Le fate della “Bella addormentata” Disney sono molto diverse dalle fate della fiaba originale.
In generale, la versione cinematografica si discosta in parecchi punti da quella della tradizione orale. Ad esempio, il principe non si limita a baciare la principessa addormentata… ma fa ben altro!
Siamo pronti a scoprire la cruda verità e a traumatizzarci insieme?
E allora, cominciamo!
Fate “bella addormentata” Disney: chi sono?
Le fate de “La bella addormentata” Disney sono tre:
· Flora, la fata vestita di rosso. È la più anziana, la leader del gruppo. Dona ad Aurora la bellezza.
· Fauna, la fata vestita di verde. È la più svampita, ma si dimostra anche gentile e amorevole. Dona ad Aurora il talento per il canto.
· Serena, detta Serenella (in originale Merryweather), vestita di blu. È la più audace e grintosa. Usa i suoi poteri per indebolire la maledizione di Malefica, in modo che Aurora cada addormentata e non morta quando viene punta dal fuso.
Flora, Fauna e Serenella sono le tutrici della principessa Aurora. La crescono in una casetta nascosta in mezzo al bosco, nella speranza di farla sfuggire alla maledizione di Malefica. Si comportano con lei come delle vere e proprie “zie bonaccione”, arrivando perfino a organizzarle una festa di compleanno.
Ma com’erano, invece, nella versione originale?
Fate “Bella addormentata” Disney VS fiaba originale: PRIMO TRAUMA
Quante sono le fate della fiaba originale? Una, nessuna e centomila, parafrasando Pirandello.
Il loro numero varia a seconda delle fonti e del luogo di provenienza.
Prendiamo come esempio le tre versioni più celebri: quella di Perrault, quella dei fratelli Grimm e quella di Calvino.
· Ne “La bella addormentata nel bosco” tratta da “I racconti di mamma Oca” di Perrault, sono sette.
· In “Rosaspina”, tratta dalla raccolta dei Grimm “Fiabe del focolare”, sono tredici.
· Ne “La bella addormentata e i suoi figli”, tratta dalle “Fiabe italiane” di Calvino, sono zero. Sì, perché le fate sono del tutto assenti da questa versione.
E ora arriviamo al primo trauma.
Nelle fiabe di Perrault e dei Grimm, la cattiva che scagliava la maledizione contro la principessa non era una strega… ma una delle fate!
Per Perrault era una “vecchia fata, che non era stata invitata, perché da oltre cinquant’anni non usciva più dalla sua torre, e tutti la credevano morta o incantata”.
Per i Grimm, invece, si trattava della tredicesima fata del regno, che non era stata invitata dal re per questo motivo: “siccome egli possedeva soltanto dodici piatti d'oro per il pranzo, dovette rinunciare a invitarne una”.
Bella addormentata Disney VS fiaba originale: SECONDO TRAUMA
Il secondo trauma non riguarda più le fate, ma la storia in sé.
Sì, perché nelle versioni più antiche il principe non si limitava a baciare la principessa, ma faceva molto di più: la metteva incinta mentre lei dormiva. Ed era proprio la nascita del bambino o dei bambini (a seconda delle versioni) così concepiti a svegliare la protagonista.
Questo particolare si può leggere nelle due trascrizioni più antiche: il romanzo cavalleresco “Perceforest” del 1340 e “Sole, Luna e Talia” del Pentamerone di Giambattista Basile (1634). Fu poi tolto dalla raccolta di Perrault, che optò per un più casto bacio. Tuttavia, rimane in versioni successive, come la già citata “La bella addormentata e i suoi figli” di Calvino.
Voi preferite la versione antica o quella Disney?
A me piacciono entrambe, ma devo ammettere di essere sempre stata attratta dalla crudezza delle favole antiche nelle versioni originali.
Alle fatine dolci e rassicuranti dei cartoni preferisco quelle selvatiche e pericolose del folklore tradizionale.
Mi sono ispirata a questa pericolosità per le creature fatate descritte nel mio urban fantasy “Playing with daggers”.
In “Playing with daggers” le fate sono libere di muoversi nel mondo umano, mentre gli esseri umani non possono andare nel regno di Faerie. Se lo facessero, non potrebbero mai più tornare indietro.
Ma cosa succede se un’umana si innamora di un duca fatato? Lo scoprirà a sue spese Kara, ambiziosa protagonista del libro.
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