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lunedì 26 luglio 2021

Test: quale demone giapponese incontrerai?

 

 

Sogni di andare in Giappone? Allora questo test ti sarà utilissimo!

Il Sol Levante, infatti, pullula di demoni chiamati “yokai”. Ognuno di loro ha caratteristiche e comportamenti diversi. Alcuni possono aiutare gli esseri umani, ma altri (molto più numerosi) si divertono a tormentare i poveri sventurati che incontrano. È quindi davvero importante conoscere la loro natura!

Se sei curioso/a di scoprire quale demone giapponese sei destinato a incontrare, non ti resta che scegliere una delle quattro immagini della foto d’apertura! E ora… scopri quale incontro sovrannaturale farai in Giappone!

 

Quale demone giapponese incontrerai? 

 

1. Amabie 

 


Hai avuto fortuna! L’amabie è uno dei pochi demoni giapponesi di indole completamente benevola.

Ma chi è?

Una sirena a tre code, caratterizzata da lunghi capelli, becco di uccello e corpo ricoperto da scaglie.

Vive tra i flutti, ma esce dall’acqua per profetizzare grandi raccolti, oppure devastanti epidemie. Ha anche la facoltà di guarire gli esseri umani dalle malattie. Per questo motivo, in Giappone è stata utilizzata come simbolo beneaugurante per esorcizzare la paura della pandemia.

 

Come comportarsi con un’amabie?

È molto semplice: se ne incontri una… fai esattamente quello che ti dice! Di solito le amabie chiedono di essere ritratte, perché la loro immagine guarisce dalle malattie. Se non hai grandi abilità grafiche, fatti aiutare da qualche disegnatore esperto. Vedrai che il suo ritratto porterà fortuna a chiunque lo vedrà!

E, mi raccomando, non dimenticarti di ringraziarla per la sua benevolenza… i demoni giapponesi sono molto attenti all’etichetta!

Per approfondire la sua conoscenza, puoi leggere l’articolo “Demoni giapponesi buoni: “amabie”, la sirena scaccia-epidemie”.

 

2. Kitsune 


 

La kitsune è un “bakemono” (cioè un animale in grado di mutare forma) il cui aspetto originario è quello di una volpe.

Una delle sue particolarità è il numero di code che possiede: da due a nove. Questo è dovuto a un’antica credenza giapponese: si dice che alcune volpi possano vivere per svariati secoli e che acquisiscano una nuova coda ogni cento anni.

Le kitsune possono trasformarsi in uomini o donne molto avvenenti. In questa veste amano sedurre i mortali, fino ad arrivare a sposarli e a metter su famiglia. Se viene scoperta la loro natura, però, ritornano volpi e spariscono nel bosco.

 

Come comportarsi con una kitsune?

È molto importante saper distinguere una kitsune trasformata in uomo o donna, se non si vuole correre il rischio di affezionarsi a qualcuno che potrebbe sparire da un momento all’altro! Ma come si fa a smascherare una kitsune sotto mentite spoglie?

Bisogna tenere a mente un elemento molto importante: la trasformazione di questo demone giapponese è sempre imperfetta. Se riusciamo a scoprire il particolare “fuori posto”, possiamo tranquillamente tutelarci dai suoi trucchi. Perciò, ecco i possibili indizi da ricercare: una leggera peluria rossiccia lungo il corpo, l’ombra o il riflesso a forma di volpe, una coda celata tra i vestiti.

 

3. Yurei 

 

 

Lo yurei è un fantasma, maschile o femminile, le cui sembianze ricordano quelle degli spettri occidentali: eteree figure dalla veste bianca, lunghi capelli scarmigliati, fluttuanti nell’aria. Spesso i loro piedi sono assenti o visibili in trasparenza.

Lo spirito dello yurei è legato al mondo terreno da una qualche situazione irrisolta. Può essere il rimpianto per una persona che non si è riuscita ad amare, oppure una vendetta mancata, o ancora un’esperienza mai provata (è tipico, nei manga, incontrare uno yurei morto da adolescente che non ha fatto in tempo a organizzare il suo primo appuntamento romantico). Oppure il rammarico può essere legato al concetto di “on”, ovvero il “debito morale” verso un’altra persona, valore molto radicato nell’animo dei giapponesi.

 

Come comportarsi con uno yurei?

Cerca di mantenere la calma e non fuggire, potresti aggravare la situazione! Se uno yurei ti cerca, di sicuro è perché vuole essere aiutato a risolvere qualche rimpianto della sua vecchia vita. Se lo eviti, tenderà a perseguitarti sempre di più.

Cerca di parlarci con calma, per capire quale sia il suo cruccio. Magari vuole che tu faccia da tramite con una persona del suo passato. Se la situazione è troppo complicata, o se la barriera linguistica ti impedisce di comprenderlo, rivolgiti a uno specialista del settore (come, ad esempio, le sciamane Itako).

 

4. Zashiki warashi 

 


 

Lo zashiki warashi è un demone giapponese domestico: vive all’interno delle antiche abitazioni o dei ryokan (alberghi tradizionali). Non sopporta i grattacieli e gli edifici moderni in generale, quindi potrai incontrarlo solo nella parte più arcaica del Giappone.

È uno yokai che appare in veste di bambino o bambina di circa 6/7 anni. Indossa un kimono rosso o bianco; se è una femmina ha i capelli lunghi fino alle spalle, se è un maschio li ha tagliati a paggetto.

Non ha un’indole malvagia, anche se si diverte a fare piccoli dispetti. È allegro, giocherellone e ha il compito di proteggere la famiglia che lo ospita.

 

Come comportarsi con uno zashiki warashi?

Come accennato, questo piccolo demone giapponese ama fare dispetti. Si palesa soprattutto di notte, facendo rumore o appollaiandosi sul petto delle persone addormentate, per poi sparire non appena si accende la luce.

Il consiglio è quello di essere pazienti e non reagire in modo troppo duro alle sue marachelle. Se si sente minacciato, lo zashiki warashi può decidere di abbandonare l’abitazione che lo ospita… e in quel caso sarebbe la fine per i suoi abitanti, condannati alla sventura perenne!

Se vuoi scoprire il caso (reale!) dell’albergo giapponese infestato dagli zashiki warashi, puoi leggere l’articolo “Esistono le fate della casa?”.

 

Qual è il demone giapponese che incontrerai? Scrivilo nei commenti!

Il mio è la volpe, kitsune! In effetti, anche Jo Jo Nishimura in “Dark Ghost” avrà a che fare con una bestia strana… una sorta di bakemono in chiave fantascientifica e molto meno elegante di una bella volpe!






Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.


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