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domenica 13 luglio 2014

Manuela Dicati - autrice, amica e aiutante!

Ho deciso di dedicare un po' di spazio ad alcune persone simpatiche, preparate e gentilissime che da qualche tempo mi dedicano la loro attenzione dandomi consigli preziosi e commenti utilissimi. Essere self publisher non significa essere soli, vuol dire occuparsi personalmente di trovare aiuto per offrire ai lettori il miglior prodotto possibile.

Le mie storie, pur essendo 100% farina del mio sacco... hanno ovviamente bisogno di qualcuno che le legga in anteprima e che mi aiuti a capire se c'è qualcosa che non funziona, senza contare la caccia ai refusi pre-pubblicazione. 

Da marzo faccio parte di un gruppo di autrici, le "Dame d'Inchiostro", ci diamo una mano con correzioni e letture incrociate e ci sentiamo spesso. In particolare, io sono stata supportata da Manuela e Jessica, che con molta pazienza hanno letto e commentato "L'ombra del sole" e le mie novelle "Law kills" e "Playing with daggers".




Quindi, prima di tutto, GRAZIE!

Oggi ospito Manuela, che si presenterà, parlerà di scrittura e dirà perché ha deciso di continuare a leggere le mie produzioni.

Ciao a tutti, mi chiamo Manuela Dicati e sono una scrittrice emergente. Ho un marito, tre figli e una casa da mandare avanti ma considero la scrittura la mia più grande passione insieme alla lettura. Sono cresciuta principalmente con i classici e il mio autore preferito è Charles Dickens. In assoluto! Le trame intrecciate che riusciva a creare, i colpi di scena, il romanticismo e la denuncia sociale… ho sempre detto che l’unica pecca di amare Charles Dickens è che ormai è morto da un bel pezzetto e, avendo letto tutti i suoi romanzi, mi sento un’orfana, proprio come i suoi protagonisti. E sì, da questo punto di vista sono una piccola Oliver Twist. 




Ma le storie che amo sono anche molte altre e sono di tutti i tipi. Mi piacciono i fantasy e i suoi sottogeneri, dagli urban fantasy ai paranormal romance, la fantascienza, i gialli, i thriller psicologici, quelli storici, i romance e i suoi sottogeneri tra cui il romantic suspence. Insomma, leggo un po’ di tutto eccetto gli horror, perché di fondo, sono una gran fifona. Ah, adoro anche gli storici come quelli ambientati in epoca regency e le storie di pirati. Insomma, sono proprio poche le cose che non leggo. E questa era la Manuela lettrice. 

Per quanto riguarda il mio essere scrittrice… qui forse è difficile fare un riassunto. La mia terza maternità e la perdita del lavoro mi hanno dato la forza e il tempo di immergermi in questo mondo fantastico che è la scrittura. Mi aveva sempre affascinato, inutile mentire, ma non avevo mai avuto il coraggio di provare e di buttarmi. Avevo paura a mettermi in gioco ed esplorare le mie possibilità. Non è stato facile, ma alla fine ho ceduto. Da lì è iniziato il mio viaggio, esattamente un anno e mezzo fa. Ho scritto per me stessa, pensando che mai e poi mai avrei pubblicato e, se lo avessi fatto, difficilmente qualcuno sarebbe stato interessato a leggere qualcosa di mio. Inutile dire che quando ho intrapreso la strada dell’autopubblicazione e il mio paranormal romance ha iniziato a vendere, sono rimasta basita. Ricordo bene l’ansia nel veder come sarebbero state le recensioni. Perché scrivere è solo il primo degli innumerevoli piccoli passi da compiere




Ti devono comprare e poi devi piacere. La prima recensione in assoluto, e persino positiva, non la scorderò facilmente. La lessi e rilessi innumerevoli volte, analizzandone ogni parola e quasi imparandola a memoria. Furono proprio i vari commenti a darmi la forza e la spinta necessaria per andare avanti nonostante le difficoltà. Eh, sì, perché non è facile trovare il tempo di scrivere con tre figli piccoli. Mi sono così immersa nel mondo del self e a tutt’oggi non me ne sono pentita. E se uno pensa che la fase più lunga e difficile sia scrivere, allora non ha ancora capito nulla. La correzione del proprio testo è qualcosa di altrettanto importante, basilare e… noioso da morire. Per lo meno, io lo odio. E poi, c’è l’altro vertice del triangolo delle Bermuda dell’autopubblicazione, triangolo dove ognuno può perdersi se non sa come muoversi. Sto parlando della promozione. Anche questo è stato un bello scoglio frastagliato e pieno di insidie. Prima di tutto ho cercato di capire in cosa consistesse la tanto famigerata promozione. “Devi usare i social” mi dicevano tutti. “E’ pubblicità gratuita e poi il passaparola fa il resto”. Come se fosse stato facile per una che non era nemmeno iscritta a Facebook. Con pazienza e tenacia, passo dopo passo, mi sono affacciata a questo mondo. Santo Cielo! Non è passato nemmeno un anno e mi sembra una vita intera. Quanto ero ingenua e inesperta. Poi, col tempo e la pratica, tutto si impara. Ho così conosciuto i gruppi, i blog, i siti specializzati, ma soprattutto ho conosciuto le mie lettrici. Perché è questo che adoro di questo mondo variopinto e un po’ pazzo che è quello editoriale: il contatto con chi mi legge. Ricevere messaggi entusiastici, belle recensioni, ma soprattutto potersi confrontare con le lettrici che ti dicono cosa è piaciuto e cosa no, che quel personaggio le ha fatte impazzire o che non hanno capito quella cosa, o che sono rimaste scioccate da un determinato comportamento… questo mi entusiasma quasi quanto poter scrivere. E poi c’è un altro aspetto che ho potuto apprezzare in questi ultimi mesi: il confronto e l’amicizia con altri autori come me. E’ proprio così che ho conosciuto Eva Fairwald. 

Inutile negarlo, Eva è una delle mie autrici preferite e che stimo di più. La sua prima opera che ho letto è stata “L’Ombra del Sole”. Non sapevo bene cosa aspettarmi ma me ne sono subita innamorata. I personaggi creati erano fantastici (Connor in primis mi è rimasto nel cuore) ma quello che mi ha veramente catturata e conquistata, è stata la ricchezza della sua scrittura. Non parlo di stile o linguaggio, cosa su cui non c’è assolutamente nulla da eccepire, ma parlo di immaginazione, di originalità, di trama. E questo vale per ogni suo scritto. Nelle sue storie, Eva riesce a fondere tantissimi elementi che vanno dall’avventura al fantasy, dall’amore all’eros, per passare attraverso la fantascienza e mondi tecnologici e magici. Anche le sue novelle sono così. E lasciatemelo dire: proprio in queste novelle ha creato dei personaggi spettacolari. Jerry, Karl, ma soprattutto Kara, una figura così importante e magnetica da attirare l’attenzione di chiunque e far girare tutto il contesto intorno a lei




Ma è meglio che mi fermi qui perché se inizio a parlare di Kara non finisco più e non mi sembra il caso. Sono una delle fortunate a cui Eva manda i suoi testi in anteprima, facendomi l’onore di chiedere un mio parere e ne sono contentissima. Mi permette di confrontarmi con lei su ogni passo del romanzo. Posso chiedere delucidazioni, scoprire come le è nata un’idea e perché l’ha portata avanti in quel modo, dove ha trovato i nomi dei suoi personaggi e posso anche chiedere spoiler… ma questi non me li concede spesso ;) Mi piace il confronto. Vedere la genesi delle storie me le fa sentire anche un po’ mie e quando sono storie così interessanti come quelle che scrive Eva Fairwald, direi che non posso essere che contenta. 

Credo che io abbia parlato anche abbastanza e non mi resta che ringraziare Eva per lo spazio che mi ha concesso nel suo blog, per avermi dato la possibilità di farmi conoscere un po’ di più e per aver sopportato le mie chiacchiere. Ciao a tutti!




Io, invece, arrossisco e vi lascio il link con il blog di Manuela... perché oltre ad essere mamma, lettrice e autrice... 
è anche una brava blogger 
che recensisce tanti altri autori italiani!


Queste sono le sue recensioni a:

"L'ombra del sole"

"Law kills"

"Playing with daggers"  




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