Il Natale, si sa, è il giorno della nascita di Cristo. Ma, per capire bene l’origine di questa festività, dobbiamo risalire molto più indietro nel tempo. Perché, sì: in realtà le origini del Natale sono pagane. Per la precisione, le celebrazioni per il 25 dicembre sono state introdotte da Aureliano.
Non solo: molte tradizioni natalizie derivano da Yule, la festa germanica del solstizio d’inverno.
Pronto/pronta a saperne di più? Allora iniziamo!
Natale: festa pagana del Sol Invictus
Da dove deriva la parola “Natale”? Da “Dies Natalis Solis Invicti”, che in latino significa "Giorno di nascita del Sole Invitto".
“Invitto”, ovvero “mai sconfitto”, era un appellativo usato nel tardo Impero Romano per divinità solari come Helios, El-Gabal, Mitra e Apollo.
La divinità solare celebrata nel giorno del Sole Invitto era Mitra. Questa festività fu fissata da Aureliano il 25 dicembre, giorno del solstizio d’inverno nell’antico calendario Giuliano.
Aureliano rese Mitra — Dio del Sole raffigurato con una corona di raggi — la principale divinità del suo impero.
Ora facciamo un salto avanti nel tempo. Quando Papa Giulio I dovette scegliere una data convenzionale per la nascita di Gesù Cristo (poiché non c’era accordo tra le varie fonti), optò proprio per il 25 dicembre. In questo modo, le celebrazioni per il Sol Invictus poterono essere assorbite dalle celebrazioni per la nascita di Cristo.
Natale: festa pagana di Yule
Abbiamo imparato che la data del 25 dicembre e la parola stessa “Natale” derivano da un’antica festività romana.
Ma cosa c’entra con tutto questo Yule?
C’entra, c’entra! Perché è grazie a Yule se abbiamo l’albero di Natale, il vischio, l’agrifoglio e perfino Babbo Natale!
Per capire il motivo, dobbiamo risalire all’epoca in cui i primi missionari si adoperarono per convertire i popoli germanici.
Questi popoli celebravano il solstizio d’inverno con una festività chiamata Yule. I missionari scelsero di inglobare le usanze di Yule nelle celebrazioni del Natale, in modo da continuare nel solco delle tradizioni locali.
Ma cosa si faceva a Yule? Be’, si aspettavano i doni di Odino! Questa divinità, infatti, partecipava a una grande battuta di caccia proprio durante il giorno del solstizio invernale. I bambini, durante la notte, mettevano vicino al focolare stivali riempiti con carote e paglia, per rifocillare il cavallo volante di Odino. In cambio, il Dio donava loro doni e dolcetti.
Eh, sì: è proprio il barbuto Odino l’antenato di Babbo Natale! In seguito si trasformò in San Nicola, e in epoca moderna divenne il signore vestito di rosso che tutti conosciamo.
Nella simbologia di questa festa pagana, inoltre, la vegetazione sempreverde occupava un posto centrale. Vischio, agrifoglio e abete rappresentavano la capacità della natura di sopravvivere all’inverno, ed erano di buon auspicio per il ritorno della primavera.
Spesso l’abete era abbellito con luci e altre decorazioni, usanza che sopravvive nel nostro albero di Natale.
Yule e Wicca
Il Natale come festa pagana si festeggia ancora? Sì, nonostante siano passati millenni, c’è qualcuno che ancora lo celebra in una forma simile a quella originaria: mi riferisco alla Wicca, movimento religioso moderno che possiamo inserire all’interno del neopaganesimo.
Yule, per la Wicca, è uno degli otto sabbat, ovvero una delle otto festività legate al movimento del Sole. I sabbat si dividono in maggiori e minori.
Sabbat minori:
· Yule, festa del solstizio d’inverno.
· Mabon, festa dell’equinozio d’autunno.
· Ostara, festa dell’equinozio di primavera.
· Litha, festa del solstizio d’estate.
Sabbat maggiori:
· Samhain, Capodanno celtico (dal 31 ottobre al primo novembre).
· Imbolc, festa dedicata alla Dea Brigid (primo febbraio).
· Lammas, festa della prima mietitura (primo agosto).
· Beltane, festa dedicata al Dio Bel/Belenos/Belanu (primo maggio).
Vorresti celebrare anche tu l’antica festa pagana del solstizio d’inverno? Allora un’idea può essere quella di preparare il ramo di Yule (detto anche ceppo di Yule o tronco di Natale).
Il procedimento è molto semplice: nove giorni prima del solstizio, recati in un bosco e raccogli da terra un bel rametto, che ti trasmetta sensazioni positive. Appendilo in casa e decoralo come preferisci. Poi — cosa più importante — prepara insieme ai membri della tua famiglia i desideri per l’anno nuovo! Scrivili su tanti bigliettini di carta e legali al ramo. Nella serata di Yule, il rito prevede che si bruci il ramo in un falò. Non tutti abbiamo la possibilità di accendere un falò in sicurezza, perciò è sufficiente bruciare solo i bigliettini: ovviamente all’aperto e facendo molta attenzione. Buona festa di Yule!
Spero che il mio post sulle origini pagane del Natale ti sia piaciuto!
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita.
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