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lunedì 8 gennaio 2024

Wicca: la magia tra noi non è mai morta (Parte 2)

 


 

É vero che sei uno spirito,

Ma tu sei nata per essere ancora

Mortale, e devi andare

Sulla terra e fare da maestra

A donne e a uomini che avranno

Volontà di imparare la tua scuola,

Che sarà composta di stregonerie.

Non devi essere come la figlia di Caino,

E della razza che è divenuta

Scellerata e infame a causa dei maltrattamenti.

Come Giudei e Zingari,

Tutti ladri e briganti,

Tu non divieni...

Tu sarai sempre la prima strega,

La prima strega divenuta nel mondo.

Tu insegnerai l’arte di avvelenare,

Di avvelenare tutti i signori,

Di farli morti nei loro palazzi,

Di legare lo spirito dell’oppressore.

E dove si trova un contadino ricco e avaro,

Insegnerai alle streghe tue alunne

Come rovinare il suo raccolto

Con tempesta, folgore e baleno,

Con grandine e vento...



Così inizia “Aradia, o il vangelo delle streghe”, di Godfrey Leland, sulla stregoneria in Italia. Il materiale raccolto si basa sulla testimonianza di “Maddalena”, che si rivelò essere una strega della locale confraternita. Se ti interessa questo argomento, leggi anche Wicca: la magia tra noi non è mai morta (Parte 1)”.

Questa vecchia strega chiamata Maddalena era in possesso di un manoscritto, ricopiato da Leland per il suo libro, dove venivano raccolti e descritti i rituali delle streghe da tempi immemori, tramandati da una decana all'altra.

 

La testimonianza

Si racconta nel manoscritto che Diana la prima nata, una sorta di Lilith, portasse con sé sia la luce che l'oscurità. Quando si divise nacque il fratello Lucifero che divenne il portatore della luce, mentre Diana era l'oscurità. Lucifero caduto sulla Terra si rifiutava di rendere Diana partecipe della luce, per cui anch'ella si fece mortale, si trasformò in gatto e sedusse Lucifero, e qui nacque il primo canto di potere con cui soggiogò l'ira di Lucifero. In questo modo Diana filò il destino degli uomini mentre Lucifero girava la ruota del filatoio, e divenne così la regina delle streghe e di tutto il mondo creato attorno a loro, spiriti, folletti, gnomi, fate...




Wicca

Basandosi su questo testo e su esperienze proprie, Gerald Gardner nel 1938 tornò in Inghilterra dall'estremo oriente, e nella cittadina di New Forest divenne prima discepolo e poi proclamato stregone da una congrega discendente da un'antica tradizione. Da allora cominciò a promuovere la stregoneria, da lui rinominata Wicca, attraverso libri, articoli e interviste radiofoniche. Dopo la pubblicazione delle sue opere principali: “Witchcraft Today”, del 1954 e “The Meaning of Witchcraft del 1959, fu denominato dalla stampa “capo degli stregoni”. Alla sua morte la sacerdotessa Doreen Valiente prese il suo posto. Leggi anche l’articolo “Streghe Wicca: 5 curiosità per conoscerle”.

Al contrario del suo predecessore, la Valiente cercò di tornare nella penombra, evitando la spettacolarizzazione della Wicca; nel contempo ne riscrisse e modernizzò i riti fondamentali, come il canto delle streghe e l'incarico della dea, allontanandola decisamente dal nuovo credo satanista.

 

La Triplice Dea

Si tratta del ritorno della Triplice Dea, la dea madre adorata da quando si conoscono graffiti e statuette adorative o funerarie. Passata attraverso innumerevoli nomi e attribuzioni, accompagnando i passaggi dalle società prettamente matriarcali a quelle patriarcali, da Leucotea dea bianca dei Centauri a Era moglie di Zeus, da Danae a Danu per arrivare a Diana e ad Albione, fino alla celtica Cerridwen.

Nella cosmogonia Wicca, la Triplice Dea rappresenta la ciclicità della vita, la fanciulla, la madre e l'anziana, dove la Luna nelle sue tre fasi ne diviene il simbolo di appartenenza. Il concetto fondante è che gli attributi maschili e femminili sono uniti nell'uno primordiale, che si materializza per darci modo di percepirlo con i nostri cinque sensi. Questa percezione si manifesta in maniera appena riconoscibile; l'unica via per parteciparvi in modo più concreto è la via della strega, attraverso riti e funzioni che ci avvicinano alla vera natura delle cose, metodi diversi ma stessi scopi degli sciamani nativi americani. E anche in queste pratiche, la luce della Wicca e l'ombra della magia nera si accompagnano a vicenda.



La forza degli elementi

Gli elementi fisici tramite i quali è possibile entrare in contatto con la Dea, intesa come elemento primordiale, sono: terra, acqua, fuoco, aria, mentre l'etere, l'ultimo, rappresenta lo spirito, considerato come l'elemento che mantiene tutti gli altri in equilibrio tra loro. Ognuno di questi elementi è rappresentato sulla punta del pentacolo, rappresentazione ovviamente simbolica del cosmo. A ogni vertice del pentacolo è abbinato un guardiano specifico per ogni elemento, considerati i loro spiriti patroni, nello stesso tempo catalizzatori di energia e difensori del rito.

 

Il “Grande rito”

La manifestazione di appartenenza più importante nella liturgia Wicca è il “Grande rito”, una sorta di rinnovato matrimonio con la Dea, nella sua espressione sia maschile che femminile. Può essere usato come propiziatorio all'iniziazione o alla proclamazione di nuovi stregoni, o semplicemente come dichiarazione di appartenenza prima di feste o ricorrenze.

La particolarità di questa funzione rituale sta nel fatto che può essere svolta sia in maniera effettiva, che virtuale, ma comunque condotta dai sacerdoti. Quando questo rito viene effettuato in maniera simbolica si serve di due elementi, un pugnale chiamato athame e un calice, simboli dell'unione degli organi sessuali maschili e femminili. Diciamo che il fine ultimo è quello di rinnovare la fertilità e la nascita della vita.

In definitiva, al di là dei vari riti propiziatori degli iniziati, guidati da sacerdotesse o sacerdoti, la Wicca è una evoluzione moderna dell'antico e comunque ancora presente sciamanesimo. A questo proposito è consigliata la lettura dell’articolo “Il potere della percezione”.

Sciamanesimo

Lo Sciamanesimo è stato definito come la prima religione. È esistito prima delle più antiche civiltà, prima che i nostri antenati intraprendessero il lungo viaggio verso il presente. In quel tempo gli sciamani erano gli uomini della medicina, i detentori del potere, uomini e donne. Essi praticavano la magia e parlavano agli spiriti della natura. Gli sciamani furono i primi umani con la conoscenza. La crearono, la scoprirono, la allevarono e la usarono. La conoscenza è potere, le donne e gli uomini che la possedevano in quei giorni remoti erano sciamani. Per entrare in contatto con il mondo altro si servivano di diverse tecniche, dal digiuno, al dolore autoinflitto, all'uso di sostanze allucinogene. Il tutto per raggiungere quello stato di estasi che permettesse loro di connettersi con gli Dei. Parliamo di questo anche nell’articolo “Sciamanesimo femminile nella mitologia norrena”.

La Wicca oggi è tutto questo, ma con una evoluzione delle tecniche che consentono attraverso la meditazione, la concentrazione, la visualizzazione, le invocazioni ritmiche cantate e danzate, di raggiungere stati di coscienza alterati. Alterati significa, in questo caso, diversi dalla normale percezione con i cinque sensi, significa entrare in uno stato dove la nostra parte inconscia prende il sopravvento cognitivo, consentendoci di aprire dimensioni diverse: pensiamo agli stati indotti dall'ipnosi o dal training autogeno, ad esempio.

In altre parole, questo tipo di stato alterato ci consente di mettere in contatto la nostra parte divina con la dea che ci ha generati, in quanto la divinità non è qualcosa di diverso da noi, che ci concede di essere al suo servizio, ma il dio e la dea sono dentro di noi e in tutto quello che ci circonda. Questa si chiama Universalità, poiché non c'è nulla che non provenga dagli dei.

Nella Wicca si usa la magia, ma la magia non è altro che un modo per indirizzare le energie naturali, per provocare un cambiamento desiderato. Come fare? Lo vedremo prossimamente.

 

Acqua e terra,

fuoco aria in mano:

occhi nel mondo.

 

Anime dentro cuori

vortici di pensieri.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

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