É
vero che sei uno spirito,
Ma tu
sei nata per essere ancora
Mortale, e devi andare
Sulla terra e fare da maestra
A donne e a uomini che
avranno
Volontà di imparare la tua
scuola,
Che sarà composta di
stregonerie.
Non devi
essere come la figlia di Caino,
E della razza che è divenuta
Scellerata e infame a causa
dei maltrattamenti.
Come Giudei e Zingari,
Tutti ladri e briganti,
Tu non divieni...
Tu sarai sempre la prima
strega,
La prima strega divenuta nel
mondo.
Tu insegnerai l’arte di
avvelenare,
Di avvelenare tutti i
signori,
Di farli morti nei loro
palazzi,
Di legare lo spirito
dell’oppressore.
E dove si trova un contadino
ricco e avaro,
Insegnerai alle streghe tue
alunne
Come rovinare il suo raccolto
Con tempesta, folgore e
baleno,
Con grandine e vento...
Così inizia “Aradia, o
il vangelo delle streghe”, di Godfrey Leland, sulla stregoneria in Italia. Il materiale raccolto
si basa sulla testimonianza di “Maddalena”, che si rivelò essere una strega
della locale confraternita. Se ti interessa questo argomento, leggi anche “Wicca: la magia tra noi non è mai morta (Parte 1)”.
Questa vecchia strega chiamata Maddalena era in possesso di un manoscritto, ricopiato da Leland per il suo libro, dove venivano raccolti e descritti
i rituali delle streghe da tempi immemori, tramandati da una decana all'altra.
La testimonianza
Si racconta nel manoscritto che Diana la prima
nata, una sorta di Lilith,
portasse con sé sia la luce che l'oscurità. Quando si divise
nacque il fratello Lucifero che divenne il portatore della luce, mentre Diana
era l'oscurità. Lucifero caduto sulla Terra si rifiutava di rendere Diana
partecipe della luce, per cui anch'ella si fece
mortale, si trasformò in gatto e sedusse Lucifero, e qui nacque il primo canto
di potere con cui soggiogò l'ira di Lucifero. In questo modo Diana filò il
destino degli uomini mentre Lucifero girava la ruota del filatoio, e divenne
così la regina delle streghe e di tutto il mondo creato attorno a loro,
spiriti, folletti, gnomi, fate...
Wicca
Basandosi su
questo testo e su esperienze proprie, Gerald Gardner nel 1938 tornò in
Inghilterra dall'estremo oriente, e nella cittadina di New Forest
divenne prima discepolo e poi proclamato stregone da
una congrega discendente da un'antica tradizione. Da allora cominciò a
promuovere la stregoneria, da lui rinominata Wicca,
attraverso libri, articoli e interviste radiofoniche. Dopo la pubblicazione
delle sue opere principali: “Witchcraft
Today”, del 1954 e “The Meaning of Witchcraft” del 1959, fu denominato dalla
stampa “capo degli stregoni”. Alla sua morte la sacerdotessa Doreen
Valiente prese il suo posto. Leggi anche
l’articolo “Streghe
Wicca: 5 curiosità per conoscerle”.
Al contrario del suo predecessore, la Valiente cercò di tornare nella penombra, evitando la spettacolarizzazione
della Wicca; nel contempo ne
riscrisse e modernizzò i riti fondamentali, come il canto delle streghe e
l'incarico della dea, allontanandola decisamente dal nuovo credo satanista.
La Triplice Dea
Si tratta del ritorno della Triplice Dea, la dea
madre adorata da quando si conoscono graffiti e statuette adorative
o funerarie. Passata attraverso innumerevoli nomi e
attribuzioni, accompagnando i passaggi dalle società prettamente matriarcali a
quelle patriarcali, da Leucotea dea bianca dei
Centauri a Era moglie di Zeus, da Danae a Danu per
arrivare a Diana e ad Albione, fino alla celtica Cerridwen.
Nella cosmogonia Wicca,
la Triplice Dea rappresenta la ciclicità della vita, la fanciulla,
la madre e l'anziana, dove la Luna nelle sue tre fasi ne diviene il simbolo di
appartenenza. Il concetto fondante è che gli attributi maschili e femminili
sono uniti nell'uno primordiale, che si materializza per darci modo di
percepirlo con i nostri cinque sensi. Questa percezione si manifesta in maniera
appena riconoscibile; l'unica via per parteciparvi in modo più concreto è la
via della strega, attraverso riti e funzioni che ci avvicinano alla vera natura
delle cose, metodi diversi ma stessi scopi degli sciamani
nativi americani. E anche in queste pratiche, la luce della Wicca e l'ombra della magia nera si accompagnano a vicenda.
La forza degli elementi
Gli elementi fisici tramite i quali è possibile entrare in contatto con la Dea, intesa come
elemento primordiale, sono: terra, acqua, fuoco, aria, mentre l'etere,
l'ultimo, rappresenta lo spirito, considerato come l'elemento che mantiene
tutti gli altri in equilibrio tra loro. Ognuno di questi elementi è
rappresentato sulla punta del pentacolo,
rappresentazione ovviamente simbolica del cosmo. A ogni vertice del pentacolo è
abbinato un guardiano specifico per ogni elemento, considerati i loro spiriti
patroni, nello stesso tempo catalizzatori di energia e difensori del rito.
Il “Grande rito”
La manifestazione di appartenenza più importante
nella liturgia Wicca è il “Grande rito”, una sorta di rinnovato matrimonio con la
Dea, nella sua espressione sia maschile che femminile.
Può essere usato come propiziatorio all'iniziazione o alla
proclamazione di nuovi stregoni, o semplicemente come dichiarazione di
appartenenza prima di feste o ricorrenze.
La particolarità di questa funzione rituale sta
nel fatto che può essere svolta sia in maniera effettiva, che virtuale, ma
comunque condotta dai sacerdoti. Quando questo rito viene
effettuato in maniera simbolica si serve di due elementi, un pugnale chiamato athame e un calice, simboli dell'unione degli organi
sessuali maschili e femminili. Diciamo che il fine ultimo è quello di rinnovare
la fertilità e la nascita della vita.
In definitiva, al di là dei
vari riti propiziatori degli iniziati, guidati da sacerdotesse o sacerdoti, la Wicca è una evoluzione moderna dell'antico e comunque
ancora presente sciamanesimo. A questo proposito è consigliata la lettura
dell’articolo “Il
potere della percezione”.
Sciamanesimo
Lo Sciamanesimo è stato definito come la prima
religione. È esistito prima delle più antiche civiltà, prima che i nostri
antenati intraprendessero il lungo viaggio verso il presente. In quel tempo gli
sciamani erano gli uomini della medicina, i detentori del potere, uomini e
donne. Essi praticavano la magia e parlavano agli spiriti della natura. Gli
sciamani furono i primi umani con la conoscenza. La crearono, la scoprirono, la
allevarono e la usarono. La conoscenza è potere, le donne e gli uomini che la
possedevano in quei giorni remoti erano sciamani. Per entrare in contatto con
il mondo altro si servivano di diverse tecniche, dal digiuno, al dolore
autoinflitto, all'uso di sostanze allucinogene. Il tutto per raggiungere quello
stato di estasi che permettesse loro di connettersi con gli Dei. Parliamo di
questo anche nell’articolo “Sciamanesimo
femminile nella mitologia norrena”.
La Wicca oggi è tutto
questo, ma con una evoluzione delle tecniche che
consentono attraverso la meditazione, la concentrazione,
la visualizzazione, le invocazioni ritmiche cantate e danzate, di raggiungere
stati di coscienza alterati. Alterati significa, in questo caso, diversi dalla
normale percezione con i cinque sensi, significa entrare in uno stato dove la
nostra parte inconscia prende il sopravvento cognitivo, consentendoci di aprire
dimensioni diverse: pensiamo agli stati indotti dall'ipnosi o dal training
autogeno, ad esempio.
In altre parole, questo tipo di stato alterato
ci consente di mettere in contatto la nostra parte divina con la dea che ci ha generati, in quanto la divinità non è qualcosa di diverso da
noi, che ci concede di essere al suo servizio, ma il dio e la dea sono dentro
di noi e in tutto quello che ci circonda. Questa si chiama Universalità, poiché non c'è nulla che non provenga dagli dei.
Nella Wicca si usa la
magia, ma la magia non è altro che un modo per
indirizzare le energie naturali, per provocare un cambiamento desiderato. Come
fare? Lo vedremo prossimamente.
Acqua e terra,
fuoco aria in mano:
occhi nel mondo.
Anime dentro cuori
vortici di pensieri.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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