterale: nobile

Significato simbolico: saggezza trasmessa dagli avi, eredità

 

La runa senza nome

 

Quando usiamo le rune per la divinazione, dobbiamo aggiungere un venticinquesimo simbolo: la runa senza nome, detta anche “runa bianca”.

Cos’è la runa senza nome? Nient’altro che una runa senza alcun segno grafico inciso sopra. Rappresenta il potenziale puro, l’aprirsi di tutte le possibilità davanti a noi, la fiducia verso il futuro, l’evoluzione, la possibilità di iniziare un nuovo percorso di vita.

 

Rune: come usarle?

 

Le rune possono essere usate sia come talismani, sia nella divinazione.

·      Rune come talismani: nel caso si vogliano indossare le rune sotto forma di gioielli, quale scegliere? Ci sono diverse possibilità. Si può optare per una runa che ha un forte valore simbolico per noi, per esempio la prima che abbiamo mai estratto. Oppure quella che rispecchia al meglio il nostro carattere. Ma può anche essere utile selezionare una runa che rappresenta un obiettivo da raggiungere, che ci può dare la forza per perseguire i nostri scopi.

·      Divinazione con le rune: si può effettuare con varie tecniche. La più antica è la divinazione col lancio. Poi ci sono le divinazioni a una, due e tre rune.

 

Per iniziare, consiglio la divinazione a una o due rune. Come funziona?

·      Divinazione a una runa: di solito si effettua di mattina, per avere un quadro complessivo della giornata che ci aspetta. Si scuote il sacchetto delle rune e si pensa a una domanda, dopodiché si estrae una sola runa, che ci darà una chiave di lettura per gli eventi che affronteremo.

·      Divinazione a due rune: la prima runa si estrae al mattino e la seconda a fine giornata. La prima ci darà un’anticipazione degli eventi del giorno, la seconda ci aiuterà a interpretarli.

 

Dove procurarci le nostre rune?

 

Si possono acquistare in molti negozi online, ma la cosa migliore sarebbe sceglierle di persona, per percepire l’energia che trasmettono al tatto e alla vista. Quando si compra un manufatto di carattere esoterico, infatti, è generalmente meglio affidarsi alle sensazioni del momento, che completano l’esperienza legata all’oggetto stesso. Inoltre, è bene purificare il nuovo acquisto il prima possibile, al più tardi previo l’uso.

 

Nelle grandi città è possibile trovarle nei negozi di esoterismo. Un’altra opzione è comprarle a eventi fantasy. Io, per esempio, acquistai le mie rune durante un evento al Castello di Belgioioso, sono di legno e fatte a mano (ma non da me!), con relativo sacchetto di velluto per il trasporto. Mi rifornisco abitualmente di pietre, gioielli e incensi durante fiere, mercati e feste medievali in modo da toccare con mano questi oggetti che mi accompagneranno a lungo. Inoltre, chi li vende durante questi eventi è spesso ben informato anche sulla provenienza e nella maggior parte dei casi sono proprio i gioiellieri che hanno prodotto gli anelli e gli altri monili disponibili al banco.

 

Infine, c’è anche la possibilità di costruirsele da soli! In questo modo, si caricheranno di una forte energia nel momento stesso in cui si creano. L’importante è usare materiali naturali. Si possono incidere o dipingerle su pezzi di corteccia, sassi o ciottoli raccolti al mare o al lago. Un’altra idea è modellarle con creta, argilla o pasta di sale.

Per conservarle scegli un sacchetto di tessuto naturale, come cotone o seta.

Se ami la musica, ti consiglio l’ascolto del gruppo SVEDESE Wardruna, che ha provvidenzialmente prodotto un album intitolato “Runaljöd” cioè il “canto delle rune”. Infine, come dice Gerry Scotti, “only the brave!” Solo se sei coraggioso: siediti al buio, accendi una candela e/o un bastoncino d’incenso, ascolta l’album con le cuffie.

 

Rune urban fantasy

 

 

 

Il mio romanzo urban fantasy per adulti “Playing with daggers” è imbevuto di mitologia norrena, senza tuttavia essere incentrato sulle vicende degli antichi dèi. Ci sono in particolare due elementi cruciali che ho inserito nella narrazione per collegare i miei personaggi alla magia tipicamente nordica: le rune e il seiðr (di cui parleremo presto!).

L’uso delle rune in “Playing with daggers” è molto pratico e pensato per veicolare la magia basandosi sul significato delle rune impiegate. Kara Schwert, la mia protagonista, utilizza per esempio JERA (raccolto) in un momento critico per raccogliere più energia bagnando la runa col sangue che a sua volta la connette a ALGIZ (protezione), in modo da formare una barriera.

Un altro uso delle rune in questo romanzo è invece relativo alla trasmissione di conoscenza occulta sia in forma di poema che di stele incisa… ma meglio lasciare la parola a Kara:

«Si dà il caso che potrei essere in possesso della sola copia di svariati poemi scaldici e saghe e una stele runica che si dice sia stata incisa da Frejya stessa. Questo materiale potrebbe essere zeppo di significati oscuri. Potrebbe contenere incantesimi e istruzioni fruibili solo per coloro che sappiano decifrarne il testo, che non è mai stato registrato da nessun’altra parte e, così unico, da non comparire nemmeno nelle liste ufficiali dei manoscritti esistenti.»

Ho poi voluto sfruttare la versatilità delle rune anche attraverso un manufatto molto particolare, creato da Axel von Steinfeld in persona, figlio del Duca von Steinfeld, nobile in lizza per il trono della porzione tedesca del Regno di Faerie. Insomma, un tipino con un come così altisonante sarà in grado di usare le rune in modo efficace? A lui la parola:

«Si tratta di un gioiello potente e utile, amore. Crea una sottile barriera di energia quando sei sotto attacco, deflettendo aggressioni meccaniche e magiche. Attinge parzialmente da te, il resto del potere deriva dagli incanti da me infusi. Puoi farti male lo stesso, ma in maniera meno grave. Dovrebbe ragionevolmente prolungare il tuo tempo di sopravvivenza.»

«Wow!» esclamò lei baciandolo leggera.

«E non è tutto,» aggiunse lui con un sorrisetto furbo «sarai in grado di convocarmi, se lo terrai nel palmo e penserai intensamente a me. Diciamo che sei a letto, sdraiata e di colpo ti senti sola… potrei essere lì in pochi secondi oppure…» seguitò lui, tenendole la mano mentre lei volgeva gli occhi verso l’alto «sei in pericolo e non vuoi morire divorata dal seiðr, ti percepirò e raggiungerò, ovunque tu sia. Sempre.»

 

Le rune salveranno Kara da se stessa? 

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.