Benvenuto/a nel mondo dei tarocchi, uno dei più intriganti sistemi di divinazione che esistano al mondo
L’universo delle carte
divinatorie ti appassiona? Allora sei nel posto giusto! In questo
articolo, ti svelerò 5 notizie che (forse) non conoscevi.
Ma prima di entrare nel
dettaglio, diamo un'occhiata alle domande alle quali
risponderemo. Perché i tarocchi si chiamano così? Da dove provengono? Perché
non si possono comprare? Cosa rivelano i tarocchi? E
come si possono utilizzare per costruire storie?
Bene, ora siamo pronti a rivelare
tutti i segreti e a scoprire insieme il fascino di questi strumenti. Ecco 5 curiosità sulla storia dei tarocchi che ti lasceranno a
bocca aperta!
1. Perché i tarocchi si chiamano così?
L’etimo della parola è incerto,
nel corso dei secoli sono state elaborate varie teorie. Vediamo, di seguito, le
più famose.
· Secondo
alcuni trae origine dal tipo di decorazione in rilievo delle carte, dal latino
volgare “taràre”, variante del verbo classico “térĕre” (cospargere di punteggiature).
· Può
essere legato al fiume Taro, affluente del Po.
· Secondo
un’ipotesi molto affascinante, deriva dall'egiziano “Ta-Rosh”
(“via regale”) oppure “taru” (consultare).
· In
ambito esoterico, si ritiene che sia un tetragramma
cabalistico (ovvero il nome a quattro lettere di Dio), come “tora”, “rota” o altre varianti.
2. Che origine hanno i tarocchi?
La storia dell'origine dei
tarocchi è avvolta nel mistero e le ipotesi a riguardo sono variegate. La
teoria più accreditata suggerisce che siano stati creati nel XV secolo in
Italia, come una versione modificata delle comuni carte da gioco, ma
probabilmente hanno origini molto più antiche. A riprova di questo fatto,
possiamo osservare parecchi punti di contatto tra le immagini dei tarocchi e
i geroglifici egizi.
Parlando degli oggetti fisici
giunti a noi, un primo antenato dei tarocchi è rappresentato dalle “carte de
trionfi” (il nome “trionfi” è rimasto a indicare
gli arcani maggiori dei tarocchi) menzionate in una lettera del 1449, scritta
dal capitano Jacopo Antonio Marcello alla duchessa Isabella di Lorena. La
missiva accompagnava un mazzo di carte, che purtroppo è andato perso.
Nella lettera era inclusa una
copia del trattato in latino di Marziano da Tortona, segretario del duca di
Milano Filippo
Maria Visconti. L’autore descrive solo ventiquattro carte del mazzo, di cui
sedici illustrate con immagini di divinità greche e quattro con i Re; erano
accompagnate da un mazzo di carte tradizionali, i cui semi erano rappresentati
da uccelli. Siamo ancora lontani dai tarocchi come siamo abituati a vederli
ora, ma questo esempio rappresenta una prima evoluzione delle carte dell’epoca.
Ma qual è
il primo mazzo giunto fino a noi? Si tratta dei “Tarocchi
Visconti di Modrone”, realizzati in Lombardia per la famiglia
Visconti e attribuiti al pittore di corte Bonifacio Bembo. Il gruppo di carte,
composto da 66 pezzi, è dipinto a mano e ricoperto da
una lamina d'oro finemente lavorata a bulino. Sulle carte sono impressi
numerosi riferimenti alla famiglia Visconti, come la corona con i rami di palma
e alloro e i motti “A bon droyt” (che significa “a
buon diritto”) e “Phote mante” (cioè “bisogna
mantenere”).
3. Perché i Tarocchi non si comprano?
Si tratta di un’antica
tradizione, legata al sistema di credenze che ruota intorno alle carte
divinatorie. Secondo questa visione, i mazzi dovrebbero essere donati o
tramandati di generazione in generazione, anziché
acquistati.
L'idea di regalare i tarocchi
simboleggia la trasmissione del potere magico da un individuo all'altro,
e il fatto che non dovrebbero essere comperati
sottolinea l'importanza di ottenere gli strumenti mistici attraverso mezzi
spirituali e non commerciali. Tuttavia, è importante notare che questa è solo
un’usanza del passato e che molte persone, attualmente,
acquistano le carte per uso personale senza problemi (certamente Amazon mi sta
ascoltando e sa benissimo che cosa ho nel carrello…).
4. Come costruire storie con i tarocchi?
L'utilizzo di strumenti
divinatori come i tarocchi, le sibille Lenormand, le rune
e le oracle cards può rappresentare un efficace
metodo per superare i blocchi creativi e stimolare la fantasia.
Spesso, infatti, quando siamo
davanti alla “paura della pagina bianca”, siamo limitati dalla razionalità e
dalla logica che ci impediscono di esprimere le nostre idee al meglio. Gli
oggetti esoterici, invece, ci aiutano a concentrarci su elementi simbolici e
archetipici, aprendo la mente a nuove prospettive e liberando
l'immaginazione. In questo modo, possiamo trovare una fonte d’ispirazione
alternativa e arricchire la nostra inventiva.
Ci sono diversi modi per
utilizzare i tarocchi per costruire storie. Uno di questi è quello di fingere di essere un personaggio del tuo romanzo, pescare una carta
e osservare la figura che ti è stata assegnata. In questo modo, puoi
individuare i significati correlati e considerare se l’immagine prescelta
potrebbe rappresentare una svolta nel cammino del tuo personaggio.
Inoltre, se ti trovi bloccato/a in un punto cruciale della trama, potresti porre domande
specifiche ai tarocchi per ricevere suggerimenti e superare l'ostacolo.
Un altro modo per utilizzare i
tarocchi per creare storie è quello di disporre le
carte in griglie di interpretazione che rappresentano il passato, il presente e
il futuro dei tuoi personaggi.
Nel mio libro “Come
trovare il tempo per scrivere”, ho proposto 25 modi per superare il
blocco dello scrittore, e l'uso dei tarocchi è proprio uno di questi! Se ti interessa scoprire altri segreti della creatività
letteraria, ti suggerisco di dare un’occhiata al mio manuale, che è disponibile
su Amazon in versione eBook e cartacea corredata da
esclusivo diario di scrittura (da acquistare separatamente).
5. Cosa rivelano i tarocchi?
I tarocchi sono un sistema di
linguaggio divinatorio che utilizza immagini archetipiche per trasmettere
significati allegorici. Ogni carta ha una rappresentazione simbolica che
può essere interpretata in base al contesto. La
lettura si basa sull'idea che gli archetipi riprodotti siano universali e
quindi possano essere compresi da chiunque, indipendentemente dalla lingua o
dalla cultura di appartenenza.
Contrariamente alla credenza
popolare, i tarocchi non sono utilizzati per prevedere il futuro in modo
preciso e definitivo, ma piuttosto per aiutare a comprendere meglio il
passato, interpretare il presente ed esplorare le varie strade che si possono
aprire davanti a noi nel nostro domani. Sono uno strumento per conoscere se
stessi, sondare la propria interiorità e sviluppare la consapevolezza di sé.
Articolo scritto
in collaborazione con
Ivana Vele
Poletti
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