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Tutti gli articoli del Magical Magazine

lunedì 26 febbraio 2024

Oracoli e divinazione

 


 

Così Cicerone esordisce nel suo saggio: “Della divinazione”.

 

 

«È un'opinione antica, risalente ai tempi leggendari e corroborata dal consenso del popolo romano e di tutte le genti, che vi siano uomini dotati di una sorta di divinazione - chiamata dai greci mantiké -, cioè capaci di presentire il futuro e di acquisirne la conoscenza. Capacità magnifica e salutare, se davvero esiste, grazie alla quale la natura di noi mortali si avvicinerebbe il più possibile alla potenza degli dèi! E come in altri casi noi romani ci esprimiamo molto meglio dei greci, così anche a questa straordinaria dote i nostri antenati dettero un nome tratto dalle divinità, mentre i greci, come spiega Platone, derivarono il nome corrispondente dalla follìa. Non conosco, in verità, alcun popolo, dai più civili e colti fino ai più efferati e barbari, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano persone capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo.»

 

 

L'esigenza di conoscere il futuro è sempre stata presente in ogni tipo di società umana, dai suoi primordi fino a oggi. Cambiano i metodi, ma lo scopo è sempre lo stesso: sapere in anticipo se le nostre azioni raggiungeranno lo scopo desiderato.

Una via antica

È stato un percorso che all'inizio si confondeva con la magia, per poi sfociare in credenze religiose, animistiche e spirituali, in un certo senso possiamo dire che la pre-destinazione dell'uomo era insita nelle ricerche che venivano effettuate.

Infatti, cercare di sapere cosa ci accadrà in futuro indica che la via è già tracciata. O che pensiamo che lo sia, in caso contrario non avrebbe alcun senso cercare di sapere qualcosa che non c'è! Se ci facciamo leggere la mano, che è una forma di divinazione, crediamo che la nostra vita sia scritta dalla nascita alla morte in quelle linee, e che ci sia qualcuno che abbia le capacità di interpretarle. Una condizione perché sia la divinazione che le risposte oracolari acquisiscano una valenza di verità ai nostri occhi, è il credere all'esistenza di una entità soprannaturale che decida del destino di tutto e tutti.

 

La nascita della ricerca scientifica

In un certo senso, possiamo affermare che la divinazione e le risposte oracolari, conseguenza del senso di inadeguatezza dell'uomo nei confronti della natura in cui vive, della percezione del suo essere inerme alla mercé degli eventi, abbiano stimolato la nascita della ricerca scientifica. Una sorta di contrapposizione, di ribellione alla tirannia del soprannaturale attraverso la ragione e il metodo scientifico.

Le pratiche divinatorie e oracolari sono singoli eventi, riti che squarciano il velo che ci divide dagli universi altri per portarli qui. Ma sono sempre episodi singoli, specifici, che attraverso analogie ci illuminano sul molteplice. La ricerca scientifica rifiuta il dogma, la scienza è la massima espressione del dubbio, la ripetitività di un esperimento cercando di metterne in discussione i risultati, sempre e comunque, è lo scopo del metodo scientifico. Il risultato positivo del momento può e deve essere messo in discussione.

Attraverso i millenni, la divinazione si è basata su varie tecniche influenzate dalla tipologia di vita che avevano le popolazioni, dall'influenza degli animali che portavano con loro, o contro cui lottavano per la sopravvivenza.

In linea generale possiamo vederne alcuni esempi tipici:

 

1.    I segni celesti, quindi costellazioni, comete, eclissi. Da qui la nascita dell'astrologia, ma anche dell'astronomia con la previsione delle eclissi, per esempio.

2.    I segni atmosferici, con tutte le loro declinazioni specialistiche, quindi l'osservazione del vento, delle nuvole, della pioggia, dei tuoni e dei fulmini.

 

3.   L'avvistamento di specifici animali totem, o i movimenti di animali in specifici contesti, sia domestici tipo galli, gatti e topi, sia selvaggi.

 

4.    L'esame delle viscere degli animali sacrificati, soprattutto il fegato, ma anche le interiora, la quantità di sangue, il comportamento dell'animale durante il sacrificio.




 

Divinazione nel mondo

Un tipo diverso di divinazione è quella Shintoista, infatti su quattro strisce di carta si scrive la domanda al patrono o alla patrona del santuario. Sotto la domanda si scrivono tre no e un sì. L'Oen Sensei (sacerdote Shintoista) le prende arrotolandole come palline. Le mette su un piano appoggiato a un treppiede. Il sacerdote impugna un rametto con l'estremità piena di strisce di carta colorata, sventolandole da sinistra a destra, sempre più vicino alle palline. Quando finalmente una di esse cade, il sacerdote la raccoglie e te la mette in mano, mentre tu gli darai il riso dell'offerta. Questa è la parte finale del rito che implica una lunga fase di preparazione e purificazione prima di poterla eseguire.

 

Un altro tipo di divinazione è l'I Ching, o libro dei mutamenti, cinese. All'inizio, come la maggior parte delle risposte oracolari nel mondo antico, si limitava a un sì o un no. Queste risposte si differenziavano nell'utilizzo di una linea intera per il sì e una spezzata per il no. Nel corso dei tempi si è sentita la necessità di una maggiore differenziazione e si è arrivati all'utilizzo di otto segni. Nel tempo le combinazioni delle linee sono diventate più complesse, arrivando a sessantaquattro segni. Tutto questo per poter interpretare la mutevolezza dell'universo e avere un vaticinio in evoluzione. Infatti, l'attenzione non è sull'immagine del momento ma sulla mutazione nel tempo.

 

La lettura delle rune è una specificità del nord Europa, legata al culto di Odino, ai suoi eroi e demoni, e all'attesa del Ragnarǫk, la battaglia finale in cui si deciderà il destino degli dei che regnano su di noi. Le rune sono un insieme di caratteri che compongono un alfabeto. Il termine rune significa sussurro-segreto, quindi la loro lettura svela la visione del futuro che attende il supplice.

 

Tra gli oracoli più famosi, quello di Apollo a Delfi è quello più conosciuto. La sua origine è molto contesa, si racconta che Zeus abbia liberato due aquile agli antipodi del mondo e che si siano incontrate proprio lì decretando cosi il centro del mondo “Omphalos”. Altri raccontano di un capraio caduto in un anfratto, che da quel momento cominciò ad avere delle visioni. Comunque sia, inizialmente furono delle vergini a occuparsi di rispondere ai quesiti, interpretate dai sacerdoti di Apollo. In seguito, dopo alcuni rapimenti, furono messe delle donne più anziane. Anche qui prima di poter accedere al tempio era necessario sottoporsi a riti di purificazione e onorare il tempio con delle offerte.

 

L'antro della Sibilla Cumana, è certamente l'oracolo più famoso che abbiamo in Italia. Situato nei pressi del Lago d'Averno nei Campi Flegrei. Anche lei è una sacerdotessa di Apollo. Virgilio nel Libro VI dell’Eneide rappresenta la Sibilla Cumana come la sacerdotessa di Apollo e la custode dell’Ade. Giunto al tempio d’Apollo sull’Acropoli di Cuma, Enea viene condotto dalla Sibilla all’interno del tempio. "Ispirata" dal sacro furore di Apollo, la sacerdotessa mostra a Enea il mondo dell’aldilà e gli profetizza il glorioso futuro di Roma.

 

Ai nostri giorni la statistica ha preso il posto della divinazione e i nuovi oracoli sono i guru della finanza, che attraverso l'elaborazione di dati che si ripetono nel tempo danno le loro sentenze.

 

Volo d'uccelli,

un corvo che osserva:

voce che tuona.

 

Il fili del destino

tra le dita degli dei.

 

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BRAN

  

lunedì 19 febbraio 2024

L’Intelligenza Artificiale oggi

 




         Intelligenza artificiale (IA) è una disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l'uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsi complementari: da un lato l'intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla mente umana.

(Definizione da Treccani)

 

Una favola attuale

 

Nick Bostrom, filosofo svedese, inizia il suo libro “Superintelligenza, tendenze, pericoli, strategie” con una brevissima storia intitolata: la favola incompiuta dei passeri. Si tratta solo di una favola, oppure il suo significato profondo rispecchia realmente lo stato attuale dell'IA?

 

Di seguito, tratto dal suo libro:

         «Era la stagione della nidificazione, e dopo giorni e giorni di duro lavoro i passeri si radunarono sui rami del grande albero alla luce del tramonto, riposando e cinguettando.

«Siamo tutti piccoli e deboli», disse uno, «immaginate come sarebbe facile la vita se fossimo aiutati da un gufo a costruire i nidi!»

«Sì», disse un altro, «e potremmo usarlo anche per badare ai piccoli e agli anziani».

«Potrebbe consigliarci e tenere d’occhio i gatti del quartiere», aggiunse un terzo.

Poi parlò Pastus, il passero più vecchio: «Mandiamo esploratori in tutte le direzioni e cerchiamo di trovare da qualche parte un gufetto abbandonato, o magari un uovo. Andrebbe bene anche un pulcino di corvo, o un piccolo di donnola. Potrebbe essere la cosa migliore che ci sia mai capitata, per lo meno dall’inaugurazione del Grande padiglione delle granaglie in quel cortile laggiù».

Lo stormo era euforico e su ogni ramo i passeri iniziarono a cinguettare a squarciagola.

Solo Scronkfinkle, un passero scontroso e cieco da un occhio, non era convinto dell’opportunità del tentativo: «Sarà certamente la nostra rovina. Non dovremmo riflettere sull’arte di ammansire e addomesticare i gufi prima di portare questa creatura in mezzo a noi?»

Pastus replicò: «Addomesticare un gufo sembra un’impresa estremamente difficile. Già trovare un uovo di gufo sarà tutt’altro che facile. Iniziamo da lì. Dopo che saremo riusciti ad allevare un gufo potremo pensare ad affrontare quest’altra sfida».

«Questo piano ha un difetto!», strillò Scronkfinkle; le sue proteste però furono vane, poiché lo stormo si era già levato in volo per attuare le direttive indicate da Pastus.

Restarono soltanto due o tre passeri, che insieme cominciarono a cercare di capire come fare ad ammansire e addomesticare un gufo. Ben presto si resero conto che Pastus aveva ragione: era un problema estremamente difficile, specie non avendo a disposizione un vero gufo con cui fare pratica. Ciò malgrado andarono avanti come meglio potevano, temendo sempre che lo stormo potesse tornare con un uovo di gufo prima di aver trovato una soluzione al problema del suo controllo».

 

Come sia finita la storia non si sa, ma l’autore dedica questo libro a Scronkfinkle e ai suoi seguaci.

La saggezza contadina ci invita a non mettere il carro davanti ai buoi, nel nostro caso la smania di raggiungere determinati risultati fa perdere di vista i danni collaterali insiti nello sviluppo indiscriminato dell'IA. Oppure sono proprio questi cosiddetti danni collaterali, connaturati all'applicazione pratica di questi sviluppi, il risultato finale auspicato…

 


Conoscere la AI

 

Cosa possiamo sapere, o semplicemente ipotizzare su una super intelligenza artificiale? Nel momento in cui a questa IA verrà data la possibilità di auto-istruirsi, cosa potrà accadere all'umanità? Quello che oggi potrebbe definirsi un grande successo scientifico, domani potrebbe rivelarsi una grande catastrofe. Una macchina super-intelligente, per essere definita tale, dovrà essere almeno pari al team che l'ha costruita, ma essendo in grado di evolversi autonomamente probabilmente sarà anche l'ultima costruita dall'uomo! E poi cosa accadrà? Già oggi vediamo i primi danni collaterali nell'uso della IA,  sicuramente prevedibili e non casuali, visti i recenti utilizzi volti sostanzialmente alla riduzione del personale in ogni campo.

 

Nel 1979, Douglas R. Hofstadter, pubblicò Gödel, Escher, Bach: un'eterna Ghirlanda Brillante”. Probabilmente una pietra miliare sull'intelligenza artificiale. I dubbi sul suo sviluppo in un senso che poteva definirsi sopraffacente o totalitario nei confronti dell'umanità erano bilanciati dal fatto che si pensava che i tempi del suo progresso sarebbero stati lunghi. Ma Douglas R. Hofstadter si sbagliava, come ammise in una conferenza con gli ingegneri di Google nel 2014, dove confessò tutta la sua preoccupazione sugli sviluppi della IA. Infatti, nel suo libro si parlava dell'impossibilità per un programma di IA di battere un maestro di scacchi, per diversi motivi. Nel 1997 Deep Blue, un computer della IBM, sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov, sorvolando sui presunti illeciti compiuti a scopi pubblicitari dalla IBM, comunque fu in grado di giocare ad armi “quasi pari”, con un campione mondiale della specialità.

Un altro tema che scosse le convinzioni Hofstadter, fu la musica; egli era convinto che mai una IA avrebbe potuto scrivere della buona musica e che se l'avesse fatto ci sarebbero voluti parecchi anni e non a livello degli autori classici.

 

Così scriveva: «La musica è un linguaggio di emozioni, e finché i programmi non avranno emozioni complesse come le nostre non sarà possibile che un programma scriva qualcosa di bello. Potranno esservi «contraffazioni» superficiali, imitazioni della sintassi musicale preesistente; ma nonostante ciò che si può pensare a prima vista, vi è molto di più nell’espressione musicale di quanto si possa catturare in regole sintattiche. […] Considero grottesca e un’inaccettabile sottovalutazione della profondità dello spirito umano la posizione di chi pensa, e c’è chi lo pensa, che tra breve potremmo essere in grado di ordinare a una «scatola per musica» preprogrammata, prodotta in serie per una diffusione di massa a basso costo, di tirar fuori dai suoi sterili circuiti pezzi che Chopin e Bach avrebbero potuto scrivere se fossero vissuti più a lungo»

 

IA e musica

 

A metà degli Anni Novanta, il musicista e docente di musica  David Cope scrisse un programma chiamato EMI (Experiments in Musical Intelligence), appositamente istruito per aiutarlo comporre secondo il suo stile. Ma in seguito istruito a comporre nello stile di Chopin e Bach. Hofstadter, in una lezione tenuta alla Eastman School of Music di Rochester, NY, fece eseguire un brano di Chopin e uno nello stile di Chopin composto da EMI. Al termine invitò la platea a dire qual era la composizione originale, platea composta da insegnanti e musicisti, la grande maggioranza indicò EMI come il vero Chopin! In quel momento il sentimento che provò fu questo:

        

«EMI suscitò in me terrore. Proprio così, terrore! Lo odiavo, e lo percepivo come una minaccia, tale da distruggere ciò che più amavo della natura umana. Credo che EMI riflettesse alla perfezione le paure che ora io nutro rispetto all’intelligenza artificiale».

        

Paure reali e attuali

 

Fondamentalmente, la paura è il demansionamento delle persone, sollevandole dal lavoro manuale e da quello intellettuale di basso e medio livello. Allo stesso tempo, gli umani si iper-specializzano in un'altra parte solamente in singole materie, in modo esclusivamente utilitaristico e asservite alla IA. La conclusione è un generale e forte abbassamento dell'istruzione e di conseguenza del quoziente intellettivo. In tutto il mondo, il livello di insegnamento dei cicli scolastici è sempre più orientato verso un nozionismo sterile, le materie che inducono a sviluppare un pensiero autonomo sono sempre meno proposte se non ostracizzate.

 

La prerogativa dell'uomo nel suo sviluppo attraverso i secoli è stata il pensiero critico ma, già da tempo, la parola d'ordine è invece credere, nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nelle istituzioni mondiali. Credere è l'esatto contrario del pensiero critico. La scienza, e di conseguenza la tecnologia, si basa sul dubbio e sulla messa in discussione di tesi contrapposte per arrivare a una sintesi. La quale sarà messa in discussione fino a quando saranno trovate soluzioni migliori, e così di seguito come vuole l'epistemologia (vedi Popper e Kuhn).

 




Oggi vediamo che per ogni situazione esiste un protocollo calato dall'alto; domani sarà la IA che ci guiderà, come un paterno pastore che si occupa di noi!

 

Spiegare l'intelligenza e impiegarla per risolvere ogni altra cosa

(motto di Alphabet, casa madre di Google)

 

 


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BRAN

lunedì 12 febbraio 2024

Clonazione: l'eternità davanti a noi


 

 

Da quando esiste l'uomo, qualsiasi siano le sue origini, la base di ogni credenza o religione nata con lui è la vita eterna, sia come singolo individuo, sia come parte del mondo.

La ricerca della vita eterna

La narrazione delle comunità religiose è pressoché la stessa: la resurrezione cristiana e la contemplazione di dio per i giusti, l'inferno per gli altri. Per la religione ebraica la resurrezione e poi non è certo cosa avverrà. Per l'Islam c’è la jannah, una sorta di paradiso sempre per i giusti e l'inferno per gli altri.

Per il Buddismo l'essenziale è uscire dalla catena delle reincarnazioni, vero e proprio inferno in Terra, per raggiungere uno stato neutro privo dell'io individuale e quindi di tutte le passioni e desideri connessi. Raggiunto questo stato, cessano le rinascite. Possiamo dire che tutto fa parte del divino e nel momento della nostra consapevolezza di ciò, quando ci siamo liberati del nostro ego, entriamo a pieno titolo a farne parte.

Diciamo che potrebbe essere una corrispondenza alla legge della conservazione della massa di Lavoisier: «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Oltre a queste, ci sono nel mondo tutt'oggi innumerevoli credenze mistico religiose, ma nella loro quasi totalità la sopravvivenza dopo la morte, in varie forme, è una costante. Dunque, non fa eccezione la spasmodica ricerca attraverso le possibilità scientifiche, e la conseguente trasposizione tecnologica, dell'allungamento della vita, qui e ora. Questa è la sostanziale differenza della ricerca dell'immortalità tra la mistica religiosa, legata comunque a un giudizio di bene e male che si modifica nel tempo a seconda delle necessità contingenti, e l'immortalità attraverso la tecnologia: a disposizione di tutti, ma fruibile solo dalle élite ultra-miliardarie che ne finanziano la ricerca.

Dall'antichità a oggi nulla pare cambiato. Per esempio, le età dei vari profeti o patriarchi dell'ebraismo biblico antidiluviano variano dai 600 ai 969 anni, comunque inferiori alla genealogia dei vari re sumeri che li precedettero. Ricordiamo che nella Genesi 6.3, come si fosse fatta una modifica genetica, si dice: «Allora il signore disse: “il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni.» Da allora l'età media è certamente diminuita, ma gli sforzi per la ricerca dell'immortalità non sono mai cessati, anzi!




 

Scoperte antiche

Nella primavera del 1974 un contadino cinese, scavando un pozzo, scoprì il mausoleo imperiale di Qin Shi Huang (lett. "Grande Imperatore, fondatore della dinastia Qin"), l'imperatore che unificò la Cina. Dentro questo mausoleo, sepolto con lui, c’era un esercito di terracotta a grandezza naturale, una meraviglia unica per qualità e quantità. Uno storico dell'epoca Han, Sima Qian, scriveva che l'imperatore era ossessionato sin dalla tenera età dalla fragilità della vita. Nell'arco del suo regno, come testimoniato dal ritrovamento di editti reali su tavolette di bambù, l’imperatore fece più volte cercare in tutto il regno elisir di lunga vita e pozioni magiche per l'immortalità. Morì nel 210 a.C. e pare che la morte sia stata causata da avvelenamento da mercurio, un componente fondamentale della pozione consigliata dai suoi alchimisti.





L’immortalità

Sicuramente la vita in sé è infinita, ma lo sviluppo della civiltà che abbiamo imparato a conoscere attraverso i libri di storia non è così lineare come ce lo presentano. Infatti, possiamo osservare che le civiltà da primitive si sviluppano fino ad arrivare a essere società evolute, tecnologicamente progredite, poi succede qualcosa e tutto ricomincia.

Un raro libro intitolato: “Atlantide, un'umanità perduta”, si concludeva con l'affermazione che non c'è che l'uomo che possa aiutare l'uomo. Al di fuori dell'uomo nessuno può aiutare l'uomo. Forse un altro modo, per dirlo con Nietzsche, che dio è morto, ed è l'ora che l'uomo si riappropri di se stesso.

Il problema credo sia insito nella differenziazione tra spirito e corpo, nella dualità dell'uomo inteso non come fusione dei due stati, ma come un contenitore e un contenuto. L'uno di platoniana memoria è il contenitore, il limite, mentre la diade illimitata è il contenuto che va regolato. La strada verso l'infinito passa attraverso l'eliminazione del demiurgo, e la conseguente fusione di contenuto e contenitore in un unica entità, dove ciascuno è l'altra faccia dell'altro. In un certo senso possiamo dividere gli stati di coscienza in veglia, sogno e sonno profondo, dove la coscienza di sé lascia la parte fisica, consentendone l'abbandono al riposo. La fusione di questi stati ci consente di arrivare alla vera realtà! Non più stati di coscienza separati, ma coessenziali, simultanei, l'unica via che potrebbe portare l'umanità alla coscienza del sé universale.

Quello che invece abbiamo visto è stata la spasmodica ricerca della materia che può essere mutata a proprio piacimento, non dell'uomo che ricerca se stesso. La ricerca dell'alchimista si basava su tre punti fondanti:

a) Fornire l’elisir di lunga vita o l’immortalità conferendo la capacità di debellare qualsiasi malattia.

b) Fare acquisire l’onniscienza, il che spiega il termine di filosofale attribuito alla pietra.

c) Avere la capacità straordinaria di trasformare i metalli e qualsiasi sostanza in oro, quale dimostrazione e simbolo per eccellenza della perfezione, della luce e dello Spirito.

 

Il punto in cui crolla questa ricerca sta nel fatto che si trasforma in una rincorsa al potere attraverso la ricchezza, e non all'emancipazione dell'uomo attraverso la fusione di materia e spirito. Si tratta dello stesso motivo per cui la grande Atlantide, alla fine, cadde sotto peso della propria corruzione. E i pochi che si salvarono, che non furono ammaliati dal potere materiale, contribuirono a riportare la conoscenza nel mondo.

Trans-umanesimo

Ora vediamo la scienza sempre più orientata verso il trans-umanesimo, che non è altro che la ricerca del prolungamento della vita attraverso la tecnologia.

Per ora pare più semplice applicare la bio-ingegneria utilizzando micro-componenti che potenziano, sostituiscono o modificano parti biologiche, eliminando degenerazioni causate dall'invecchiamento. Un uomo macchina o una macchina uomo, a seconda della quantità delle modifiche apportate! Ma sappiamo bene che raggiunto un desiderio ce n'è subito un altro. E sullo sfondo l'immortalità!

La notizia della nascita della pecora “Dolly” nel 1997, il primo animale superiore vivente clonato, creò una forte aspettativa per la successiva fase di sviluppo: l'uomo! Inteso come la nascita di un esemplare del tutto uguale all'individuo clonato. Infatti, è una riproduzione asessuale e agamica che produce individui biologicamente uguali all'adulto fornitore del nucleo cellulare da clonare. Più immortali di così! Ricordiamo lo sconcerto e la protesta dei mondi religiosi, dei gruppi etici, tranne dall'ebraismo, che candidamente disse che non c'era nulla di nuovo, perché nel vecchio testamento era scritto chiaramente come era nato l'uomo.

A questo punto si pone il problema principale che non è certamente il corpo, ma il cervello, con i ricordi, le capacità, la percezione del sé, del proprio chi si crede di essere. Per cui, la possibilità di clonare un corpo con capacità normali, sicuramente corruttibile, che dovrà essere clonato ancora, verrà accantonata.

Il futuro sarà un bio-corpo sintetico che potrà essere aggiornato come un software, ma praticamente immortale. Il problema sarà trasferirvi la coscienza di chi si è, il proprio ego con la sua memoria. Tutto tace attorno a questi argomenti, sinonimo che c'è molto che non ci è dato sapere.

In conclusione, continuare a vivere aggiornati come un computer, senza avere una reale connessione corpo-spirito è realmente così auspicabile?




In natura abbiamo un caso singolare di eternità: la medusa Turritopsis nutricula. Questa medusa usufruisce di una funzione biologica chiamata: “transdifferenziamento”. Dopo la nascita, lo sviluppo e l'età adulta, in cui le cellule si specializzano nelle loro varie funzionalità, la medusa subisce una regressione delle capacità specializzate, tornando alla creazione di nuove cellule da specializzare. In effetti, un ritorno alla giovinezza con una nuova vita da costruire un ciclo dopo l'altro. Per quanto ne sappiamo un ciclo esclusivamente materiale, ma sarà così?

 

L'immortalità dell'anima è una cosa che ci riguarda in modo così forte, e ci tocca così in profondità, che bisogna aver perso ogni sensibilità perché ci sia indifferente sapere come stanno le cose

Blaise Pascal

 

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BRAN

 

 

lunedì 5 febbraio 2024

Genesi della magia

 

 

 

Tratto dal libro di Enoch (6):

«Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, (che) in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze di bell'aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono, e dissero fra loro: venite scegliamoci delle donne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli...

(7) E si presero, per loro, le mogli e ognuno ne scelse una e cominciarono a recarsi da loro. E si unirono con loro e insegnarono ad esse incantesimi e magie e mostraron loro il taglio di piante e radici. Ed esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statura, per ognuno, era di tremila cubiti.»

 

Il libro prosegue citando il nome di tutti gli angeli che scelsero di scendere sulla Terra, e di quelli che insegnarono agli uomini l'astrologia, l'astronomia, come sciogliere gli incantesimi, i poteri delle erbe, la costruzione e l'uso delle armi, dei monili, dell'effimera bellezza, della vita sconsiderata consacrata al piacere. Fino a quando, ascoltando le suppliche degli uomini resi schiavi, il signore supremo mandò il diluvio, per poter ricominciare un nuovo ciclo di vita.

Una testimonianza da cui il libro di Enoch può aver preso l'inizio della storia dell'uomo è L'Enuma Elish, il poema mesopotamico in cui si descrive la genesi dell'umanità. La terra nasce dall'uccisione della sconfitta dea Tiamat, mentre gli uomini, dal sangue del capo degli dei ribelli Qingu. L'umanità fu creata per sollevare gli dei dal lavoro, e per il loro divertimento, mentre i guardiani del cielo, una sorta di angeli o dei minori, li controllavano.

Quindi, possiamo facilmente comprendere che sia la magia in senso stretto, che la scienza intesa come conoscenza dei fenomeni, hanno origine con la genesi del mondo. Un mondo nato con la violenza e lo spargimento di sangue tra gli dei, e proseguito fino ad oggi con lo stesso copione, con l'umanità alla mercé della tecnica al servizio del potere di pochi.

 

Un illustre testimone dei nostri tempi è il poeta e drammaturgo irlandese William Butler Yates descrive così il suo pensiero:

«Io credo nella pratica e nella filosofia di ciò che abbiamo convenuto di chiamare magia, in ciò che devo chiamare l’evocazione degli spiriti, per quanto ignaro di che cosa siano, nella facoltà di creare illusioni magiche, nelle visioni di verità presenti negli abissi della mente quando stiamo a occhi chiusi; e credo in tre precetti che trasmessi, come io ritengo, dai primordi sono alla base di quasi tutte le pratiche magiche. Questi precetti sono:

1. I confini della nostra mente si spostano di continuo e molte menti possono confluire l’una nell’altra, per così dire, e creare o rivelare un’unica mente, un’unica energia.

2. I confini della nostra memoria si spostano anch’essi e la nostra memoria fa parte di una sola grande memoria, la memoria della Natura stessa.

3. Questa grande mente e questa grande memoria si possono evocare mediante simboli.

Penso spesso che, ad averne il modo, respingerei questa credenza nella magia, perché ho finito per vedere o immaginare negli uomini e nelle donne, nelle case, nei prodotti dell’artigianato, in quasi ogni immagine e suono, un che d’iniquo, un che di brutto, dovuto al lento estinguersi nei secoli di una qualità della mente che aveva divulgato questa credenza e le sue testimonianze in tutto il mondo».

Sintetizzando e ampliando il concetto espresso da Yeats, possiamo ipotizzare una memoria unica che lega tutti gli esseri viventi. Un'energia vitale che scorre attorno e dentro, “una forza” a cui attingere per modificare l'ambiente che ci circonda, o cambiare noi stessi.


 

Magia e tecnologia

Nel corso dei millenni abbiamo più volte confuso la magia con la tecnologia, pensiamo solamente ai farmaci che conosciamo oggi, ma che sotto forma di pozioni venivano utilizzati dalle guaritrici. Grandi conoscitrici della natura. Allo stesso modo la conoscenza e l'uso dell'energia che ci pervade e ci circonda, la via dello sciamanesimo, nasce con l'uomo. E più è stretto il suo rapporto con la natura, più si identifica con i suoi fenomeni, maggiormente ne diviene parte attiva. Oggi, tutto ciò che non è identificato come tecnologia e scienza non è progresso. Parola che ha perso sempre più il suo significato reale:

«Avanzamento in senso verticale, verso gradi o stadi superiori, con implicito quindi il concetto del perfezionamento, dell'evoluzione, di una trasformazione graduale e continua dal bene al meglio, sia in un ambito limitato sia in un senso più ampio e totale». Questo è il significato del progredire tratto dal vocabolario Treccani.

Oggi, progresso significa sostanzialmente passare da una situazione all'altra, senza che ci sia un reale miglioramento delle condizioni delle persone, ma semplicemente una maggiore possibilità di guadagno economico. Tutto attorno a noi è identificato come risorsa da sfruttare, noi compresi.

Visti i presupposti non è difficile pensare che la magia sia una sorta di ribellione all'ordine sociale imposto, una pratica che nasce con l'umanità e morirà con lei.

Nonostante le numerose predizioni che la davano per morente, la magia resta tutt’oggi diffusa e ha saputo sopravvivere anche ai tentativi di sradicarla. Quando le persone si trovano davanti ai grandi problemi della vita e della morte, quando desiderano conoscere il futuro o capire il perché del proprio passato, quando cercano di proteggersi dal male, di curare le malattie o di promuovere il proprio benessere, spesso finiscono per rivolgersi alla magia. La magia può assumere connotati filosofici e accademici, portando a riflettere su domande profonde riguardo alla natura e al senso della realtà. È una disciplina sperimentale, mutevole e creativa.

Genesi e trasformazione

Schematicamente possiamo riassumere la genesi e la trasformazione della magia nei millenni:

 

50.000-10.000 a.C. Origini dei rituali ancestrali in Cina. Arte rupestre in Africa e in Australia; possibili origini del Sogno in Australia. Arte rupestre, sepolture complesse, scultura; varietà di pratiche magiche in Europa. Prima colonizzazione delle Americhe con sistemi magici portati dalla Siberia?

 

10.000-6000 a.C. Grandi strutture rituali in Medio Oriente: Göbekli Tepe ecc. Rituali di Çatalhöyük e case storiche. Sviluppo di visioni animistiche nelle Americhe, in Africa e in Australia; prosecuzione dell’arte rupestre. Pratiche magiche mesolitiche: Lepenski Vir. Inizio della pratica della deposizione deliberata di oggetti in Europa.

 

6000-1000 a.C. Unificazione della valle del Nilo, prime bacchette magiche, animali compositi in Egitto e storia di Horus. Nell’Africa subsahariana, possibili origini della magia connessa alla lavorazione dei metalli e primi templi ancestrali.

Probabile sviluppo di forme di divinazione
In Nordamerica, grandi centri come Poverty Point e intensa vita rituale.

In Sudamerica, emergere di monumenti e grandi insediamenti. Intensa attività rituale e magica attorno a piramidi e campi per il gioco della palla.

In Australia, primi tumuli che attestano pratiche rituali, magiche e storiche. Famiglie di divinatori in Medio Oriente. Prime tavolette di argilla scritte in caratteri cuneiformi; alchimia e astrologia. Possibili origini della divinazione in Cina. Culto degli antenati e divinazione nella Cina dell’Età del bronzo. Arte di Okunev, e origine dei khirigsuur in Mongolia e nella steppa eurasiatica. Relazioni animistiche nella steppa. In Israele, Mosè e altre figure carismatiche compiono miracoli; probabili credenze in demoni, angeli, astrologia e magia protettiva. In Europa, pratiche magiche connesse alla casa, al corpo umano e alle piante. Costruzione di grandi sepolture e di monumenti noti come henge.


Primo millennio a.C. Stesura dell’Enuma Anu Enlil, che presenta l’astrologia babilonese. Trasmissione del pensiero e della magia babilonesi, soprattutto l’astrologia, al mondo greco. Scrittura di molti classici cinesi, origini di confucianesimo, taoismo ecc. Teoria dei Cinque Elementi e inizio dell’I Ching.

 

Primo millennio d.C. In Africa, crescita dei templi ancestrali, influenza dell’Islam, sviluppo della divinazione e della magia connesse ai mestieri artigianali. In Australia, intensificazione della produzione di cibo in alcune aree e alti livelli di popolazione. Continuazione dell’arte rupestre e dei tumuli, oltre che dei sentieri del Sogno.

In Nordamerica, grandi siti cerimoniali e di insediamento: Cahokia. Interesse per l’astrologia e l’astronomia. In Sudamerica, insediamenti complessi, monumenti e cultura materiale in diverse aree. Probabile enfasi sull’animismo, ma anche sul sacrificio umano e sul dolore. Importanza di auguri e divinazione. Probabile fine della tradizione ašipu nel I secolo d.C. in Mesopotamia. Statue e siti rituali uiguri in Mongolia e nella steppa. La magia ebraica diventa più chiara; figure carismatiche, tra cui Gesù. Diffusione di amuleti e coppe magiche babilonesi. Magia protettiva. Collegamenti con la medicina.

La diaspora diffonde le pratiche magiche nel mondo ebraico allargato. Reintroduzione del Cristianesimo nell’Europa settentrionale. Ulteriore sviluppo della magia connessa alla Chiesa.

 

Secondo millennio d.C. In Africa, incursioni europee e sviluppo di magie di resistenza. Nelle Americhe, espropri e morte su larga scala degli abitanti indigeni. Varietà di pratiche magiche che spesso fondono forme indigene e africane. Diffuso animismo. In Australia, morte di massa dovuta alle incursioni europee, ulteriore sviluppo della vita rituale e delle connessioni con il territorio. Possibili origini dello sciamanesimo moderno nella steppa, che attinge a radici più antiche. Magia ebraica medievale e moderna: Sefer Raziel ha-Malakh, Sefer ha-Razim. Sviluppo della cabala pratica e mistica, soprattutto tra i sefarditi. Qualche elemento di astrologia. I nomi di Dio e altri testi indicano l’importanza di manipolazioni e metodi. Usi magici dei salmi. Importanza degli amuleti. Figura del golem tra gli aschenaziti.

In Europa, periodo del pieno Medioevo: ulteriore sviluppo di astrologia e alchimia, che attingono a tradizioni antiche. Si trovano sia maledizioni sia magie protettive. Teoria degli umori. Rinascimento, con una miscela di magia, religione e scienza. Sviluppo di astrologia e alchimia con l’influenza di testi greci da poco tradotti. Magie protettive nelle chiese. Diffusa persecuzione delle streghe. Sviluppo della scienza moderna: Newton combina idee scientifiche e magiche. Molta enfasi sulla protezione della casa. Predominanza dell’universo meccanicistico, ma sopravvivenza di tutte le forme di magia: astrologia, alchimia, stregoneria e magia vernacolare.

 

Oggi: ulteriore sviluppo di forme di magia di resistenza coloniale e postcoloniale in molte parti del mondo, tra cui le Americhe, l’Africa, il Sudest asiatico e l’Australia. Qui le credenze nell’animismo sono diffuse, così come l’attaccamento spirituale alla terra. In Europa e in Nordamerica, sviluppo di società magiche recenti; diffusione di paganesimo e Wicca negli ultimi cinquant’anni. In Occidente, la maggior parte delle persone possiede qualche forma di credenza magica. Forte rinascita delle credenze astrologiche. In Oriente e in Asia meridionale, sviluppo dell’astrologia, uso di app ecc.; ma anche Feng Shui, I Ching e teoria dei Cinque Elementi, insieme a teorie del corpo dalla connotazione generalmente alchemica. Possibile convergenza di alcuni elementi di magia e scienza.

 

Schematizzazione tratta da: storia della magia di Chris Gosden.

 

Luci e ombre,

sole luna aurora:

magia nel cosmo.

 

Caccia selvaggia vola,

fuori e dentro cuori.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN