“Questa
sera a un hora de notte levò la luna et havea hozi el suo tondo, levando questa
luna la dovea levar tuta tonda, ma
questa luna si levò come quela avesse abudo tre zorni, la qual poco parea, e iera l'aiere sereno come uno cristalo neto e mundo.”
Dal
diario di Nicolò Barbaro, medico veneziano.
Questa eclissi parziale di luna avvenne il 24
maggio del 1453; tre giorni dopo si tenne una processione per invocare la
protezione della Vergine e nella notte un potente temporale si abbatté su
Costantinopoli (attuale Istanbul, Turchia).
La mattina seguente, la città si trovò immersa
in una fitta nebbia che la oscurò e la sera la cupola
della cattedrale di Santa Sofia fu avvolta da un bagliore rossastro sempre più
intenso, tanto che si pensò a un incendio appiccato dagli Ottomani. Ma non era
così, il bagliore si intensificò sempre più, circondando
completamente la cupola e sembrava uscire anche dalle finestre, come fosse una
grande fiamma che tutto avvolgeva. Dopo alcune ore, una luce dalla potenza
indescrivibile riunì tutte le fiamme e si alzò verso il cielo illuminando a
giorno la città, per poi svanire oltre la nebbia catapultando Costantinopoli
nella tenebra.
Questo prodigio, insieme alle numerose profezie
che annunciavano la caduta della città, abbatté il morale degli assediati già
stremati e diede forza agli Ottomani, che pare volessero togliere l'assedio.
Tre giorni dopo ci fu l'attacco decisivo che consegnò la città al sultano
Mehmed II, da allora chiamato il Conquistatore.
Lo storico G. Frantzis, presente a
Costantinopoli, ci racconta nelle sue cronache che questa luce splendente
discesa dal cielo durò tutta la notte. Fenomeno che iniziò, secondo la sua
testimonianza, già alla fine di marzo e che continuò per tutti i giorni
dell'assedio, fino a quando si posizionò proprio sopra Hagia
Sophia. Quando lasciò la cattedrale in una fiamma di
splendore, tutta la città cadde nelle tenebre, insieme ai cuori che pensarono
alla Vergine che lasciava Costantinopoli a causa dei loro peccati.
In tempi moderni, pare che questa luce si
ripresenti molto spesso nell'Egeo e verso la Turchia, presentandosi come una
vasta nuvola di bagliore accecante, tanto che a un certo punto non si può più
guardare. Il fenomeno è descritto da piloti, soprattutto durante voli notturni,
ma rilevato anche da foto satellitari, fino a quando è stato consentito parlarne.
Il fenomeno è chiamato “luce della Vergine Maria” e sembra che, dagli ultimi
report, espandendosi dall'Egeo ai Dardanelli e
arrivando sopra Costantinopoli formi una specie di ghirlanda.
Tutto quello che si muove in quella zona è considerato top secret, per cui difficilmente si
verrà a capo di questa storia così legata al passato. Ma viste anche le ultime
rivelazioni su mezzi alieni in possesso degli U.S.A, e
probabilmente anche di altri stati, non è detto che non siamo in procinto di
avere scioccanti rivelazioni. A questo proposito consulta l’articolo “L'universo
è una foresta oscura?”.
Norimberga e Basilea: fenomeni inspiegabili
Nel 1561 avviene un fenomeno di stupefacente
portata nei cieli di Norimberga e naturalmente, più passa il tempo e più
qualsiasi tipo di testimonianza dell'epoca, e ne abbiamo molte e autorevoli, viene immediatamente derubricata ad allucinazione
collettiva.
Anche l'illustre Dott. Carl Gustav Jung ci dice che determinati fenomeni, come
l'avvistamento di “dischi volanti”, se estrapolati da una rassegna di dati
disponibili dell’evento e dall'analisi delle sue tracce nei sogni e nelle opere
degli artisti diventano un fenomeno “Unificatore Rassicurante”. Si tratterebbe solo immagini prodotte dall'inconscio per
proteggerci da fenomeni sconosciuti, o per superare momenti difficili, per
esempio posteriori a un periodo bellico.
Veniamo ai fatti. L'incisore Hans Glaser, insieme a centinaia di altre persone, assistette a
un vero e proprio combattimento nei cieli della città. Egli narra che apparvero
vicino al sole:
"Due oggetti a forma di falce, simili
alla luna calante, di colore rosso. Questi oggetti si spostavano dal centro ai lati del Sole, e poi sopra e
sotto. [...] C'erano anche delle sfere di colore
rosso, blu e nero, e dei dischi tondeggianti. Volavano a file di tre, o a
quattro formando dei quadrati, e alcuni dischi volavano da soli. Mescolate a
questi oggetti sono state viste anche molte croci di colore rosso, e fra di esse c'erano oggetti di forma allungata con la parte
posteriore più spessa e la parte anteriore più snella. In mezzo a tutto questo
c'erano due grandi oggetti cilindrici, uno sulla destra e uno sulla sinistra, e
dentro ognuno di essi c'erano numerose sfere, e tutti
iniziarono a combattere fra di loro. [...] La
battaglia nei cieli durò circa un'ora e fu vista da numerosissime persone, sia
nella città che nelle campagne circostanti, poi alcuni
oggetti caddero in fiamme sulla terra, alla periferia della città, provocando
un vasto incendio e una grande nube di fumo. I presenti
videro anche, vicino alle sfere volanti, una specie di grande lancia
nera".
Il fenomeno descritto dall'incisore
e poi scritto e disegnato come voleva il suo mestiere, è conservato presso la
biblioteca centrale di Zurigo.
Un fenomeno simile avvenne il 7
agosto del 1566 a Basilea, quando di prima mattina numerosi oggetti di colore scuro
e di forma discoidale si scontrarono in una vera e propria battaglia celeste
con tanto di “tuoni fulmini e nebbie”.
Ma vediamo come descrisse l'avvenimento il giornale cittadino dell'epoca attraverso la
cronaca di Samuel Koch:
“La mattina del 7 agosto 1566 moltissime persone,
spaventate, videro dei grandi dischi di colore scuro apparire in cielo e fu
come se estate e inverno fossero giunti nello stesso momento, con fumi e
nebbie, calore intenso, spari e cannonate. Questi oggetti, così numerosi da
oscurare il Sole, volavano a grande velocità come se stessero danzando o combattendo.
Alcuni, che sembravano sparare colpi di cannone, divennero di colore rosso
ardente."
Anche questa incisione è conservata presso la biblioteca centrale di
Zurigo.
Ovviamente è sempre tutto minimizzato
a fenomeni naturali, oppure ad allucinazioni collettive, dimenticando ogni
volta che l'ultimo fenomeno è sempre successivo a un altro dello stesso tenore,
per esempio:
“Strepito d’armi e suoni di tromba uditi
dal cielo durante le guerre cimbriche (101 a. C.) ci è stato riferito, spesse volte sia prima che dopo. Inoltre nel terzo consolato
di Mario (103 a. C.) agli amerini e dai tudertini furono viste armi celesti
(che provenivano) da oriente e da occidente e che tra di loro si scontravano,
ed erano respinte quelle che erano (giunte) da occidente. Non c’è nessuna
meraviglia nel vedere fiamme nello stesso cielo e spesso si sono viste nubi
prese da un fuoco più grande.”
Tratto dalla “Historia Naturalis” di Plinio il
Vecchio.
Altre occorrenze analoghe
Non poteva mancare una citazione dal:
"Il re Salva possedeva un aereo noto come Saubha-pura,
con il quale bombardó Dwaraka
con una pioggia di bombe e missili. Krishna l'inseguiva, Salva si diresse verso l'Oceano, poi con una
virata raggiunse di nuovo la terra ferma. Fu una lotta difficile, una battaglia
ad un Krosa
(approssimativamente 12000 metri) di altezza sopra del livello del mare. Krishna lanció un potente missile
che colpì l'aereo, il quale si frantumò e precipitò in mare"
Questa è solo una tra le centinaia di parti che
si potrebbero citare. Infatti, in questo poema storico troviamo anche le
descrizioni di queste macchine volanti, che rappresentavano la normalità in
quell'epoca. Ne abbiamo parlato anche nell’articolo “Nei
cieli dell'India si vola da 3000 anni!”.
Nel
libro del profeta Ezechiele tutto il primo capitolo è dedicato al suo
incontro con un “fenomeno volante”, chiamiamolo così, e ognuno può farsene
un'idea andando a leggerlo.
Noi ci limitiamo a esporre dei fatti
chiari e documentati, poi ognuno si farà la propria idea. Questi accadimenti,
visti alla luce di quello che sta emergendo in questi ultimi anni, acquistano
ben altro valore. Nonostante ciò che ne pensa il Dott. Carl Gustav Jung…
Soli nei cieli,
viaggi verso le stelle:
uomo dove sei.
Nella ruota del tempo
tutto torna qui ora.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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