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lunedì 26 ottobre 2020

Chi sono gli angeli ribelli?


Gli angeli possono subire il fascino dell’oscurità?

Certo. Proprio come noi esseri umani.

Se un angelo cade in tentazione e pecca, la punizione è durissima: perde il suo posto nel cielo e precipita negli inferi, diventando un angelo caduto. Un demone, un rinnegato.


Ma quale motivo può spingere un angelo a ribellarsi? E quale aspetto assume un angelo, dopo aver perso l’innocenza?

In questo articolo esamineremo tutti questi quesiti.


Ecco l’indice dei contenuti:

  • Il primo angelo ribelle della storia
  • Angeli ribelli lussuriosi
  • Che aspetto assumono gli angeli ribelli?
  • La ribellione degli angeli custodi


Il primo angelo ribelle della storia





Il primo angelo ribelle della storia, lo sappiamo tutti, fu Lucifero.

Era l’angelo più radioso di tutti, saggio, dotato di una bellezza perfetta. E proprio l’avvenenza e l’intelligenza lo insuperbirono. Iniziò a pensare di essere pari a Dio, di poter governare al suo posto. Così il Signore lo punì, scagliandolo sulla Terra. L’affronto subito trasformò Lucifero in un demone, IL Demone più terribile di tutti, l’eterno avversario di Dio.


Ma in quale passo della Bibbia troviamo la sua storia?

Questa notizia potrà sorprenderti, perché… la Bibbia non ne parla! Nel vecchio testamento il nome “Lucifero” non è attribuito a un angelo, ma al re di Babilonia:


“11 Negli inferi è precipitato il tuo fasto
e la musica delle tue arpe.
Sotto di te v'è uno strato di marciume,
e tua coltre sono i vermi.
12 Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?”


Brano tratto dal libro di Isaia.


Nel nuovo testamento, invece, l’epiteto Lucifero (letteralmente “portatore di luce”) è riferito alla stella del mattino e addirittura allo stesso Gesù.


Nella Bibbia, insomma, non c’è nessun collegamento tra Satana e un fantomatico angelo caduto di nome Lucifero. Si tratta di una versione diffusa nella tradizione orale e nei libri apocrifi, al di fuori del vecchio e del nuovo testamento.


Nei testi sacri, quindi, non esistono gli angeli ribelli?

Sì, esistono, solo che non hanno a che fare con un angelo di nome “Lucifero”. Conosciamoli meglio nel prossimo paragrafo.


Angeli ribelli lussuriosi




Una delle tentazioni più forti per un angelo? Cedere alla lussuria. Proprio così: siamo abituati a pensare agli angeli come a esseri imperturbabili, serafici (la parola stessa “serafico” deriva da “serafino”), ma in realtà anche loro sono vulnerabili al fascino dell’amore e della sensualità.

Ne troviamo testimonianza nella Genesi:

“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero”. (Gen 6,1-4).


Molti interpreti sono concordi nel dire che questi “figli di Dio” sono proprio gli angeli. 

Un passo del libro di Enoch conferma tale teoria, facendo il nome di uno di questi angeli lussuriosi: Azazel. La punizione per i suoi peccati è terribile:

“e il Signore disse a Raffaele: «Lega Azazel mani e piedi e ponilo nella tenebra, spalanca il deserto e ponilo là. E ponigli sopra pietre tonde ed aguzze e coprilo di tenebra. E stia là in eterno e coprigli il viso e che non veda la luce»”. (10,4-5).


Non solo. Uno dei manoscritti trovati nella “biblioteca del deserto” di Qumran, descrive anche la progenie nata dal legame proibito tra angeli ribelli e fanciulle mortali:


“Successe che quando in quei giorni i figli dell'uomo aumentarono, belle ed affascinanti figlie nacquero da loro. I guardiani, figli del cielo, le videro ed ebbero brama di loro e si dissero: "Andiamo e prendiamo delle donne tra le figlie dell'uomo generiamo dei figli per noi." [...] Loro ed i loro capi tutti si presero delle donne per sé. Esse divennero gravide di loro e diedero vita a giganti, alcuni alti tremila cubiti”. (frammento 4Q202).


Questi angeli, che hanno abbandonato i loro incarichi divini per scendere sulla terra e unirsi alle donne, sono diventati angeli decaduti.


Che aspetto assumono gli angeli ribelli?



Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una distinzione tra i testi sacri e la raffigurazione tradizionale degli angeli nella storia dell’arte.


Nell’ambito dei testi sacri, non ha senso parlare di “aspetto degli angeli” in generale. Gli angeli non sono tutti uguali: le loro fattezze cambiano moltissimo in base alla posizione gerarchica, come possiamo leggere nell’opera De coelesti hierarchia.


Ad esempio, nella parte alta della gerarchia troviamo i Troni, le Dominazioni e le Potestà, che appaiono rispettivamente come ruote dentate, lampi di luce e nubi colorate.


Più ci allontaniamo da Dio e ci avviciniamo agli uomini, più gli angeli acquisiscono l’aspetto a noi familiare. Forse perché, dovendo manifestarsi agli esseri umani, assumono fattezze meno bizzarre ai nostri occhi. 

Gli arcangeli e gli angeli custodi, i quali occupano l’ultima posizione dell’ordine gerarchico, sono infatti bellissimi uomini con grandi ali piumate.


L’aspetto di partenza di un angelo, quindi, dipende dalla sua posizione gerarchica. Ma quando decade e passa dalla parte di Satana, come diventa?


Anche qui, occorre fare una distinzione. La cultura popolare dipinge il Diavolo e i suoi seguaci come esseri antropomorfi dotati di corna, coda e zampe caprine. Si tratta di un’iconografia mutuata dal paganesimo, per la precisione dai Fauni e dal Dio Pan.




Nella Bibbia non c’è niente di tutto questo. Satana non è descritto come un fauno, ma come un serpente o un drago. E gli angeli decaduti? Non ci sono descrizioni dettagliate al riguardo.


In ambito pittorico, invece, le cose sono più semplici.

Prendiamo ad esempio la Tavola degli angeli ribelli, opera anonima databile tra il 1340 e il 1345. Gli angeli “buoni”, quelli dalla parte di Dio, sono belli, biondi e con le ali piumate. Gli angeli ribelli, viceversa, sono neri, cornuti e dotati di ali da pipistrello. Questo tipo di raffigurazione è ricorrente nella storia dell’arte.


Infine, voglio mostrarvi un’opera molto interessante, perché ritrae quello che potremmo definire “l’anello mancante” tra angelo di Dio e angelo decaduto. Quella fase in cui l’angelo non è più bello e biondo, ma non è ancora completamente demoniaco. Si tratta della “Pala dei tre arcangeli”, di Marco d’Oggiono.




La composizione è strutturata in modo che lo sguardo dello spettatore cada sull’angelo decaduto, che sta sprofondando negli Inferi. Il suo corpo è ancora roseo e scolpito, i tratti del viso attraenti — anche se il naso si sta facendo adunco — ma le ali sono nere, i piedi sono diventati zampe dotate di artigli, tra i capelli sono spuntate le corna. Una mano scompare nell’abisso, una si protende verso l’alto, vicino a una pianta di teneri fiori bianchi, come un ultimo tentativo di sfuggire al suo castigo. Nel volto possiamo leggere la rabbia e la frustrazione causate dalla caduta.


La ribellione degli angeli custodi


Lucifero, nella tradizione popolare, diventa ribelle a causa della superbia.

Gli angeli decaduti della Genesi, invece, peccano di lussuria.

Ma quali altre motivazioni possono spingere un angelo verso la caduta?


Nel mio libro “L’ombra dell’angelo” sono partita da questo presupposto: se ogni essere umano ha un angelo custode che lo protegge, perché molti uomini continuano a subire incidenti mortali?


Ho quindi pensato che un angelo custode possa difendere il suo protetto da determinati pericoli, ma non da altri. Ci sono delle leggi universali che governano il destino delle persone e non possono essere infrante. Se tali leggi stabiliscono la morte prematura di un essere umano, nessun angelo può contrastarle.


L’angelo protagonista del libro, Daemon, non ci sta. Prova in tutti i modi a salvare la giovanissima protetta Nina da una morte annunciata. Questo è il suo peccato.

Riuscirà Daemon a difendere Nina dal suo tragico fato? Non posso svelarvelo per non fare spoiler, ma potrete scoprirlo leggendo il romanzo. Se vi piacciono le atmosfere misteriose e dark, allora fa al caso vostro!

COSA SUCCEDE QUANDO UN ANGELO CUSTODE SI RIBELLA ALLE REGOLE PER AMORE? 

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.

lunedì 19 ottobre 2020

10 affascinanti raffigurazioni di angeli guerrieri


Ti è mai capitato di usare l’espressione “sei un angelo”?

Indica una persona mite, buona, generosa e disinteressata. È proprio così che, di solito, ci si immagina gli angeli.


Eppure, nei testi sacri e nella storia dell’arte, abbondano angeli di tutt’altro genere: angeli guerrieri.

Il più famoso? San Michele, potente arcangelo presente nella tradizione cristiana, ebraica e musulmana. È l’angelo guerriero che ha guidato le milizie di Dio contro Lucifero, nonché la creatura destinata a squillare la tromba del Giudizio Finale.


Gli angeli guerrieri hanno scacciato Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. Hanno sconfitto gli angeli che si sono ribellati a Dio. Puniranno i peccatori nel giorno del Giudizio Finale.


Ma com’è il loro aspetto? Per scoprirlo, ecco 10 affascinanti raffigurazioni di angeli guerrieri.


1. Giudizio universale: basilica di Santa Maria Assunta, Torcello (XI-XII sec.)


L’opera più antica della nostra rassegna è un imponente mosaico, composto da anonime maestranze veneziane.

Ci troviamo davanti a una scena molto inquietante. Due angeli guerrieri, armati di lance, spingono corpi mutilati di peccatori in mezzo alle fiamme infernali.

Sulla destra troviamo Satana, assiso su un trono dotato di teste di leone intente a divorare i corpi dei dannati. In grembo porta l’Anticristo.



 


2. Tavola degli angeli ribelli (1340-1345)

In quest’opera si cela un piccolo mistero: chi è l’autore? 

C’è chi ha attribuito la tavola a Giovanni da Milano, chi a Naddo Ceccarelli, chi a Giovanni Previtali. Non essendoci accordo accademico, l’anonimo artista è stato battezzato con l’affascinante nome di “Maestro degli angeli ribelli”.


La tavola, proveniente dall’ambiente senese, è ora conservata al Louvre.

È divisa in due parti. Sulla sommità della parte superiore troviamo Cristo. Appena sotto di lui, due schiere di troni: a sinistra sono seduti gli angeli che sono restati fedeli a Dio, mentre a destra si possono vedere le sedute rimaste vacanti dopo la caduta dei ribelli. Al centro, tre angeli guerrieri dotati di spade e armature assistono alla scena sottostante.


Nella parte inferiore, San Michele e gli altri angeli guerrieri stanno combattendo contro gli angeli ribelli. Armati di spade e lance, li spingono verso gli Inferi. Gli angeli decaduti hanno ormai perso la loro bellezza. Non hanno più la pelle chiara, i capelli biondi e le ali piumate come gli altri angeli, ma sono diventati neri, dotati di artigli e ali da pipistrello. Si sono trasformati in demoni.




3. Cacciata di Adamo ed Eva, Giusto de’ Menabuoi (XIV sec.):

Vediamo ora un affresco che si trova nel Battistero di Padova.

L’arcangelo Michele, grandioso con la sua armatura e l’aureola d’oro, brandisce la spada per scacciare Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. I due sono ormai costretti a lavorare per guadagnarsi da vivere, come si evince dagli strumenti che hanno in mano (la zappa e la canocchia per filare).





4. Dannati all’Inferno, Luca Signorelli (1499-1502):


Siamo all’interno della cappella di San Brizio, a Orvieto. Nella seconda lunetta della parete di destra troviamo il nostro affresco, dipinto da Signorelli e dai suoi aiuti.


Si tratta di una scena dinamica, sensuale e grottesca.

È divisa in due parti. Nella parte inferiore, un groviglio di corpi nudi di peccatori si dibatte, tormentato da demoni dalla pelle rossa o blu. Uno dei demoni più accaniti sta mordendo l’orecchio di una bella donna bionda: è l’autoritratto di Luca Signorelli, che forse si è voluto vendicare in questo modo del tradimento subito da un’amante. 

La parte superiore è meno ingombra di personaggi, più distesa.

Le figure di serafici angeli guerrieri, bardati di tutto punto, contrastano con i dannati nudi e concitati della scena sottostante. Due di questi angeli conversano amabilmente, il terzo sguaina la spada per minacciare un demone.

Il punto focale dell’affresco, dove cade subito l’occhio dello spettatore, è un demone che porta sulle spalle una bella donna.



5. San Michele e il drago, Raffaello Sanzio (1505)

Il nostro infaticabile San Michele non si accontenta di sconfiggere peccatori e angeli ribelli, ma combatte anche i draghi. E lo fa in un’opera del grande Raffaello Sanzio, conservata al Louvre.

L’angelo guerriero ha una posa dinamica, sembra che sia appena atterrato al suolo per decapitare il drago.

Per l’interpretazione del dipinto, possiamo considerare questo passo dell’Apocalisse:

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli» (Apocalisse 12,7-9).





6. Apocalisse, Dürer (1496-1498):

Dopo Raffaello, eccoci alle prese con un altro celebre artista: il tedesco Albrecht Dürer. La raffigurazione che vi propongo è una xilografia in bianco e nero, proveniente da l libro “L’apocalisse”.

Si tratta del primo libro progettato e pubblicato su iniziativa personale di un artista… insomma, un esemplare di self publishing ante litteram!

L’opera ebbe grandissimo successo in tutta Europa.

In questa tavola, dal titolo “Battaglia degli angeli”, gli angeli guerrieri irrompono sulla Terra per punire i peccatori. Armati di spade, combattono con furore ogni genere di dannati, compresi re e pontefici.



7. Pala dei tre arcangeli, Marco d’Oggiono (1516):

Un’opera di grandi dimensioni e di forte impatto, conservata nella Pinacoteca di Brera.

Marco d’Oggiono era un allievo di Leonardo, cosa evidente nelle fattezze dei tre arcangeli, che richiamano “La vergine delle rocce” e “San Giovanni Battista”. L’angelo centrale, che brandisce la spada contro Satana, è San Michele, mentre gli altri sono Gabriele e Raffaele.

I volti soavi degli arcangeli contrastano con l’espressione corrucciata di Satana, che sta precipitando nelle profondità infernali.

La cosa notevole del dipinto è la raffigurazione di Satana: non è ancora diventato un demone completo, si trova in uno stadio intermedio tra angelo e diavolo. Il corpo è ancora roseo, le ali piumate, ma gli sono già spuntati artigli e corna.



8. San Michele scaccia gli angeli ribelli, Domenico Beccafiumi (1524):

Ancora un San Michele, questa volta conservato nella pinacoteca di Siena.

Sopra la sua testa incombe l’ombra del Signore, che sembra ispirarlo e incitarlo a combattere. Ai lati, altri angeli guerrieri brandiscono la spada.

Nella parte sottostante, più scura, si trovano Lucifero e i dannati dell’Inferno.




9. Caduta degli angeli ribelli, Bruegel (1562):

Un olio su tavola variopinto e immaginifico, conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles.

Al centro del dipinto, un San Michele sempre più stacanovista non solo combatte gli angeli ribelli, ma allo stesso tempo sconfigge il drago dell’Apocalisse. Tutto intorno a lui, altri angeli guerrieri sono impegnati nella battaglia.

L’elemento più particolare dell’opera è la fantasia con cui Bruegel il Vecchio dipinge gli angeli ribelli. La loro caduta morale li trasforma in mostri, con ali e arti di pesci, insetti e altri animali.


10. San Michele che uccide il diavolo, chiesa di San Michele a Monaco (1558):

Per chiudere la rassegna, e per variare un po’, invece di un dipinto ho selezionato una scultura.

Un bel San Michele riccioluto è impegnato a trafiggere con la sua lancia Satana in persona. Quest’opera è conservata a Monaco di Baviera, la città in cui vivo.



La maggior parte delle opere descritte si può ammirare in Italia. Ne hai mai vista qualcuna dal vero? Se sì, fammelo sapere nei commenti!


La figura dell’angelo guerriero, così viva e presente nella storia dell’arte, mi ha sempre affascinata e ispirata.

Uno dei personaggi principali della trilogia “Le ombre di Dora” è un angelo di nome Daemon, tragico e tormentato. Nasce come angelo custode, ma nel corso del libro “L’ombra dell’angelo” diventa un angelo nero: ribelle e disperato. Più avanti, si trasforma in un angelo guerriero… ma combatterà per la luce o per le tenebre? Non posso spoilerare nulla! La risposta si trova nel volume conclusivo della saga: “L’ombra dell’anima”.


Può un angelo nero trovare la redenzione?

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.