Dall'albore dei tempi, nei nostri sogni, nelle
fantasie a occhi aperti, si conservano e ci sostengono nei momenti oscuri della
nostra vita sensazioni e capacità che scopriamo solo allora latenti in noi.
Possiamo chiamarle capacità archetipe tramandate
nella memoria collettiva della nostra specie, una sorta di conoscenza diretta
scolpita nel nostro immaginario, ma sopita dal tempo, come se fosse un mito su
cui sorridere. In cuor nostro sappiamo che, come tutti i miti, c’è un
fondamento su verità ancestrali, primitive, nate molto
prima della scrittura e dell'autocoscienza.
Al momento ci dicono che solo una piccola parte
del nostro cervello viene utilizzata, quindi la
domanda sorge spontanea: allora a cosa serve tutto il resto della massa
cerebellare che ci portiamo dietro?
Le dimensioni del cervello
Se pensiamo che il cervello dei primi uomini che
camminarono in modo eretto pesava circa 700 grammi,
mentre oggi siamo all'incirca attorno ai 1350 grammi, probabilmente nelle varie
ere in cui abbiamo rischiato di estinguerci, per vari motivi, siamo passati
attraverso periodi in cui il cervello aveva funzioni che oggi abbiamo perduto…
ma che le nostre memorie cellulari non hanno evidentemente dimenticato, visti i
sogni, i desideri nascosti, le paure che ci portiamo dietro dalla nascita.
Un po' come le tartarughe che sanno che devono
raggiungere il mare appena nascono, o i piccoli roditori che guardano il cielo
perché sanno che da lì arriva il primo pericolo. Così anche noi percepiamo
l'energia che ci scorre attorno e dentro, fino a quando il mondo che ci raccontano ci convince che sono solo baggianate, mentre la
scienza e la tecnica ci mostrano l'unica verità. Eppure, i concetti stessi di
miracolo, di magia, di presentimento, di già visto,
fanno parte del nostro essere collettivo, indipendentemente dalle ere che ci
dividono da quelli che ci dicono essere i vari gradini della nostra evoluzione.
I modelli vincenti in natura
La teoria dell'evoluzione ci insegna che i
modelli vincenti in natura non si cambiano, anzi, vengono
continuamente riproposti. Allora qual è il motivo per cui l'uomo è diventato
esclusivamente bipede contro qualsiasi vantaggio per la propria sopravvivenza?
Senza alcun mezzo di difesa dai predatori che abitavano la savana dove gli
umani si erano trasferiti, essere esclusivamente bipedi
non aveva alcun senso pratico proprio alla luce della stessa teoria.
Infatti, oltre a noi, nessun animale finora si è
mai evoluto come bipede totale. Un'altra differenza sostanziale che ci
identifica è il cervello e la conseguente comunicazione attraverso il
linguaggio, più o meno complesso a seconda
dell'istruzione. Anche in questo caso non possiamo fare altro che chiederci il
perché di questa evoluzione, a che scopo? Contrariamente al sentire comune, il
semplice avere un cervello molto più sviluppato rispetto agli altri animali non
rappresenta di per sé un vantaggio. Infatti, oltre al consumo energetico
maggiore, fatto non trascurabile all'epoca, dobbiamo considerare che il
cervello non ci rende più intelligenti per il solo fatto di esserci. Questo organo per poter essere utilizzato deve effettuare un
training,
in altre parole, deve essere stimolato culturalmente in un ambiente
protetto!
Quindi,
scesi dalle piante per metterci su due gambe, in spregio a qualsiasi vantaggio evoluzionale, quale poteva essere l'ambiente protetto in
cui stimolare il cervello? E da parte di chi? Visto che
tutti eravamo nelle medesime condizioni. Questo è un punto fondamentale, perché
dalla nascita a circa due anni il bambino ha circa 100 miliardi di neuroni. Ed
è il momento in cui abbiamo la maggior quantità di neuroni nella nostra vita,
ma questi neuroni sono scollegati, questo è il motivo
per cui è necessario lo stimolo esterno per la loro interconnessione. Anche
perché in seguito, con un meccanismo chiamato pruning, tutti i neuroni scollegati vengono
eliminati. Ecco perché, per far sì che il cervello sia messo nelle condizioni
di operare al meglio, è necessario stimolarlo il più possibile in un ambiente
protetto.
Tutti questi dati ci portano a una teoria,
oramai accettata anche se non pubblicizzata, per cui
siamo una razza addomesticata. Negli animali ci sono
tutta una serie di caratteristiche che certificano questo stato.
Nell'uomo il confronto è stato fatto tra Neanderthal
e Sapiens. Sorprendentemente, i cambi anatomici
associati alla “sindrome della domesticazione” descrivono abbastanza da vicino alcune delle note differenze tra uomini moderni e
Neanderthal. Queste due specie, infatti, mostrano differenze nella forma del
cranio che vanno nella direzione corretta, ovvero
quella di dare all’uomo moderno un profilo più gracile e giovanile, quasi
effeminato.
Anche dal punto di vista genetico, pur non
essendoci un gene specifico della domesticazione, possiamo osservare che tra
vari animali addomesticati e i loro omologhi selvaggi esiste la spazzata
selettiva. Cioè alcuni tratti somatici e caratteriali, geneticamente
rilevabili, sono sovrapponibili nelle specie domesticate rispetto a quelle
selvatiche. Per analogia lo stesso fenomeno è rilevabile tra il Sapiens e il Neanderthal.
Quello che è certo è che il fenomeno deve essere
stato fatto in un ambiente protetto, quello che è in discussione è: auto
addomesticamento oppure qualcun altro ci ha addomesticati?
Se pensiamo che il nostro cervello sia la parte
più sconosciuta dobbiamo ricrederci! Nel nostro DNA soltanto il 2% circa codifica
delle proteine che noi riconosciamo, il restante codifica comunque dell'RNA, ma non codifica proteine, e
quindi cosa messaggia? Tutta questa massa di informazioni latenti a cosa servono, oppure sono servite
in altri tempi? Può darsi che queste funzioni, ora sopite, ci mettessero in
simbiosi con l'energia dell'universo e che ci consentissero di usufruire di
questa energia, per esempio nella comunicazione a distanza. Ricordiamo che la
telepatia per uso spionistico è stata lungamente studiata in ambito militare e
lo è ancora.
Dalla notte dei tempi si narra della magia, come
uso della forza e dell'energia che ci circonda per modificare l'ambiente.
Ancora oggi ci sono persone che percepiscono l'energia dell'acqua, e seguendone
le tracce indicano dove scavare dei pozzi in zone
favorevoli. Alla stessa maniera ci sono persone che riescono a indirizzare il
loro magnetismo o quello esterno, incanalandolo attraverso le mani in flussi
curativi. Potremmo fare innumerevoli esempi di funzioni che esulano dal nostro
sentire normale, ma se fosse stata questa la normalità?
Nel vecchio testamento troviamo la vita media
molto più alta, con esempi di patriarchi di oltre settecento, ottocento anni,
poi è andata sempre più diminuendo. Oggi studi
genetici ci dicono che, se tutto procedesse nella maniera giusta, il nostro
limite sarebbe attorno ai centoventi anni, in che condizioni non è dato sapere.
Il trans-umanesimo, non è altro che la conseguenza della ricerca dell'eternità
da parte delle élite che guidano il mondo,
tutto fatto per il nostro bene naturalmente!
L’energia oggi
In definitiva, l'energia che guida il mondo negli ultimi centinaia d'anni è la risultante di uno scontro
tra due interessi contrapposti.
Il primo è la prosecuzione della vita stessa,
alcuni dicono che la vita non abbia un fine ben
definito, ma prosegue a tentativi verso una meta sconosciuta. Potrebbe anche
essere, ma prima di ciò il fine ultimo è sempre la prosecuzione di se stessa. Perciò,
in qualsiasi circostanza, la vita cercherà di riprodursi, a discapito di tutto
e tutti, la giustizia è cosa nostra e non appartiene alla natura, dove ogni
cosa è utilitaristica. O serve e viene mantenuta, o
non serve e viene cancellata!
Il secondo è imbrigliare l'energia della vita
attraverso la tecnologia, in maniera da poter piegare la natura ai voleri di
onnipotenza dell'uomo, o meglio, delle élite dominanti. Con la manipolazione
genetica e la micro-tecnologia il trans-umanesimo
rappresenta la volontà di potenza, la ribellione dell'umano. Ma
lo sarà ancora quando il DNA OGM, ibridato con la micro-robotica, confezionerà
macchine uomo o uomini macchine? La tangente tra queste due forze si sposta
sempre più verso il mondo “Borg” anche se ancora
in maniera poco palese e paludata da filantropismo.
Il Maelstrom,
vortice di correnti:
mondi nel pozzo.
Brillano dal profondo,
gli anni oscurati.
Contenuto preparato in collaborazione con
BRAN
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