COVER

Cerca nel blog

Translate

Seguimi su Instagram!

Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 22 maggio 2023

Chi sono gli alchimisti più famosi? 10 personaggi da conoscere

 


 

Gli alchimisti e le alchimiste che hanno fatto la storia 

 

Come abbiamo visto nell’articolo “Alchimia: cos’è? Storia e curiosità”, gli alchimisti cercavano di trasmutare i metalli in oro e di trovare l'elisir dell'immortalità, utilizzando metodi scientifici, filosofici e mistici. Molti dei loro esperimenti non ebbero successo, ma alcuni degli studiosi più famosi hanno contribuito alla nascita della moderna chimica.

In questo articolo scopriremo 10 alchimisti che hanno fatto la storia, grandi uomini e donne che hanno saputo influenzare le pratiche esoteriche dai tempi più remoti fino ai giorni nostri, tra leggenda e realtà!

 

Chi sono gli alchimisti più famosi? 10 celebri praticanti 

 

1. Ruggero Bacone 

CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=131754


Conosciuto anche come “Doctor Mirabilis”, Bacone è stato uno dei maggiori pensatori del suo tempo. Nonostante i numerosi ostacoli e gli arresti dovuti alle sue idee rivoluzionarie, fu in grado di fare molte scoperte e diede un grande contributo alle scienze moderne.

Ruggero Bacone non accettava acriticamente le autorità stabilite, sia in campo teologico che scientifico. La sua “Opus Majus” conteneva trattazioni su matematica, ottica, alchimia, produzione della polvere da sparo e descriveva posizioni e movimenti dei corpi celesti. Quest’opera anticipò molte invenzioni future, come il microscopio, il telescopio, gli occhiali, gli aeromobili e le navi a vapore. Studiò anche l'astrologia: era convinto che i corpi celesti influenzassero il destino e la mente degli esseri umani.

 

2. Tommaso D’Aquino 



Dopo il “Doctor Mirabilis”, passiamo a colui che era chiamato il “Doctor Angelicus”: Tommaso D’Aquino, uno dei più grandi teologi occidentali nonché il punto di incontro tra la cristianità e la filosofia greca.

I suoi studi alchemici sono contenuti soprattutto nei saggi “Trattato sulla pietra filosofale” e “L'arte dell'alchimia”, riuniti nel terzo volume del Theatrum Chemicum sotto l’enigmatico titolo “Secreta Alchimiae”.

Dopo la sua morte, il suo sistema di dottrine filosofiche e teologiche (chiamato “tomismo”) generò parecchie polemiche. Nel XVII secolo, in particolare, i due trattati sull'alchimia furono giudicati non autentici da diversi critici: ci si chiedeva come un santo e un genio di quella caratura potesse credere in una pratica che molti consideravano "opera del demonio" o almeno una fantasia senza fondamento. In realtà, Tommaso D’Aquino era un grande estimatore dell’alchimia, non solo perché aveva studiato sotto la guida di Alberto Magno, ma anche perché nel XIII secolo questa disciplina era considerata una delle scienze più precise e veniva studiata con la stessa attenzione riservata all'aritmetica, alla cosmologia, alla fisica e alla musica.

 

3. Isaac Newton 



L’avresti mai detto? Anche il celeberrimo scienziato che elaborò i principi della dinamica e la legge di gravitazione universale praticò l’alchimia!

Newton era molto interessato a questa disciplina: il suo biografo Richard Westfall ha calcolato che scrisse oltre un milione di parole a riguardo. Il suo interesse per la materia era così grande che, secondo alcuni studiosi, passò più tempo a studiare l'alchimia che a fare scienza. Inoltre, tra le sue carte personali sono stati trovati molti manoscritti redatti in calligrafie differenti, il che ha fatto supporre che facesse parte di un circolo segreto di alchimisti che si scambiavano informazioni in codice.

Andò oltre alla semplice pratica dell'alchimia e scrisse anche la ricetta per la creazione del mercurio sofico, una sostanza necessaria per la produzione della pietra filosofale. Il linguaggio utilizzato era ermetico e allegorico, ma per gli iniziati non doveva essere difficile da comprendere. Descrisse la formula come composta da una parte di drago impetuoso, due colombe di Diana e almeno sette aquile di mercurio. È stata resa nota di recente dalla Chemical Heritage Foundation.

 

4. Jabir ibn Hayyan 



Jabir ibn Hayyan, nato in Persia, è considerato uno dei più grandi alchimisti medievali e, da molti storici della scienza, il punto di passaggio tra l'alchimia e la chimica. Oltre a essere alchimista era filosofo, geografo e farmacista.

Si ritiene che la teoria alchemica abbia tratto il suo impianto teorico proprio dalle sue teorie; in particolare, analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) e li associò alle loro quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido.

Secondo Jabir ibn Hayyan, ogni metallo era una combinazione di questi quattro principi, contrapposti a coppie e spesso presenti in quantità variabile in ciascun materiale. Egli riteneva che l'oro, considerato il metallo perfetto, scaturisse da una sintesi armonica tra queste qualità.

 

5. Ildegarda di Bingen 

Di https://wellcomeimages.org


Ildegarda di Bingen (1098-1179) è stata una figura molto influente nella storia della medicina e della scienza medievale. Oltre a essere teologa, mistica e scrittrice, era anche esperta di erbe medicinali e di rimedi naturali. La sua conoscenza delle proprietà curative delle piante è stata tramandata attraverso i suoi scritti, tra cui il famoso "Physica", che ha avuto un enorme impatto sulla medicina medievale.

Ildegarda credeva nella trasformazione della materia e riteneva che la creazione del mondo fosse stata guidata dall'azione degli elementi, che potevano essere modificati attraverso l'uso di processi alchemici. In alcune delle sue opere, come il "Liber divinorum operum", descrisse la trasmutazione dei metalli e la preparazione di elisir curativi, dimostrando un’ottima conoscenza dell'alchimia e delle sue pratiche. Alcuni dei suoi trattati contenevano anche immagini e simboli alchemici, come il serpente e il dragone. Se ti interessa approfondire le sue teorie, ne ho parlato anche nell’articolo “Pietre e cristalli: proprietà e benefici”.

Curiosità: se ti affascina la figura di Ildegarda di Bingen, potrebbe interessarti sapere che sarà citata nel secondo volume del romanzo distopico "Dark Ghost", che segue le vicende del bio-hacker Jo Jo Nishimura. In questo nuovo capitolo, il lettore verrà trasportato nel regno utopico di Nuova Eden, dove le proprietà e le vibrazioni dei cristalli sono sfruttate in tutte le loro potenzialità.

Per scoprire altri particolari sulla storia e sull'universo di "Dark Ghost", puoi visitare la pagina ufficiale del romanzo su Amazon!



 

6. Paracelso 



Paracelso, noto medico e alchimista svizzero del XVI secolo, propose una nuova forma di alchimia che non si basava sulla trasmutazione dei metalli, ma piuttosto sui vegetali, e che egli chiamò "spagiria". Nei suoi dieci libri degli "Archidoxa", spiegò che la natura possiede delle forze di guarigione chiamate "Archei", spiriti incorporei che possono essere portati alla luce grazie all'arte dell'alchimia. I quattro Archei principali sono la prima materia, il lapis philosophorum, il mercurium vitae e la tintura.

Paracelso non collegò più l'insorgenza delle malattie allo squilibrio dei quattro umori (bile nera, bile gialla, flegma e sangue), come invece faceva la teoria predominante dell'epoca, ma sostenne che i problemi di salute avevano origine dall'azione degli Archei, capaci di alterare i principi spagirici presenti nei quattro elementi dell'organismo.

 

7. Maria la Giudea 



Maria la Giudea (nota anche come Miriam la Giudea) è stata una figura importante nell'ambito dell'alchimia medievale. Purtroppo, le informazioni a suo riguardo sono molto scarse e frammentarie.

Secondo la tradizione, era una donna ebrea che visse in Germania nel XIII secolo: si dice che abbia sviluppato nuove tecniche di lavorazione dei metalli e delle pietre preziose e che abbia scritto numerosi trattati sull'argomento. Nessuno di questi è giunto fino a noi, ma sono citati con dovizia di particolari nei testi ermetici successivi.

 

8. Cleopatra l’Alchimista 



Cleopatra l'alchimista (da non confondere con la famosa regina d'Egitto) è una figura misteriosa della storia dell'alchimia, la cui esistenza è stata a lungo oggetto di dibattito tra gli storici. Alcuni sostengono che sia solo una leggenda, mentre altri credono che sia vissuta davvero nel XII secolo.

Secondo diverse fonti, era una donna bizantina o egiziana che visse durante il regno dell'imperatore Costantino. Molto abile nell'arte dell'alchimia, dedicò gran parte della sua vita alla ricerca della pietra filosofale, la sostanza che, secondo la leggenda alchemica, sarebbe in grado di trasmutare i metalli in oro e conferire l'immortalità a chi la possedesse.

 

9. Zosimo di Panopoli 



Zosimo di Panopoli era un alchimista egiziano noto per aver scritto alcuni dei primi testi alchemici in greco antico. Mentre alcune fonti lo registrano come originario di Panopoli o di Tebe, altre lo collocano ad Alessandria. È l'autore di un ampio corpus di trattati alchemici, tra cui “Degli apparecchi e delle fornaci”, conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia.

Fu il primo a adottare un approccio sistematico alla scrittura di opere alchemiche e a firmare i propri testi. Le sue idee erano una sintesi unica di influssi provenienti dal neoplatonismo, dal cristianesimo, dallo gnosticismo e dall'ermetismo. Secondo la sua concezione, il processo di trasformazione dei metalli rappresentava simbolicamente un percorso di purificazione e iniziazione del praticante stesso.

 

10. Dottor Johannes Faust 



Faust è universalmente noto come uno dei personaggi più emblematici della cultura popolare europea. La sua storia, diffusa in molteplici varianti, narra di un erudito umanista votato alle scienze, insoddisfatto perché la conoscenza ottenibile dai libri non bastava a saziare la sua sete di sapere. Per questo, decise di ricorrere alla magia e invocare l'aiuto del sovrannaturale. Una notte, creò un cerchio magico che fece apparire l’angelo caduto Mefistofele, il quale gli propose un patto: avrebbe potuto godere appieno della vita per un determinato periodo di tempo, ma al termine dei suoi giorni avrebbe dovuto restituire la sua anima a Lucifero e subire l'eterna condanna dell'inferno.

Questa figura leggendaria ha assunto diverse forme nelle opere degli autori che l'hanno descritto, ma la sua origine è riconducibile a un personaggio storico. I primi documenti che lo menzionano ne situano la nascita fra il 1460 e il 1470 a Helmstadt, un villaggio vicino a Heidelberg, sebbene alcune versioni successive affermino che sia nato a Kundling, ora nota come Knittlingen, nel Baden-Württemberg. Morì a Staufen tra il 1536 e il 1539, vittima di un'esplosione avvenuta durante un esperimento alchemico. La Chiesa interpretò questa tragica fine come prova che era stato il diavolo a far concludere la sua vita.

Questo personaggio mi ha sempre affascinata, tanto che ho scelto di dedicare la mia tesi di laurea magistrale alla sua analisi. La mia ricerca si è concentrata sulla sua descrizione nel folklore e nell’arte, fino all'opera di Thomas Mann "Doktor Faustus", che ha unito la magia della letteratura alla magia della musica. Se anche tu sei interessato/a a questo tema, ti suggerisco di leggere l'articolo “Musica e letteratura: collegamenti tra due arti magiche”.

 

Articolo scritto in collaborazione con

Ivana Vele Poletti

https://www.ivanapoletti.com/

 

 

Nessun commento:

Posta un commento