Gli elfi oscuri hanno da sempre affascinato gli amanti del fantasy. Ombrosi quanto gli elfi della luce appaiono solari, queste creature sono viste come ribelli e rinnegate, quasi come angeli decaduti.
Ma dove nasce il loro mito? L’inizio di tutto è da ricercare nella mitologia norrena: scopriamo insieme l’affascinante mondo degli elfi oscuri.
Ecco i contenuti che troverai in questo articolo:
· Lo storiografo che per primo descrisse gli elfi oscuri: Snorri Sturluson
· Come si chiamavano gli elfi oscuri nella mitologia norrena?
· Dove vivevano gli elfi oscuri?
· Gli elfi oscuri della mitologia norrena erano malvagi?
· Un romanzo che parla di elfi oscuri
Cominciamo!
Lo storiografo che per primo descrisse gli elfi oscuri: Snorri Sturluson
Snorri Sturluson fu un poeta, storico e politico islandese, vissuto tra il 1178 (circa) e il 1241. È famoso per aver scritto l’ “Edda in prosa”, un manuale di poetica. Oltre a spiegazioni sulla poesia norrena, quest’opera contiene anche numerosi riferimenti alla mitologia. Ed è proprio qui che troviamo citati per la prima volta gli elfi oscuri, contrapposti agli elfi della luce (Liósálfar).
Come si chiamavano gli elfi oscuri nella mitologia norrena?
Sono menzionati come Dokkálfar, letteralmente “elfi scuri”, oppure Svartálfar, cioè “elfi neri”.
Genera confusione il fatto che il termine Dokkálfar sia usato anche per i nani, come vedremo meglio in seguito.
Dove vivevano gli elfi oscuri?
Nello Svartálfaheimr, uno dei nove mondi tenuti assieme dall’albero cosmico Yggdrasill. La composizione dei nove mondi è molto dibattuta, perché le fonti forniscono descrizioni incomplete e discordanti fra loro. Tuttavia, secondo le ultime ricostruzioni degli studiosi, l’ordine dei vari mondi dovrebbe essere questo:
1. Ásaheimr, dov'è situato Ásgarðr, dimora delle divinità Asi.
2. Álfheimr, regno degli elfi della luce.
3. Svartálfaheimr o Niðavellir, regno sotterraneo degli elfi oscuri, ma anche dei nani.
4. Mannheimr, dov'è situata Miðgarðr, la casa degli umani.
5. Jǫtunheimr, regno dei giganti (Jǫtunn) di roccia e ghiaccio.
6. Vanaheimr, regno delle divinità Vani.
7. Niflheimr, regno del ghiaccio e del freddo, abitato dai giganti di ghiaccio.
8. Múspellsheimr, regno del fuoco abitato dai giganti di fuoco.
9. Hel, regno dei morti su cui governa la dea Hel.
La parola Svartálfaheimr è composta da tre parti:
· Svart-, radice dell'aggettivo “svartr”, cioè “nero”
· -álfa-, genitivo plurale del sostantivo “álfr”, cioè “elfo”
· -heimr, sostantivo maschile “heimr”, cioè “casa, patria, mondo”.
Il termine significa, quindi, “casa degli elfi neri”. Perciò, in origine, designava un mondo abitato da elfi.
Trattandosi di una dimora sotterranea, col tempo ha cominciato a indicare anche la sede dei nani. Ma non solo. I nani stessi iniziarono a essere designati come Dokkálfar, il termine che indica gli elfi oscuri. Questo genera non poca confusione nello studio delle fonti.
Gli elfi oscuri della mitologia norrena erano malvagi?
È molto facile fare l’equazione “elfi della luce = buoni / elfi oscuri = cattivi”. In realtà, le cose non stanno proprio così.
Nella mitologia norrena (come anche in altre mitologie, ad esempio quella greco-romana) gli opposti sole/buio o vita/morte non simboleggiavano per forza coppie oppositive riferite ai concetti di bene/male. Erano due aspetti della stessa realtà. Se non ci fosse il buio, non esisterebbe nemmeno la luce, e viceversa. Così come la morte fa parte del ciclo della vita. Perciò è plausibile pensare che elfi della luce ed elfi oscuri simboleggiassero, all’inizio, due facce della stessa medaglia: da una parte il sole, la luce, la vita all’aria aperta, e dall’altra la notte, il buio, le caverne e i cunicoli sotterranei.
Ma, con l’avvento del Cristianesimo, queste figure cominciarono a essere assimilate agli angeli. Gli elfi chiari vennero associati agli angeli di Dio e quelli scuri agli angeli ribelli.
Questo parallelismo diede inizio all’idea che gli elfi Liósálfar fossero buoni e gli elfi Svartálfar cattivi.
Per esempio, se cerchiamo su Wikipedia la definizione di elfi oscuri leggiamo:
“Gli elfi oscuri o scuri sono in molte ambientazioni fantasy una particolare tipologia di elfi generalmente improntata alla malvagità e con la propensione alla ricerca del potere e agli atti moralmente deplorevoli.”
Quindi, sì: nella letteratura fantasy gli Svartálfar sono spesso connotati come malvagi, ma questo non significa che fossero tali anche nella mitologia norrena.
Un romanzo che parla di elfi oscuri
Gli Svartálfar sono stati una fondamentale fonte d’ispirazione per me. Adoro gli elfi e sono attratta da grotte, cunicoli e dimore sotterranee… quindi, per me, gli elfi che vivono sottoterra sono proprio il top!
Inoltre mi sono sempre chiesta quale fosse la loro vera natura: sono davvero così malvagi come si dipingono di solito?
Analizzando mitologia e letteratura la risposta non è univoca.
L’idea che gli elfi siano divisi in diverse stirpi, alcune residenti in superficie e altre sottoterra, è stata ripresa anche nell’opera di Tolkien. Per approfondire l’argomento, puoi leggere l’articolo 10 cose da sapere sugli elfi de “Il signore degli anelli”.
Per Tolkien non esistono elfi buoni o elfi cattivi: che siano biondi o bruni, che abitino sugli alberi o in fortezze sotterranee, si tratta sempre di creature nobili ed eteree, per quanto audaci e forti in battaglia.
Io, invece, confesso di essere affascinata dal lato “dark” degli elfi neri, che è emerso nella letteratura fantasy successivamente a Tolkien, oppure in celebri giochi di ruolo (ad esempio, i “drow” di Dungeons & Dragons sono ispirati agli elfi oscuri).
Queste riflessioni su leggende, miti e letteratura fantastica mi hanno spinta a scrivere “Trusting Darkness”, romanzo autoconclusivo distopico/sci-fi che parla proprio degli elfi oscuri e della loro volontà di rivalsa nei confronti degli esseri umani.
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Ma non è finita qui! Per spiegare e approfondire al meglio l’origine della discordia tra elfi e uomini, ho scritto “Immortals”, che narra il ricordo più cupo della storia elfica.
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.