Spirito e corpo sono due parti inscindibili,
oppure due parti che possono essere separate?
Una parte è prettamente spirituale, fatta di
pensieri, emozioni passate, esperienze vissute, tutto quello che consideriamo il nostro essere nel tempo. Un'altra parte è
fisica e ci limita, ci contiene, con il tempo si sfalda e muore.
Le due vie dell'evoluzione: la diade e l'uno
Nonostante i limiti palesi, cerchiamo da sempre
di modificare la nostra parte fisica, tentando di potenziarla in maniera da
supportare ciò che sogniamo di poter fare, per più tempo e meglio di quanto
potremmo se non cercassimo di migliorare le nostre capacità fisiche.
La stessa cosa avviene da sempre per quanto riguarda
le capacità spirituali, con l'annullamento del corpo fisico in funzione dell'espansione
della mente. Pensiamo agli antichi e tutt'ora presenti
eremiti indiani, ma anche ai monaci di tutte le religioni o filosofie teiste. Nel contempo abbiamo assistito, e continuiamo tutt'ora ad
assistere in misura forse minore, a pratiche di fusione tra corpo e spirito in
modo di farli crescere insieme, come contenitori uno dell'altro. Un esempio sono
le pratiche meditative accompagnate dalle arti marziali.
Il molteplice della Diade con le sue infinite
possibilità, limitate dall'Uno a cui tutto alla fine
si adegua. Quindi, la realtà diviene un misto bipolare
di ciò che si potrebbe fare limitato da quello che è possibile fare. Il sogno,
il mondo energetico in cui siamo inseriti ma con cui
non possiamo interagire senza un'adeguata preparazione, ci mostra che corpo e
spirito sono un'unica entità. A questo proposito, leggi l’articolo “Il
potere della percezione”, che introduce la via dello stregone e apre questa
serie di articoli.
Possiamo leggere diverse interpretazioni di
questa questione in molti racconti distopici;
vediamo per esempio come un trans-umanesimo verticistico si contrappone a un naturalismo
collettivistico. A un iper-controllo tecnologico all'interno
del trans-umanesimo si contrappongono tecnologie sempre più invadenti di
potenziamento fisico-mentale per sfuggirvi. Se la parte Cyborg
diventa preponderante, quale sarà il limite, se ce ne può essere uno?
In contrapposizione, un'altra parte della
società cerca di evolversi attraverso lo sfruttamento delle capacità sensoriali
proprie, attraverso la convivenza con un naturalismo collettivo, ma anche qui
l'uso della genetica e della nanotecnologia resta un tratto comune.
Scopri il cybernature!
Se questa situazione ti affascina, allora ti
piacerà la serie cybernature di Stargarden
Universe! L’ambientazione si sviluppa fra la
megalopoli iper urbanizzata Urbe Ancestralis
e Nuova Eden… passando per il pericoloso Deserto delle Dune di Vetro. Il primo romanzo ha come protagonista Jo Jo Nishimura,
un bio-hacker che ha potenziato il proprio corpo con
body mod eccezionali (per esempio, ha dei tatuaggi
molto, molto speciali su tutto il corpo!). In contrapposizione a Jo Jo c’è Adela,
cittadina di Nuova Eden, luogo in cui il governo propugna ideali di fratellanza
e armonia con la natura.
Gli argomenti trattati in questa serie di articoli sono la base su cui è stata impostata tutta la serie di Stargarden Universe! Inizia l’avventura con “Dark Ghost”, ordinalo su Amazon in eBook (anche Kindle Unlimited) e in edizione cartacea illustrata!
Corpo + emozioni
Eppure, già da molto tempo sappiamo che corpo ed
emozioni, sensibilità, tutto quello che concerne ogni tipo di rapporto
sensore/sensazione, non risiede solo nel cervello ma,
anzi, ha molteplici sedi in tutto il corpo e specialmente a livello
intestinale. Neurotrasmettitori e recettori degli stessi, che divengono vere e
proprie sedi di trasmissione di emozioni, hanno un’importanza cruciale. A
questo proposito è consigliata la lettura di “Molecole di emozioni” di Candace Pert, di cui parliamo
anche nell’articolo per il portale Stargarden Universe “Vibrazioni
energetiche fra persone: esistono davvero?”.
Uomini o possibili divinità autocostruite
“Astro possente, che sarebbe la tua felicità, se
non avessi coloro ai quali tu risplendi!” questo è l'inizio di: “Così
parlò Zarathustra”.
E dopo essersi meravigliato del fatto che
nessuno ancora sapeva che dio era morto, si avviò verso la città per annunciare
la novella.
Il trans-umanesimo ci porta concettualmente in
questa fase di transizione in cui dio, inteso come soggetto che detta le
regole, ha cessato di esistere. Quindi, tutto è diade,
il mondo, la sua possibilità di percezione e di costruzione, diviene
esclusivamente relativistico. Tutto ciò che è possibile fare verrà
fatto.
E perciò l'uomo, o l'umano, prende il seggio di
dio, o della natura, nel dettare le regole. E qual è il primo fardello che
porta con sé? Ma il corpo fisico naturalmente! Ecco,
dunque, che ogni possibilità tecnologicamente possibile di eliminarne i
malfunzionamenti, diviene auspicabile. Ogni tipo di ricerca diviene
automaticamente lecita; in fondo, le regole concordate in una società
relativistica non sono altro che contratti da raggiungere e poi superare. La
ricerca e l'applicazione della cosiddetta “Gain of Function”
in ogni campo, porterà la parte biologica ad essere
potenziata e sostituita, oppure integrata con tutto ciò che potenzialmente sarà
possibile. Il miraggio dell'eternità diverrà sempre più un obiettivo raggiungibile, ma auspicabile? Una volta raggiunta la
perfezione, cosa rimarrà da fare?
Resta invece il problema della parte cosiddetta
spirituale, emozionale; potremmo chiamarla il nostro io conscio, ora, di tutte
le scelte fatte, e inconscio di quelle che comunque non abbiamo ancora fatto e
che conosceremo solo in quel preciso istante. Si tratta di tutto il vissuto
emozionale passato e quello che ci si attende dal futuro, in definitiva, ciò
che siamo.
Probabilmente sarà possibile trasferire queste
esperienze in un cervello sintetico, come si fa oggi tra computer. Magari un
corpo completamente sintetico in cui vengono inseriti
i dati del sé raggiunti al momento. Fino a quando il cervello si evolverà da
sé. Ci attende un mondo di macchine? Sarà ancora possibile chiamarla “Umanità?”
Il concetto di umanità si basa essenzialmente sul
costrutto immaginario che siamo tutti uguali, situazione che non ha nessun
riscontro in natura. Infatti, qualsiasi diritto a cui
ci appelliamo dalla nascita ci è concesso, qualsiasi sia l'istituzione che ce
lo concede. In passato abbiamo creato degli dei che ce li concedevano, quali
che siano, con le loro regole. Per dirla con “Harari” nuovo ideologo del WEF,
abbiamo creato: un ordine immaginario
costituito.
Ma con
quale scopo, qual è il fine di questa marcia a tappe forzate verso l'ignoto,
cavalcando la tecnica? Semplicemente passare al soddisfacimento di una
qualsiasi pulsione supportata dalla possibilità tecnica? “Se dio è morto”,
l'unico scopo della vita è la prosecuzione di se stessa. Ma
considerata dal punto di vista dell'umanità, sarà ancora qualcosa di umano?
Riscoperta del sapere antico
Abbiamo visto come gli antichi stregoni avevano
la consapevolezza di conoscenze ben più antiche del mondo in cui vivevano. Ma che dire dei Sumeri, popolo apparso pressoché dal nulla in
Mesopotamia circa 6000 anni prima di Cristo, ma già a conoscenza di matematica,
astronomia, agricoltura, medicina, architettura, musica. Praticamente
una civiltà già fatta!
Nel 1989 la NASA annunciava che il Voyager
2 stava mandando foto del pianeta Nettuno, scoperto nel 1846 da Le Verrier. Nel 1781 fu scoperto Urano da William Herschel, ma
questi due pianeti erano già stati descritti in tavolette d'argilla incise. Ed
era anche stato descritto il loro colore visto dallo spazio, un verde-azzurro
ricco di acqua. Come è possibile che due pianeti così
lontani dal sole potessero essere ricchi d'acqua in superficie, e come potevano
saperlo nel 5000 a.C.?
Sicuramente non potremo essere noi a rispondere a
questa domanda, ma il fatto è che non solo i due pianeti erano noti, ma li
chiamavano “il pianeta doppio”, date le loro caratteristiche simili.
Le altissime temperature generate da un nucleo
di roccia fusa fanno sì che le superfici dei due pianeti siano ricoperte di
acqua bollente (così ipotizzato dal JPL, jet propulsion laboratory della NASA).
Ricordiamo che ai tempi dei Sumeri già esistevano mappe del nostro sistema
solare con il sole al centro e i pianeti nelle giuste orbite; la riscoperta di
Copernico attorno al 1515 presenta alcuni pianeti in meno rispetto ai Sumeri.
Il nostro futuro è sicuramente scritto nel
nostro passato, ben al di là di quello che ci dice
l'archeologia ufficiale, gelosa del proprio ruolo egemone. In definitiva, quale
sarebbe lo scopo finale di questo viaggio non ci è
dato sapere. Forse il viaggio stesso? Un infinito cerchio dove ogni punto è un
inizio ma anche la fine. Le ere si susseguono e per i veggenti indiani viviamo
nel “Kali Yuga”, l'ultima delle
quattro ere, prima che tutto ricominci. Un'era di disperazione e oscurità, di
egoismo e sopraffazione, di dogmatismo materialistico. Per approfondire, leggi anche l'articolo "Multiverso, rappresentazione e stregoneria".
Cosa ci può salvare se
non la via dello stregone?
Nero tramonto,
volano demoni dei:
nuova aurora.
Cieli puliti sopra,
specchi del mondo dentro.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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