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lunedì 19 luglio 2021

Oni giapponesi: i personaggi del folklore che hanno ispirato Lamù

 

Chi non conosce Lamù, la sexy aliena creata dalla mente vulcanica di Rumiko Takahashi?

Ma siamo sicuri di avere dimestichezza con tutti suoi segreti? Per esempio, sai perché ha i cornini e i canini appuntiti? O perché indossa (striminzite) vesti tigrate e ha la capacità di scagliare fulmini?

Be’, perché fa parte della tribù degli oni giapponesi!

In questo articolo conosceremo un po’ meglio gli oni e, di conseguenza, la nostra affascinante Lamù.

Cominciamo!

 

Chi sono gli oni giapponesi? 

 

 

Gli oni sono i demoni giapponesi che più si avvicinano al concetto occidentale di “orchi” o “diavoli”. Hanno corpi alti e muscolosi, canini aguzzi e corna sul capo. La carnagione può essere blu, gialla, rossa o nera. Si vestono con pelli di tigre e hanno la miracolosa capacità di riattaccarsi le parti del corpo mutilate. Sono inoltre in grado di scagliare fulmini.

Vivono sottoterra oppure nelle montagne più impervie, nelle cave o nelle isole abbandonate. Possono essere solitari oppure aggregarsi in strutture gerarchiche, comandate da un capo che detiene il potere assoluto.

 

Gli oni giapponesi sono buoni o cattivi? 

 

Gli oni sono per lo più visti come demoni malvagi, in grado di scagliare fulmini e provocare malattie agli esseri umani.

Con la diffusione del buddhismo, queste creature divennero inoltre le guardiane del “Naraka”, un mondo sotterraneo dove gli esseri senzienti sono condannati alla sofferenza per le loro azioni negative. In tale accezione, ricordano moltissimo i diavoli infernali delle religioni monoteiste.

 


Un’altra caratteristica è la loro passione per gli esseri umani. Una passione prettamente culinaria, visto che gli oni giapponesi trovano la nostra carne davvero gustosa.

Fino a qui, sembrerebbe che siano esseri completamente malvagi. Ma, come spesso accade nella spiritualità orientale, le cose non sono così semplici. Infatti, ci sono diverse storie in cui gli oni portano fortuna agli esseri umani.

Come esempio, possiamo considerare la fiaba tradizionale di Issun-boshi.

Issun-boshi (一寸法師) vuol dire “Il ragazzo lungo un sun”: il “sun” è un’unità di misura giapponese che equivale a circa tre centimetri. È un personaggio che riprende il tema universale del bambino di dimensioni piccolissime, riscontrabile anche in “Pollicino” e in vari racconti diffusi in tutto il mondo.

 

 

Issun-boshi fu inghiottito da un oni, ma riuscì a lacerare con la sua piccola spada la pancia del demone, uccidendolo. Inoltre, il nostro eroe si impossessò della magica mazza dell’oni, che aveva il potere di esaudire qualsiasi desiderio. Grazie all’oggetto incantato, Issun-boshi poté acquisire dimensioni normali, arricchirsi e sposare la donna che amava.

C’è anche la leggenda del monaco buddhista Gazan Ryogen, che promise di reincarnarsi in un oni per difendere il suo tempio in cima a una montagna.

Il collegamento tra gli oni e i ministri del culto buddhista iniziò più o meno nel periodo Edo, quando questi demoni cominciarono a essere raffigurati con i paramenti sacri dei monaci. Tali immagini potrebbero significare che anche le creature ritenute più malvagie possono essere salvate dalla compassione del Buddha.

 

Siamo sicuri che Lamù sia proprio una oni

 

Sì, siamo sicuri: Lamù appartiene alla schiera degli oni, anche se proviene da un pianeta alieno anziché dalla Terra. Si tratta di “Oniboshi” (鬼星), che significa proprio "Stella degli Oni".

Ecco le caratteristiche fisiche e comportamentali che la accomunano agli oni giapponesi:

·       canini, corna e orecchie a punta;

·       capacità di scagliare fulmini;

·       vesti tigrate;

·       gelosia: Lamù è estremamente possessiva con l’amato Ataru, proprio come le sue omologhe del folklore giapponese. Si dice, infatti, che una donna possa trasformarsi in una oni a causa di un’indole particolarmente gelosa.

 

Ma non è finita qui: nel cartone e nel manga assistiamo anche al rito del “mamemaki”, ovvero del lancio dei fagioli di soia contro gli oni. Secondo la credenza popolare, infatti, gli oni giapponesi possono essere scacciati proprio da questi legumi (un po’ come i vampiri con l’aglio!) durante la cerimonia del Setsubun. E Lamù diventa proprio il bersaglio prescelto per lancio di fagioli! Insomma, chi la circonda la considera a tutti gli effetti una oni.

 

Il fascino del Giappone 

 

Adoro il Giappone, i suoi paesaggi, la cucina e il folklore tradizionale.

Questa passione è culminata a inizio 2020, quando ho potuto coronare uno dei miei grandi sogni: visitare il Paese del Sol Levante! Avevo desiderato per anni e anni di esplorare la terra che ha dato vita ai miei anime preferiti (con i titoli italiani): “Lady Oscar”, “Mila e Shiro” e “Sailor Moon”. Sono inoltre grandissima fan di Hello Kitty e quando ho vistato uno dei Sanrio Store e il negozio di Sailor Moon non volevo più andare via! Oltre agli aspetti commerciali, ai quali non sono affatto immune, ho davvero adorato le visite ai templi Shinto e buddhisti. Sono luoghi mistici immersi nella calma, a meno che non ci sia qualche data evento che richiama molti fedeli contemporaneamente.

I viaggi per me rappresentano un’occasione per raccogliere materiale e documentarmi dal vivo in modo da rendere più vividi e credibili i miei romanzi.

Ogni tappa è stata magica, ma i luoghi che mi hanno colpita di più per caratterizzare i ricordi di Jo Jo Nishimura e anche altre ambientazioni del romanzo cybernature “Dark Ghost” sono:

1. Il santuario di Fushimi Inari Taisha (dedicato alla divinità kami volpe Inari).




Dopo una scarpinata di 4 km su scalini tagliati nella montagna e sormontati dai tipici tori rossi e neri si arriva alla sommità e si può ammirare la città di Kyoto dall’alto. Io sono arrivata al belvedere all’ora del tramonto, quando stormi di corvi neri e lucidi volavano contro il cielo arancione. Sono stati momenti di pura poesia e anche la discesa nella penombra a piedi sotto i tori è stata molto suggestiva.

Anche il ramen a fine visita è stato memorabile!

2. Il tempio di Otagi Nenbutsu-ji è sicuramente uno dei miei preferiti. Si trova su una collina vicino alla famosa foresta di bambù di Arashiyama, un'altra delle mie tappe preferite.




La giornata in cui ho visitato la foresta e questo tempio è nella mia top di tutta la permanenza in Giappone e dei miei viaggi in generale. Il tempio è il luogo più pacifico che abbia mai visto. È immerso nel verde e si sentono solo i rumori rilassanti della natura. La bellezza delle immagini sacre dorate e di quelle di pietra ricoperte di muschio crea un’atmosfera magica e credo che anche persone poco spirituali ne apprezzerebbero l’incanto.

La foresta di bambù, soprattutto per me che non ne avevo mai vista una dal vivo è stata un’esperienza incredibile. Il fruscio del vento fra le canne e fra le foglie sottili del bambù è completamente diverso da ogni rumore prodotto dai boschi nostrani. Anche il punto di verde è differente e la strada perfettamente pulita e curva che si addentra nella foresta è molto suggestiva. Si cammina in un tunnel verdissimo che sembra dipanarsi in un sogno.

Le sensazioni di questa giornata sono finite in alcuni punti specifici del romanzo “Dark Ghost”.

3. Okinawa e un santuario molto speciale di cui ho parlato nell’articolo “Esistono le fate della casa?”

 

Allora… vi ho fatti diventare fan del Giappone o no?

(Foto scattate da me!)







  


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


Nota: immagini reperite in rete a solo scopo illustrativo.



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