Gli alchimisti e le alchimiste che hanno fatto la storia
Come abbiamo visto nell’articolo “Alchimia:
cos’è? Storia e curiosità”, gli alchimisti cercavano di trasmutare i
metalli in oro e di trovare l'elisir dell'immortalità, utilizzando metodi
scientifici, filosofici e mistici. Molti dei loro esperimenti non ebbero
successo, ma alcuni degli studiosi più famosi hanno contribuito alla nascita
della moderna chimica.
In questo
articolo scopriremo 10 alchimisti che hanno fatto la storia, grandi
uomini e donne che hanno saputo influenzare le pratiche esoteriche dai tempi
più remoti fino ai giorni nostri, tra leggenda e realtà!
Chi sono gli alchimisti più famosi? 10 celebri praticanti
1. Ruggero Bacone
CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=131754 |
Conosciuto anche come “Doctor Mirabilis”, Bacone è stato uno dei maggiori pensatori del
suo tempo. Nonostante i numerosi ostacoli e gli arresti dovuti alle sue idee
rivoluzionarie, fu in grado di fare molte scoperte e diede
un grande contributo alle scienze moderne.
Ruggero Bacone non
accettava acriticamente le autorità stabilite, sia in campo
teologico che scientifico. La sua “Opus
Majus” conteneva trattazioni su matematica,
ottica, alchimia, produzione della polvere da sparo e descriveva posizioni e
movimenti dei corpi celesti. Quest’opera anticipò molte invenzioni future, come
il microscopio, il telescopio, gli occhiali, gli aeromobili e le navi a vapore.
Studiò anche l'astrologia:
era convinto che i corpi celesti influenzassero il destino e la mente degli
esseri umani.
2. Tommaso D’Aquino
Dopo il “Doctor Mirabilis”, passiamo a colui che
era chiamato il “Doctor Angelicus”: Tommaso D’Aquino,
uno dei più grandi teologi occidentali nonché il punto di incontro tra la
cristianità e la filosofia greca.
I suoi studi alchemici sono
contenuti soprattutto nei saggi “Trattato sulla pietra filosofale” e “L'arte
dell'alchimia”, riuniti nel terzo volume del Theatrum
Chemicum sotto l’enigmatico titolo “Secreta Alchimiae”.
Dopo la sua morte, il suo sistema
di dottrine filosofiche e teologiche (chiamato “tomismo”) generò parecchie
polemiche. Nel XVII secolo, in particolare, i due trattati sull'alchimia furono
giudicati non autentici da diversi critici: ci si chiedeva come un santo e un
genio di quella caratura potesse credere in una pratica che molti
consideravano "opera del demonio" o almeno una fantasia senza
fondamento. In realtà, Tommaso D’Aquino era un grande estimatore dell’alchimia,
non solo perché aveva studiato sotto la guida di Alberto Magno, ma anche
perché nel XIII secolo questa disciplina era considerata una delle scienze più
precise e veniva studiata con la stessa attenzione riservata all'aritmetica,
alla cosmologia, alla fisica e alla musica.
3. Isaac Newton
L’avresti mai detto? Anche il
celeberrimo scienziato che elaborò i principi della dinamica e la legge di
gravitazione universale praticò l’alchimia!
Newton era molto interessato a
questa disciplina: il suo biografo Richard Westfall
ha calcolato che scrisse oltre un milione di parole a riguardo. Il suo
interesse per la materia era così grande che, secondo alcuni studiosi, passò
più tempo a studiare l'alchimia che a fare scienza. Inoltre, tra le sue carte
personali sono stati trovati molti manoscritti redatti in calligrafie
differenti, il che ha fatto supporre che facesse parte
di un circolo segreto di alchimisti che si scambiavano informazioni in codice.
Andò oltre alla semplice pratica
dell'alchimia e scrisse anche la ricetta per la creazione del mercurio sofico, una sostanza necessaria per la produzione della
pietra filosofale. Il linguaggio utilizzato era ermetico e allegorico, ma per
gli iniziati non doveva essere difficile da comprendere. Descrisse la formula
come composta da una parte di drago impetuoso, due
colombe di Diana e almeno sette aquile di mercurio. È stata resa nota di
recente dalla Chemical Heritage Foundation.
4. Jabir ibn Hayyan
Jabir ibn
Hayyan, nato in Persia, è considerato uno dei più
grandi alchimisti medievali e, da molti storici della scienza, il punto di
passaggio tra l'alchimia e la chimica. Oltre a essere alchimista era
filosofo, geografo e farmacista.
Si ritiene che la teoria alchemica
abbia tratto il suo impianto teorico proprio dalle sue teorie; in particolare,
analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra,
aria) e li associò alle loro quattro qualità di
base: caldo, freddo, secco e umido.
Secondo Jabir ibn
Hayyan, ogni metallo era una combinazione di questi
quattro principi, contrapposti a coppie e spesso presenti in quantità variabile
in ciascun materiale. Egli riteneva che l'oro, considerato il metallo perfetto,
scaturisse da una sintesi armonica tra queste qualità.
5. Ildegarda di Bingen
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Ildegarda di Bingen (1098-1179) è
stata una figura molto influente nella storia della medicina e della scienza
medievale. Oltre a essere teologa, mistica e scrittrice, era anche esperta di
erbe medicinali e di rimedi naturali. La sua conoscenza delle proprietà
curative delle piante è stata tramandata attraverso i suoi scritti, tra cui il
famoso "Physica", che ha avuto un enorme
impatto sulla medicina medievale.
Ildegarda credeva nella
trasformazione della materia e riteneva che la creazione del mondo fosse stata
guidata dall'azione degli elementi, che potevano essere modificati attraverso
l'uso di processi alchemici. In alcune delle sue opere, come il "Liber divinorum operum", descrisse
la trasmutazione dei metalli e la preparazione di elisir curativi,
dimostrando un’ottima conoscenza dell'alchimia e delle sue pratiche. Alcuni dei
suoi trattati contenevano anche immagini e simboli alchemici, come il serpente
e il dragone. Se ti interessa approfondire le sue teorie, ne ho parlato anche
nell’articolo “Pietre
e cristalli: proprietà e benefici”.
Curiosità: se ti
affascina la figura di Ildegarda di Bingen, potrebbe interessarti sapere che
sarà citata nel secondo volume del romanzo distopico "Dark Ghost", che segue le vicende del bio-hacker
Jo Jo Nishimura. In questo
nuovo capitolo, il lettore verrà trasportato nel regno
utopico di Nuova Eden, dove le proprietà e le vibrazioni dei cristalli sono
sfruttate in tutte le loro potenzialità.
Per scoprire altri particolari
sulla storia e sull'universo di "Dark Ghost", puoi visitare la
pagina ufficiale del romanzo su Amazon!
6. Paracelso
Paracelso, noto medico e alchimista svizzero del XVI secolo, propose una nuova forma di alchimia che non si basava sulla trasmutazione dei metalli, ma piuttosto sui vegetali, e che egli chiamò "spagiria". Nei suoi dieci libri degli "Archidoxa", spiegò che la natura possiede delle forze di guarigione chiamate "Archei", spiriti incorporei che possono essere portati alla luce grazie all'arte dell'alchimia. I quattro Archei principali sono la prima materia, il lapis philosophorum, il mercurium vitae e la tintura.
Paracelso non collegò più
l'insorgenza delle malattie allo squilibrio dei quattro
umori (bile nera, bile gialla, flegma e sangue), come invece faceva la
teoria predominante dell'epoca, ma sostenne che i problemi di salute avevano
origine dall'azione degli Archei, capaci di alterare i principi spagirici
presenti nei quattro elementi dell'organismo.
7. Maria la Giudea
Maria la Giudea (nota anche come
Miriam la Giudea) è stata una figura importante nell'ambito dell'alchimia
medievale. Purtroppo, le informazioni a suo riguardo sono molto scarse e
frammentarie.
Secondo la tradizione, era una donna
ebrea che visse in Germania nel XIII secolo: si dice che abbia sviluppato
nuove tecniche di lavorazione dei metalli e delle pietre preziose e che
abbia scritto numerosi trattati sull'argomento. Nessuno di questi è giunto fino
a noi, ma sono citati con dovizia di particolari nei testi ermetici successivi.
8. Cleopatra l’Alchimista
Cleopatra l'alchimista (da non
confondere con la famosa regina d'Egitto) è una figura misteriosa della storia
dell'alchimia, la cui esistenza è stata a lungo oggetto di dibattito tra gli
storici. Alcuni sostengono che sia solo una leggenda, mentre altri credono che
sia vissuta davvero nel XII secolo.
Secondo diverse
fonti, era una donna bizantina o egiziana che visse durante il regno
dell'imperatore Costantino. Molto abile nell'arte dell'alchimia, dedicò gran
parte della sua vita alla ricerca della pietra filosofale, la sostanza
che, secondo la leggenda alchemica, sarebbe in grado di trasmutare i metalli in
oro e conferire l'immortalità a chi la possedesse.
9. Zosimo di Panopoli
Zosimo di Panopoli era un
alchimista egiziano noto per aver scritto alcuni dei primi testi alchemici in
greco antico. Mentre alcune fonti lo registrano come originario di Panopoli o
di Tebe, altre lo collocano ad Alessandria. È l'autore di un ampio corpus di
trattati alchemici, tra cui “Degli apparecchi e delle fornaci”, conservato
presso la Biblioteca Marciana di Venezia.
Fu il primo a
adottare un approccio sistematico alla scrittura di opere alchemiche e a
firmare i propri testi. Le sue idee erano una sintesi unica di
influssi provenienti dal neoplatonismo, dal cristianesimo, dallo
gnosticismo e dall'ermetismo. Secondo la sua concezione, il processo di trasformazione
dei metalli rappresentava simbolicamente un percorso di purificazione e
iniziazione del praticante stesso.
10. Dottor Johannes Faust
Faust
è universalmente noto come uno dei personaggi più emblematici
della cultura popolare europea. La sua storia, diffusa in molteplici varianti,
narra di un erudito umanista votato alle scienze, insoddisfatto perché la
conoscenza ottenibile dai libri non bastava a saziare la sua sete di sapere.
Per questo, decise di ricorrere alla magia e invocare l'aiuto del
sovrannaturale. Una notte, creò un cerchio magico che fece apparire l’angelo
caduto Mefistofele, il quale gli propose un patto:
avrebbe potuto godere appieno della vita per un determinato periodo di tempo, ma
al termine dei suoi giorni avrebbe dovuto restituire la sua anima a Lucifero e
subire l'eterna condanna dell'inferno.
Questa figura leggendaria ha
assunto diverse forme nelle opere degli autori che l'hanno descritto, ma la sua
origine è riconducibile a un personaggio storico. I primi documenti che lo
menzionano ne situano la nascita fra il 1460 e il 1470 a Helmstadt,
un villaggio vicino a Heidelberg, sebbene alcune versioni successive affermino
che sia nato a Kundling, ora nota come Knittlingen, nel Baden-Württemberg. Morì a Staufen tra il 1536 e il 1539, vittima di un'esplosione avvenuta
durante un esperimento alchemico. La Chiesa interpretò questa tragica fine
come prova che era stato il diavolo a far concludere la
sua vita.
Questo personaggio mi ha sempre affascinata, tanto che ho scelto di dedicare la mia tesi
di laurea magistrale alla sua analisi. La mia ricerca si è concentrata
sulla sua descrizione nel folklore e nell’arte, fino all'opera di Thomas Mann
"Doktor Faustus",
che ha unito la magia della letteratura alla magia
della musica. Se anche tu sei interessato/a a questo tema, ti suggerisco di
leggere l'articolo “Musica
e letteratura: collegamenti tra due arti magiche”.
Articolo scritto in collaborazione con
Ivana Vele Poletti
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